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KFC vende carne umana? Web indignato dopo il nuovo spot pubblicitario – Video

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Foto: The Grocer

KFC, (acronimo di KFC CORPORATION), presente dal 1952 con il nome di KENTUCKY FRIED CHICKEN, ad oggi risulta essere una delle più famose catene alimentari statunitensi, specializzata soprattutto in pollo fritto e con un menù che comprende panini burger, patatine e wrap di ogni genere.

Il breve cortometraggio pubblicitario uscito a marzo per promuovere le portate, progettato recentemente dalla Mother London, sembra invece scatenare sui clienti l’effetto opposto, sollevando una serie di interrogativi e audaci teorie complottiste riguardo la provenienza degli ingredienti utilizzati.

LA PUBBLICITÀ

Lo spot si apre in una foresta dall’atmosfera enigmatica e dai toni quasi glaciali.

Qui, un ragazzo, dopo un breve contatto visivo con un pollo, viene coinvolto in una sorta di rituale di sacrificazione; condotto prima da un’orda all’interno un fiume, per poi finire immerso in acqua, che poi scopriamo essere olio bollente.

Una volta tirato fuori dall’ olio per frittura, assume le caratteristiche di un gigantesco pezzo di pollo, la stessa forma del pollo del KFC.

LA TEORIA

Gli utenti dopo l’uscita della campagna pubblicitaria, con legittimo sconcerto si sono chiesti che tipo di allocuzione possa mai suggerire la realizzazione della clip, e per quale motivo scegliere proprio un essere umano immerso nell’olio bollente invece che un pollo.

Cosi, alcuni influencer e persino una vasta gamma di consumatori abituali, sono arrivati ad ipotizzare possa trattarsi di un vero e proprio messaggio subliminale che faccia riferimento al cannibalismo, mostrando pertanto, senza necessariamente dichiararlo apertamente, l’ambigua provenienza della componente degli ingredienti utilizzati (che si traduce in vera e propria carne umana, insomma.)

Ma perché utilizzare carne umana invece che animale? Qual’è la base di questa teoria?

Si tratterebbe, stando agli ideatori del complotto, di una decisione determinata dall’assenza del  numero dei polli per le 18 mila catene di ristoranti distribuite in ben 115 paesi.

Numeri molto alti ovviamente, ma che possono essere spiegati grazie alla precedente inchiesta sotto copertura in quattro allevamenti intensivi per un fornitore del marchio in Italia, realizzata dall’associazione Essere Animali, a sua volta contattata da Fanpage.

Nei filmati  era emerso come venisse modificato il normale ritmo di crescita per far sì che in circa 40 giorni i polli possano arrivare al peso di macellazione, potendo cosi raggiungere il numero di oltre 500 milioni di polli solo in Italia, (condizione che ovviamente provoca gravi problematiche agli animali; quindi, se l’indagine può effettivamente chiarire come il pollo venduto dal KFC possa bastare per 8 milioni di clienti, finisce per sollevare ulteriori dubbi sul benessere animale.)

Ma allora perché mai realizzare uno spot pubblicitario del genere?

LA REALIZZAZIONE DEL CORTOMETRAGGIO

Che fosse un’alternativa strategia di marketing o meno,  i responsabili della campagna pubblicitaria hanno rilasciato delle dichiarazioni che, implicano e sottointendono, a discapito della vivace teoria, la realizzazione del progetto sia ben distante dallobiettivo di voler divulgare un messaggio subliminale riferito al cannibalismo.

Il direttore è tralaltro Vedran Rupic, già noto per la la particolarità dei suoi contenuti… non c’è quindi da sorprendersi se abbia optato per una satira dai toni onirici che mixa elementi di cultura e religione.

Monica Silic, responsabile delle attività di Marketing di KFC UK e Irlanda, spiega quale fosse l’effettivo intento dell’azienda “è il nostro modo di condividere la nostra ossessione per il pollo, offrendo al pubblico qualcosa di divertente in cui credere

Il direttore creativo ed esecutivo di Mother London, nonchè Martin Rose, chiarisce “KFC è un’icona, tutto il nostro lavoro la rispetta e rispetta anche il pubblico, che dovrebbe capire che la logica va messa da parte per quei 120 secondi.”

