Attualità
Il ricordo di Peppino Impastato: ucciso 46 anni fa dalla mafia

Il 9 maggio del 1978, mentre a Roma veniva ritrovato il cadavere dell’allora presidente del consiglio Aldo Moro, accadeva un’altra brutalità, che però sulla scena nazionale non ha avuto la stessa rilevanza che meritava, ovvero l’uccisione di Peppino Impastato ad opera della mafia.
CHI ERA PEPPINO IMPASTATO
Giuseppe Impastato (Cinisi,5 gennaio 1948), meglio conosciuto come Peppino, era un giornalista, attivista e conduttore radiofonico.
Figlio di Luigi Impastato, uomo affiliato a Cosa Nostra, motivo per il quale il giovane Peppino ruppe i rapporti, e di Felicia Bartolotta, una donna coraggiosa che ha combattuto con tutte le forze affinchè ottenesse giustizia per suo figlio.
Peppino, con il suo coraggio, la sua abnegazione e il suo spirito di libertà ha sfidato la mafia, facendolo con uno strumento molto incisivo temuto molto dagli “uomini d’onore”, la parola.
LA FONDAZIONE DI RADIO AUT
Nel 1977 Peppino decide di fondare una radio, che all’epoca era uno strumento mediatico di notevole proliferazione per la circolazione delle informazioni, chiamandola “Radio Aut”.
Attraverso questo mezzo, Peppino riuscì a dare voce alle persone che non venivano ascoltate: contadini, pescatori, braccianti, donne, disoccupati…
Ma, oltre a questa azione ammirevole e altruista, Peppino andò oltre, facendo della radio un’arma civile contro la mafia.
Egli aveva capito che il modo migliore per far rendere consapevoli le persone, era quello di spingerle ad una riflessione su quanto accadeva silenziosamente nel loro territorio.
Pertanto, insieme ai suoi compagni di “Radio Aut”, Peppino denunciò le azioni dei membri delle cosche mafiose, e lo fece grazie a due armi che sapeva utilizzare molto bene: la cultura e l’ironia.
E fu proprio grazie all’arma dell’ironia che Peppino riuscì a fare perdere credibilità ciò che appariva pericolosa e intoccabile, la mafia.
Inoltre, con “Radio Aut”, Peppino stava abbattendo le basi del consenso sociale di cui i mafiosi godevano tra gli abitanti, dimostrando che si poteva e doveva cambiare se solo non si stava da quella parte.
L’ASSASSINIO
La notte del 9 maggio del 1978, su ordine del boss di Cinisi Gaetano Badalamenti, Peppino venne assassinato, venendo colpito a morte con un grosso sasso, e per far apparire la sua morte un suicidio o un attentato fallito, fecero esplodere una carica di tritolo nel suo corpo disteso sui binari della ferrovia Palermo-Trapani.
I DEPISTAGGI SULLA SUA MORTE
Dopo l’assassinio , le forze dell’ordine, la stampa e la magistratura inizialmente alludevano ad un attentato da parte delle brigate rosse, e in seguito parlarono di suicidio, ma in realta nessuna delle piste portava a queste ipotesi.
LE SCOPERTE
Grazie alla battaglia portata avanti dal fratello Giovanni e dalla madre Felicia, fu individuata la matrice mafiosa , e quindi il motivo reale per cui Peppino venne brutalmente ucciso.

Foto: Centro Impastato
“LA MAFIA E’ UNA MONTAGNA DI M***A!”
Nel 2005 ,a Cinisi, nasce il memoriale dedicato a Felicia e Peppino Impastato, creato con lo scopo di diffondere la verità e chiedere giustizia contro la violenza mafiosa.
Molti giovani sono rimasti incuriositi da questa storia, e anche se purtroppo ancora oggi esiste questo cancro sociale chiamato mafia, c’è la volontà di opporsi e migliorare la società, come ci ha voluto insegnare Peppino, e a proposito di ciò ebbene menzionare una frase simbolo che lui ha esclamato con orgoglio e convinzione, ovvero: “LA MAFIA E’ UNA MONTAGNA DI M***A!”
Attualità
Lezioni interrotte al primo liceo occupato a Roma: “Blocchiamo tutto per la Flotilla”

