Cronaca
Medio Oriente, Israele critica l’appello per Gaza: “Va rivolto ad Hamas”

LE PAROLE DI ISRAELE SUL MEDIO ORIENTE
In Medio Oriente, Israele critica duramente l’appello per Gaza rivolto da 25 Paesi, che chiedono la fine della guerra. “Israele respinge la dichiarazione congiunta, scollegata dalla realtà e che invia un messaggio sbagliato ad Hamas”, si legge in una nota del ministero degli Esteri israeliano, ripresa da Ynet.
“Tutte le affermazioni sull’assenza di un accordo per il cessate il fuoco e sulla mancata liberazione degli ostaggi dovrebbero essere rivolte all’organizzazione terroristica che ha iniziato questa guerra e la sta protraendo”. “La dichiarazione non menziona il ruolo e le responsabilità di Hamas nella situazione. È Hamas l’unico responsabile delle sofferenze continue da entrambe le parti”, sottolinea il ministero.
Cronaca
Medio Oriente: accordo Iran-europei per la ripresa dei colloqui sul nucleare

In Medio oriente, Teheran ha raggiunto un accordo con Gran Bretagna, Francia e Germania (la troika europea E3), per la ripresa dei colloqui sulla questione nucleare iraniana: lo riporta l’agenzia di stampa Tasmin, che cita una fonte informata sui fatti: “Il principio dei negoziati è stato concordato, ma le consultazioni in merito al momento e al luogo dei negoziati sono in corso, e il Paese in cui si svolgeranno i futuri negoziati non è stato ancora definito“, ha affermato la fonte. Secondo Tasnim, i colloqui si terranno a livello dei viceministri degli Esteri dell’Iran e dei tre Paesi Ue.
OLTRE CENTO MORTI IN MEDIO ORIENTE SOLO NELLA GIORNATA DI IERI
Oltre 100 palestinesi sono stati uccisi ieri, in parte nei raid israeliani su Gaza e in parte ai centri di distribuzione del cibo, mentre ieri sera, a Tel Aviv e in altre città israeliane, decine di migliaia di persone sono scese in strada con striscioni e slogan chiedendo con urgenza un accordo per lo scambio tra ostaggi israeliani e prigionieri palestinesi.
Secondo la Protezione civile di Gaza 39 palestinesi sono stati uccisi a due centri di distribuzione degli aiuti. Diversi testimoni, anche nei giorni scorsi, hanno accusato le forze israeliane di aver sparato sulla folla mentre la Ghf, sostenuta da Stati Uniti e Israele, che ha sostituito le agenzie delle Nazioni Unite come principale distributore di aiuti nel territorio, ha accusato Hamas di fomentare disordini.

Foto: Avvenire
IN MIGLIAIA A PROTESTARE NELLE STRADE
Decine di migliaia di israeliani hanno protestato ieri sera nel centro di Tel Aviv per chiedere un accordo che garantisca il rilascio di tutti gli ostaggi nella Striscia di Gaza, secondo quanto riportato dai media israeliani. Il quotidiano Yedioth Ahronoth ha riferito che i manifestanti hanno marciato nel centro di Tel Aviv portando striscioni e gridando slogan per la fine della guerra e l’immediato ritorno degli ostaggi.
Anche ex ostaggi rilasciati da Hamas avrebbero preso parte alla marcia. I partecipanti hanno lanciato appelli diretti ai leader israeliani e al presidente degli Stati Uniti Donald Trump affinché si adoperino per raggiungere un accordo globale. Il giornale ha affermato che centinaia di manifestanti hanno tenuto proteste simili in altre città di Israele.
HAMAS PARLA DI UN ACCORDO PRONTO IN MEDIO ORIENTE
Sarebbe pronto l’accordo su Gaza dopo che i punti di contesa principali sono stati superati dai contendenti. Ad affermarlo sono fonti vicine ad Hamas, non meglio identificate, citate dai media israeliani, tra cui Ynet News: “Significativamente ridotti i punti di contesa per l’accordo. L’accordo è già pronto, in attesa dell’annuncio“, hanno riferito queste fonti.
Secondo loro, “la pressione americana sta funzionando. C’è terreno fertile per raggiungere un accordo e stiamo già parlando di divergenze di pochi chilometri nella zona cuscinetto al confine orientale di Gaza, di fronte alle comunità circostanti.Questo non costituisce più un ostacolo sostanziale“.
Le fonti hanno anche affrontato i punti chiave per il rilascio dei prigionieri, affermando che “la formula è già stata concordata nei colloqui precedenti: 50 prigionieri per ogni ostaggio”
Cronaca
Medio Oriente, continua lo scontro tra Hamas e Netanyahu: “Dopo la tregua assedieremo il nord di Gaza”

