Attualità
Svizzera: in una clinica si sperimenta la criogenizzazione

Nel canton Zurigo di Rafz è stata sperimentata la criogenizzazione , attraverso una start-up.
MA COSA E’ LA CRIOGENIZZAZIONE
Si tratta di una tecnica di conservazione dei tessuti biologici ibernati a temperature bassissime.
L’AUTORE E L’AZIENDA
A sperimentare tale tecnica è stato il medico tedesco Emil Kendziorra.
L’azienda, che assegna un’equipe medica qualificata in operazioni conservative, prende il nome di “Tomorrow Biostasis”, mentre l’edificio creato a Rafz si chiama “Long-term storage in Switzerland”.
Secondo quanto riportato da Repubblica, i corpi umani che ad oggi sono stati crioconservati nella struttura sono 377, tra cui 15 italiani.
LA PROCEDURA DELL’ESPERIMENTO
Attraverso gli esperimenti realizzatisi precedentemente, la procedura consiste nel seguente modo: viene conservato il corpo con la temperatura di 196 gradi sotto zero, con l’azoto liquido, nella fase successiva si esegue il trasferimento del corpo in un magazzino.
Sul sito del “Long-term storage “ si legge che “sebbene la ricerca medica sia in costante progresso, attualmente non è ancora possibile rianimare un essere umano dopo che è stato criopreservato“.
Peraltro si precisa che “non è possibile sapere se e quando sarà possibile“, ma si aggiunge, “non c’è limite di tempo a quanto si può rimanere criopreservati senza degrado“.
Attualità
Gli avvoltoi a rischio di estinzione: cause e possibili conseguenze

Gli avvoltoi (nonché nome con cui vengono comunemente indicati uccelli rapaci dalla testa calva e priva di piume) hanno ad oggi subito un declino del 90%; percentuale allarmante, dato il fondamentale ruolo svolto per l’ecosistema.
Nonostante nel corso degli anni (probabilmente a causa del loro aspetto) si siano guadagnati la nomea di “uccelli sporchi”, in realtà, oltre ad essere notevolmente puliti, possiamo reputarli veri e propri “spazzini naturali!”.
L’assenza di piume sul capo consente infatti di riuscire a mantenere una certa pulizia durante il nutrimento di carcasse.
Talvolta, raramente attaccano animali vivi, e l’acido all’interno del loro stomaco, consente loro di ingerire carcasse letali per qualsiasi altro animale, rimuovendo al coltempo questi batteri dall’ambiente senza rimanerne infetti.
Eppure a partire dagli anni 90, è stata registrata una notevole riduzione della specie del 90% in India e Nepal (e non per cause naturali).
Il motivo?
La somministrazione di un antinfiammatorio, chiamato Dioclafenac.
Il farmaco veniva dispensato nei paesi dell’ Asia Meridionale ai bovini (mucche e bufale) per curare irritazioni e dolori; una volta morti però, i loro corpi venivano lasciati all’aperto, e gli avvoltoi avevano la possibilità di nutrirsene.
Il problema?
Anche piccolissime tracce di Diclofenac nella carne risultano essere altamente tossiche per gli avvoltoi, in quanto ne basta davvero poco per causarne insufficienza renale e morte quasi immediata.
E così in meno di vent’anni è accaduta quella che possiamo definire una vera e propria catastrofe ecologica.
L’india, prendendone atto, nel 2006 ne vietò la somministrazione, ma ha agito tardi: in 10 anni siamo passati da 50 milioni di esemplari a poco più di 2.000.
Un 61% è inoltre deceduto a causa di avvelenamento accidentale: (cioè a causa di veleno letale per leoni o iene che risulta però essere letale anche per gli avvoltoi), e sempre più spesso vengono uccisi anche per motivi religiosi: secondo Kerri Wolter (nonché Ceo del centro di riabilitazione Vulpro in Sud Africa, che cura esemplari malati e feriti per poi rilasciarli in natura) la loro testa e altri parti del corpo vengono inoltre utilizzati per la realizzazione di medicinali vari.
La loro diminuizione, è causa di accrescimento delle carcasse, con conseguente aumento della proliferazione di patogeni e malattie come risultato dall’inquinamento delle acque di più di 600 distretti dell’India, e, un aumento di 104.386 morti in più ogni anno.
Le conseguenze della loro totale estinzione potrebbe quindi rivelarsi non solo letale per l’ecosistama, ma anche per l’uomo.
Attualmente sono in corso misure di mitigazione, (come l’aumento di centri di conservazione e riproduzione per gli avvoltoi in cattività) nella speranza di riuscire a contrastarne il declino (sebbene si riproducano in maniera estremamente lenta, per cui non basterebbero decenni prima di tornare al precedente livello.)
Attualità
La Chiesa in lutto: è morto Papa Francesco

