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EUReka: scopriamo insieme come sono andate le coppe europee del giovedì

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Foto: X As Roma X Pedro Rodrìguez X ACF Fiorentina

Arriva il giovedì europeo e con esso anche moltissimi gol e spunti interessanti da analizzare, per restare aggiornati su quella che è la situazione in Europa e Conference League, ormai arrivate a metà della loro fase iniziale.

 

Male Roma e Fiorentina, Lazio prima in solitaria

In Belgio la squadra di Juric inciampa, ottenendo niente di più che un pareggio contro un’Union Saint-Gilloise mai veramente pericolosa se non nell’occasione del gol. I Giallorossi si mostrano subito propositivi con un palo colpito da Baldanzi e riescono a passare in vantaggio con Mancini, che impatta il cross di Pellegrini e anticipa Moris portando avanti i suoi. Quindici minuti più tardi, la confusione all’interno della difesa costa alla Roma il gol del pareggio, siglato da Kevin Mac Allister, fratello del più famoso Alexis, giocatore del Liverpool. Sul finale i belgi tentano addirittura di vincerla, fermati solamente da Celik, che fa da muro ed evita il gol del 2-1. Nella Capitale invece, una Lazio in forma smagliante vince la quarta partita su quattro e si porta prima in classifica a punteggio pieno. Nel recupero di un primo tempo decisamente divertente e dopo una clamorosa traversa colpita da Fabio Vieira, la squadra di Baroni passa in vantaggio con Romagnoli, che fa da torre e batte Diogo Costa. Il Porto però non molla mai la presa e dopo diverse occasioni passate per i piedi di Omorodion trova il pareggio con Eustaquio, che insacca la sfera alle spalle di Provedel. I Biancolesti non muoiono letteralmente mai, e il sangue vincente di questa Lazio viene confermato con il gol (un altro) nel recupero, siglato da Pedro, rinato in questa prima parte di stagione. In Conference League arriva la prima sconfitta per la Fiorentina, che cade a Cipro, in casa dell’Apoel Nicosia per 2-1. La squadra di Palladino appare totalmente spenta e subisce i colpi inferti dall’Apoel, che passa in vantaggio al 37’ con Donis e raddoppia poco dopo con Abagna, che approfitta di un grave errore di Biraghi. Nel secondo tempo la Viola si sveglia e accorcia le distanze con Ikone, non riuscendo però a pareggiare i conti e uscendo così sconfitta dal Neo GSP Stadium.

 

La giornata di Europa League

Vediamo ora come si sono comportate le avversarie di Roma e Lazio. A Istanbul vincono sia Besiktas che Galatasaray: i primi battono abbastanza agilmente gli svedesi del Malmö per 2-1, mentre i secondi fanno la voce grossa con un Tottenham messo alle strette, grazie alla doppietta di Osimhen e al gol di Akgun (quarto gol in quattro partite) che apre la partita. Serata dolceamara per gli Spurs, con il gol del giovane Lankshear, all’esordio da titolare, che viene successivamente espulso, indirizzando inevitabilmente la partita dei suoi. In Olanda domina l’Ajax, che batte il Maccabi Tel Aviv per 5-0 portandosi al secondo posto e vince anche l’AZ Alkmaar, che batte il Fenerbahce per 3-1. L’Eintracht vince di misura contro lo Slavia Praga grazie al gol su punizione di Marmoush, che sta attraversando un periodo di forma straordinario, mentre l’Hoffenheim pareggia per 2-2 con il Lione dopo una partita senza senso, con quattro gol tutti messi a segno nel secondo tempo. Se la cava lo United, che sotto la guida di Van Nistelrooij batte per 2-0 il PAOK, grazie alla doppietta di Diallo. Soffrono le spagnole in trasferta: l’Athletic Bilbao rimonta il Ludogorets e vince per 1-2, mentre crolla con lo stesso risultato la Real Sociedad in casa del Viktoria Plzen. Nizza e Anderlecht pareggiano con Twente (rimontato dopo lo 0-2 iniziale) e Riga Futbola Skola, mentre, nel campo neutro di Amburgo, il Ferencvaros spazza via la Dinamo Kiev per 4-0. Ad Atene l’Olympiakos non va oltre il pareggio per 1-1 con i Glasgow Rangers, e la stessa sorte tocca anche all’Elfsborg che inchioda il Braga sull’1-1. Per concludere, in Norvegia cade il Bodo Glimt per mano del Qarabag, che porta a casa i tre punti.

Altri risultati:

– Steaua Bucarest – Midtjylland 2-0

La giornata di Conference League

Per concludere, diamo uno sguardo complessivo ai risultati di Conference League, che tra sorprese e conferme è anch’essa arrivata al giro di boa della ”fase campionato”. A Londra il Chelsea travolge a valanga gli armeni del Noah e si porta al primo posto in classifica, con un gioco che, nonostante l’avversario non di altissimo livello, sembra essere tornato quello di una squadra che può davvero fare paura. Dietro ai Blues troviamo il Legia Varsavia, che batte per 4-0 la Dinamo Minsk e la sorpresa di questa Conference: lo Jagellonia, che sconfigge per 3-0 il Molde e si posiziona, a punteggio pieno, al terzo posto della classifica. Prima vittoria per il Betis, che finalmente si sblocca e batte il Celje, grazie ai gol di Natan e Juanmi, e prima vittoria anche per il San Gallo, che vince fuori casa contro il Larne. In Danimarca Copenaghen e Basaksheir danno vita ad uno spumeggiante pareggio per 2-2, che mette in luce il giovane Chiakha, autore di una doppietta. Il Gent vince di misura e batte l’Omonia Nicosia per 1-0, così come vincono con scarto di un gol anche Pafos e Shamrock Rovers, che battono Astana e New Saints. Soffre ma vince anche il Vitoria Guimaraes contro il Mlada Boleslav, e crolla fuori casa il Panathinaikos sotto i colpi del Djurgarden, alla prima vittoria in stagione. I tedeschi dell’Heidenheim vincono in Scozia, sconfiggendo gli Hearts e portandosi al sesto posto a punteggio pieno, così come il Rapid Vienna, che vince in Moldavia contro il Petrocub Hincesti. Ottime prestazioni anche del Backa Topola, che in casa vince per 4-1 contro il Lugano e dell’Olimpia Lubiana, che in Finlandia batte l’Helsinki e sale a sei punti in classifica.

