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A Spasso per l’Europa: il punto sulla Liga

A spasso per l’Europa prosegue attraverso “El Paìs del Sol”, analizzando nel dettaglio le situazioni del campionato spagnolo con dati, curiosità, statistiche e tanto altro.
In testa al campionato spagnolo, a quota 33 punti, troviamo il Barcellona. L’avvento di Hans Flick sulla panchina blaugrana ha stravolto in positivo la stagione dei catalani. A dar gloria al momento di forma del Barcellona ci sono un mix di elementi chiave che continuano gradualmente a risaltare le qualità di un club che, pian piano, è pronto a riprendersi la vetta de La Liga e della Champions League, che manca al club catalano dalla finale vinta contro la Juventus del 2015. Dopo un tiro e molla con Xavi (concluso con l’addio dell’ex capitano blaugrana), il presidente Laporta ha affidato la guida tecnica della prima squadra a Flick che, in pochi mesi, ma soprattutto con tantissima pressione, è riuscito a dare un volto nuovo al Barcellona, ciò grazie anche alla nuova giovinezza di Lewandoski (14 gol), passando per la classe pura, cristallina e impressionante di Lamine Yamal (7 assist), fino al ritrovato Rapinha (7 gol), migliorato molto rispetto a quando è sbarcato a Barcellona, rivitalizzato del tutto dalla cura indotta dal nuovo tecnico tedesco. Con undici vittorie su tredici partite e con una grande supremazia nei confronti di una delle inseguitrici principali data la vittoria pesantissima nel Clasìco per 4-0, il club catalano si candida seriamente come favorita per la vittoria finale, fattore che deriva anche da una questione di numeri: miglior attacco con 40 gol e con una difesa in netta ripresa dopo un avvio stagione condito da alcune lacune difensive.
Dietro al Barcellona capolista, insegue il Real Madrid. Anche quest’anno continua l’egemonia delle due principali squadre spagnole, due club che non si limitano ad essere solo squadre calcio: sono icone, sono la Spagna centralista contro la Catalogna e la sua irreversibile voglia di indipendenza, sono il calcio allo stato puro. Gli uomini guidati da Carlo Ancelotti sono chiamati a rimanere al passo per no rischiare di perdere il titolo da campioni in carica. Dopo alcuni passi falsi contro squadre sulla carta abbordabili (Las Palmas 1-1 Real Madrid, Maiorca 1-1 Real Madrid), il Real non è riuscito a vincere due dei big match più fondamentali per la conquista del campionato, pareggiando 1-1 in casa dell’Atletico, e perdendo 0-4 al Bernabeu contro il Barcellona. Con l’avvento di Mbappé ad arricchire una delle rose più complete a livello di fenomeni di sempre, i quindici volte campioni d’Europa sono chiamati a confermare il rendimento della passata stagione, conclusasi con la vittoria della Champions League e de La Liga. Oltre al fuoriclasse francese, all’interno della rosa dei blancos sono presenti tantissimi altri fuoriclasse, tra cui colui che insieme all’infortunato Carvajal, ha deciso l’ultima finale di Champions: Vinicius Jr. L’attaccante brasiliano viene da un momento negativo con la propria nazionale, oltre alla delusione del Pallone d’Oro anche se, nonostante ciò, finora in campionato ha messo a reperto 8 gol e 4 assist in dodici partite (in attesa del recupero di Valencia-Real Madrid, rinviata causa alluvione). I problemi riscontrati da Ancelotti in questi primi mesi non riguardano solo il reparto offensivo, ma anche il reparto difensivo. Se davanti il Real ha evidenti problemi di convivenza dati i -troppi- giocatori, tutti possibili titolari, dietro può contare tantissime assenze, tra cui: Courtois, Militão, Lucas Vàzquez, Alaba e Carvajal, oltre agli infortuni di Rodrygo e Tchouaméni. Nonostante ciò , il Real continua a non mollare difronte alle frenate extra campo, tutto ciò nella speranza di vivere periodi migliori.
