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Attualità

USA: proseguono gli sgomberi della polizia nelle università

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Foto: Rai News

Nei campus universitari le proteste pro-Gaza si propagano in tutto il mondo e, insieme ad esse, anche gli arresti dei manifestanti: si stimano più di duemila arresti, in centocinquanta università.

In particolare, negli Stati Uniti sono aumentati gli scontri tra le forze dell’ordine e i manifestanti che, in maniera civile, stanno solidarizzando verso il popolo palestinese. Dunque, seppur in maniera meno violenta rispetto alle precedenti operazioni condotte il primo maggio alla Columbia University di New York, e alla Ucla(Università della California di Los Angeles), gli interventi della polizia non si sono fermati.

Il 4 maggio sono stati arrestati una cinquantina di studenti a Greenwich Village, uno storico quartiere di New York, dopo che avevano rinunciato di sgomberare i campus di Nyu e della New School.

Inoltre, lunedì scorso, sono avvenuti 30 arresti alla Portland State University nell’Oregon, dove gli studenti si erano ostruiti in una biblioteca.

Un’altra protesta, ulteriormente simbolica, è stata organizzata nell’Università di Princeton, in cui un gruppo di studenti ha iniziato uno sciopero della fame, affinchè venisse chiesto all’ateneo Ivy League, di revocare gli investimenti provenienti da aziende che indirettamente favoriscono le azioni militari israeliane a Gaza.

Tale contesto, è stato considerato anche da altre università americane, come la Rutgers di Ney Jersey, e la Brown di Rhode Island, atenei in cui però di recente sono state sgomberate le tendopoli.

Fonte Immagine: Il Fatto Quotidiano

Le proteste studentesche, a supporto della popolazione palestinese, possono riscontrare una validità soprattutto sullo scenario istituzionale, che potrebbe vedere una ipotetica interruzione dei rapporti economici tra gli atenei americani e quelli israeliani.

Nello specifico, vi sono delle università sulle quali gli studenti sono propensi a tale scenario, a cominciare dalla Columbia di New York,  dove si sta verificando una situazione delicata legata alla scadenza dell’ultimatum che invita i manifestanti a lasciare il campus.

Non ci faremo intimidire da questi tentativi che puntano a soffocare la protesta studentesca”, hanno annunciato i portavoce dei manifestanti.

Alla Columbia University si annettono l’Ucla, la Northwestern University di Illinois, che ha promesso trasparenza sugli investimenti in cambio della fine di un accampamento”, e la Brown University di Rhode Island, che “ha accettato di discutere e votare possibili disinvestimenti da fornitori di armi alla campagna militare israeliana a Gaza”.

Tuttavia, numerosi rettori sono intenzionati a fornire risposte dure, in merito alle proteste.

 

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Attualità

Lezioni interrotte al primo liceo occupato a Roma: “Blocchiamo tutto per la Flotilla”

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I giovani studenti del liceo Rossellini di Roma, dimostrano alla capitale l’importanza di attuare manifestazioni più invasive anche all’interno delle scuole: “Rispondiamo all’appello dopo l’attacco’” Il movimento Osa: “È solo l’inizio”.

Dalle piazze alle scuole, blocchiamo tutto” è questa la frase che si legge da uno striscione calato dall’alto affiancato da un disegno della bandiera palestinese, ad attuarlo è stato il primo liceo occupato a Roma, come reazione all’attacco subito dalle imbarcazioni della Global Sumud Flotilla.

Ad appoggiare i giovani studenti, si è unito anche il movimento Osa, dicendo: “Oggi 24 settembre, dopo che la Global Sumud Flottilia è stata attaccata, noi studenti del Rossellini occupiamo la nostra scuola, rispondendo all’appello lanciato dagli universitari di Cambiare Rotta da Lettere occupata, dopo il grandissimo sciopero di lunedì 22 settembre che ha visto a Roma scendere in piazza 200.000 persone e in tutta Italia un milione. Anche noi studenti dei licei partecipiamo al blocco“.

Il collettivo ha occupato la succursale del liceo della zona Ostiense, proprio in sostegno della Global Sumud Flotilla e alla popolazione di Gaza per “continuare la mobilitazione al fianco degli operai, dei lavoratori e degli occupanti“.