Altri risultati:

-Vikingur Reykjavik – Borac Banja Luka 2-0

-LASK – Cercle Brugge 0-0

 

Classe 2004. Studente in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Palermo. Aspirante giornalista sportivo e grande appassionato di sport

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Calcio

Muraglia nerazzurra a San Siro. Apoteosi Atalanta a Stoccarda

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Mercoledì di Champions super positivo per le italiane. L’Inter non delude e vince di misura in casa grazie al rigore di Calhanoglu. La Dea domina in Germania, Lookman apre i giochi e Zaniolo li chiude.


INTER-ARSENAL

Un’Inter stoica batte di misura l’Arsenal a San Siro, in seguito ad una partita in cui ha saputo soffrire con pazienza , tenendo i nervi saldi e portando a casa tre punti fondamentali che la lanciano al quinto posto in classifica.

La squadra di Inzaghi parte subito in quinta con un tiro di Dumfries al 2’ che spacca la traversa, seguito da una conclusione di Calhanoglu che termina di poco a lato della porta di Raya. Il primo tempo prosegue a ritmi molto bassi, ma è comunque interessante analizzare come le due squadre si equivalgano perfettamente sul piano fisico, soprattutto a centrocampo, dove la palla rimbalza costantemente da una parte all’altra. Da sottolineare inoltre i particolari schieramenti dei Gunners sulle situazioni di calcio d’angolo: la squadra di Arteta si dispone in due gruppi distanti, che vanno poi a convergere in un unico grande gruppo per cercare la deviazione decisiva, senza successo. Al 47’ Mikel Merino tocca ingenuamente il pallone con la mano in area di rigore, concedendo un penalty ai nerazzurri. Sul dischetto torna a presentarsi Calhanoglu, al ritorno in campo dopo qualche settimana di stop, che continua a confermarsi infallibile dagli undici metri. All’inizio del secondo tempo l’Arsenal prova subito a proporsi in avanti con un’azione portata avanti dal neo entrato Gabriel Jesus che scarica su Martinelli, la cui conclusione termina sull’esterno della rete. L’Arsenal alza notevolmente il pressing e il baricentro del suo gioco, portando quasi tutti i suoi uomini nel centrocampo nerazzurro dimostrando un gioco a tratti anche molto falloso, per cercare di recuperare qualche pallone in zona pericolosa che possa dare origine all’azione del pareggio. Al 59’ un tiro-cross di Havertz si rivela più pericoloso del previsto e costringe Sommer a fare quasi un miracolo per evitare che il pallone finisca in rete. Il tempo scorre, e seppur in maniera abbastanza disordinata, il pallino del gioco sembra averlo l’Arsenal, che molto timidamente tenta di costruirsi qualche occasione, giocando molto spesso sulla fascia di Saka, centro del gioco e unico giocatore veramente pericoloso dei Gunners. La squadra di Arteta continua a spingere e al 74’ Havertz conclude a rete, trovando però la deviazione decisiva di Bisseck, che salva l’Inter. Per l’ultimo quarto d’ora la partita prosegue in maniera molto lenta, caratterizzata anche da nervi piuttosto tesi e poche vere occasioni, sia da una parte che dall’altra. Protagonista assoluto di questo finale di partita è senza dubbio Bisseck, che fa praticamente da muro e respinge ogni singola conclusione dell’attacco londinese, compiendo una prestazione monumentale.

STOCCARDA-ATALANTA (A cura di Marco Rizzuto)

Anche in un campo difficile come quello della MHP Arena, l’Atalanta domina e porta altri tre punti a casa grazie ai centri di Lookman e Zaniolo.

La Dea non cambia assetto tattico ed approccia la gara proiettandosi in avanti e cercando di prendere sin da subito le redini del match. Nel primo quarto di partita assistiamo ad un incontro equilibrato, entrambe le squadre cercano la giocata che indirizzerebbe la gara. Alla mezz’ora ci va vicino l’Atalanta con Pasalic, il croato viene mandato a tu per tu con Nubel ma controlla male il pallone vanificando tutto. Sul finale del primo tempo lo Stoccarda sfiora il vantaggio con l’imbucata di Fuhrich per Undav, il secondo è bravissimo a muoversi tra le linee ma il tiro termina sull’esterno della rete. Nella ripresa Gasperini inserisce De Ketelaere per accendere il match, che aspetta soltanto una scintilla. Scintilla che arriva dopo appena cinque minuti! Proprio De Ketelaere guizza via dalla marcatura di Mittelstadt e serve in mezzo Lookman che deve solo appoggiare in rete. Strada che si fa in salita per lo Stoccarda, Undav chiede il cambio due minuti dopo il gol subito, al suo posto Demirovic. I tedeschi rispondono subito alzando il baricentro e mandando in affanno la retroguardia nerazzurra, con il neoentrato Demirovic che per poco non firma il pari, si è acceso definitivamente il match. A venti minuti dalla fine Gasperini concede spazio a Zaniolo, che subentra al posto di Retegui (il più assente del tridente). Col passare dei minuti la Dea riesce sempre più a controllare la gestione del pallone, facendo correre a vuoto gli avversari. Ma lo Stoccarda non accenna la resa, basta una sbavatura difensiva per tornare a spaventare. A pochi minuti dalla fine Rouault pasticcia col pallone e regala a Zaniolo la palla gol per sigillare la vittoria e siglare il suo primo centro con la maglia della Dea. Vittoria importantissima per la formazione di Gasperini che sale a 8 punti non subendo nemmeno un gol in questi quattro incontri di Champions, violando dopo oltre un anno la casa dello Stoccarda.