Come recita una vecchia metafora di Luigi Settembrini, “Se Atene piange, Sparta non ride“. Infatti la stagione dei Colchoneros rispecchia molto quella dei cugini del Real. Partiti in campionato non andando oltre il pareggio per 2-2 in casa del Villareal, i colchoneros sono riusciti rimanere imbattuti fino alla decima giornata, pareggiando però cinque partite su dieci. Seppur dietro le acerrime rivali, l’Atletico Madrid è in netta ripresa dopo la sconfitta per 1-0 contro il Real Betis, ed è pronto a giocarsela con l’obbiettivo di ripetere l’impresa fatta nella stagione 2020/21. Esattamente come quattro anni fa, l’Atletico è reduce da una campagna acquisti non abituale con gli arrivi di Julìan Alvarez, Gallagher, Le Normand e Sørloth. Oltre ai gol dei volti nuovi (Sørloth 4, Julìan Alvarez 4), l’Atletico può comunque contare sui “senatori” più importanti come Griezmann, a quota 3 gol e 4 assist, e Rodrigo De Paul con 2 assist. Oltre ad avere un buon rapporto con le reti segnate, i colchoneros vantano anche della miglior difesa del campionato. Dopo tredici giornate, gli uomini di Simeone hanno subito solamente 7 reti, riuscendo a tenere la porta inviolata per altrettante 7 volte, ciò grazie ad un reparto difensivo solido e degno di essere allenato dal ‘Cholo’.
Situato al quarto posto, a sole due lunghezze dall’Atletico Madrid e con una gara da recuperare, troviamo il Villareal. Il Submarino Amarillo, dopo aver concluso la passata stagione all’ottavo posto e senza essere riusciti a qualificarsi per la Conference League, quest’anno sta riuscendo a tenere testa alle squadre situate al vertice della classifica, con l’obbiettivo di ritornare a giocare le coppe europee. L’inizio della stagione del Villareal può essere paragonato ad una montagna russa: pareggi contro Atletico e Valencia nel Derby de la Comunitat, sconfitta per 1-5 all’Estadio de la Cerámica contro il Barcellona e vittorie clamorose contro il Siviglia con gol al 95′ di Ayoze Perez, e contro il Celta Vigo con gol di Parejo al 100′. Nonostante un inizio con alti e bassi, il Villareal sta riuscendo a fare una stagione sopra le aspettative, soprattutto grazie ai 7 gol di Ayoze Perez, ai 3 gol del ventiduenne Barry, per poi passare ai 5 assist di Baena. A seguire il sottomarino giallo e con un passivo di tre gol nel rapporto gol fatti/gol subiti, c’è l’Osasuna. Il club con sede a Pamplona nonostante abbia incassato più gol rispetto a quelli segnati, sta disputando un grandissimo inizio di stagione. Dopo aver chiuso all’undicesimo posto lo scorso campionato, Los Rojillos sono riusciti ad invertire la rotta, tutto grazie al nuovo tecnico Vicente Moreno e alle reti dell’ex Crotone e Sampdoria Ante Budimir, quest’ultimo decisivo con una doppietta nel 4-2 contro il Barcellona. Con 20 punti nelle prime tredici giornate, ci sono Athletic Bilbao e Real Betis. Entrambe le squadre hanno vinto e pareggiato in cinque occasioni, perdendo solo tre partite. Nell’ultima giornata di campionato prima della sosta, le due squadre si sono affrontate pareggiando 1-1 al San Mamés, con le reti di Berenguer e Fornals.
Racchiusi nel gironi di sei punti e tutte situate tra l’ottavo e il sedicesimo posto, troviamo sei squadre: Real Sociedad (18), Maiorca (18), Girona (18), Celta Vigo (17), Rayo Vallecano (16), Siviglia (15), Leganes (14), Deportivo Alavés (13) e Las Palmas (12). All’interno di questo raggruppamento spiccano tre squadre, tre sorprese in negativo. La ‘capolista’ di questo gruppo è la Real Sociedad: dopo aver passato le ultime due stagioni ad alto livello, concluse con una storica qualificazione in Champions League dopo vent’anni, e una qualificazione in Europa League dopo il sesto posto della passata stagione, quest’anno non sta riuscendo a replicare le gesta passate. Nonostante l’apparente buon periodo di forma di alcuni dei suoi migliori giocatori (Oyarzabal e Kubo), la Real Sociedad quest’anno non ha trovato ancora il ritmo per ritornare ad essere competitiva, soprattutto in casa, dove in sette partite ha trovato solamente due vittorie. Seppur distante di solamente sei punti dalla zona Champions, è evidente che la squadra di Barrenetxea non rende come in passato, fattore che deriva sicuramente dal reparto offensivo che finora ha messo a reperto solamente undici reti (media di 0.84 gol a partita). Con gli stessi punti della Real Sociedad ma con un posizionamento inferiore (complice un passivo di -1 nel rapporto gol fatti/gol subiti), troviamo il Girona. I Tozudos provengono da una stagione stellare, che li ha portati a giocare per la