Calcio
Milan, bene ma non benissimo. Vittoria con brivido nell’andata con lo Slavia Praga
Nell’andata degli ottavi di finale di Europa League, il Milan vince in casa contro un coriaceo Slavia Praga, in inferiorità numerica per gran parte della gara, e prova a ipotecare i quarti di finale.
Nella cornice gloriosa di San Siro, lo Slavia Praga non si fa intimorire e approccia la gara in maniera coraggiosa, mostrando un’ottima organizzazione tattica. Ma al 26’ la partita cambia radicalmente, poiché Diouf interviene con il piede a martello sulla caviglia di Pulisic e viene espulso. Dopo l’espulsione del giovane difensore, il Milan alza i giri del motore e trova il vantaggio, con Leao che si accentra e crossa sul secondo palo, dove arriva l’incornata di Giroud che apre le danze. Sembra una serata apparentemente in discesa per i rossoneri, ma al 36’ il corner di Masopust viene respinto di testa da Reijnders verso il limite dell’area, dove Doudera si coordina e al volo batte Maignan. Sembra l’ultima scintilla del primo tempo, ma sul finire della prima frazione il Milan trova due gol. Il primo è di Reijnders, con una rasoiata da fuori area; e il secondo è di Loftus-Cheek con un colpo di testa da distanza ravvicinata su un calcio d’angolo battuto da Florenzi.
Nel secondo tempo il Milan cerca di anestetizzare la gara, mentre lo Slavia rimane concentrato e in partita. Al 65’ gli ospiti accorciano nuovamente le distanze con il gran gol di Schranz, che controlla in area e in diagonale spedisce la palla all’incrocio. Pioli prova a riaccendere la miccia con i cambi ma i rossoneri sembrano spaventati dall’intraprendenza dello Slavia. A rimettere le cose a posto ci pensa di nuovo Leao. All’85’ il portoghese riceve palla sull’esterno, si libera dell’avversario e arriva davanti al portiere, lo supera con un pallonetto e Pulisic corregge in rete la conclusione del n.10, chiudendo la partita.
Vittoria importante, ma non decisiva per la qualificazione. Il gol di Pulisic permette ai rossoneri di giocare il ritorno con due reti di vantaggio, ma bisognerà cambiare approccio in vista della spedizione in terra ceca. L’approccio dei rossoneri nella ripresa, in superiorità numerica e in vantaggio, ha permesso allo Slavia di rientrare in partita e giocare tutto il secondo tempo a viso apertissimo. A Praga il Milan è chiamato a dimostrare di essere una seria candidata alla vittoria finale.
Calcio
Spinazzola chiama, Angelino risponde: il Derby del Sole viene deciso al 91’
Nella cornice di un Olimpico gremito, Napoli e Roma combattono per difendere due facce diverse della medaglia: la squadra di Conte per preservare il primo posto, mentre quella di Ranieri per continuare una (lenta) risalita verso la zona Europa.
I giallorossi si presentano in campo con un asset decisamente particolare: con Dovbyk, Dybala e Saelemekers in panchina e l’esordio da titolare di Rensch, Ranieri porta sul rettangolo verde l’inedita combinazione El Shaarawy-Shomurodov-Soulé, mentre i Partenopei scendono in campo con la formazione titolare quasi al completo.