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Calcio

Milan da sogno a Madrid. Pari tra Juventus e Lille. Terza sconfitta consecutiva per il Bologna

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Real Madrid-Milan

Il Milan torna a vincere dopo quindici anni al Bernabeu contro il Real grazie ad una super prestazione dei suoi uomini principali.

Nei primi minuti di gara il Milan si mostra intraprendente, motivato ma soprattutto impassibile da tutte le voci della vigilia, che vedevano i rossoneri nettamente inferiori ai quindici volte campioni d’Europa. Dopo essersi studiate bene, le due squadre iniziano a rendersi pericolose con un iniziativa per parte ma, in entrambi i casi, Mbappé e Theo Hernandez non riescono a sorprendere i portieri avversari. Il match si sblocca al 12′, quando sugli sviluppi di un calcio d’angolo battuto da Pulisic, Thiaw anticipa Éder Militão e porta avanti il Milan grazie al suo primo gol in maglia rossonera. Con il gol del centrale tedesco, la gara si accende, il Real attacca e sfiora il pareggio con Mbappé e Vinicius, due dei principali giocatori chiamati al gol per risollevare il morale della squadra dopo la sconfitta nel Clasico. Con il passare dei minuti, il Milan continua a soffrire, soprattutto quando Emerson Royal è chiamato a fronteggiare Vinicius che, al 22′, si procura e trasforma (spiazzando Maignan) un calcio di rigore per un intervento irregolare del terzino rossonero sul numero sette brasiliano. La reazione degli uomini di Fonseca è inizialmente timida ma non tarda ad arrivare con Theo Hernandez e Reijnders, entrambe le conclusioni dei rossoneri mettono in difficoltà Lunin, che si rifugia tutt’e due le volte in corner. Ad una manciata di minuti dal duplice fischio, un grande Milan si riporta in vantaggio con Morata: Leao riceve palla in area, elude la pressione di Tchouameni e calcia basso sul secondo palo, Lunin interviene in maniera prodigiosa ma non può nulla sul tap-in di Morata. Nella ripresa, gli ospiti riescono a non chiudersi nella propria area, rendondosi pericolosi con la testata di Leao e la ripartenza di Pulisic, sprecata dal punto di vista finalizzativo proprio dall’esterno portoghese. Dopo un paio di minuti passati a difendere il gol del vantaggio, il Milan recupera palla e approfitta di una serie di disattenzioni del Real a metà campo per attaccare l’area avversaria con Leao che, con un cross arretrato, serve che da pochi passi non spreca e segna il gol dell’1-3, sottolineando ancora di più il suo momento di forma. Ferito dal terzo gol subito, il Real Madrid si riversa nell’area di rigore rossonera nella speranza di accorciare le distanze, andandoci solamente vicino nonostante il gol di Rüdiger per un fuorigioco di Rodrygo. Nei sei minuti finali, il Real le prova tutte per accorciare le distanze ma, le conclusioni ravvicinate di Brahim Diaz e Militão vengono perfettamente neutralizzate da Maignan.

Lille-Juventus  (A cura di Dennis Rusignuolo)

Prima David, poi il rigore di Vlahovic evita il ko ai bianconeri. 1-1 Al Pierre-Mauroy.

Parte subito forte la squadra di casa, sempre in pressione alta con David e Zeghrova che fin dai primi minuti provano a mantenere alto il baricentro dei francesi. L’intento del Lille è chiaro: non far impostare con libertà i difensori e i centrocampisti bianconeri. La qualità della squadra francese si evince nel momento in cui la Juve sbaglia l’uscita o il fraseggio, con André che ringhia sulle caviglie di Thuram e Locatelli e cerca di ribaltare subito il fronte verso gli attaccanti. Nonostante il ritmo forsennato della squadra di Genesio, la Juventus cerca sempre la via del fraseggio per perforare la difesa del Lille. Al 23′ i bianconeri recuperano palla in avanti, Yildiz serve tardi Vlahovic che pesca Koopmeiners in area, l’olandese trova il vantaggio ma Vlahovic partiva in posizione di fuorigioco e la rete viene annullata. Tre minuti dopo i due tenori del Lille collezionano il vantaggio: Zeghrova recupera palla nei pressi della sua area di rigore, sfugge via a Cabal, taglia il campo e trova un filtrante in verticale verso David, Kalulu liscia l’intervento e il canadese è freddo nel battere Di Gregorio in uscita. La Juve prova a reagire con la consueta pressione alta, Locatelli recupera palla su Gudmundsson, Vlahovic si smarca al centro e prova l’anticipo sul primo palo, provvidenziale Chevalier in tuffo. A cinque dal termine ancora Koopmeiners trova il gol, ma anche questa volta la rete è annullata per posizione irregolare, questa volta di Yildiz. Nessun cambio all’intervallo, e ripresa che comincia con lo stesso copione del primo tempo. La prima variante tattica che si intravede nei primi minuti è un baricentro basso dei francesi, e questo favorisce il possesso della squadra di Thiago Motta. Al 54′ la Juventus si stanzia stabilmente nella trequarti francese e nel momento in cui la Juve spinge in tutti i modi, Chevalier chiude la porta e compie altre due parate provvidenziali. La prima è sul tiro-cross di Conceicao, la seconda è sulla conclusione di Thuram. Al 57′ Conceicao si infila in area e André lo colpisce allo stinco. L’arbitro assegna il penalty e dal dischetto Vlahovic spiazza Chevalier e rimette in equilibrio la gara. Il pareggio del serbo certifica il dominio della Juventus nel secondo tempo, con Thiago Motta che sceglie di mantenere alto il ritmo ed effettuare un triplo cambio. Savona, McKennie e Weah rilevano Cabal, Thuram e Vlahovic, forze fresche e coraggiose per cercare nuove soluzioni per arginare il muro francese. Il Lille non si scompone e approfitta del momento di confusione della Juve per rialzare la testa. Al 77′ Zeghrova calcia forte sul primo palo, ma lì Di Gregorio è attento e presente. Nel finale il Lille rischia molto nelle retrovie, ma la Juve è poco lucida e non riesce ad approfittarne. Una buona prestazione della Juventus, tante occasioni e tante risposte dal punto di vista emotivo e tattico, ma il mezzo bottino non soddisfa appena Thiago Motta, che adesso rischia di rimanere imbrigliato nella lotta a un posto saldo nei play-off. Il calendario complica il percorso dei bianconeri, chiamati a reagire nel prossimo match contro l’Aston Villa. Continua a macinare punti il Lille, dopo le vittorie contro Real e Atletico Madrid. Altra prestazione solida della squadra di Genesio, che continua a sorprendere sotto i colpi di Zeghrova, i gol di David e le parate di Chevalier.