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1 Comment

1 Comment

  1. Simo

    16 Aprile 2025 at 16:23

    Le spiegazioni di KFC non sono state per niente convincenti. Non hanno saputo spiegare l’intento né l’obiettivo…. Praticamente era meglio se stavano zitti.

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Processo Puff Daddy, è terminato ufficialmente il processo: ecco l’esito

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Puff Daddy

È giunto finalmente al termine, nella giornata di ieri, il processo a “Puff Daddy” che ha tenuto sulle spine tutta l’America, e non solo, per tantissime settimane. Subito dopo il termine del procedimento è giunto anche l’esito: Puff Daddy è stato ritenuto colpevole solo di due capi di imputazione su cinque e, di conseguenza, non rischia l’ergastolo.

In un verdetto misto, i giurati del processo penale federale a Sean Diddy Combs lo hanno dichiarato colpevole di due capi d’imputazione per trasporto a fini di prostituzione, ma lo hanno assolto dalle accuse più gravi: associazione a delinquere e traffico sessuale. Il verdetto, annunciato nella tarda serata del 1° luglio (ora statunitense), è stato confermato da più fonti, tra cui CNN, AP News e The Guardian.

IL VERDETTO A PUFF DADDY

La decisione arriva dopo circa 14 ore di deliberazioni. Combs era accusato di aver preso parte a una rete di sfruttamento sessuale e di aver promosso un sistema organizzato a scopo criminale: due capi d’imputazione gravi, che avrebbero potuto comportare l’ergastolo.

La giuria, però, l’ha assolto da queste accuse. Diversa, invece, la posizione per quanto riguarda i due capi d’imputazione minori, che lo accusavano di aver organizzato e finanziato spostamenti di donne a fini di prostituzione. In questi casi, Combs è stato dichiarato colpevole.

Il giudice Arun Subramanian ha ringraziato i giurati per il loro “enorme sacrificio” nel corso del processo: “Voglio che sappiate che è fonte di ispirazione per tutti noi. Avete ascoltato, avete lavorato insieme, siete stati qui ogni giorno, con la pioggia o con il sole. Lo avete fatto senza alcuna ricompensa, se non quella che deriva dal rispondere alla chiamata del servizio pubblico. Questo dovrebbe dare speranza a tutti noi“, ha detto.

 

Puff Daddy

Foto: Il Post

QUANTO RISCHIA ADESSO PUFF DADDY

Il rapper, che si è dichiarato non colpevole di tutte le accuse, ora rischia una pena fino a 10 anni di carcere per le condanne per trasporto. Se fosse stato condannato per uno qualsiasi degli altri capi d’accusa, il 55enne avrebbe potuto affrontare fino all’ergastolo.

Ma Combs resterà in carcere: il giudice Arun Subramanian ha negato infatti al re dell’hip hop di uscire di carcere sotto cauzione, argomentando che i reati di traffico di persone a scopo prostituzione di cui è stato riconosciuto colpevole impongono che il condannato resti dietro le sbarre in attesa della sentenza.

LA REAZIONE DELL’AULA

Prima di essere accompagnato fuori dall’aula del tribunale dagli ufficiali giudiziari, Sean “Diddy” Combs si è inginocchiato davanti alla sedia e ha chinato la testa. Successivamente, rivolto alla tribuna, ha applaudito, spingendo anche il pubblico a farlo.

Combs ha guardato la famiglia con il viso raggiante, dicendo: “Grazie. Vi voglio bene, mamma.”.
In seguito i familiari hanno iniziato a gridare dream team agli avvocati, che si sono dati pacche sulle spalle e si sono abbracciati.

Sono numerosi, invece, i video di tutti i supporters di Puff Daddy che, fuori dal tribunale, hanno accolto la sentenza con felicità e divertimento.
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Attualità

Guerra in Medio Oriente: Israele sospende la consegna di aiuti a Gaza

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Medio Oriente

L’annuncio, in Medio Oriente, arriva dopo la minaccia del ministro Smotrich di dimettersi dal governo se non fossero state prese misure per impedire il saccheggio da parte di Hamas. La notizia è stata diffusa dopo che Netanyahu ha ordinato all’Idf di elaborare un piano per impedire ad Hamas stessa di rubare gli aiuti. La sospensione rimarrà in vigore fino alla presentazione del piano dell’esercito, secondo una fonte.