Nei primi quindici minuti c’è una fase di stallo, caratterizzata da un continuo studio reciproco delle due squadre, che culmina con un timido tentativo di Lukaku, strozzata troppo e che si spegne sul fondo. Al 22’ il Napoli inizia a crescere e prova a impensierire Svilar con un tiro di McTominay, che il portiere serbo blocca in due tempi. Pochi istanti più tardi prova a reagire la Roma, con un tiro da fuori di El Shaarawy che termina alto sopra la traversa. Gli Azzurri riescono a sbloccarla al 28’: gol dell’ex all’andata, gol dell’ex al ritorno, dopo il gol di Lukaku nel primo match dell’anno, Spinazzola punge la Roma con un pallonetto calcolato e preciso, raccogliendo l’assist di Juan Jesus e insaccando la sfera alle spalle di Svilar, di fronte agli occhi impotenti di Mancini e N’Dicka. Sull’out di sinistra, Neres è veramente incontenibile, e manda più volte in confusione Rensch, che non riesce a fermarlo, concedendo così più di qualche azione pericolosa. Su un angolo al 45’, da situazione di totale tranquillità, la Roma accende il match: prima il tacco di Shomurodov per procurarsi il corner, poi il colpo di testa di N’Dicka che costringe Meret ad un grande intervento e infine un ulteriore cross di El Shaarawy, che finisce sul fondo e sul quale si conclude il primo tempo. Sulla stessa falsa riga della prima, la seconda metà di gara ricomincia con il Napoli in gestione. Sul pressing azzurro, la Roma è quasi sempre costretta costruire dal basso, non riuscendo a verticalizzare e a rendersi pericolosa. Al 66’ la Roma prova a cercare il gol del pareggio, dopo una monotonia generale che non sblocca il risultato: su punizione diretta, il destro di Paredes colpisce l’esterno della rete, dando l’illusione del gol. Al 71’, sempre su punizione, stavolta è il Napoli a rendersi pericoloso: dopo una mischia in mezzo all’area di rigore, Lukaku conclude in porta, con Rensch che salva sulla linea nonostante la precedente situazione di fuorigioco. Clamorosamente, al 74’, su una punizione praticamente uguale a quella della situazione precedente, Paredes calcia ancora in porta, e stavolta insidia seriamente Meret, che viene salvato dal palo, che spedisce il pallone sul fondo. Tra vaghi tentativi giallorossi e saltuarie ripartenze del Napoli, il match sfuma sempre di più verso la sua conclusione, con nessuna delle due compagini che riesce ad affondare il colpo, difendendo con rispetto dell’avversario e attaccando forse con troppa timidezza. A tempo quasi scaduto, però, la Roma la riprende clamorosamente: Angelino, colpendo al volo il cross di Saelemaekers, fa esplodere di gioia l’Olimpico, consapevole che la prestazione grintosa della propria squadra è riuscita a mettere in difficoltà i primi della classe. Dopo cinque minuti di recupero infuocati, Fabbri fischia tre volte e manda negli spogliatoi le squadre.
Al termine di questo match, il Napoli rimane comunque primo, anche grazie ai pareggi di Inter e Atalanta, che regalano un po’ di respiro alla squadra di Conte, mentre i ragazzi di Ranieri rosicchiano un punto rimanendo al nono posto, a meno otto dalla zona Europa, il cui ultimo posto è momentaneamente occupato dai rivali della Lazio.
Calcio
De Vrij scaccia via i fantasmi. Dopo tre pali l’Inter riacciuffa il Milan nel recupero
Fortuna e sfortuna in un derby che regala spettacolo e occasioni dall’inizio alla fine. Un derby che si tinge di arancione olandese, con i sigilli di Reijnders prima e De Vrij dopo. Può sorridere il Napoli, che adesso può scappare.
Walker subito titolare, nell’Inter torna Calhanoglu, per il resto nessun dubbio di formazione. La prima scelta forte di Conceição è la costruzione della gabbia intorno al centrocampista turco, anche per questo fondamentale il tecnico portoghese schiera Musah al posto dello squalificato Fofana. In avvio l’Inter non forza la mano, ma cerca di sfruttare i movimenti “indipendenti” di Lautaro e Thuram, che cercano da soli di mandare in tilt la difesa del Milan. La poca densità in mezzo al campo permette alla squadra di Inzaghi di avere molta qualità nel fraseggio ma soprattutto nel gioco verso Dimarco e Dumfries. Buon ritmo da una parte e dall’altra, ma occasioni nel primo scorcio di gara non se ne registrano. Tomori segue Thuram per tutto il campo e la manovra nerazzurra comincia a virare verso altri orizzonti. Alla mezz’ora Barella scatta sul filo del fuorigioco e consegna a Lautaro il pallone del vantaggio, posizione irregolare del centrocampista nerazzurro e rete annullata per off-side. La reazione dei rossoneri arriva per caso, perché Reijnders riceve palla in transizione, si costruisce la conclusione e calcia forte improvvisamente, Sommer non si fa sorprendere e in tuffo devia in calcio d’angolo la conclusione dell’olandese, indirizzata verso l’incrocio dei pali. Le ripartenze rossonere si fanno sempre più letali, e a un minuto dall’intervallo il Milan va in vantaggio: Theo Hernandez riceve palla da Bennacer, si spinge in avanti -in un insolito momento di squilibrio della difesa dell’inter- e allarga verso Leao, il cross del portoghese viene respinto dalle mani di Sommer, che non riesce ad allontanare il pallone, Reijnders si avventa e scarica un destro potentissimo che si insacca sotto la traversa. Numeri da centravanti vero per l’olandese, al settimo gol in campionato, il secondo consecutivo. Così come nel derby d’andata i rossoneri trovano il gol del vantaggio anche nel match di ritorno. I nerazzurri tornano a subire un gol “fuori casa” dopo più di quattro mesi (l’ultimo gol subito in trasferta risale a Udinese-Inter, 28 settembre, rete di Lorenzo Lucca).