prima volta nella massima competizione europea ma, a differenza della passata stagione, il Girona quest’anno non sta riuscendo a differenziarsi positivamente dalle altre squadre. Con la perdita di Dovbyk e Couto, il Girona ha perso molte certezze, facendo spiccare però il valore di Gutierrez che, insieme a Stuani, stanno tentando di risollevare la squadra. Dopo un inizio complicato però, il Girona sembra essere in ripresa grazie alla vittoria per 4-3 contro il Leganes, e al trionfo fuori casa contro il Getafe. Grazie a queste vittorie importanti, i biancorossi sono pronti ad invertire la marcia alla ricerca della conquista di un posto valido per un piazzamento europeo. L’analisi si sposta nella parte sud della penisola iberica, precisamente nel capo luogo dell’Andalusia, dove il Siviglia sta nuovamente attraversando una delle stagioni peggiori degli ultimi anni. La crisi del Siviglia ha avuto origine dopo la finale di Europa League vinta contro la Roma, infatti da quella sera, il Siviglia non ha più reso per come ci aveva abituati, collezionando un quattordicesimo posto nella passata stagione e un momentaneo tredicesimo posto nell’attuale campionato. Nonostante la vittoria per 1-0 nel derby con il Betis, la crisi del Siviglia non sembra essere di passaggio, poiché nelle successive quattro partite al derby di Siviglia, sono arrivati solamente tre punti e tre sconfitte pesanti contro Barcellona, Real Sociedad e Leganes, dove gli andalusi hanno incassato otto reti.
Al diciassettesimo posto, a pari punti con l’Espanyol diciottesimo, troviamo il Getafe. La stagione di entrambe le squadre non sta andando come previsto. Da una parte il Getafe può “vantare” il peggior attacco del campionato (assieme al Valencia), con solamente otto reti segnati, la metà segnate dall’attaccante uruguaiano Arambarri, mentre dall’altra parte, l’Espanyol, ha una delle peggiori difese con ventidue reti subite (alla pari del Deportivo Alavés, del Celta Vigo e del Las Palmas). Nonostante l’altra squadra di Barcellona abbia una giornata da recuperare (Espanyol-Valencia), gli uomini di Manolo González rischiano seriamente di ritornare in Segunda División dopo una sola stagione nel massimo campionato spagnolo. Ad un solo punto dalla zona salvezza, con la peggio difesa del torneo e con un rischio elevato di scendere in seconda divisione, c’è il Real Valladolid. Il tecnico Paulo Pezzolano, dopo aver dominato e chiuso al secondo posto la scorsa stagione, insieme alla sua squadra sta avendo molte difficoltà, non riuscendo a ottenere dei risultati nonostante le buone prestazione nelle vittorie contro Espanyol e Deportivo Alavés. A far pendere la bilancia dei risultati dal lato sbagliato, ci sono state le sconfitte pesanti e umilianti contro il Barcellona per 7-0 e contro il Real Madrid per 3-0. Chiudiamo il nostro viaggio con il Valencia, ultimo in classifica. Seppur fanalino di coda con soli 7 punti, gli Els hanno da recuperare due giornate di campionato, a causa dell’alluvione battutasi nella città il 28 ottobre. Oltre agli orribili episodi extra-calcistici, il Valencia da un paio d’anni sta vivendo periodi bruttissimi a livello sportivo: nono posto nella passata stagione e sedicesimo posto nella stagione 2022/23. Quest’anno i giallorossi hanno cominciato la Liga con tre sconfitte di fila, vincendo solamente una gara in undici partita. Oltre ad essere ultimi, il Valencia ha anche dei grossi problemi nel reparto offensivo e, a mettere il dito nella piaga, c’è anche una difesa che non è la peggiore del campionato, ma che è ancora troppo fragile per poter puntare senza ulteriori problemi alla una salvezza per rimanere in Liga.
Attualità
La guerra commerciale tra Usa e Cina continua, ecco cosa potrebbe accadere

Durante la sua presidenza, Donald Trump sostiene di aver usato i dazi (delle tasse che un paese impone su beni e prodotti che vengono importati da un altro paese) come uno strumento per proteggere l’economia americana e per fare pressione su altri paesi che, secondo lui, non rispettavano le regole commerciali.
Ha imposto dazi molto alti su molte importazioni, in particolare dalla Cina, accusando il paese di fare pratiche commerciali scorrette, come il furto di proprietà intellettuale e il dumping (vendere beni sotto il prezzo di costo per danneggiare i concorrenti).
Negli ultimi giorni in particolare, le relazioni tra la Cina e gli Stati Uniti sono diventate più tese.
Il 4 aprile 2025, la Cina ha deciso di applicare una tassa del 34% su tutti i prodotti americani, come risposta a simili misure degli Stati Uniti.