Nel mentre, la Cia: “Abbiamo raccolto prove che indicano che i siti nucleari dell’Iran sono stati devastatiIsraele ha annunciato la sospensione delle consegne di aiuti a Gaza dopo la minaccia del ministro di ultradestra Bezalel Smotrich di dimettersi dal governo se non fossero state prese misure per impedire che gli aiuti arrivino ad Hamas. Lo riferisce una fonte a Channel 12, citata da Times of Israel.

La notizia è stata diffusa poco dopo che l’ufficio del primo ministro aveva annunciato che Benyamin Netanyahu ha ordinato all’Idf di elaborare un piano in 48 ore per impedire ad Hamas di rubare gli aiuti. La sospensione della consegna di aiuti, in Medio Oriente, rimarrà in vigore fino alla presentazione del piano dell’esercito, aggiunge la fonte. La Guida suprema iraniana Khamenei è riapparsa in un messaggio video diffuso dalle tv e ha cantato vittoria dopo la fine della guerra dei 12 giorni: “Congratulazioni alla grande nazione iraniana per la vittoria sul regime israeliano”.

Ha criticato anche gli Usa: “Trump esagera l’impatto dei raid sui siti nucleari. la Repubblica Islamica ha dato un duro schiaffo all’America. Il raid su Fordow è stato come la bomba su Hiroshima: ha messo fine alla guerra“, ha commentato Trump, che poi difende Netanyahu: “Il processo contro di lui deve essere annullato, gli Usa lo salveranno“.

Fonti da Gaza hanno dichiarato che nelle ultime 24 ore sono stati trasportati negli ospedali di Gaza 103 cadaveri e 219 feriti: secondo la protezione civile di Gaza, questa mattina 56 persone sono state uccise dal fuoco israeliano in tutta la striscia, tra cui sei che attendevano aiuti in due località separate.

Intanto secondo l’Onu a Gaza le operazioni israeliane, inclusi bombardamenti e attacchi in tutta la Striscia, “continuano ad avere un impatto devastante sui civili, causando decine di morti e feriti, molti dei quali stavano semplicemente cercando aiuti umanitari”: almeno 20 persone sono state uccise questa mattina negli attacchi delle forze israeliane a Gaza, tre delle quali aspettavano la distribuzione di aiuti umanitari nei punti di distribuzione: lo riporta Al Jazeera, che cita fonti negli ospedali della Striscia.

 

Medio Oriente

Foto: Wikipedia

LA RISPOSTA DELL’IRAN

Il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Esmail Baghaei, ha affermato che la Repubblica islamica ha “diritto” all’energia nucleare per scopi pacifici: “L’Iran ha il pieno diritto, ai sensi dell’articolo 4 del Trattato di non proliferazione nucleare (Tnp), di utilizzare l’energia nucleare per scopi pacifici, ed è determinato a mantenere tale diritto in qualsiasi circostanza“, ha affermato Baghaei in un’intervista ad Al Jazeera.

I raid degli Stati Uniti contro i siti nucleari iraniani hanno “distrutto la diplomazia“, ha dichiarato Baghaei, aggiungendo che gli Usadevono essere ritenuti responsabili dell’aggressione commessa contro l’Iran in collusione con Israele“.

LA CONFERMA DALL’EUROPA SUL MEDIO ORIENTE

Le centrifughe di Fordow, uno dei più importanti impianti di arricchimento nucleare dell’Iran, “non sono piu’ operative” a seguito degli attacchi statunitensi, lo dice Rafael Grossi, direttore generale dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica.

Sulla base delle immagini satellitari, possiamo trarre conclusioni abbastanza precise sulle conseguenze del bombardamento“, ha dichiarato il numero uno dell’Aiea all’emittente radiofonica francese Radio France Internationale: “Data la potenza di queste bombe e le caratteristiche tecniche delle centrifughe, sappiamo che non sono più operative, semplicemente a causa delle vibrazioni, che causano danni fisici considerevoli e significativi“, ha affermato Grossi.