Nonostante il vantaggio, Conceição decide di cambiare subito all’intervallo: fuori Bennacer e dentro Alex Jimenez. L’Inter parte subito forte per riequilibrare la gara, e si costruisce subito la prima occasione della ripresa: Thuram recupera un pallone prezioso a venti metri dalla porta, temporeggia un po’ nella scelta e serve sulla sinistra Lautaro, il mancino del capitano nerazzurro è forte e basso, Maignan respinge con i piedi. Mentalmente l’Inter sembra accusare lo svantaggio, e lo si evince dalle praterie che il Milan si trova quando riparte, e dalla poca lucidità nelle scelte e nelle giocate, specialmente nella trequarti offensiva. Inzaghi capisce il momento e ne cambia tre: Bisseck, Carlos Augusto e Zielinski per Pavard, Bastoni e Calhanoglu. Una scossa arriva subito, Lautaro trova un altro gol ma gli viene annullato nuovamente, questa volta per un fallo di Dumfries su Theo Hernandez. Al 68′ Bisseck stacca più in alto di Pavlovic, un vero e proprio duello tra giganti, schiaccia il pallone di testa e colpisce in pieno il palo. L’impulso voluto da Inzaghi riaccende emotivamente la spinta offensiva dell’Inter, ma che rimane squilibrato al cospetto delle ripartenze del Milan, sempre efficaci e pericolose. A un quarto dalla fine le due squadre si spaccano in due, con transizioni da una parte e dall’altra. Inzaghi termina i suoi cambi con Frattesi e il nuovo arrivato Zalewski al posto di Mikitharyan e Dimarco. Conceição risponde con Terracciano e Camarda, al posto di due esausti Musah e Abraham. All’81′ il Milan si fa sorprendere nello stesso punto, ma sugli sviluppi di calcio d’angolo Thuram colpisce lo stesso palo di Bisseck. I rossoneri cominciano a non uscire più dal centrocampo, e in un finale prettamente in trincea Conceição chiude i cambi con Gabbia e Chukwueze. In contropiede Camarda cerca di regalarsi un pezzo nella storia, sfiorando il 2-0 con un mancino da fuori area. Nel recupero Dumfries colpisce di testa e colpisce il terzo palo della gara. La sfortuna dei nerazzurri “termina” a due dalla fine, quando Zalewski riceve palla sul secondo palo, completamente dimenticato dalla difesa del Milan, il polacco è lucidissimo nell’appoggiare di petto verso il centro, dove De Vrij insacca a due passi dalla porta e chiude definitivamente la partita con un pareggio.
Una gara intensa e particolarmente spettacolare, un pareggio che non soddisfa nessuna delle due, ma che presenta due facce della stessa medaglia. Da una parte l’Inter è riuscita a recuperare la gara in extremis. I cambi di Inzaghi hanno riacceso la gara in un momento in cui l’Inter era in netta confusione e nel finale, dopo tre legni colpiti dai nerazzurri, De Vrij ha rimesso in equilibrio la gara.
Ad un passo dal terzo successo su tre derby, il Milan paga la poca lucidità e la stanchezza del finale. La gara dei rossoneri rimane di altissimo livello, la squadra di Conceição era riuscita a nascondere il distacco in classifica, ma non basta per rialzare la testa e scalare la classifica. Il settimo gol in campionato di Reijnders rimane uno degli aspetti più positivi su cui continuare a lavorare, e adesso Santiago Gimenez è chiamato a incidere subito nella stagione dei rossoneri.
