Attualità
Meta e l’uso dei dati personali per l’addestramento dell’AI generativa

Meta, l’azienda madre di Facebook, Instagram e WhatsApp, ha recentemente annunciato un importante aggiornamento alla sua policy sulla privacy.
Questa nuova policy prevede l’utilizzo dei dati personali condivisi dagli utenti negli ultimi anni per l’addestramento dell’intelligenza artificiale (AI) generativa dell’azienda. Questo sviluppo ha suscitato preoccupazioni tra gli utenti e gli esperti di privacy, sollevando domande sull’uso dei dati personali e sui diritti degli utenti.
Secondo Meta, la nuova policy permetterà all’azienda di utilizzare i dati raccolti tramite le sue piattaforme per migliorare e sviluppare modelli di intelligenza artificiale generativa. Questi modelli sono alla base di molte delle tecnologie emergenti, inclusi gli assistenti virtuali, le raccomandazioni di contenuti e la moderazione automatizzata dei contenuti.
i dati utilizzati includeranno informazioni condivise volontariamente dagli utenti, come post, video e interazioni sulle piattaforme social dell’azienda. L’obiettivo dichiarato è migliorare la capacità dei modelli di AI di comprendere il linguaggio naturale, generare testi, riconoscere immagini e video, e fornire risposte più accurate e utili agli utenti.
Molti si chiedono fino a che punto i loro dati personali saranno utilizzati e quali misure di sicurezza saranno implementate per proteggere queste informazioni sensibili.
In risposta a queste preoccupazioni, Meta ha affermato che i dati saranno anonimizzati, il che significa che le informazioni personali identificabili saranno rimosse o rese irriconoscibili prima dell’uso nei processi di addestramento dell’AI. Inoltre, l’azienda ha dichiarato che rispetterà tutte le normative vigenti sulla protezione dei dati, come il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR) dell’Unione Europea.
Gli esperti di privacy e i difensori dei diritti digitali hanno accolto l’annuncio con cautela. Alcuni hanno espresso dubbi sulla reale efficacia delle tecniche di anonimizzazione, sostenendo che, anche quando i dati sono anonimizzati, esiste il rischio di re-identificazione attraverso tecniche avanzate di analisi dei dati.
Tuttavia, l’azienda ha anche promesso di fornire agli utenti opzioni per gestire le loro impostazioni sulla privacy, inclusa la possibilità di rinunciare all’utilizzo dei propri dati per l’addestramento dell’intelligenza artificiale.
Attualità
Guerra in Medio Oriente, l’annuncio dagli USA: “A breve nuovo accordo con Israele e Hamas”

Buone notizie sulla guerra in Medio Oriente, arrivano conferme da parte dell’inviato degli USA, Steve Witkoff, su una possibile tregua sulla Striscia di Gaza.

In foto, Steve Witkoff Foto: Reuters
Fonti di Al Arabiya confermano che Hamas e Israele abbiano concordato la tregua a Gaza di 60 giorni con conseguente rilascio delle vittime e degli ostaggi, notizia però smentita prontamente da fonti israeliane.
LE PAROLE DI WITKOFF E HAMAS
“Siamo sul punto di inviare un nuovo accordo preliminare che, si spera, verrà consegnato più tardi oggi. Il presidente lo esaminerà e ho ottime sensazioni che si arrivi a una risoluzione a lungo termine“: queste le parole dello stesso Witkoff (mercoledì sera) dopo l’ultima visita nella Striscia, preda di nuovi incidenti nei centri di distribuzione dove, le forze israeliane avrebbero aperto il fuoco sulla folla causando un morto e 48 feriti.
A conferma di questa tesi, arrivano anche le parole da parte di Hamas: “Abbiamo raggiunto con l’inviato USA un’intesa di principio per un cessate il fuoco permanente“.
LA CONFERMA DI NETANYAHU
Nonostante la paura che gli americani possano offrire garanzie ad Hamas e imporre la fine della guerra senza soddisfare tutte le condizioni, anche Benjamin Netanyahu ha confermato la tregua: “Israele accetta la nuova proposta Witkoff“.
Non sono mancate le divergenze del Premier con la stampa, dove, a Tel Aviv, avrebbe dichiarato: “Se mi affido a un giornalista, che sia televisivo o della carta stampata, di solito mi fa a pezzi. Io ho un metodo diverso: faccio il mio servizio quotidiano, senza parlare con i giornalisti“.
L’INTERVENTO DEGLI USA
A distendere la situazione ci ha pensato Donald Trump, alla cerimonia di giuramento di Fox Jeanine Ferris Pirro come procuratrice della capitale: “non sono frustrato dal comportamento di Netanyahu, stiamo gestendo la situazione a Gaza e stiamo dando cibo alla gente della Striscia“.
Inoltre, nella serata di ieri, la portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, ha affermato: “Israele ha approvato questa proposta prima che venisse inviata ad Hamas, posso anche confermare che le discussioni stanno continuando e speriamo che venga instaurato un cessate il fuoco a Gaza, cosi da poter riportare a casa tutti gli ostaggi“.
Intanto, la protesta da parte dell’Unione Europea continua con un nuovo tweet su X della Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen: “Abbiamo discusso dell’intollerabile crisi umanitaria a Gaza. Gli aiuti umanitari devono poter raggiungere chi ne ha bisogno, immediatamente e su larga scala“.
Attualità
33 anni dalla strage di Capaci, data che nessuno dimenticherà mai