Bologna-Monaco (A cura di Dennis Rusignuolo)

Il Bologna cede anche al Monaco. Terza sconfitta consecutiva in Champions.

Partita subito molto movimentata, con il primo squillo targato Miranda: dopo un’azione insistita da parte del Bologna la palla finisce sul mancino del terzino rossoblù che però spara alto, mentre qualche minuto più tardi ci vuole un grandissimo intervento di Skorupski per evitare il vantaggio del Monaco. Filtrante di Ben Seghir per Embolo e diagonale del centravanti che trova prima la miracolosa deviazione del portiere e successivamente il palo, che grazia la squadra di Italiano. Dopo un’occasione con Fabbian protagonista, orchestrata da Ndoye e conclusa con una deviazione in calcio d’angolo sul tiro del centrocampista, i monegaschi trovano il gol con Singo, vecchia conoscenza del calcio italiano. Fallo però dell’ex Torino su Skorupski e dopo un colsulto con il VAR l’arbitro Aghayev annulla la rete. Al 42′ lo stesso direttore di gara strozza in gola l’urlo del Dall’Ara per la rete trovata da Castro, con un perfetto diagonale, ma subito non convalidata a causa di un fuorigioco di Ndoye a inizio azione. Nel finale altra grande parata di Skorupski, che salva il risultato su Akliouce. Nel secondo tempo il ritmo della partita si abbassa molto, con Italiano che prova a cambiare le carte in tavola facendo entrare subito Pobega e successivamente sia Orsolini che Dallinga, con quest’ultimo che non riesce mai a entrare effettivamente in partita. I felsinei provano con costanza a sbloccare il risultato, senza però trovare nitide occasioni, fino alla doccia fredda che costa la partita. All’87’ il Monaco trova il gol decisivo grazie a Kehrer, che si trova al posto giusto nel momento giusto, batte Skorupski con un tocco di destro su calcio d’angolo battuto dalla sinistra e fa calare il gelo tra le tribune del Dall’Ara. Errore decisivo di Beukema, che buca il pallone di testa in area di rigore. Terza sconfitta di fila per il Bologna, che resta a un punto in classifica, con ancora zero gol segnati. Continua a faticare in zona offensiva e adesso la partita contro il Lille chiama una reazione furente per risollevare questa prima esperienza europea.

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Calcio

Il Super Commento della 11ª giornata di Serie A

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Il commento completo di tutte le partite, con la Top11 alla fine, dell’undicesima giornata di Serie A.

Bologna  – Lecce (A cura di Dennis Rusignuolo)

Torna a vincere in casa il Bologna, trascinata dal terzo gol consecutivo di Orsolini. In avvio il Bologna prova ad azzannare subito il match, con lo sviluppo sugli esterni, subito vivaci e pimpanti. La gara del Lecce invece si imbastisce nella compattezza del reparto difensivo, dove Gaspar giganteggia in mezzo all’area, e nella velocità in ripartenza di Dorgu e Banda. La partita si svolge prevalentemente nella metà campo del Lecce, con il Bologna che impone il proprio giro palla e costringe la squadra di Gotti a mantenere il blocco basso. L’equilibrio rimane stabile perché sulle fasce il Lecce vince i duelli individuali, con Gallo e Guilbert che riescono a contenere Orsolini e Ndoye. La fascia sinistra è il fulcro del gioco, perché Miranda tocca tanti palloni e si propone spesso in profondità, e lì Ramadani è fondamentale nel raddoppiare sistematicamente. Verso la fine del primo tempo le due squadre si aprono e il Bologna sfiora due volte il vantaggio. Al 41’ Miranda arriva al cross dalla linea di fondo, Falcone risponde con un gran riflesso a una deviazione di Ramadani, la palla rimane nei pressi dell’area piccola ma Freuler schiaccia la conclusione e fallisce una ghiottissima occasione. Nel recupero miracolo di Falcone su Castro, testata perfetta del centravanti felsineo e altrettanto perfetta è la risposta del portiere del Lecce. Nella ripresa Gotti comincia a percepire un calo fisiologico dei suoi e decide di rinforzare il centrocampo con l’ingresso di Coulibaly al posto di Banda, oltre alla staffetta Guilbert-Pelmard. Italiano risponde subito con Urbanski e Dallinga e ridisegna il suo Bologna con un coraggioso 4-2-4. L’esperimento del doppio centravanti non convince Italiano, che sostituisce Castro con Fabbian. I cambiamenti apportati da Italiano tolgono equilibrio al Bologna, e il Lecce si trova spesso a ripartire in contropiede in superiorità numerica. Le scelte degli attaccanti salentini sono poco lucide, e questo evidenzia le difficoltà del Lecce nel trovare la via del gol (solo quattro reti segnate in campionato). Nel finale il Dall’Ara riabbraccia Lewis Ferguson, al rientro dopo il lungo infortunio al ginocchio. Lo scozzese rileva Ferguson e questo cambio è il segnale che Italiano prova a dare ai felsinei. All’85’ il Bologna trova il vantaggio, Ferguson avvia l’azione che termina con un cross morbido di Miranda sul secondo palo, Gallo si perde Orsolini che colpisce di testa e batte Falcone.
Dopo quasi sette mesi il Bologna torna a sorridere in casa grazie al terzo gol consecutivo di uno scatenato Orsolini. Secondo successo consecutivo per i felsinei, che adesso si preparano al match casalingo di Champions League contro il Monaco. Cade il Lecce, che non riesce a dare continuità alla vittoria con il Verona. Altra gara senza gol realizzati, e adesso oltre ai punti, Gotti comincia a chiedere qualche rete.