Nonostante le voci e i numerosi tentativi di una tregua in Medio Oriente di circa 60 giorni, tra Hamas e Israele, le tensioni continuano ad aumentare e si prospettano giorni di fuoco sulla Striscia di Gaza.
LE PAROLE DI NETANYAHU SUL MEDIO ORIENTE
Il premier israeliano Benjamin Netanyahu avrebbe promesso al ministro delle Finanze Bezalel Smotrich in recenti incontri che, a seguito della proposta di cessate il fuoco di 60 giorni con Hamas attualmente in discussione a Doha, Israele riprenderà la sua guerra contro Hamas a Gaza. Lo riporta Channel 12.
“E’ nostra intenzione, dopo la tregua, trasferire la popolazione della Striscia verso sud e imporre un assedio al nord di Gaza“, avrebbe detto Netanyahu a Smotrich, che sta cercando garanzie dal premier che la guerra a Gaza riprenderà a pieno ritmo dopo la fine del cessate il fuoco.
L’esercito israeliano (Idf) ha eliminato, con “metodi di combattimento unici“, oltre 100 terroristi di Hamas nelle ultime settimane nella zona di Jabaliya, nella Striscia di Gaza settentrionale: lo ha reso noto su Telegram l’Idf.
LA RISPOSTA DI HAMAS
Hamas accusa il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu di non voler raggiungere un accordo per porre fine alla guerra a Gaza, mentre inizia la seconda settimana di colloqui in Qatar. “Netanyahu è abile nel bloccare un ciclo di negoziati dopo l’altro e non è disposto a raggiungere alcun accordo“, afferma il gruppo palestinese in una dichiarazione sul canale Telegram.
I mediatori nei colloqui tra Hamas e Israele stanno lavorando per colmare le lacune tra le due parti, dopo una settimana di colloqui in Qatar. Lo ha detto all’AFP un funzionario a conoscenza dei negoziati: “I mediatori stanno esplorando attivamente meccanismi innovativi per aiutare a colmare le lacune rimanenti e mantenere lo slancio nei negoziati“, ha detto il funzionario che ha chiesto l’anonimato.

Foto: The Economist
IL PREMIER ISRAELIANO PRONTO A SCENDERE A COMPROMESSI PER ACCORDO SUL MEDIO ORIENTE
Secondo fonti del gabinetto di sicurezza, il premier Benjamin Netanyahu e’ determinato a raggiungere un accordo su Gaza e per farlo e’ pronto a scendere a compromessi mai fatti prima. Lo riferisce il sito d’informazione Ynet News. In base alle anticipazioni di queste stesse fonti, il capo del governo israeliano e’ disposto a mostrare flessibilità riguardo al ritiro delle IDF dall’asse Morag, nonostante la sua precedente opposizione.
Le fonti hanno affermato che ci sono contatti a Doha e che le squadre stanno lavorando sodo e discutendo mappe di ritiro aggiornate. “Anche se non si raggiunge un accordo entro un giorno o due, la situazione si sta evolvendo. Potrebbe volerci ancora qualche giorno. Se si raggiunge un accordo, non ci sara’ una citta’ umanitaria a Rafah, non verra’ mantenuta alcuna zona umanitaria. Netanyahu e’ disposto a scendere a compromessi su questioni su cui non era mai sceso a compromessi in precedenza“, hanno affermato.
Cronaca
Guerra in Medio oriente: i raid continuano e Netanyahu convoca una nuova riunione per discutere i negoziati a Doha