LA VOCE DEGLI STUDENTI

Oltre agli striscioni e all’occupazione, gli studenti hanno dichiarato anche delle promesse come: “Dopo gli attacchi di stanotte, le scuole occupano. Apre le danze il Rossellini di Roma ma la protesta è solo all’inizio“, terminando il discorso dopo la fine delle lezioni, davanti il liceo romano Cavour, con una frase per incentivare le altre scuole italiane prendendoli come modello: “Tutti come il Rossellini!“.

Nel frattempo i giovani di Sinistra Italiana e di Cambiare rotta si vedranno nel primo pomeriggio di mercoledì alla Sapienza per decidere come proseguire le azioni di protesta dopo l’attacco della Flotilla. Difatti gli studenti di Cambiare rotta stanno interrompendo le lezioni in alcune facoltà degli atenei romani per raccontare ai loro coetanei, attraverso dei megafoni, quanto avvenuto stanotte agli equipaggi della Flotilla. Hanno poi indetto una assemblea a Scienze politiche alla Sapienza per venerdì alle ore 16, dicendo in merito: “Vogliamo occupare tutte le scuole e le università di Roma e del paese“.

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Greta Thunberg e la Global Sumud: nave colpita da drone in Tunisia -Video

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Dal ronzio al boato: così gli attivisti hanno vissuto l’attacco in piena notte.

Nella notte tra lunedì e martedì la Global Sumud Flotilla, la missione di attivisti diretta verso Gaza, ha vissuto momenti di panico: una delle navi pricipali, la Family Boat con a bordo anche Greta Thunberg, sarebbe stata colpita da un drone militare al largo delle coste tunisine.

Chi era di guardia ha raccontato di aver sentito un ronzio, poi un’esplosione e subito le grida: “Al fuoco, al fuoco!”.

 

L’equipaggio si è svegliato di corsa e ha cercato di mettersi in salvo. Oltre a Greta, sulla nave c’erano anche Yasemin Acar e Thiago Avila, figure chiave nell’organizzazione della Flotilla.

L’azione fa parte di una protesta internazionale e partecipata contro l’invasione israeliana a Gaza. La delegazione stava navigando vicino al porto tunisino di Sidi Bou Said quando è avvenuto l’attacco.

Le autorità tunisine però smentiscono: secondo Houcem Eddine Jebabli, portavoce della guardia nazionale, nell’area non c’erano droni. Per lui il fuoco potrebbe essere stato causato semplicemente da “delle sigarette”.

 

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La Global Sumud Flotilla e il tentativo di aprire un corridoio via mare per Gaza

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Foto: Volere la Luna

Immagina tante piccole barche, cariche di cibo e medicine, che partono da diversi porti del Mediterraneo per andare a Gaza con un doppio scopo…

La Global Sumud Flotilla è un’iniziativa civile (per cui 26 mila persone hanno fatto richiesta) completamente legale che riunisce decine di imbarcazioni protette dal diritto marittimo da 44 paesi (tra cui l’Italia)

Leggi anche: Israele aggredisce la Freedom Flotilla, gli attivisti sono stati sequestrati in acque internazionali: c’è anche Greta Thunberg

L’obbiettivo è rompere il blocco imposto da Israele sulla striscia di Gaza e poter cosi portare aiuti concreti alle persone in difficoltà.

Non a caso il nomeSumud” significa resistenza, perseveranza, resilienza in arabo, e simboleggia la volontà di non arrendersi di fronte all’ingiustizia.

La seconda partenza fissata dopo quella del 31 Agosto (da Genova – Barcellona), era prevista oggi, 4 settembre, con il resto delle barche con partenza prevista da Tunisia, Grecia e Sicilia; tuttavia, è stato poi reso noto che quella da Tunisi è stata posticipata al 7 settembre, a causa dei ritardi accumulati e delle difficili condizioni meteo.

Giorgia Meloni, in proposito, ha affermato che saranno adattate tutte le misure di tutela e sicurezza per poter così garantire il buon esito dell’operazione.

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