Udinese – Juventus (A cura di Marco Rizzuto)

Al Bluenergy Stadium la Juventus si impone per 2-0 grazie al gol procurato da Thuram e il raddoppio di Savona. I ragazzi di Motta riescono sin da subito di imprimere il proprio gioco. Il continuo giro palla della Juve permette di aggredire l’area da molte zone diverse e il vantaggio deriva proprio dall’ottima manovra avvolgente. Al 20’ Yildiz pesca Thuram in area, con una giocata individuale il francese lascia sul posto Kabasele e incrocia col mancino, il pallone dopo aver colpito il palo interno carambola sulla schiena di Okoye ed entra in rete. I padroni di casa rispondono all’istante, in contropiede Davies punta la porta e calcia forte sul primo palo ma Di Gregorio nega il pareggio con un intervento strepitoso. Nonostante l’immediata reazione dopo lo svantaggio, l’Udinese subisce la rete dello 0-2 nel momento migliore della sua gara. La conclusione di Yildiz dalla sinistra si infrange sul palo, il primo ad arrivare sulla sfera vagante è Savona che la insacca con un mancino chirurgico. La prima frazione termina col totale controllo della gara da parte dei ragazzi di Thiago Motta, che riescono a mantenere un possesso prolungato per poi colpire cinicamente. L’utilizzo avanzato di Thuram ha dato i suoi frutti, la continua presenza in zona offensiva del francese hanno reso Yildiz, libero di agire ed inventare, non è un caso che entrambe le reti partano da una giocata del turco. Nella ripresa i friulani scendono in campo con un piglio decisamente più aggressivo. La Juventus seppur contro un pressing molto più acceso, non rinuncia al fraseggio anche al limite della propria area di rigore. Superata l’ora di gioco entrambi i tecnici effettuano due cambi per parte, ridisegnando le formazioni per l’ultimo terzo di partita. Gli ingressi di Conceicao e McKennie al posto di Thuram e Vlahovic ripropongono l’assetto offensivo privo di una punta di ruolo, soluzione che Thiago Motta ha scelto spesso ultimamente. Tra le fila di casa l’ingresso di Lucca stravolge la strategia d’attacco, con l’ex Pisa e Palermo in campo, le palle alte diventano l’arma principale di Runjaic per tentare di riaprire i giochi. All’82’ Lucca sfiora il gol che avrebbe riaperto tutto, l’attaccante sbuca tra Kalulu e Gatti e di testa stampa il pallone sulla traversa, facendo sperare il pubblico casalingo e rabbrividire il settore ospiti. Gli ultimi minuti vedono l’Udinese assediare la Juve, con quest’ultimi pronti a ripartire. Sul finale Koopmeiners si divora il gol del tris che avrebbe messo fine alle speranze residue del pubblico casalingo, ma l’olandese a tu per tu con Okoye colpisce male la sfera rendendo vita facile all’estremo difensore. La Juventus torna alla vittoria senza subire reti dopo due pareggi consecutivi espugnando il Bluenergy, violato solamente dall’Inter questa stagione. I friulani crollano ancora abbandonando le zone alte della classifica.

Monza – Milan ( A cura di Dennis Rusignuolo)

