Cronaca
Incidente aereo, cinquanta feriti

50 persone che viaggiavano, durante il volo LA800 della Latam Airlines, sono rimasta ferite.
La rotta da Sydney, Australia, ad Auckland, Nuova Zelanda, è stata alquanto turbolenta tanto da fare ricoverare tredici persone di cui una in un condizioni altamente critiche.
“Un evento tecnico che ha causato un forte movimento” si è verificato a seguito di una perdita di quota improvvisa generata da un problema tecnico non ancora specificato, sostiene la compagnia aerea. Nonostante l’accaduto, l’aereo è atterrato senza ulteriori inconvenienti all’aeroporto di Auckland, proseguendo poi il suo percorso previsto verso il Cile.
Le testimonianze dei passeggeri fanno emergere che, nel momento dell’incidente, quasi tutti gli individui presenti non avessero allacciato le cinture di sicurezza. Ciò ha provocato dei movimenti e dei rimbalzi dal soffitto dell’aereo ai sedili notevolmente violenti.
“La gente ha iniziato a urlare, diverse persone hanno danneggiato l’interno dell’aereo colpendolo con la testa o con le spalle, sembrava di essere sulle montagne russe. È durato una frazione di secondo, ma è sembrato un momento lunghissimo. Poi per fortuna tutto è tornato alla normalità”, ha riferito un viaggiatore.
Quanto è accaduto ha comportato varie domande relative all’affidabilità dei sistemi di borsa del Boeing 787-9 coinvolto e, ovviamente, sulla gestione della sicurezza da parte di Latam Airlines, soprattutto in fase di “crociera”, normalmente stimata come la più sicura del volo.
L’attenzione si concentra ora sulle dichiarazioni del comandante, che ha riferito di una “temporanea perdita di funzionalità degli strumenti di navigazione”, prontamente risoltasi, apportando ulteriori preoccupazioni riguardo all’affidabilità dei Boeing, già sotto scrutinio per precedenti problematiche.
Nonostante la gravità della situazione sia l’equipaggio sia i soccorritori si sono rivelati tempestivi e abili nel soccorrere i feriti. Per quanto riguarda La Latam Airlines si è presentata molto collaborativa al fine di chiarire le cause del tragico evento, assicurando che, in futuro, verranno predisposti ancora più accertamenti!
Cronaca
Cacciatore accidentalmente ucciso a Carrù: il suo compagno di caccia stava mirando ad un cinghiale

A Carrù, ieri (nonché giorno di apertura nazionale della caccia al cinghiale), è morto un cacciatore.
Daniele Barolo, agricoltore di 46 anni, è stato accidentalmente ucciso con un colpo di fucile nel petto dal suo compagno di caccia, (insieme a lui in quel momento), che a sua volta stava mirando ad un cinghiale.
I soccorritori non hanno fatto in tempo a sopraggiungere, ed una volta arrivati, ogni tentativo di rianimare il cacciatore sembra essete risultato vano. Stando a quanto dichiarato, dunque, l’uomo è morto sul posto.
Attualmente, il fucile è stato sequestrato dai carabinieri intenti a fare ulteriori indagini per poter comprendere quale traiettoria abbia seguito il proiettile.
Cronaca
La Global Sumud Flotilla segnala dei droni non identificati

Un episodio segnalato dal canale telegram della Global Sumud Flotilla, (spedizione con l’imbarcazione di 44 paesi che sta raggiungendo le coste di Gaza per poter rompere il blocco israeliano) lascia non poche preoccupazioni.
Ecco quanto dichiarato: “Si sono avvistati più droni, la cui origine non è stata ancora identificata, vicino alla flotta e che la seguono. Questo improvviso aumento dell’attività aerea ci preoccupa“
L’episodio si è verificato di domenica, più precisamente alle ore 21:09, e gli apparecchi avvistati risultavano essere tre.
Nonostante la rassicurazione fatta alle famiglie dei partecipanti l’attivista brasiliano Thiago Avila, (nonché membro del direttivo) scrive, dalla Familia Madeira “I droni vicini devono essere considerati una potenziale minaccia”
Per questo, alle barche è stata raccomandato di organizzare bene la guardia notturna di stanotte.
Cronaca
Razzo israeliano rinvenuto tra Lampedusa e l’isolotto di Lampione

Pochi giorni fa, tra Lampedusa e l’isolotto di Lampione, i pescatori del motopeschereccio Andrea Doria hanno avvistato un relitto metallico. Si tratta di un cilindro lungo circa 5 metri e largo 1,5.
Sulle fiancate sono ben visibili il logo dell’Agenzia Spaziale israeliana Minhalat HaHalal, che dipende dal ministero della Difesa e si occupa di missili e satelliti, oltre che una scritta in ebraico.
La zona resta sotto controllo, in attesa di decidere se procedere al recupero.
Il ministro della difesa Guido Crosetto ha escluso che l’oggetto faccia parte di un sistema militare israeliano in funzione, spiegando che si tratta con ogni probabilità di un frammento legato a un recente lancio spaziale.
La vicenda, tra indagini tecniche e risvolti diplomatici, è solo all’inizio.