Attualità
Israele attacca di nuovo l’ospedale Al-Shifa, continua il genocidio palestinese

L’escalation della situazione in Palestina è evidente e preoccupante, con gli eventi che si susseguono sotto gli occhi del mondo intero.
Il mondo è diventato spettatore di questo genocidio; giustificando e armando chi lo sta commettendo: Israele.
Nel corso degli ultimi sei mesi circa, un tragico bilancio di circa 30.000 cittadini palestinesi ha perso la vita, travolti dalle macerie causate da attacchi aerei, dall’uso di munizioni al fosforo bianco e dalla disperata mancanza di risorse alimentari e idriche. Addirittura, i limitati aiuti umanitari destinati a sostenere la popolazione palestinese faticano ad attraversare i confini, essendo spesso intercettati e distrutti dalle forze israeliane prima di poter giungere alle persone bisognose.
Secondo quanto riportato da “Palestinian Youth Movement”, un movimento transnazionale, indipendente, composto da arabi e palestinesi che si battono per la liberazione della patria:
“aerei da guerra e carri armati israeliani stanno circondando il più grande complesso medico di Gaza, sparando indiscriminatamente e terrorizzando migliaia di pazienti, operatori sanitari e sfollati palestinesi che si sono rifugiati nel complesso dopo aver perso le loro case a causa dei bombardamenti israeliani. Decine di martiri all’interno dell’edificio sono stati colpiti dal fuoco delle IOF nelle ultime ore, e i droni stanno colpendo anche le persone nel perimetro densamente popolato che circonda l’area. Dopo oltre 160 giorni di genocidio su Gaza, l’occupazione israeliana continua a dimostrare di non avere linee rosse né limiti morali quando si tratta di annientare completamente la vita a Gaza. Un ospedale che ha già subito pesanti bombardamenti e parziali distruzioni negli ultimi sei mesi, Al Shifa viene nuovamente preso di mira proprio perché Israele conosce la sua importanza per la fragile sopravvivenza di centinaia di migliaia di palestinesi nelle sue vicinanze. Questa è la punizione collettiva per la nostra resistenza – questo è l’incubo sfrenato del sionismo. Chiediamo ai governi mondiali che sono rimasti paralizzati alle Nazioni Unite e in altri organismi internazionali di agire ora, se si vogliono prendere sul serio le loro dichiarazioni sui diritti umani e la loro falsa preoccupazione per le sofferenze dei palestinesi. La storia ricorderà nei termini più sgradevoli coloro che hanno voltato le spalle alla Palestina e al suo momento di maggior bisogno. Noi, il popolo palestinese, non perdoneremo né dimenticheremo mai”.
Attualità
Lezioni interrotte al primo liceo occupato a Roma: “Blocchiamo tutto per la Flotilla”