Fin dalle prime battute il Monza prova a non concedere spazio ai rossoneri, con il pressing dei difensori sui riferimenti offensivi del Milan. L’ottima pressione apportata dai centrali permette al Monza di sviluppare con audacia e coraggio Al 7’ viene annullato il vantaggio ai padroni di casa: Bondo si allaccia con Theo Hernandez, che va giù, sugli sviluppi dell’azione Dany Mota trova l’1-0, ma Feliciani giudica falloso l’intervento del centrocampista francese sul capitano del Milan. Fonseca sollecita le uscite codificate verso Morata, ma la marcatura di Pablo Mari non lascia spazio allo spagnolo. Il Monza rimane in avanti, Maldini sfiora il vantaggio, avventandosi su un cross di Pereira, ma la conclusione del figlio d’arte è imprecisa. La prima reazione dei rossoneri avviene con un recupero alto su Pablo Mari, con Morata che appoggia per Okafor, lo svizzero calcia subito e spreca un’occasione importante. La trequarti del Monza è il fulcro della gara, perché i continui movimenti spalano la strada alle sgroppate dei due esterni. L’idea degli uomini di Nesta è chiara: sviluppare in ampiezza per sfruttare le doti aeree di Djuric al centro dell’area. Al 20’ serve un miracolo di Maignan a negare il vantaggio a Pedro Pereira, imbucato dal cross da sinistra di Kyriakopoulos, da quinto a quinto. Il più ispirato tra le fila biancorosse è Daniel Maldini, sempre nel vivo del gioco e mobile in mezzo ai difensori rossoneri. Alla mezz’ora scheggia il palo dopo aver messo a sedere Thiaw, ma l’azione è vanificata da un fuorigioco di Djuric. Al 42’ il Milan colpisce in contropiede: Kyriakopoulos perde palla al limite dell’area rossonera, il Monza è disunito e allora Chukwueze cambia passo e guida la ripartenza, il nigeriano allarga verso Pulisic che crossa in area, Morata colpisce a botta sicura ma Izzo si immola, sulla respinta Reijnders ha tutto il tempo per insaccare a porta vuota. Anche al rientro dagli spogliatoi il Monza prova a fare la partita, ma il Milan cresce con il passare dei minuti. Il palleggio dei rossoneri diventa sempre più pulito e lucido, alla ricerca del raddoppio. Al 60’ scatta l’ora di Leao, schierato in panchina per la terza partita consecutiva. Il portoghese rileva Okafor, e si presenta subito al match con uno scambio con Reijnders e un destro impreciso che termina fuori. La risposta di Nesta arriva subito, Vignato e D’Ambrosio entrano al posto di Dany Mota e Pedro Pereira. I cambi provano a salvaguardare la fascia destra dalle incursioni di Theo e Leao, che confezionano un’occasione al 66’ dove sono necessari i guanti di Turati su Theo. Nella fase centrale del secondo tempo l’intensità è alta, la lucidità un po’ meno. Il Milan prova a far correre a vuoto il Monza in fase di pressione, ma manca la precisione nella giocata che apra il campo a Leao e Chukwueze. Nesta inserisce Maric e Caprari, tentando il tutto per tutto, e i brianzoli guadagnano campo, ma senza impensierire effettivamente Maignan. All’’84’ Leao parte palla al piede, salta tutto il Monza e si presenta davanti a Turati, bravissimo nel prevedere la giocata del portoghese che tenta lo scavetto. A tre giorni dal big match di Champions contro i campioni d’Europa del Real Madrid, il Milan rialza la testa grazie al gol di Reijnders. Vittoria sporca e sudata per la squadra di Fonseca che sale momentaneamente al settimo posto. Per il Monza secondo k.o consecutivo, dopo la sconfitta di Bergamo, ma la prestazione della squadra di Nesta rimane positiva, con ampi margini di miglioramento.

Napoli – Atalanta (A cura di Simone Scafidi)

In un Maradona gremito e soleggiato, l’Atalanta vince 3-0 contro il Napoli e accorcia in classifica. Prestazione sontuosa dei bergamaschi, trascinati dalla doppietta di Lookman nel primo tempo, e dal sigillo del capocannoniere Retegui nel secondo. Gasperini vola al secondo posto, e adesso l’Inter può accorciare.

Torino – Fiorentina (A cura di Marco Rizzuto)

La Fiorentina espugna l’Olimpico Grande Torino con una partita sporca ma efficace, la prestazione più che positiva di Moise Kean conduce i suoi alla vittoria. Il match fa fatica a decollare, entrambe le squadre puntano ad un possesso prolungato senza concedere nulla in zona difensiva. Al 17’ Vanoli è costretto a sostituire Adams per un problema muscolare, allungando la lista degli attaccanti infortunati. Al suo posto Njie. Il cambio forzato costringe il Torino ad abbassarsi lasciando campo e spazio di manovra alla Fiorentina, che trova la prima conclusione sullo specchio della porta alla mezz’ora. Nel pieno equilibrio della gara, la Fiorentina trova il gol del vantaggio al 41’: Ranieri con un lancio di oltre 80 metri cerca Kean, l’ex Juve sfugge alla marcatura goffa di Maripan e batte Milinkovic-Savic da pochi metri. Lo stesso Maripan prova a rimediare subito dopo siglando il gol del pari con un colpo di testa sugli sviluppi di un calcio di punizione, ma la rete viene annullata per l’off-side del difensore cileno. Nonostante il vantaggio e l’agitamento finale si assiste ad una partita bloccata, con tanti duelli in mezzo al campo con il possesso palla gestito dalla formazione viola. Il Torino accenna una ripresa nel secondo tempo con il tentativo in semi-rovesciata di Sanabria che termina alto. Arrivati all’ora di gioco entrambi gli allenatori mettono mano alla panchina per ravvivare i ritmi. Al tramonto del match il Toro alza il baricentro ed inizia ad essere per la prima volta veramente pericoloso. Al  70’ Pedersen imbucato dal filtrante perfetto di Walukiewicz arriva a tu per tu con De Gea, ma la conclusione rasoterra sbatte in pieno sul palo, infrangendo i sogni dei tifosi granata. Negli ultimi minuti i padroni di casa tentano il tutto per tutto con la Fiorentina che fatica a tenere a bada le incursioni granata. Nel pieno recupero i viola vanno vicini al raddoppio, il contropiede lanciato direttamente dal rinvio millimetrico di De Gea non trova un risvolto felice con la conclusione non perfetta di Dodò, ipnotizzato da Milinkovic-Savic. Dopo un ultimo affondo granata, il match termina 0-1 a favore dei viola. Continua il momento no per il Torino, i ragazzi di Vanoli collezionano la quinta sconfitta negli ultimi sei incontri di campionato e l’infortunio di Adams potrebbe complicare ulteriormente le cose. Non vuole fermarsi la Fiorentina di Palladino, al quarto posto in classifica, e al settimo successo consecutivo tra campionato e Conference League.