Un fulmine a ciel sereno scuote il Vaticano e l’intera comunità cattolica mondiale: Papa Francesco è morto. L’annuncio ufficiale è arrivato nella prima mattinata di oggi, durante una diretta straordinaria da Casa Santa Marta, dove il Cardinale Kevin Farrell ha dato la notizia al mondo:
“Carissimi fratelli e sorelle, con profondo dolore devo annunciare la morte del nostro Santo Padre Francesco. Alle ore 7:35 di questa mattina, il Vescovo di Roma, Francesco, è tornato alla casa del Padre. La sua intera esistenza è stata spesa al servizio del Signore e della Sua Chiesa. Ci ha insegnato a vivere i valori del Vangelo con fedeltà, coraggio e amore universale, soprattutto nei confronti dei più poveri e degli emarginati. Con profonda riconoscenza per il suo esempio di autentico discepolo di Cristo, affidiamo la sua anima all’infinita misericordia di Dio Uno e Trino.”
La morte di Papa Francesco segna la fine di un pontificato che ha lasciato un’impronta profonda e indelebile nella storia della Chiesa contemporanea. Un Papa vicino agli ultimi, alle periferie del mondo, che ha saputo parlare con semplicità e forza a credenti e non. Mentre il mondo si unisce nel cordoglio, la Chiesa si prepara a salutare il suo pastore, affidandone l’anima all’abbraccio del Signore.
Attualità
Aggiornamento Netflix: si potrà scegliere la serie in base al proprio umore

Ebbene sì, anche su Netflix arriva l’intelligenza artificiale. Permetterà agli utenti dell’azienda streaming non solo di poter scegliere con facilità la serie tv preferita, ma anche di sollevare considerazioni etiche. Questo up-grade ha un unico obiettivo: aumentare il coinvolgimento del pubblico.
Con l’introduzione dell’AI su Netflix, potremmo scegliere la serie tv o il film da guardare in base al nostro umore. La nota azienda di streaming sta integrando l’intelligenza artificiale per aiutare gli utenti a “trovare programmi” utilizzando termini più specifici per effettuare la ricerca in modo rapido. Difatti il motore di ricerca basato su OpenAI permetterà agli utenti di “effettuare ricerche che vanno ben oltre i generi o i nomi degli attori“, riuscendo a intercettare in modo più semplice il contenuto adeguato al momento giusto.
AI GIA’ INCORPORATA
In realtà Netflix utilizza già l’intelligenza artificiale: per alimentare l’algoritmo di raccomandazione e fungere da guida agli abbonati per scoprire nuovi contenuti in base alla cronologia dei contenuti visualizzati. Pertanto, l’introduzione dell’AI sulla piattaforma, rappresenta il passo in più per rendere l’esperienza streaming ancora più personalizzata, con l’obiettivo di aumentare il coinvolgimento e soprattutto, il tempo trascorso sulla piattaforma.
FUNZIONALITA’
La domanda sorge spontanea, l’aggiornamento con le funzionalità dell’AI sarà automatico? no, gli utenti potranno scegliere se attivarla o meno. Attualmente è in fase di test e disponibile solo su dispositivi iOS per alcuni clienti in Australia e Nuova Zelanda. Ma Netflix non vuole limitarsi a una cerchia ristretta, intende estendere il test a livello mondiale.
COME NETFLIX USA L’AI
Netflix utilizza l’intelligenza artificiale sia per la progettazione dell‘interfaccia sia per la scoperta di contenuti. Infatti ha come obiettivo quello di creare profili su misura per ogni utente, grazie all’analisi della cronologia di visualizzazione e delle preferenze, il sistema è in grado di selezionare le immagini che potrebbero attirare l’attenzione dell’utente. Tale approccio personalizzato di conseguenza aumenta il numero di click, quindi l’utente rimane più tempo con gli occhi attaccati alla piattaforma.
Inoltre, Netflix utilizza l’elaborazione del linguaggio naturale (NLP) anche per migliorare le sue funzionalità di ricerca. Gli algoritmi di intelligenza artificiale analizzano query di ricerca e il contesto per fornire risultati pertinenti, ad esempio, se l’utente cerca nella barra di ricerca “fantasy medievale“, la piattaforma potrà suggerire contenuti correlati anche se il termine “fantasy medievale” di per sé non è presente come titolo.
Dunque il motore di ricerca potenzierà questa selezione di contenuti basandosi su più elementi, e sarà in grado ad esempio di effettuare la ricerca di film e serie tv in base all’umore dell’utente.
I RISCHI DEL NUOVO MOTORE DI RICERCA
Trattandosi dell’AI, se da un lato c’è la possibilità di poter scegliere con più facilità la serie tv preferita, dall’altro c’è un aspetto più negativo, in cui il motore di ricerca solleva considerazioni etiche. Poiché come sempre, quando si parla di AI, il primo problema che sorge è la privacy dei dati.
Sappiamo che Netflix raccoglie un enorme quantità di informazioni per alimentare i suoi sistemi di intelligenza artificiale ma non solo, perché gli algoritmi potrebbero intrappolarci in uno schema di contenuti. In tal caso, risulterebbe più difficile per gli utenti scoprire nuovi generi, tematiche o linguaggi visivi, col rischio di rimanere chiusi in una bolla nella quale ci vengono proposte sempre le stesse serie tv e film.
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