I giovani studenti del liceo Rossellini di Roma, dimostrano alla capitale l’importanza di attuare manifestazioni più invasive anche all’interno delle scuole: “Rispondiamo all’appello dopo l’attacco’” Il movimento Osa: “È solo l’inizio”.
“Dalle piazze alle scuole, blocchiamo tutto” è questa la frase che si legge da uno striscione calato dall’alto affiancato da un disegno della bandiera palestinese, ad attuarlo è stato il primo liceo occupato a Roma, come reazione all’attacco subito dalle imbarcazioni della Global Sumud Flotilla.
Ad appoggiare i giovani studenti, si è unito anche il movimento Osa, dicendo: “Oggi 24 settembre, dopo che la Global Sumud Flottilia è stata attaccata, noi studenti del Rossellini occupiamo la nostra scuola, rispondendo all’appello lanciato dagli universitari di Cambiare Rotta da Lettere occupata, dopo il grandissimo sciopero di lunedì 22 settembre che ha visto a Roma scendere in piazza 200.000 persone e in tutta Italia un milione. Anche noi studenti dei licei partecipiamo al blocco“.
Il collettivo ha occupato la succursale del liceo della zona Ostiense, proprio in sostegno della Global Sumud Flotilla e alla popolazione di Gaza per “continuare la mobilitazione al fianco degli operai, dei lavoratori e degli occupanti“.
LA VOCE DEGLI STUDENTI
Oltre agli striscioni e all’occupazione, gli studenti hanno dichiarato anche delle promesse come: “Dopo gli attacchi di stanotte, le scuole occupano. Apre le danze il Rossellini di Roma ma la protesta è solo all’inizio“, terminando il discorso dopo la fine delle lezioni, davanti il liceo romano Cavour, con una frase per incentivare le altre scuole italiane prendendoli come modello: “Tutti come il Rossellini!“.
Nel frattempo i giovani di Sinistra Italiana e di Cambiare rotta si vedranno nel primo pomeriggio di mercoledì alla Sapienza per decidere come proseguire le azioni di protesta dopo l’attacco della Flotilla. Difatti gli studenti di Cambiare rotta stanno interrompendo le lezioni in alcune facoltà degli atenei romani per raccontare ai loro coetanei, attraverso dei megafoni, quanto avvenuto stanotte agli equipaggi della Flotilla. Hanno poi indetto una assemblea a Scienze politiche alla Sapienza per venerdì alle ore 16, dicendo in merito: “Vogliamo occupare tutte le scuole e le università di Roma e del paese“.
Attualità
Greta Thunberg e la Global Sumud: nave colpita da drone in Tunisia -Video

Dal ronzio al boato: così gli attivisti hanno vissuto l’attacco in piena notte.
Nella notte tra lunedì e martedì la Global Sumud Flotilla, la missione di attivisti diretta verso Gaza, ha vissuto momenti di panico: una delle navi pricipali, la Family Boat con a bordo anche Greta Thunberg, sarebbe stata colpita da un drone militare al largo delle coste tunisine.
Chi era di guardia ha raccontato di aver sentito un ronzio, poi un’esplosione e subito le grida: “Al fuoco, al fuoco!”.
L’equipaggio si è svegliato di corsa e ha cercato di mettersi in salvo. Oltre a Greta, sulla nave c’erano anche Yasemin Acar e Thiago Avila, figure chiave nell’organizzazione della Flotilla.
L’azione fa parte di una protesta internazionale e partecipata contro l’invasione israeliana a Gaza. La delegazione stava navigando vicino al porto tunisino di Sidi Bou Said quando è avvenuto l’attacco.
Le autorità tunisine però smentiscono: secondo Houcem Eddine Jebabli, portavoce della guardia nazionale, nell’area non c’erano droni. Per lui il fuoco potrebbe essere stato causato semplicemente da “delle sigarette”.
Attualità
La Global Sumud Flotilla e il tentativo di aprire un corridoio via mare per Gaza

Immagina tante piccole barche, cariche di cibo e medicine, che partono da diversi porti del Mediterraneo per andare a Gaza con un doppio scopo…
La Global Sumud Flotilla è un’iniziativa civile (per cui 26 mila persone hanno fatto richiesta) completamente legale che riunisce decine di imbarcazioni protette dal diritto marittimo da 44 paesi (tra cui l’Italia)
L’obbiettivo è rompere il blocco imposto da Israele sulla striscia di Gaza e poter cosi portare aiuti concreti alle persone in difficoltà.
Non a caso il nome “Sumud” significa resistenza, perseveranza, resilienza in arabo, e simboleggia la volontà di non arrendersi di fronte all’ingiustizia.
La seconda partenza fissata dopo quella del 31 Agosto (da Genova – Barcellona), era prevista oggi, 4 settembre, con il resto delle barche con partenza prevista da Tunisia, Grecia e Sicilia; tuttavia, è stato poi reso noto che quella da Tunisi è stata posticipata al 7 settembre, a causa dei ritardi accumulati e delle difficili condizioni meteo.
Giorgia Meloni, in proposito, ha affermato che saranno adattate tutte le misure di tutela e sicurezza per poter così garantire il buon esito dell’operazione.
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