Hellas Verona – Roma (A cura di Tommaso Patti)

Nonostante la presunta luce ritrovata nella vittoria casalinga contro il Torino, la Roma di Ivan Juric sbatte e perde 3-2 contro l’Hellas Verona. Al Bentegodi, la partita dei giallorossi si complica dopo appena dodici minuti, quando Zalewski commette un errore grave in fase di impostazione, favorendo il recupero palla che porta al vantaggio gialloblu firmato da Tengstedt. Nonostante il momentaneo svantaggio, la Roma riesce a non farsi schiacciare dai padroni di casa, pareggiando momentaneamente la partita al 28’ con Soulè, posizionato al posto giusto all’interno dell’area di rigore dopo il cross di Zalewski. Dal pareggio dell’argentino, la Roma cala e il Verona si riporta subito in vantaggio dopo appena sei minuti, grazie alla rete di Magnani che, all’interno dell’area piccola, anticipa tempestivamente Dovbik e Ndicka, firmando il secondo gol per i padroni di casa. Nella ripresa, la Roma si affida principalmente ai duelli fisici, ciò grazie alla presenza in attacco di Artem Dovbik che, alla prima vera occasione del secondo tempo, costruisce e finalizza il secondo gol della Roma dopo essere stato servito a centro area dall’altro esterno di giornata, Celik. Carico dal gol del pareggio, Juric prova a mettere più freschezza in campo, inserendo nella mischia Dybala, Cristante ed El Shaarawy ma, a decidere la partita, ci pensa Harroui, (subentrato al posto di Kastanos), che riesce a indirizzare definitivamente la partita in favore del Verona all’ 88, dopo un recupero palla di Dani Silva nella propria area di rigore e grazie a una ripartenza portata avanti da Livramento, vincitore del duello con Ndicka e propiziatore dell’assist per il definitivo 3-2 del centrocampista marocchino. Con questa sconfitta, la Roma si allontana pericolosamente dalla zona Champions, rimanendo a quota tredici punti in undici di serie A. Per il Verona invece, arriva una vittoria importante per il morale, ma soprattutto per allontanarsi dalla zona bassa della classifica.

Inter – Venezia (A cura di Tommaso Patti)

Dopo i successi di Milan e Juventus, e il passo falso del Napoli in casa contro l’Atalanta, la sfida dei nerazzurri contro il Venezia risulta importantissima per accorciare sugli uomini di Conte in vista del big match della prossima giornata. Ancora priva di Acerbi e di Calhanoglu, Simone Inzaghi schiera al posto degli infortunati De Vrij e Zielinski, in aiuto ai soliti nomi titolari. La sfida come da pronostico la fa l’Inter, con il Venezia che ogni tanto riesce a sganciarsi dalla propria area, provando a mettere in difficoltà Sommer, decisivo in un paio di occasioni portate avanti da Oristanio e Pohjanpalo. Dal canto suo, l’Inter, approfitta molto dell’alta linea difensiva del Venezia, riuscendo a prendere più volte alla sprovvista nei novanta minuti gli avversari senza però riuscire a colpire spesso, complice una serata non ottimale di Marcus Thuram.
La prima vera e propria fiammata nerazzurra arriva al 52’ con Mkhitaryan, il centrocampista armeno insacca dopo un cross di Dimarco ma, l’arbitro prima convalide e poi annulla il gol dopo un controllo VAR per fuorigioco. Dal momentaneo gol del vantaggio nerazzurro, la partita si accende ancora di più, con delle occasioni da entrambe le parti e con delle parate che mettono in mostra il buono stato di Sommer, e l’ottimo momento di Stankovic. Con il passare dei minuti l’Inter però prende sempre più campo, riesce a creare qualche occasione in più, portandosi anche in vantaggio con il cross di Dimarco per Lautaro, l’attaccante argentino da posizione ottimale non può sbagliare, porta avanti l’Inter, segnando il suo sesto gol stagionale. Nei minuti successi, i nerazzurri costruiscono un paio di occasioni per chiudere la partita ma la -non serata- di Thuram e un paio di interventi provvidenziali da parte di Stankovic, tengono a galla gli ospiti fino al 99’, quando riescono momentaneamente a pareggiare la gara sul cross di Haps, insaccato da Sverko. Apparentemente il gol sembra buono, infatti parte la festa di tutti i tifosi ospiti e di tutta la panchina che entra in campo per festeggiare un risultato importantissimo per il morale e per la classifica ma, come in occasione del primo gol annullato a Mkhitaryan, l’arbitro annulla tutto per un tocco di mano del difensore croato.
Dunque a San siro termina 1-0 a favore dei nerazzurri, che si portano a meno un punto dalla capolista Napoli, in attesa della super sfida di domenica prossima.

Empoli – Como (A cura di Dennis Rusignuolo)

L’Empoli torna alla vittoria dopo cinque partite e batte il Como grazie a un gran gol di Pietro Pellegri. Primi 45′ avari di soddisfazioni al Castellani per entrambe le squadre. Il Como ci prova immediatamente con Belotti ma è l’Empoli a creare i migliori presupposti per delle azioni offensive, pur senza mai concludere a rete. Il turnover, e le assenze, portano Fabregas a disegnare il centrocampo senza i due titolarissimi, con Engelhardt e Kempf -adattato in mediana- che sostituiscono Sergi Roberto e Perrone. D’Aversa sostituisce Fazzini, infortunato nella rifinitura, con Solbakken e decide di cominciare con Pellegri al posto di Colombo. La scelta dell’allenatore dei toscani si rivela vincente. Al 47′ Pellegri si avventa su una maldestra respinta della difesa del Como, entra in area e scarica in porta un destro potentissimo che batte Reina. Il Como ci prova ma sono i padroni di casa a sfiorare il raddoppio in contropiede. Fabregas inserisce Cutrone e Nico Paz, ma la musica sembra non cambiare. L’Empoli in difesa non rischia nulla e addirittura rischia più volte di colpire in contropiede con la giocata che libera l’inserimento sul secondo palo di Gyasi, uno dei marchi di fabbrica dell’Empoli di quest’anno. Al 70’ ci prova il neo-entrato Colombo, ma la sua conclusione è forte ma non precisa. Il Como non riesce a sciogliersi e ripartire, e rimane compassata sotto la linea del pallone, con l’Empoli che attacca con insistenza e cerca il raddoppio. Nel finale i lariani hanno un’occasione per pareggiare, ma il cross di Cutrone verso Cerri, pronto a colpire a botta sicura in rete, viene sporcato dall’acrobazia di Viti. Con testa, corsa e organizzazione l’Empoli trova il primo successo al Castellani, e scala la classifica che adesso sorride ampiamente. Momento di crisi totale per il Como, al secondo k.o consecutivo. Adesso Fabregas deve stare attento perché la zona retrocessione dista solo un punto.

