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F1: Lando Norris vince a Silverstone, regalando una vittoria sul tracciato di casa per la scuderia inglese, con un Hulkenberg maestoso

Il Mondiale di Formula 1 fa tappa a Silverstone, uno dei circuiti più iconici del calendario, per il Gran Premio di Gran Bretagna. Qui, dove la storia della F1 è cominciata nel 1950, ogni gara è molto più di una semplice corsa: è un evento carico di tradizione, emozione e sfide tecniche senza tempo. Il tracciato, celebre per le sue curve ad alta velocità rappresenta una delle prove più esigenti per piloti e monoposto. Serve carico aerodinamico, serve coraggio, e soprattutto serve una visione chiara, perché a Silverstone ogni dettaglio può fare la differenza, soprattutto con un meteo britannico spesso capriccioso. Con i tifosi che riempiono le tribune sin dal venerdì, l’atmosfera è elettrica. Occhi puntati sul beniamino di casa Lewis Hamilton, ma anche sulla lotta serrata tra i leader del campionato, in un momento cruciale della stagione. Tutti sanno che a Silverstone non si vince mai per caso: chi trionfa qui entra nella leggenda.
Il Gran Premio si apre subito con una decisione cruciale: giro di formazione sotto regime di Safety Care partenza da fermo sulla griglia, mentre il meteo minaccia una pioggia intensa prevista attorno al giro 15. La maggior parte dei piloti parte con gomma intermedia, ma alcuni azzardano: Russell, Leclerc, Colapinto e Bortoleto optano per le slick, partendo dalla pit lane, pronti a giocarsi una carta strategica rischiosa. La partenza è pulita ma vivace, con Oscar Piastri subito aggressivo su Verstappen, che però difende la posizione con autorità. Dietro, un contatto rovina la gara di Liam Lawson, che finisce in ghiaia a causa di un tamponamento sull’ala posteriore. Pochi giri dopo scoppia la bagarre tra Hamilton e Norris, ma viene interrotta dal regime di Virtual Safety Car. L’unico a rientrare è Kimi Antonelli, anche lui su gomma slick, segnale che Mercedes sta scommettendo su una gara più asciutta, mentre altri team (come Ferrari) si coprono dividendo la strategia tra i piloti. La ripartenza dura poco: Gabriel Bortoleto sbatte la sua Kick contro il muro, riuscendo però a ripartire per pochi metri prima di piantarsi definitivamente in una via di fuga. Poco prima della partenza, anche Franco Colapinto viene richiamato ai box dall’Alpine per il ritiro. Intanto Piastri inizia a mettere pressione su Verstappen, che commette diversi errori in uscita curva per la mancanza d’aderenza in stile rally: l’olandese è costretto a cedere la posizione al talento australiano, che prende il comando della corsa. Nel frattempo Leclerc e Antonelli, su gomma d’asciutto, iniziano a risalire la classifica, sfruttando una pista che si asciuga progressivamente, anche se l’ultimo settore rimane viscido. Leclerc inizia a volare, diventando il più veloce in pista. Ma proprio quando gli slick sembrano avere la meglio… torna la pioggia. Le condizioni si fanno critiche, ma Norris e Verstappen non si tirano indietro nella loro battaglia, finché Verstappen va lungo, regalando spazio all’inglese. A quel punto, tutti rientrano ai box per montare nuovamente le intermedie.
L’uomo del momento è senza dubbio, Lance Stroll. Con una strategia perfetta e una guida pulita, il canadese si ritrova quarto, mettendo pressione sui big. Ma il meteo non dà tregua: la pioggia si intensifica al punto da richiedere potenzialmente gomme full wet. Tutti iniziano a faticare, compreso Leclerc, che perde brevemente il controllo della sua Ferrari ma senza conseguenze. Il rischio è troppo alto: la federazione interviene neutralizzando la corsa con la Safety Car per visibilità e sicurezza ai limiti della regolamentazione. Dopo alcuni giri sotto Safety Car, arriva il momento della ripartenza. Oscar Piastri non perde tempo e dà gas ben prima della linea di lancio, cercando di dettare il ritmo. Ma nel caos che segue, George Russell sfrutta l’occasione e con estrema facilità supera Lewis Hamilton, che con la sua Ferrari fatica visibilmente nelle condizioni intermedie. Nel frattempo, Charles Leclerccontinua la sua rimonta inarrestabile. Il sorpasso su Yuki Tsunoda è da manuale, da “cuore in gola”per gli spettatori: uno di quei momenti dove chi non ha più nulla da perdere gioca tutto sull’istinto e il coraggio. Il colpo di scena arriva alla Copse: Isack Hadjar perde completamente la sua Visa Cash App RB, finendo violentemente contro il muro in un punto inusuale. Fortunatamente, nessuna conseguenza fisica per il pilota francese. La visibilità nulla, che lo porta a colpire in pieno il retrotreno della Mercedes di Kimi Antonelli, coinvolto in un incidente sfortunato. Gara finita per il giovane italiano: troppi danni alla vettura. La Safety Car è costretta a rientrare nuovamente in pista, nemmeno un giro dopo la ripartenza precedente. Alla seconda ripartenza, è Verstappen a vivere un brivido: perde il controllo della