Le conseguenze potrebbero rivelarsi devastanti, poichè l’incertezza commerciale tra Cina e Stati Uniti rende tutto più incerto, causando previsioni di crescita più basse in molti Paesi.
MENO COMMERCIO
Le tasse imposte da entrambi i Paesi rendono più difficile il commercio tra loro. Le aziende che dipendono dalla Cina o dagli Stati Uniti potrebbero avere problemi, con un aumento dei costi.
DIFFICOLTÀ PER GLI ALTRI PAESI
I Paesi che dipendono molto dal commercio con la Cina o gli Stati Uniti potrebbero avere più disoccupazione e problemi economici, con il rischio di proteste.
Anche le imprese italiane e i consumatori potrebbero essere colpiti da questa situazione. Se le tariffe (dazi) aumentano i costi di importazione da Cina o Stati Uniti, le imprese italiane che acquistano prodotti da questi Paesi potrebbero pagare di più per le materie prime o i prodotti finiti. Questo può portare a un aumento dei prezzi per i consumatori.
La guerra commerciale potrebbe rallentare l’economia mondiale, riducendo la domanda di beni e servizi. Questo influenzerebbe anche l’Italia, che dipende dal commercio internazionale per una parte significativa della sua economia.
MERCATO ILLECITO
Il mercato nero potrebbe essere influenzato dalla guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina in diversi modi, e quindi crescere, causando problemi come truffe, merce di bassa qualità e difficoltà per il governo di raccogliere le tasse.
Calcio
L’Inter chiama e il Napoli risponde. Lukaku e Politano stendono il Milan

Un super Napoli annienta il Milan nei primi diciannove minuti, mantenendo ancora viva la lotta scudetto contro l’Inter.
L’assenza a sorpresa di Scott McTominay obbliga Antonio Conte a schierare dal primo minuto Gilmour. Dopo appena un minuto di gioco, Di Lorenzo serve in profondità Politano, che scatta in profondità e sblocca la partita dopo un inserimento chiave tra Theo Hernandez e Pavlovic, concludendo poi con una conclusione potente e angolata che non lascia scampo a Maignan. Il gol immediato carica in maniera particolare gli azzurri, situazione che gli permette di gestire la partita con un ottica diversa. La reazione rossonera arriva dai piedi di Walker, che serve un cross a mezz’altezza a centro area ma l’intervento in acrobazia di Abraham termina fuori. Nonostante il gol del vantaggio, il Napoli non si limita a difendere un risultato che farebbe comodo dopo la vittoria dell’Inter sull’Udinese, ma si affaccia più volte nell’area di rigore avversaria con Lukaku, impreciso al quattordicesimo minuto nel finalizzare in porta un cross pericoloso di Politano. Il pubblico di casa continua a caricare i propri giocatori, che trovano la rete del raddoppio grazie ad un disinnesco di Buongiorno, che propizia la ripartenza partenopea, conclusa con il filtrante di Gilmour per la rete di Lukaku, quest’ultimo tenuto in gioco dalla posizone di Walker. La reazione del Milan risulta totalmente inefficace, con qualche tentativo proveniente dalla fascia ma senza particolari squilli, merito di una difesa avversaria attenta e impeccabile. Con il passare dei minuti la situazione non cambia, e in campo continua ad esserci solo una sola squadra: il Milan si vede poco o nulla, è disorganizzato in difesa e concede tanti spazi agli azzurri, che potrebbero fare il tris poco dopo e non solo. Verso la fine del primo tempo i rossoneri cominciano ad affacciarsi timidamente dalle parti di Meret, ma la difesa del Napoli non corre praticamente alcun rischio, indirizzando la gara verso il 2-0 all’intervallo.