Parma – Genoa (A cura di Simone Scafidi)

In un possibile scontro salvezza per rimanere in Serie A, il Genoa batte il Parma di misura ed esce dalla zona retrocessione. Al 27′ Vogliacco compie un retropassaggio per Leali, che si deve impegnare prendendola obbligatoriamente con le mani, l’arbitro fischia calcio di punizione a due in area e ammonisce il portiere. Sul pallone si presenta Mihaila, il cui destro però finisce lontano dalla porta dell’estremo difensore rossoblù. Nel secondo tempo il Genoa comincia a farsi vedere dalle parti di Suzuki. Già al 46′ Thorsby impatta di testa sul cross di Zanoli, trovando la grande risposta del portiere giapponese che spedisce la sfera in calcio d’angolo. Al 58′ Pinamonti dà il via ad un’azione molto articolata ma gestita con lucidità e precisione insieme ad Ekhator e soprattutto Martin, che restituisce la palla all’attaccante italiano, il cui tiro sbatte sul pallo e finisce nei piedi di Badelj, che calcia ma colpisce il muro dei Ducali. Al 72′ Pinamonti, autore di una prestazione di alto livello, lancia Ekhator a tu per tu con Suzuki, che viene battuto dalla conclusione del numero 21 ma salvato in seguito dalla segnalazione di fuorigioco, che annulla la rete. Sette minuti più tardi il vantaggio del Genoa arriva davvero, con Pinamonti che raccoglie una respinta di Suzuki e a porta vuota insacca il gol dell’1-0, facendo crollare la difesa del Parma. All 85′ torna a calcare un campo di Serie A, 1701 giorni dopo l’ultima volta, Mario Balotelli, che gestisce bene i pochi palloni toccati e riceve anche un giallo (forse troppo severo) al 92′. Il Genoa torna a vincere dopo 10 partite tra campionato e Coppa Italia e riesce finalmente ad uscire dalla zona retrocessione, abbandonando l’ultima posizione. Periodo complicato anche per il Parma, che non vince dal 24 agosto e non riesce più a trovare i tre punti.

Lazio – Cagliari (A cura di Marco Rizzuto)

L’incontro che chiude la decima giornata di campionato vede la Lazio soffrire ma vincere contro un Cagliari battagliero. Le reti di Dia e del capitano Zaccagni rendono inutile il primo centro stagionale di Luvumbo. Partenza razzo della Lazio che passa in vantaggio dopo soli due minuti. Dopo la respinta goffa di Scuffet sulla punizione diretta di Pellegrini, Dia respinge in rete da pochi metri stappando di fatto il match. Nonostante il gol lampo subito, il Cagliari prova a reagire ma le due ammonizioni a sfavore nel primo quarto d’ora (Adopo e Augello) pesano e non poco, con la fascia destra, attaccata da Isaksen che diventa la zona vittima delle manovre biancocelesti.  Col passare dei minuti, l’equilibrio prevale in mezzo al campo, ma i sardi faticano quando nei contropiedi le squadre si allungano. A cinque minuti dalla fine il Cagliari riesce a pareggiare i conti con Luvumbo. In una delle poche manovre offensive prolungate dei castellani, Makoumbou trova in verticale l’angolano che riesce a girarsi sulla marcatura di Lazzari e a concludere a rete, complice la deviazione di Gila che rende inefficace la presenza di Provedel. Prima frazione di partita equilibrata ma frammentata dai continui interventi con annessi cartellini gialli del direttore di gara Ayroldi, che controlla la gara con un regime molto fiscale. Quasi all’ora di gioco, Luperto salva il Cagliari con due interventi monumentali sulle conclusioni a botta sicura di Castellanos e Vecino. Per vincerla, Baroni inserisce Pedro per Isaksen. Lo spagnolo ha il compito di puntare Augello (già ammonito) con la sua esperienza e il suo dribbling. Nella ripresa i ritmi vivono momenti di alti e bassi, tanti duelli in mezzo al campo ma mai occasioni veramente pericolose. Baroni si gioca anche la carta Zaccagni che dopo qualche minuto si ritrova dal dischetto a battere un penalty per l’intervento in ritardo su Pellegrini da parte di Zortea. Il capitano biancoceleste non sbaglia bucando Scuffet con una freddezza glaciale. Nei minuti successivi i sardi perdono la testa, due doppi gialli (per Mina e Adopo) in pochi secondi che lasciano il Cagliari in nove. Negli ultimi minuti la Lazio sfiora più volte il gol della sicurezza con Pedro e Castellanos, ma in qualche modo i sardi difendono e cercano invano sino all’ultimo di pareggiarla. Al triplice fischio la Lazio guadagna tre punti in un match molto combattuto e scavalcano la Juve in classifica. Il Cagliari crolla per la terza volta consecutiva e rimane inchiodata alla sedicesima posizione, ma le assenze di Adopo e Mina pesano e non poco in vista del prossimo match contro il Milan.

LA TOP 11 DELLA 11ª GIORNATA

Grafica: Julya Marsala

 

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