sua Red Bull per un attimo, ma riesce miracolosamente a rimanere in pista senza impattare. Tuttavia, gli occhi della direzione gara sono su Oscar Piastri, sotto investigazione per non aver rispettato le distanze dietro la Safety Car, episodio che avrebbe compromesso l’azione di Verstappen e Norris. La sentenza arriva rapida: penalità per Piastri, che perde la leadership della corsa ma si tiene saldamente in seconda posizione. Lewis Hamilton sembra trovare il feeling giusto con la pista bagnata e comincia a guadagnare posizioni: prima su Russell, con un sorpasso autoritario, poi su Pierre Gasly, con una manovra che ricorda i momenti più gloriosi della sua carriera. Una mossa da Sir, letteralmente. Arriva anche un’altra penalità: Yuki Tsunoda è sanzionato per aver compromesso la gara di Oliver Bearman, colpito in un testacoda dopo un contatto forzato. Intanto, la pista continua a opporre resistenza all’asciugatura: il sole comincia a farsi vedere, ma le basse temperature dell’asfalto impediscono alle intermedie di lasciare spazio agli slick. Un equilibrio precario, che tiene tutti col fiato sospeso. E proprio in questo caos emerge il protagonista inatteso: Nico Hülkenberg, con una guida solida, aggressiva ma lucida, mette nel mirino il primo podio della sua carriera. Dopo ben 243 Gran Premi, il tedesco si ritrova in lotta diretta per una delle prime tre posizioni, simbolo di un’esperienza che oggi trova la sua massima espressione.
La pista continua a cambiare volto giro dopo giro, e in questo scenario instabile Lewis Hamilton trova il ritmo che gli è sempre appartenuto. Il sette volte campione del mondo, ormai pienamente a suo agio con la Ferrari, supera Lance Stroll con decisione e si accoda a Nico Hülkenberg, ora terzo. Il leone inglese sente profumo di podio: potrebbe essere il primo con la Scuderia di Maranello e l’ennesimo traguardo di una carriera leggendaria. A scuotere ulteriormente le carte ci pensa Fernando Alonso, primo tra tutti a rischiare montando la gomma slick. Lo spagnolo diventa il punto di riferimento per le squadre al muretto: ogni suo intertempo viene analizzato al millesimo. La sua audacia convince anche George Russell, che lo imita pochi giri dopo. Ma proprio Russell, appena rientrato, perde il controllo della vettura in un settore ancora viscido, compiendo diversi testacoda prima di riuscire miracolosamente a recuperare l’auto. Nel giro di pochi passaggi, tutta la griglia si trova su gomma d’asciutto. Ma il passaggio non è semplice: i lunghi, gli errori e le uscite di pista diventano l’ordine del giro. E tra le vittime illustri, c’è Charles Leclerc: dopo una gara coraggiosa, l’errore arriva nel momento più delicato. La sua Ferrari finisce in ghiaia, riuscendo a ripartire solo in quattordicesima posizione, mandando in frantumi il sogno di un possibile podio. Nel frattempo, Nico Hülkenberg continua a vivere un sogno: il tedesco, dopo anni di attesa, difende con i denti il terzo posto. Dietro di lui, però, c’è uno scatenato Hamilton che si fa sempre più presente negli specchietti, pronto ad approfittare del minimo errore. Il duello è serrato, ma sempre corretto: esperienza contro esperienza, fame contro fame.
La bandiera a scacchi cala su uno dei Gran Premi più emozionanti degli ultimi anni, in una corsa dove la strategia, il coraggio e la resistenza mentale hanno fatto la vera differenza. A trionfare, dopo una gara magistrale tra bagnato, slick, sorpassi e gestione delle condizioni, è Lando Norris. Il britannico della McLaren capitalizza una strategia perfetta, un ritmo straordinario e nervi d’acciaio nei momenti chiave. È una vittoria meritata, costruita giro dopo giro, e suggellata da una gestione esemplare nel finale su pista asciutta ma insidiosa. Dietro di lui, un Oscar Piastri incredibile: l’australiano ha guidato da veterano, prendendosi la testa della gara con grinta e decisione, salvo poi dover cedere la leadership a causa di una penalità per ripartenza irregolare. Ma nonostante ciò, non si è perso d’animo, difendendo con classe e maturità il secondo posto. Il vero eroe del giorno, però, è Nico Hülkenberg. Resiste agli attacchi di Hamilton, gestisce la pressione come un veterano e porta la sua vettura al terzo posto, facendo esplodere il box Haas in un urlo liberatorio. È una storia di tenacia, di pazienza, di riscatto. La Formula 1 si ferma per un paio di giorni per rivedersi a fine luglio sul circuito di Spa-Francorchamps
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Motogp: Il SascherKing vince per la dodicesima volta sul circuito tedesco

Il cielo sopra il Sachsenring è terso, la tribuna è un mosaico di colori, bandiere e adrenalina. Mentre l’inno tedesco risuona potente, i piloti sono già sulla griglia. L’atmosfera è quella delle grandi occasioni. Marc Marquez viene festeggiato dalla Ducati per le sue 200 partenze in MotoGP, ma non c’è tempo per emozionarsi troppo: tra poco si abbassano i semafori e sarà battaglia vera.
