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Lifestyle

Quando i diversi sapori del mondo si incontrano nella Fusion Food

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La cucina viene molto spesso concepita come l’insieme di unione, arte e tradizione.

In un mondo sempre più globalizzato e aperto alle novità, anche le diverse tradizioni gastronomiche stanno rivoluzionando il modo in cui concepiamo il cibo e l’arte della cucina.

CUCINA FUSION: di che si tratta?

In termini generici, si tratta di un approccio che miscela elementi di diverse tradizioni culinarie per creare piatti innovativi e sorprendenti. Questa “contaminazione” può avvenire in vari modi: utilizzando ingredienti esotici in ricette tradizionali, combinando tecniche di cottura di diverse culture, o reinventando piatti classici con un tocco moderno e internazionale; e sebbene sembri un fenomeno moderno, ha radici storiche profonde che risalgono a secoli fa.

STORIA DELLA CUCINA FUSION

Tutto ha inizio tra il 2000 e il 1500 a.c, anni in cui il commercio delle spezie tra Asia, Medio Oriente e Europa ha introdotto nuovi ingredienti e tecniche culinarie in vari paesi. Ad esempio, il pepe e la cannella dall’India sono diventati ingredienti fondamentali nella cucina Europea.

In questo periodo, sono state le rotte commerciali, (come la via della Seta), a facilitare lo scambio di cibo e ricette tra culture diverse, portando all’integrazione di nuovi sapori e tecniche.

La colonizzazione ha giocato un ruolo cruciale nella diffusione della cucina fusion.

Un perfetto esempio dell’influenza del fenomeno è rappresentato dalla cucina creolana della Louisiana e peruviana; che ha integrato influenze spagnole, africane, cinesi e giapponesi, portando alla nascita di piatti come il ceviche (un piatto a base di pesce marinato nel limone).

A partire dal 1970 fino agli anni 80, la California è stata un epicentro della moderna cucina fusion.

Chef come Wolfgang Puck hanno iniziato a combinare ingredienti e tecniche culinarie asiatiche con quelle occidentali, dando vita a piatti innovativi come la pizza con anatra alla pechinese.

Questo periodo ha visto l’emergere di ristoranti che sperimentavano liberamente con sapori globali, riflettendo la diversità culturale della regione.

ESEMPI DI CUCINA FUSION

Sushi burrito: Il sushi burrito prende la forma di un burrito messicano, ma utilizza ingredienti tipici del sushi giapponese. Invece della tortilla, si usa un foglio di alga nori per avvolgere riso, pesce crudo (come il tonno o il salmone), avocado, verdure fresche e salse come la maionese piccante o la salsa di soia.

Questo piatto è nato negli Stati Uniti, in particolare a San Francisco, dove l’abbondanza di ristoranti di sushi e taquerias ha ispirato chef locali a combinare i due stili culinari.

– Pizza con Hummus e verdure grigliate: La pizza è un simbolo della cucina italiana, mentre l’hummus è una salsa tradizionale del Medio Oriente.

La base della pizza è preparata come una classica pizza italiana, cotta al forno fino a ottenere una crosta dorata e croccante. Al posto della tradizionale salsa di pomodoro, la base viene spalmata con uno strato generoso di hummus. La pizza viene poi guarnita con verdure grigliate come peperoni, zucchine, melanzane e cipolle rosse. Per completare, si aggiungono foglie di rucola fresca e una spruzzata di olio d’oliva.

SUCCESSI E CRITICHE 

La cucina fusion non solo offre un’esperienza culinaria unica e diversificata, ma promuove anche la comprensione e l’apprezzamento delle diverse culture. Tuttavia, non è immune da critiche. Alcuni puristi della cucina tradizionale sostengono che la fusione di tecniche e ingredienti possa diluire l’autenticità dei piatti originali, ignorando il fatto che non si tratti solo di una tendenza gastronomica, ma una celebrazione della diversità e della creatività culinaria; poiché in un’epoca dove le distanze culturali si riducono, sedersi a tavola e gustare un piatto fusion può essere un piccolo passo verso una maggiore comprensione e apprezzamento reciproco.

Classe 2004. Studentessa in Lettere all’Università degli studi di Palermo. Aspirante editor e giornalista. Appassionata di musica, vintage e letteratura.