I giovani studenti del liceo Rossellini di Roma, dimostrano alla capitale l’importanza di attuare manifestazioni più invasive anche all’interno delle scuole: “Rispondiamo all’appello dopo l’attacco’” Il movimento Osa: “È solo l’inizio”.
“Dalle piazze alle scuole, blocchiamo tutto” è questa la frase che si legge da uno striscione calato dall’alto affiancato da un disegno della bandiera palestinese, ad attuarlo è stato il primo liceo occupato a Roma, come reazione all’attacco subito dalle imbarcazioni della Global Sumud Flotilla.
Ad appoggiare i giovani studenti, si è unito anche il movimento Osa, dicendo: “Oggi 24 settembre, dopo che la Global Sumud Flottilia è stata attaccata, noi studenti del Rossellini occupiamo la nostra scuola, rispondendo all’appello lanciato dagli universitari di Cambiare Rotta da Lettere occupata, dopo il grandissimo sciopero di lunedì 22 settembre che ha visto a Roma scendere in piazza 200.000 persone e in tutta Italia un milione. Anche noi studenti dei licei partecipiamo al blocco“.
Il collettivo ha occupato la succursale del liceo della zona Ostiense, proprio in sostegno della Global Sumud Flotilla e alla popolazione di Gaza per “continuare la mobilitazione al fianco degli operai, dei lavoratori e degli occupanti“.
LA VOCE DEGLI STUDENTI
Oltre agli striscioni e all’occupazione, gli studenti hanno dichiarato anche delle promesse come: “Dopo gli attacchi di stanotte, le scuole occupano. Apre le danze il Rossellini di Roma ma la protesta è solo all’inizio“, terminando il discorso dopo la fine delle lezioni, davanti il liceo romano Cavour, con una frase per incentivare le altre scuole italiane prendendoli come modello: “Tutti come il Rossellini!“.
Nel frattempo i giovani di Sinistra Italiana e di Cambiare rotta si vedranno nel primo pomeriggio di mercoledì alla Sapienza per decidere come proseguire le azioni di protesta dopo l’attacco della Flotilla. Difatti gli studenti di Cambiare rotta stanno interrompendo le lezioni in alcune facoltà degli atenei romani per raccontare ai loro coetanei, attraverso dei megafoni, quanto avvenuto stanotte agli equipaggi della Flotilla. Hanno poi indetto una assemblea a Scienze politiche alla Sapienza per venerdì alle ore 16, dicendo in merito: “Vogliamo occupare tutte le scuole e le università di Roma e del paese“.
Attualità
Greta Thunberg e la Global Sumud: nave colpita da drone in Tunisia -Video

Dal ronzio al boato: così gli attivisti hanno vissuto l’attacco in piena notte.
Nella notte tra lunedì e martedì la Global Sumud Flotilla, la missione di attivisti diretta verso Gaza, ha vissuto momenti di panico: una delle navi pricipali, la Family Boat con a bordo anche Greta Thunberg, sarebbe stata colpita da un drone militare al largo delle coste tunisine.
Chi era di guardia ha raccontato di aver sentito un ronzio, poi un’esplosione e subito le grida: “Al fuoco, al fuoco!”.
L’equipaggio si è svegliato di corsa e ha cercato di mettersi in salvo. Oltre a Greta, sulla nave c’erano anche Yasemin Acar e Thiago Avila, figure chiave nell’organizzazione della Flotilla.
L’azione fa parte di una protesta internazionale e partecipata contro l’invasione israeliana a Gaza. La delegazione stava navigando vicino al porto tunisino di Sidi Bou Said quando è avvenuto l’attacco.
Le autorità tunisine però smentiscono: secondo Houcem Eddine Jebabli, portavoce della guardia nazionale, nell’area non c’erano droni. Per lui il fuoco potrebbe essere stato causato semplicemente da “delle sigarette”.
Attualità
La Global Sumud Flotilla e il tentativo di aprire un corridoio via mare per Gaza

Immagina tante piccole barche, cariche di cibo e medicine, che partono da diversi porti del Mediterraneo per andare a Gaza con un doppio scopo…
La Global Sumud Flotilla è un’iniziativa civile (per cui 26 mila persone hanno fatto richiesta) completamente legale che riunisce decine di imbarcazioni protette dal diritto marittimo da 44 paesi (tra cui l’Italia)
L’obbiettivo è rompere il blocco imposto da Israele sulla striscia di Gaza e poter cosi portare aiuti concreti alle persone in difficoltà.
Non a caso il nome “Sumud” significa resistenza, perseveranza, resilienza in arabo, e simboleggia la volontà di non arrendersi di fronte all’ingiustizia.
La seconda partenza fissata dopo quella del 31 Agosto (da Genova – Barcellona), era prevista oggi, 4 settembre, con il resto delle barche con partenza prevista da Tunisia, Grecia e Sicilia; tuttavia, è stato poi reso noto che quella da Tunisi è stata posticipata al 7 settembre, a causa dei ritardi accumulati e delle difficili condizioni meteo.
Giorgia Meloni, in proposito, ha affermato che saranno adattate tutte le misure di tutela e sicurezza per poter così garantire il buon esito dell’operazione.
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