Sono trascorsi 33 anni da quel tragico girono, il 23 maggio 1992, quando violenza della mafia tolse la vita del giudice Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e dei tre agenti di scorta quel giorno: Antonio Montinaro, Rocco Dicillo e Vito Schifani.
STRAGE INDELEBILE
Tutti ricordano quella data, indelebile dalla memoria personale e collettiva, la strage accaduta a Capaci il 23 maggio 1992. Precisamente alle 17:58 sull’autostrada A29, nei pressi di Capaci, l’esplosione dei 500 chili di tritolo preparata dall’artefice Pietro Rampulla e messa sotto un tunnel, fa volare l’auto di Giovanni Falcone causando la morte non solo del magistrato ma anche di sua moglie Francesca Morvillo e i suoi agenti di scorta, squarciando il silenzio e lasciando una ferita profonda nella storia dell’Italia.
PER NON DIMENTICARE
Anche quest’anno a Palermo sono stati organizzati diversi incontri che vedono protagoniste le scuole di tutta la regione, integrando anche laboratori, disegni e attività commemorative, con il tradizionale minuto di silenzio delle 17:58, accompagnato dal silenzio anche della Polizia di Stato.
Attualità
Guerra in Medio Oriente, Netanyahu: “siamo pronti per un cessate il fuoco, ma controlleremo tutta Gaza”

Arrivano nuove sconcertanti dichiarazioni dal premier israealiano, in merito alla guerra in Medio Oriente, nella sua prima conferenza dopo 163 giorni, aprendo ad una nuova tregua condizionata al termine dei nuovi raid sulla Striscia di Gaza che hanno ucciso almeno 82 persone.
Netanyahu si dichiara “pronto ad un cessate il fuoco temporaneo, se ce ne sarà l’opportunità”, per riportare a casa gli ultimi ostaggi in mano ad Hamas, tra cui 20 vivi e 38 morti.
LE CONDIZIONI DELLA POSSIBILE TREGUA
“Al termine dell’operazione Carri di Gedeone tutte le aree di Gaza saranno sotto il controllo di sicurezza israeliano“.
La guerra, ha sottolineato, potrà finire solo “alle condizioni chiare che garantiranno la nostra sicurezza“.
A partire dalla “smilitarizzazione” di Hamas, dall’esilio della sua leadership e dall’attuazione del “piano Trump” che, nella visione della Casa Bianca, equivale al ricollocamento di tutti i gazawi in altri Paesi arabi o musulmani.
Nel mentre, l’Unione Europea denuncia le condizioni di vita impraticabili nella Striscia di Gaza: le scorte alimentari sono esaurite e le persone al momento sono senza cibo, dopo l’ultimo carico dell’ONU arrivato dopo mesi di attesa.
LA POSSIBILE FRATTURA CON GLI U.S.A.
Israele, oltre a Gaza, guarda con attenzione anche alle ambizioni nucleari dell’Iran e, secondo l’intelligence americana, adesso starebbe preparando attacchi “imminenti” contro le centrali di Teheran (un’azione che segnerebbe una frattura con la Casa Bianca, impegnata a trattare un accordo con Teheran).
L’oltranzismo dello Stato ebraico ,su questo dossier, è alimentato dall’assenza di svolte nel negoziato promosso dagli Stati Uniti con la Repubblica islamica, che va avanti da alcune settimane.
LA RISPOSTA DELLA PALESTINA
“Un’intesa con Israele? Dipendesse da me, la firmerei all’istante. E se ora gli israeliani respingono la formula dei due popoli in due Stati sono pronto ad accettare e siglare un accordo per uno Stato unico, nel quale tutti i cittadini abbiano uguali diritti. Con Gerusalemme capitale”, ha detto Hussein al-Sheikh, numero due dell’Autorità Nazionale Palestinese.
NUOVO ATTENTATO NEGLI STATI UNITI
Due giovani funzionari dell’ambasciata israeliana a Washington, un uomo e una donna, sono stati uccisi mercoledì sera in una sparatoria davanti al Museo Ebraico della capitale statunitense.
L’attacco, che ha scosso le comunità diplomatiche ebraiche e israeliane negli Stati Uniti, è stato subito definito un atto di odio a sfondo antisemita.
Già fermato il presunto responsabile, un 30enne di Chicago, Elias Rodriguez, che dopo aver sparato avrebbe urlato “Palestina Libera“.
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vincenzo cacciatore
14 Giugno 2024 at 18:34
Meta mette a repentaglio la difesa della privacy;non credo che la cosa possa entusiasmare gli utenti (si possono innescare campagne di diffamazione, appropriazione di identità…)nonostante gli obiettivi preposti. La sicurezza dei propri dati, nonostante le dichiarare tecniche di anonimizzaziome,è troppo importante e induce gli utenti ad essere piuttosto oculati e anche diffidenti. A tratti si ha l’impressione che alcune problematiche innescate dalla AI vanifichino i benefici e le varie opportunità!!!