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Lifestyle

Green Living: come il giardinaggio può diventare uno stile di vita

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Foto: Pinterest

Negli ultimi anni, il giardinaggio ha smesso di essere solo un hobby per esperti, trasformandosi in una pratica amata da tutte le generazioni, soprattutto dai più giovani.

Secondo uno studio recente, la Generazione Z e i Millennials stanno abbracciando il “green living” non solo per i suoi benefici estetici, ma anche per quelli psicologici. Dalla creazione di piccoli giardini urbani sui balconi alla coltivazione di erbe aromatiche in cucina, l’obiettivo è ritrovare calma e connessione con il ciclo della natura.

Anche chi vive in città può abbracciare questa passione. Non servono grandi spazi: basta un balcone, un terrazzo o persino un angolo luminoso in casa. Le tendenze principali per i giardini urbani includono:

  • Orti verticali: Strutture modulari che permettono di coltivare piante su pareti, ideali per spazi ridotti.
  • Micro-piante e bonsai: Perfette per chi ha poco tempo o spazio, richiedono cure minime ma regalano grande soddisfazione.
  • Giardini idroponici:Una soluzione tecnologica che consente di coltivare senza terra, utilizzando solo acqua e nutrienti.

LE PIANTE DEL MOMENTO

Monstera Deliciosa che con le amoie foglie che si ritrova, necessita di un posto all’ombra lontano dai raggi del sole

Piante aromatiche: Rosmarino, basilico e menta sono amate per la loro versatilità in cucina e il loro profumo rilassante.

Fiori selvatici: ideali da piantare a settembre o ottobre, perchè in questo periodo la piovosità e la temperature sono adatte alla germinazione

Inoltre, una delle grandi attrattive del giardinaggio è la sua capacità di ridurre l’impatto ambientale. Coltivare piante autoctone, installare sistemi di irrigazione a basso consumo e utilizzare compost naturale sono solo alcune delle pratiche che rendono questa attività un contributo concreto alla lotta contro il cambiamento climatico.

E tu, sei pronto a sporcarti le mani di terra e a far fiorire la tua passione per il verde?

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Lifestyle

La riscoperta della calma nei giochi da tavolo nell’era dei videogame

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In un mondo come ai giorni nostri dominato da schermi in cui l’interazione con l’altro ha la peggio rispetto all’interazione sempre più progressista con il mondo virtuale, con molta sorpresa, sono rinati i giochi da tavolo.

Contrariamente ad ogni previsione, i giochi da tavolo riescono a fiorire anche nell’era dei giochi prevalentemente digitali. D’altronde, come si può abbandonare una routine di gioco composta dal scegliere con cura la scatola prescelta tra quelle impilate una sull’altra, mostrare il tabellone consumato dalle troppe partite e posizionare delicatamente e con precisione, un pezzo per volta, pedine, gettoni e dadi.

RINASCITA IN TENDENZA

Nell’ultimo decennio si è mostrato sorprendentemente un’interesse sempre più in aumento per gli intramontabili giochi da tavolo. Il mercato globale dei board game è attualmente di circa 14 miliardi di dollari, ma con questa previsione ottimista nel piacere che si riscopre nel giocare ai giochi da tavolo, si presuppone che nel 2032 potrebbe superare i 30 miliardi.

Nonostante ci siano i classici immortali che non stancano mai come Cluedo e Scarabeo, che continuano a collezionare record di vendite, in realtà a portare avanti questa categoria sono i concept più innovativi e quelli che uniscono sia il digitale che la tradizione.

KIDADULT

Nonostante rientrano nella categoria dei “giocattoli” i veri giocatori in realtà non sono del tutto i bambini, o meglio, ci hanno poco a che fare, perché i veri patiti sono i kidadult: adulti nostalgici, ma anche teenegers ventenni.

A dimostrarlo son proprio i dati, non a caso il 40% degli acquisti si concentra sugli strategici come ad esempio Risiko, ma in forte aumento sono anche gli sci-fi e i fantasy che hanno come pioniere il gioco di ruolo D&d (Dungeons & Dragons).

Maurizio Cutrino, direttore generale di Assogiocattoli ha espresso a riguardo: “C’è bisogno di aggregazione e distacco dalla quotidianità, per questo il fantasy riscuote molto successo, si cercano tanto anche le illustrazioni e il vintage. Ma l’offerta è molto vitale.”