I motori rombano, i nervi sono tesi. Lo scatto è bruciante. Marc Marquez scatta perfettamente, Bezzecchi come un proiettile si infila subito in seconda posizione alla prima curva. Diggia è aggressivo, tenta di guadagnare terreno ma va largo, rientra terzo. Zarco, scattato bene, perde terreno e scivola in quinta posizione. Bagnaia è indemoniato: guadagna tre posizioni già al primo giro, è settimo, precedendo Quartararo e Marini. La gara prende subito un ritmo feroce. Bezzecchi e Diggia iniziano un duello senza tregua per la seconda posizione. Si sorpassano e si rispondono colpo su colpo, mentre Marc Marquez davanti costruisce pazientemente il proprio vantaggio. Il gruppo si assesta ma la calma è solo apparente. Alle loro spalle, Alex Marquez si fa sotto, e al terzo giro c’è già un duello a tre per il podio provvisorio: Diggia infila Bezzecchi, Alex approfitta per infilarsi ma viene subito respinto da Marco. Le posizioni si scambiano di continuo, il fiato è sospeso in ogni curva. Al quarto giro arriva la prima caduta pesante: Pedro Acosta scivola, travolto da un errore che lo mette fuori gara. Con lui finisce anche Oliveira, coinvolto in un contatto nello stesso frangente. Davanti, Marquez continua a spingere: il suo vantaggio su Diggia cresce a ogni passaggio. A metà gara, il ritmo è martellante, preciso, chirurgico. Il gruppo di testa vede ancora Marc leader, seguito da Diggia, Bezzecchi, Alex Marquez e Bagnaia. L’italiano campione del mondo sta studiando con attenzione i movimenti davanti a sé.
Dietro, anche le retrovie si incendiano: Aldeguer e Miller ingaggiano un duello ruota a ruota per l’ottava posizione. Dopo due giri di scintille, Aldeguer ha la meglio. La battaglia non manca neppure più indietro, con sorpassi e contro-sorpassi a ogni curva. Poi, inizia la serie di colpi di scena che cambia la gara. Al giro 18, Di Giannantonio cade in curva 1. Era secondo. Un errore solitario, ma in contemporanea anche Zarco finisce nella ghiaia. Una doppia caduta che stravolge la classifica. Bezzecchi eredita il secondo posto. Non per molto. Tre giri più tardi, anche Marco Bezzecchi viene tradito dalla stessa curva 1. Cade, lasciando spazio a Alex Marquez e Bagnaia, che ora si ritrovano incredibilmente sul podio. Da dietro, Pecco ha fatto una rimonta intelligente e calcolata, sfruttando ogni occasione. Il Sachsenring diventa una trappola: Mir e Ogura si toccano e cadono entrambi, ancora in curva 1. E nel caos finisce anche Savadori. A quel punto, i ritirati sono tanti e la gara cambia volto. Nelle retrovie, Jack Miller e Luca Marini si affrontano senza risparmiare nulla per la sesta posizione. È un corpo a corpo tecnico e muscolare, di quelli che raccontano tutta la fame di chi non vuole arrendersi neanche per una manciata di punti. Inizia l’ultimo giro. Il pubblico è tutto in piedi. Le cadute hanno fatto fuori alcuni dei protagonisti più attesi, ma Marc Marquez è lì davanti, implacabile, costante, deciso. Alex lo segue con distacco prudente, mentre Bagnaia spreme tutto per avvicinarsi al fratello d’arte, ma ormai non c’è più spazio per cambiamenti.
Marc Marquez taglia il traguardo per primo. Vince con autorità e lucidità una gara che ha visto cadere quasi tutti i pretendenti al podio. Il Sachsenring si conferma il suo feudo, un circuito dove Marc sembra avere una marcia in più. Alle sue spalle, Alex Marquez completa una giornata perfetta per la famiglia, mentre Bagnaia chiude terzo con una delle sue migliori rimonte dell’anno, partito dall’undicesima casella. Applausi, abbracci, bandiere al vento. È festa per Ducati, è festa per i fratelli Marquez, è festa per il motociclismo. Un Gran Premio pieno di colpi di scena, cadute, rimonte e cuore. Al Sachsenring oggi si è scritto un altro capitolo di leggenda.