Almeno 43 palestinesi, tra cui diversi bambini, sono morti oggi in nuovi attacchi israeliani a Gaza, in Medio Oriente. Lo ha riferito il portavoce della Protezione Civile. Aerei militari israeliani hanno bombardato un punto di distribuzione dell’acqua nel campo profughi di Nuseirat.
L’Idf dichiara: raid dovuto a malfunzionamento tecnico, ieri altri 110 erano stati uccisi. Netanyahu ha convocato per questa sera alle 21 una riunione ristretta del gabinetto di sicurezza per discutere dello stato dei negoziati in corso a Doha
RAID ISRAELIANO SU UN CENTRO DI DISTRIBUZIONE DI ACQUA
C’è un “guasto tecnico” dietro la strage di questa mattina in un sito di distribuzione dell’acqua nel centro di Gaza, dove sono morte almeno venti persone di cui la metà bambini. E’ questa la spiegazione ufficiale fornita dalle forze armate israeliane, a quanto riferito dal Times of Israel. Questa mattina era in corso “un attacco contro un terrorista dell’organizzazione della Jihad islamica nella Striscia di Gaza centrale. A causa di un guasto, la munizione ha colpito a decine di metri di distanza dall’obiettivo previsto“, ha spiegato l’Idf. “E’ in corso un’indagine sull’accaduto“, ha reso noto l’Idf, “siamo a conoscenza delle segnalazioni di vittime nell’area e i dettagli sono ancora in fase di revisione“.
Sono oltre 40 i palestinesi rimati uccisi nei raid aerei israeliani sferrati oggi contro la Striscia di Gaza. A darne notizia è l’agenzia per la difesa civile a Gaza, aggiornando il suo precedente bilancio. Tra i bersagli colpiti un mercato e un punto di distribuzione dell’acqua. Secondo quanto riferito dal portavoce Mahmud Bassal, almeno 43 persone sono state uccise negli ultimi attacchi, 11 delle quali in un mercato a Gaza City. Otto bambini figurano tra le 10 vittime di un attacco con drone contro un punto di distribuzione dell’acqua nel campo profughi di Nuseirat, nella parte centrale di Gaza, ha affermato ancora Bassal.
NUOVA RIUNIONE IN MEDIO ORIENTE CONVOCATA DA NETANYAHU
Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha convocato ieri sera alle 21 una riunione ristretta del gabinetto di sicurezza per discutere dello stato dei negoziati in corso a Doha per il cessate il fuoco in Medio Oriente e la liberazione degli ostaggi. Lo riporta Canale 12, precisando che alla riunione parteciperanno i vertici della difesa e alcuni ministri chiave del governo.
Secondo l’emittente, oggi Israele si prepara a presentare a Doha nuove mappe aggiornate che delineano la futura presenza militare lungo il cosiddetto Corridoio di Morag e lungo il perimetro della Striscia, dopo che il Qatar ha comunicato a Tel Aviv il rifiuto da parte di Hamas della precedente proposta.
La presentazione di nuove mappe potrebbe rappresentare un passo in avanti verso l’intesa, anche se restano comunque significativi nodi da sciogliere, come il numero e l’identità dei prigionieri palestinesi da liberare e quali ostaggi saranno effettivamente rilasciati da Gaza.
POSSIBILE ACCORDO IN MEDIO ORIENTE TRA IRAN E USA
Nonostante i recenti attacchi militari subiti da Israele e Stati Uniti, l’Iran intravede ancora margini concreti per rilanciare i negoziati con Washington sul proprio programma nucleare. Lo scrive il Washington Post, citando analisti e osservatori, secondo i quali all’interno della complessa galassia politica iraniana sta emergendo un consenso sulla necessità di riprendere il dialogo con gli Usa, anche se la sfiducia resta alta e i rischi di nuove escalation non sono stati dissipati.
Il presidente iraniano, Masoud Pezeshkian, e il ministro degli Esteri, Abbas Araghchi, nelle ultime settimane hanno intensificato gli sforzi diplomatici per tracciare una linea di separazione tra Stati Uniti e Israele, insistendo sul fatto che un accordo con Washington resta possibile, nonostante l’ostilità dichiarata del governo di Tel Aviv.
In un’intervista rilasciata al commentatore conservatore americano Tucker Carlson, Pezeshkian ha puntato il dito contro il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, accusandolo di aver instillato nella politica americana l’idea che Teheran stia cercando di costruire un’arma nucleare. Il presidente iraniano ha però ribadito che le tensioni con gli Stati Uniti “potrebbero essere risolte facilmente attraverso il dialogo“.
Anche il capo della diplomazia Araghchi ha sottolineato, in un editoriale sul Financial Times, che Iran e Usa “erano a un passo da uno storico accordo” prima che gli attacchi israeliani facessero precipitare la situazione.

Foto Il diario del lavoro
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