DA DOVE NASCE LA NECESSITA’

Si sta riscoprendo la bellezza dei giochi da tavolo proprio in questo periodo anche grazie alla loro resistenza e alle varie sfaccettature. Gli esperti segnalano una combinazione di nostalgia, bisogno di avere interazioni sociali significative e la necessità di abbandonare la costante ripetizione digitale.

TRADIZIONALE O DIGITALE?

I giocatori tradizionali e i videogiocatori sembrano aver trovato una forma di convivenza. Poiché è anche il progresso tecnologico a dettare, è vero che i videogiochi non sono riconosciuti come dei veri e propri diretti rivali, perché come sostiene Leo Colovini, veneziano sessantenne che gestisce la società Studiogiochi: “Come per il cinema e il libro, gli investimenti e i pubblici sono diversi.

Difatti i giochi da tavolo ormai sono degli ibridi, che da diversi anni ricorrono all’appoggio di app o siti web per rendere l’esperienza più completa e immersiva, senza però togliere l’essenza all’aspetto sociale con il coinvolgimento fisico.

L’aspetto tattile è ancora centrale, ma il digitale può dare un aggiunta al mondo fisico” dice Davide Garofalo, ceo di Xplored, società di Rapallo, e ideatore di Teburu, un nuovo sistema di gaming: il prodotto è una console simile al tabellone che è in grado di tenere traccia dei vari componenti del gioco, dai dadi alle miniature, collegata direttamente a un’app.

Inoltre Garofalo illustra una visione futura di come saranno poi i giochi da tavolo dicendo: “Non sarà più necessario che un giocatore legga un manuale lungo decine di pagine e poi spieghi le regole agli altri, perché si verrà guidati passo passo.” aggiungendo: “E per i giochi complessi sarà l’app a tenere traccia di punteggi, bonus e malus. Tutto diventa più accessibile“.

Una vera e propria rivoluzione molto più vicina di quanto si pensi.

 

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Catturare la bellezza del cielo notturno con la fotografia astronomica

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Foto: Wallpapers.com

La fotografia astronomica, un’arte che richiede pazienza, tecnica e un pizzico di magia, è oggi una delle tendenze più affascinanti della generazione attuale.

Non a caso, negli ultimi anni, è diventata sempre più popolare.
La crescente disponibilità di attrezzature a prezzi accessibili e l’accesso a tutorial online hanno permesso anche ai dilettanti di avvicinarsi a questo mondo.

Social media come Instagram e piattaforme come Flickr e Redditsono ora vetrine di spettacolari scatti notturni, suscitando l’interesse di un pubblico sempre più vasto.

QUALI STRUMENTI SERVONO?

Per chi vuole iniziare, l’attrezzatura giusta è fondamentale. L’elemento di base è una fotocamera con un buon sensore – le DSLR e le mirrorless sono le più indicate – accompagnata da un obiettivo luminoso, ideale per catturare quanta più luce possibile in ambienti bui. A fare la differenza è spesso l’obiettivo grandangolare, perfetto per inquadrare vaste porzioni di cielo e immortalare costellazioni o la Via Lattea.

Un altro strumento essenziale è il treppiede, che garantisce la stabilità della fotocamera durante le lunghe esposizioni, spesso di decine di secondi o anche minuti.

Chi desidera addentrarsi in dettagli come crateri lunari o anelli di Saturno può optare per un telescopio collegato alla fotocamera.
Ma uno dei veri segreti della fotografia astronomica è la montatura equatoriale, che permette di compensare il movimento della Terra, evitando che le stelle appaiano come scie e mantenendo la nitidezza delle immagini.

TECNICHE E CONSIGLI

Ma fotografare il cielo notturno non è solo una questione di attrezzatura, ma di pazienza e attenzione. Per ottenere immagini nitide e senza rumore è consigliabile scattare in luoghi lontani dalle luci cittadine, preferibilmente in aree rurali o montane.

Anche il meteo gioca un ruolo determinante: notti senza nubi e senza luna sono ideali, perché permettono di vedere più chiaramente le stelle e la Via Lattea.

Un trucco fondamentale per gli appassionati è quello di utilizzare l’impostazione “manuale” sulla fotocamera, regolando con cura ISO, tempi di esposizione e apertura del diaframma per adattarsi alle condizioni di luce del cielo. Per evitare il “mosso”, si può anche impostare un timer o utilizzare un telecomando per lo scatto.

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