Nella ripresa Conceição butta in campo Leão, Giménez e Chukwueze, nel tentativo di riaprire una gara finora a senso unico. La prima vera occasione della ripresa rossonera arriva proprio dai piedi di Leão che, dopo aver effettuato un dribbling, calcia in porta in maniera errata, trasformato la conclusione in un possibile assist per Giménez. A rendersi protagonista con un’altra grande opportunità è proprio l’attaccante messicano, che spara alto sopra la traversa dopo aver raccolto palla ai limiti dell’area di rigore avversaria. I tentativi di dribbling di Leão fermati da un ottimo e attento intervento di Buongiorno sono la fotocopia perfetta della partita dei rossoneri, che da li in poi continuano ad attaccare imperterriti nel tentativo di riaprire la gara. Dal sessantesimo in poi le squadre si aprono di più, lasciando molti spazi liberi e rendendo il finale di partita acceso e con svariate occasioni da entrambe le parti. Dopo aver passato sessantotto minuti all’ombra della fascia destra napoletana, Theo Hernandez sale in area avversaria e si procura un calcio di rigore per un contatto falloso con Billing, subentrato qualche minuto prima al posto di Anguissa. Dopo aver preso il pallone Pulisic, dal dischetto si presenta Giménez che viene ipnotizzato da Meret. Il rigore sbagliato dal centravanti ex Feyenoord devasta psicologicamente il Milan, che da li a poco cala drasticamente di ritmo e intensità. Dopo due conclusioni insidiose di Reijnders e Pavlović però, il Milan riapre a sorpresa la partita grazie al cross di Theo Hernandez finalizzato in rete da Giménez che, anticipa la difesa avversaria, e si riscatta dopo il penalty sbagliato. I minuti finali vedono il Milan assediare totalmente l’area avversaria portando avanti anche Maignan, con la difesa del Napoli che si abbassa completamente per mantenere le pericolose occasioni avversarie, ripartendo nelle situazioni in cui il Milan lascia spazio di ripartire.
I tre punti conquistati contro il Milan permettono al Napoli di rimanere a meno tre lunghezze dall’Inter, mantenendo vive le speranze di rimonta. Il riscatto degli azzurri arriva dopo il momento più complicato della stagione, sopratutto dopo i numerosi passi falsi contro Como, Venezia e Udinese. L’ennesima sconfitta stagionale condanna quai definitamente un Milan totalmente insufficiente e senza stimoli. Con un calendario in campionato molto complicato, i rossoneri sono chiamati a riscattare questo periodo con una serie di risultati che possono garantire alla squadra di affrontare una competizione europea nella prossima stagione.
Lifestyle
Creare una skincare routine personalizzata in pochi semplici passi

Prendersi cura della propria pelle è un gesto quotidiano di amore verso sé stessi, ma con la vasta gamma di prodotti disponibili oggi, creare una skincare routine efficace può sembrare complicato. In realtà, bastano cinque semplici passi per ottenere una pelle sana e luminosa, personalizzando la routine in base alle esigenze specifiche della tua pelle.
Identifica il tipo di pelle che hai
Il primo passo per creare una skincare routine su misura è capire che tipo di pelle hai.
Osserva attentamente il tuo viso al naturale, senza prodotti applicati (è fondamentale proprio per scegliere prodotti che rispondano alle sue necessità.)
- Pelle Secca: Tesa, ruvida, con tendenza a desquamarsi.
- Pelle Grassa: Lucida, con pori dilatati e frequenti imperfezioni.
- Pelle Mista: Grassa nella zona T (fronte, naso e mento) e secca o normale altrove.
- Pelle Sensibile: Si arrossa facilmente, prurito o irritazioni frequenti.
- Pelle Normale: Equilibrata, senza problematiche evidenti.
Detergi a fondo mattina e sera
La detersione rimuove impurità, sebo e residui di trucco che possono ostruire i pori. Utilizza un detergente specifico per il tuo tipo di pelle:
- Pelle Secca e sensibile: Opta per un detergente delicato e idratante.
- Pelle Grassa/Mista: Scegli un prodotto purificante ma non aggressivo.
- Pelle Normale: Un detergente leggero che mantenga l’equilibrio naturale.
La doppia detersione, primossa soprattutto in corea (prima un olio o balsamo struccante e poi un detergente schiumogeno) è ideale la sera per una pulizia più profonda.
Tonifica
Il tonico è spesso trascurato ma fondamentale per riequilibrare il pH della pelle dopo la detersione e prepararla ai trattamenti successivi. Evita i tonici a base di alcol e scegli formule idratanti, lenitive o purificanti
Idrata la pelle!
Applica sempre la crema idratante per sigillare i principi attivi e mantenere la pelle morbida e protetta. Anche chi ha la pelle grassa dovrebbe idratare, scegliendo però una crema leggera e opacizzante.
La chiave per ottenere risultati visibili è la costanza. Ripeti la tua routine ogni giorno, mattina e sera, per proteggere e mantenere la salute della pelle nel tempo.
Al mattino, aggiungi sempre una protezione solare con SPF 30 o superiore per difenderti dai raggi UV e prevenire invecchiamento precoce e macchie solari.
Con il passare del tempo, la tua pelle ti ringrazierà: apparirà più sana, luminosa e ben curata. Quindi, questa routine un momento speciale della tua giornata, un rituale di benessere e relax che ti permetta di prenderti cura di te stesso/a.
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