Conosco molto bene l’impianto, è una rete di tunnel con diversi tipi di attività‘”, ha aggiunto ques’utlimo: “Quello che abbiamo visto nelle immagini corrisponde più o meno alla sala di arricchimento, è quella che è stata colpita“.

GLI ULTIMI AGGIORNAMENTI SULLA TREGUA IN MEDIO ORIENTE

Il fragile cessate il fuoco tra Iran e Israele regge, al momento, da circa due giorni dopo l’annuncio di quest’ultima e dopo aver anticipato l’imminente ripresa dei colloqui con Teheran sul programma nucleare, Donald Trump spera di raggiungere quello che ha definito “un accordo di pace globale“.

Secondo l’inviato speciale di Trump per il Medio Oriente, Steve Witkoff, gli Stati Uniti stanno “discutendo con gli iraniani, diversi interlocutori ci stanno contattando e penso che siano pronti“, ha spiegato Witkoff.
Il cessate il fuoco sta procedendo “molto bene“, ha detto il Presidente, secondo il quale dopo 12 giorni di conflitto, Iran e Israele erano “stanchi, esausti“.

Secondo l’ultimo bilancio ufficiale iraniano, che elenca solo le vittime civili, la campagna militare israeliana ha causato almeno 627 morti e oltre 4.870 feriti. L’Iran ha reagito con attacchi missilistici e con droni, uccidendo 28 persone in Israele.

Teheran, che ha ribadito i suoi “legittimi diritti” a sviluppare un programma nucleare civile, si è dichiarata pronta a riprendere i colloqui con Washington per un accordo che regoli il suo programma nucleare in cambio della revoca delle sanzioni: “Parleremo la prossima settimana con l’Iran, potremmo firmare un accordo, non lo so”, ha annunciato Donald Trump dopo il vertice Nato all’Aia.

 

Medio Oriente

Foto: RSI

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Attualità

Guerra Israele – Iran: Usa interviene e impone una tregua fragile

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La notte tra sabato e domenica è stata soggetta dal bombardamento americano nei tre siti nucleari iraniani. L’attacco non ha causato il totale annientamento, ma ha ritardato solo di pochi mesi il programma atomico iraniano, diversamente da come aveva annunciato il presidente Donald Trump. 

RETROSCENA DELL’ATTACCO

E’ stato rivelato da un rapporto del Pentagono, destinato a rimanere segreto e contestato da Trump, riferisce che l’attacco con le bombe di profondità che solo gli USA possiedono, ha distrutto gli ingressi di due dei tre siti, ma non ha distrutto gli ambienti sotterranei, ma anzi ha lasciato intatte le componenti principali ed essenziali del programma iraniano d’arricchimento dell’uranio.

Dunque il rapporto, significa che l’Iran impiegherà più tempo per dotarsi dell’atomica, se realmente lo voleva e vuole fare, conservando la sua capacità di farlo. Il che, secondo molti media USA, rende traballante la tregua tra Israele e Iran annunciata dal presidente Trump e confermata, nonostante qualche esitazione e numerose violazioni da parte di entrambi i presidenti: Masoud Pezeshkian per l’Iran e Benjamin Netanyahu per Israele.

ISRAELE-IRAN: CONTROVERSA ACCETTAZIONE DEL CESSATE IL FUOCO

Proprio ieri il presidente Netanyahu ha generato l’ira del magnate presidente, non convinto dell’opportunità del cessate al fuoco con l’Iran. Secondo diverse fonti anonime citate dall’Ap, Trump durante una telefonata conciata, ha chiarito a Netanyahu che era ora di cessare la guerra e di tornare alla diplomazia e che gli Stati Uniti non avrebbero più compiuto azioni offensive contro l’Iran.

Dopo la conversazione con Trump, Netenyahu si è impegnato a sospendere gli attacchi e a rispettare la tregua stabilita, dichiarando di aver raggiunto i propri obiettivi, il che però non coincide con il vero, stando al rapporto dell’intelligence militare statunitense. Lo stesso si è inoltre impegnato a fare Pezeshkia, annunciando la fine della “guerra dei 12 giorni“.

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