Può approfittare di questo pari il Napoli, impegnato nel derby del Sole. Con un successo la squadra di Conte può allungare in classifica, in un mese in cui l’Inter sarà impegnata su tutti i fronti a causa della Coppa Italia, della Champions League e dal campionato (in cui i nerazzurri avranno un impegno in più a causa del recupero di Fiorentina-Inter, in programma giovedì)
Calcio
Dall’urna di Nyon verso la finale: i sorteggi delle italiane in Europa
Dopo l’ultimo turno di League Phase, che ha dispensato spettacolo ed emozioni da tutte le gare, Champions League ed Europa League entrano nel vivo della fase a eliminazione diretta. Dalle urne di Nyon, tutte le italiane hanno conosciuto le proprie avversarie e adesso non si scherza più!
INTER
Agiata al quarto posto, l’Inter di Simone Inzaghi si è regalata un posto nelle migliori sedici. Un percorso che ha messo in mostra quella che è la maturità acquisita dal club nerazzurro. 19 punti, un solo gol subito e prestazioni di prestigio come il successo contro l’Arsenal o il pareggio in casa del Manchester City alla prima giornata. Il grande risultato ottenuto nella League Phase permette all’Inter di attendere in poltrona gli ottavi di finale, riuscendo a evitare il doppio spareggio. L’avversaria dei nerazzurri sarà una tra Feyenoord, PSV, Juventus e Milan. Doppia occasione per un derby europeo agli ottavi di finale, ma questo dipenderà dall’urna di Nyon e dai risultati che i bianconeri e i rossoneri otterranno.
ATALANTA
L’ennesima grande prestazione al cospetto di una big, ormai l’Atalanta non è più una sorpresa ma si conferma sempre più una solida realtà. Il pareggio ottenuto a Barcellona ha escluso la squadra di Gasperini dalle migliori otto, a causa delle vittorie di Lille e Aston Villa. Il sorteggio ha regalato ai bergamaschi una nuova tappa nel viaggio della consapevolezza: dall’urna l’Atalanta trova i belgi del Club Brugge. La squadra belga ritrova un’italiana nel proprio percorso, dopo aver affrontato Milan e Juventus nel corso della League Phase. Una sfida che nasconde molte insidie per l’Atalanta, poiché il Brugge si è dimostrato molto cinico e organizzato soprattutto in fase di non possesso. Tanta curiosità verso il primo degli spareggi, che adesso devono portare la Dea a sognare sempre più in grande…
JUVENTUS
Una sconfitta tra fischi, contestazioni e mugugni. L’ultima apparizione dei bianconeri in Champions ha lasciato più di qualche ferita. Il 2-0 netto con cui il Benfica si è imposto allo Stadium ha fatto sprofondare la squadra di Thiago Motta al ventesimo posto della classifica, costringendo la Juventus ad affrontare il play-off per proseguire il suo viaggio. L’avversaria della Juve può rappresentare un vero e proprio inizio, non solo metaforicamente: dopo aver vinto 3-1 nella prima giornata, la Juventus ritrova il PSV. La squadra di Bosz ha concluso in crescendo il proprio percorso in Champions, e ha chiuso con un successo di prestigio contro gli “imbattibili” Reds di Liverpool. Non sarà la stessa gara della prima giornata: tante cose sono cambiate e tanti protagonisti hanno cambiato il proprio status, e il periodo decisamente incolore dei bianconeri rende ancora più complicata la situazione, ma adesso Thiago Motta è chiamato a dare un segnale alla sua stagione. Il primo atto allo Stadium, mentre il ritorno si disputerà al Philips Stadion di Eindhoven.
MILAN
Tanti cambi, una confusione a tratti “preoccupante” e un percorso dai due volti. La Champions del Milan si riassume in poche semplici situazioni che hanno mostrato più di qualche problema all’interno del club rossonero. Il viaggio in Champions con Fonseca era partito malissimo, con due sconfitte nelle prime due partite, ma il sussulto d’orgoglio attuato dalla squadra aveva permesso al Milan di rialzare la testa. La vittoria fuori casa al Bernabeù contro il Real Madrid è stato l’apice del percorso dei rossoneri, che però sono arrivati alle ultime due giornate con troppe novità per poter sperare di conquistare un posto nelle prime otto. Sergio Conceicao ha provato in tutti i modi a dare una scossa alla squadra, ma in poco tempo i risultati sono stati altalenanti. La brutta sconfitta di Zagabria ha scaraventato il Milan al tredicesimo posto, e dall’urna il viaggio del Milan necessita di una tappa aggiuntiva, nella gabbia di Rotterdam. L’avversaria del Milan è il Feyenoord. La squadra olandese ha chiuso come peggio non si può la propria League Phase, schiantata per 6-1 in casa del Lille, ma nei play-off la squadra di Priske è un’autentica mina vagante. Un match che promette spettacolo, non tanto per le forze in campo, ma per l’entropia che caratterizza le due squadre. E sulla finestra c’è l’Inter che aspetta… Occhio al potenziale euroderby agli ottavi.