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Motogp: Marc Marquez all’ultimo giro conquista la Sprint su Bezzecchi e Quartararo

Sotto un cielo plumbeo e una pista umida, il Sachsenring ha regalato una Sprint da batticuore, dove adrenalina, coraggio e talento si sono mescolati in un mix esplosivo. Il tracciato tedesco, dichiarato bagnato in partenza, ha imposto un equilibrio precario a tutti i piloti, costretti a gestire al limite aderenza e rischio. Ma è proprio in queste condizioni che emergono i veri campioni. E oggi, Marc Marquez ha mostrato perché quel numero 93 incute ancora rispetto.
La partenza è stata caotica e intensa: Marquez e Morbidelli scattano bene, ma alla prima curva è Marco Bezzecchi a spuntarla, prendendosi la leadership davanti al compagno italiano Morbidelli e a Fabio Quartararo. Il #93, però, va lungo nei primi metri, retrocedendo e lasciando spazio a un iniziale dominio tricolore. Il primo colpo di scena arriva poco dopo: Morbidelli, in pieno slancio e in seconda posizione, perde l’anteriore alla curva 8 e scivola a terra. Caduta spettacolare, fortunatamente senza conseguenze, se non per la tuta che si apre nell’impatto. Bezzecchi resta al comando, ma l’azione vera è tutta dietro. Marquez, partito bene ma scivolato in quinta posizione, inizia una rimonta chirurgica. Prima si libera di Di Giannantonio con una manovra da manuale, poi ingaggia un breve ma intenso duello con Acosta e lo lascia alle spalle. Acosta però non molla e più tardi risponde con un doppio sorpasso su Bagnaia e Oliveira, portandosi in decima posizione, anche se un lungo in ghiaia gli costerà terreno prezioso.
A metà gara, è Bezzecchi a tenere ancora il comando con un ritmo martellante, mentre Quartararo cerca di ricucire lo strappo. Ma dietro di loro, come un’ombra che si avvicina inesorabile, c’è Marc Marquez. Prima brucia Quartararo con un sorpasso deciso, ma al limite del contatto. Poi si mette nel mirino Bezzecchi, riducendo giro dopo giro il distacco con precisione chirurgica. A tre tornate dalla fine, la gara si trasforma in un duello a due: Bezzecchi contro Marquez. L’italiano resiste, si difende, tiene il ritmo. Marquez ci prova, si fa vedere, studia ogni movimento del rivale senza forzare ancora l’affondo. Ed eccolo, all’inizio dell’ultimo giro, il momento che decide tutto. Marquez affonda il colpo, passa Bezzecchi e si prende la testa della gara. L’italiano lotta fino all’ultimo metro, ma il campione di Cervera è implacabile e taglia il traguardo davanti a tutti, firmando un successo di classe e grinta.
Un finale da leggenda per una Sprint che resterà nella memoria degli appassionati. E ora, occhi puntati sulla gara di domani: se questo è stato solo un antipasto, la domenica al Sachsenring promette scintille
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Motogp: Pole straordinaria per Marquez al Sachsenring sotto la pioggia

In una sessione di qualifiche caratterizzata da un meteo fortemente piovoso, Marc Marquez ha dimostrato ancora una volta la sua maestria sul bagnato conquistando una strepitosa pole position al Sachsenring. Il “Re del Sachsenring” ha fermato il cronometro su un impressionante 1:27.811, mettendo a segno un tempo che lo ha nettamente distinto dagli altri piloti. Alle sue spalle, uno straordinario Johann Zarco ha brillato, arrivando a soli sei centesimi dal tempo di Marquez dopo aver superato il Q1 insieme a Maverick Viñales. Sfortunatamente per quest’ultimo, la sessione ha preso una piega negativa a soli due minuti dall’inizio della Q2: una caduta alla curva 4 ha costretto Viñales a recarsi al centro medico per accertamenti. Un’ottima sessione di qualifiche ha visto protagonisti anche Marco Bezzecchi e Franco Morbidelli, che si sono contesi la terza posizione fino all’ultimo. Entrambi i piloti hanno dimostrato un grande feeling con le difficili condizioni del tracciato, e si sono piazzati rispettivamente in terza e quarta posizione.
Giornata da dimenticare, invece, per Pecco Bagnaia, che non è riuscito a trovare il giusto feeling con le condizioni e ha chiuso fuori dalla top 10 senza un crono significativo. La sua prestazione lo vedrà partire dalle retrovie, rendendo la sua gara in Germania una vera e propria rimonta.
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