LAZIO
Definire eccellente il percorso dei biancocelesti è riduttivo, perché la Lazio non solo è riuscita a conquistare un posto tra le migliori otto, ma è riuscita anche a chiudere la League Phase al primissimo posto della classifica. La sconfitta di Braga non fa testo a un viaggio incredibile degli uomini di Baroni, reso ancora più incredibile da prestazioni -anzi vittorie- di caratura internazionale, come il tris rifilato in meno di quaranta minuti alla Real Sociedad, o la vittoria in casa dell’Ajax, oppure il 2-1 rifilato al Porto. La squadra di Baroni ha guardato tutti dall’alto nel corso di tutta questa Europa League, e adesso attende la sua avversaria agli ottavi di finale. Il sorteggio di Nyon ha aperto uno scenario, che definire romantico è quasi superfluo. Dall’urna di Nyon la Lazio aspetta una tra Ferencvaros, Viktoria Plzen, Porto o Roma. L’ipotesi di un derby della capitale in Europa diventa sempre più concreta…
ROMA
La sponda giallorossa della capitale quest’anno si sta barcamenando in mezzo alla confusione generale. Tre allenatori, due direttori sportivi e una squadra sempre più al valico per le prestazioni in campo. Nonostante l’ambiente, sempre molto energico ma quest’anno decisamente pesante, Claudio Ranieri è riuscito a riprendere in mano la situazione, guidando la Roma verso i play-off. Il percorso dei giallorossi è stato altalenante fin dalla prima gara, con sconfitte pesanti con Elfsborg e AZ, ma le grandi prestazioni fatte contro Tottenham e Eintracht Francoforte hanno mostrato quali sono i valori reali di questa squadra. Il sorteggio non è stato dei migliori, con l’ipotesi di un euroderby contro la Lazio agli ottavi, ma intanto la Roma ha un ostacolo lusitano da superare. L’avversaria della Roma è il Porto. La squadra portoghese quest’anno, come i giallorossi, sta vivendo una stagione particolarmente caotica. Il nuovo cambio in panchina ha ridato linfa vitale a una squadra che sta vivendo una rivoluzione a tutto tondo. I Dragoes rimangono una delle squadre più attrezzate e ostiche dell’intera competizione, pertanto la Roma è chiamata a tirar fuori quell’orgoglio e quel carattere gladiatorio che ha caratterizzato tutte le ultime apparizioni europee, arrivate sempre verso la finale.
FIORENTINA
La squadra di Palladino non è riuscita a imporsi in maniera importante nel corso della League Phase, ma è riuscita a concludere in crescendo il suo viaggio. Il terzo posto ha regalato l’accesso diretto ai play-off, obiettivo più che alla portata fin da inizio stagione, e adesso la Viola attende di conoscere la sua avversaria, che sarà una tra Vikingur, Panatinhaikos, Borac o Lubiana.
I PLAY-OFF DI CHAMPIONS
- Brest-PSG
- Club Brugge-Atalanta
- Manchester City-Real Madrid
- Juventus-PSV
- Monaco-Benfica
- Sporting Lisbona-Borussia Dortmund
- Celtic-Bayern Monaco
- Feyenoord-Milan
I PLAY-OFF DI EUROPA LEAGUE
- Ferencvaros-Viktoria Plzen
- Twente-Bodo Glimt
- Union Saint Gilloise-Ajax
- AZ Alkmaar-Galatasaray
- Porto-Roma
- Fenerbache-Anderlecht
- Paok-Steaua Bucarest
- Midtjylland-Real Sociedad
I PLAY-OFF DI CONFERENCE LEAGUE
- Gent-Real Betis
- TSC-Jagiellonia
- Celje-Apoel Nicosia
- Vikingur-Panathinaikos
- Copenhagen-Heidenheim
- Molde-Shamrock Rovers
- Omonia Nicosia-Pafos
- Borac-Olimpija Lubiana
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