Attualità
Uomo colpito da ictus riesce di nuovo a muovere il braccio grazie all’AI

L’evoluzione dell’intelligenza artificiale è ormai alle stelle, motivo per cui, viene ad oggi considerata una grande risorsa medica, dando risultati piuttosto notevoli in ambito sanitario.
Ciononostante, nessuno, fino a poco tempo fa, pensava che potesse rivelarsi una soluzione anche per gli arti dei pazienti paralizzati.
Eppure è proprio ciò che è successo dopo un test effettuato dall’Usfc!
Grazie ad un esperimento eseguito all’università Californiana di S.Francisco, un uomo paralizzato a causa di un ictus, infatti, ha potuto usufruire (con l’aiuto dell’intelligenza artificiale) di un nuovo braccio robotico che lo aiuta in piccole azioni di vita quotidiana che prima non poteva svolgere, (come semplicemente aprire una porta o prendere un bicchiere d’acqua.)
Com’è possibile tutto ciò?
L’AI legge gli impulsi che i neuroni trasmettono; che si trasformano poi a vista d’occhio in vere e proprie azioni.
il tutto dipende quindi dai pensieri dell’uomo che vengono convertiti in correnti elettriche.
Il paziente sottoposto all’esperimento ha imparato con il tempo a controllare il braccio, facendone uso per sette mesi di fila… si tratta innegabilmente di un vero e proprio record per la scienza!
Attualità
Funerali Papa Francesco: l’ultimo saluto dai fedeli

L’ultimo momento per poter salutare un ultima volta Papa Francesco, si sono riuniti per la celebrazione funebre del pontefice oltre 400 mila fedeli, 170 vip stranieri tra potenze e non e quasi 5 mila sacerdoti, tutti riuniti per dare l’ultimo saluta al santo padre.
A salutare un ultima volta il Santo Padre, si sono radunati oltre 250 mila fedeli, 166 cariche tra capi di stato e delegazioni internazionali, 4.800 giornalisti e oltre 5.000 sacerdoti in Piazza San Pietro. Questi numeri ci danno una dimostrazione di ciò che il cardinale Giovanni Battista Re, che ha condotto l’omelia per il funerale del papa, ha definito: “il plebiscito di manifestazioni di affetto e di partecipazione che ci dice quanto il suo intenso Pontificato abbia toccato le menti e i cuori.”
Anche se, il Ministero dell’interno Matteo Piantedosi, considerando tutti i presenti in piazza San Pietro, ma anche lungo tutto il percorso del corteo funebre fino alla Basilica di Santa Maria Maggiore, ha stimato “non meno di 400 mila persone”
OLTRE 5 MILA SACERDOTI
Sono venuti in Piazza San Pietro per la messa esequiale di Papa Francesco circa 5.000 tra cardinali, vescovi e sacerdoti. In particolare, sono venuti a concelebrare rito funebre del Santo Padre sul sagrato della basilica di San Pietro, 750 vescovi e 220 cardinali; tra questi presenti, ben 4 sono ultranovantenni, ci si riferisce a Tarcisio Bertone (90), Camillo Ruini (94), Ernst Simoni (96) e Angelo Acerbi (99), oltre al cardinale decano che ha presieduto al celebrazione, Giovanni Battista Re, che ha compiuto 90 anni a gennaio.
MESSA IN 9 LINGUE
La messa esequiale del santo padre è stata trascritta in un libretto di 87 pagine con traduzione della liturgia, la quale è stata tradotta in 9 lingue diverse, sia in italiano che in inglese, anche se la lingua usata maggiormente nelle due ore di funzione è stata il latino. Durante la prima lettura si è scelto di usare l’inglese e per la seconda lo spagnolo, successivamente le preghiere dei fedeli si sono susseguite in 7 lingue diverse: italiano, francese, arabo, portoghese, polacco, tedesco e cinese. Inoltre, è stata scelta una preghiera della liturgia bizantina della Chiesa Orientale in greco.
L’ULTIMO VIAGGIO DI PAPA FRANCESCO
Il corteo funebre dell’ultimo viaggio terreno del pontefice nella Basilica di Santa Maria Maggiore, dove Bergoglio ha scelto personalmente di essere seppellito, è durato circa mezz’ora. Durante il percorso durato 6 km, l’ex papa mobile riadattata è andata a passo d’uomo per consentire alle persone di seguire dietro le transenne.
Ad accogliere Papa Francesco nella basilica sono stati 40 “amici“, persone che il pontefice aveva conosciuto durante la sua vita, ognuno con in mano una rosa bianca, le preferite di Bergoglio. Tra loro vi sono in particolare 10 rifugiati che sono stati scelti tra gli ospiti dei centri della Caritas diocesana. Nel gruppo vi erano presenti in più anche detenuti, persone senza dimora fissa, famiglie in difficoltà e donne vittime di tratta, tutti accompagnati da diverse associazioni laiche e religiose.
Attualità
Gli avvoltoi a rischio di estinzione: cause e possibili conseguenze

Gli avvoltoi (nonché nome con cui vengono comunemente indicati uccelli rapaci dalla testa calva e priva di piume) hanno ad oggi subito un declino del 90%; percentuale allarmante, dato il fondamentale ruolo svolto per l’ecosistema.
Nonostante nel corso degli anni (probabilmente a causa del loro aspetto) si siano guadagnati la nomea di “uccelli sporchi”, in realtà, oltre ad essere notevolmente puliti, possiamo reputarli veri e propri “spazzini naturali!”.
L’assenza di piume sul capo consente infatti di riuscire a mantenere una certa pulizia durante il nutrimento di carcasse.
Talvolta, raramente attaccano animali vivi, e l’acido all’interno del loro stomaco, consente loro di ingerire carcasse letali per qualsiasi altro animale, rimuovendo al coltempo questi batteri dall’ambiente senza rimanerne infetti.
Eppure a partire dagli anni 90, è stata registrata una notevole riduzione della specie del 90% in India e Nepal (e non per cause naturali).
Il motivo?
La somministrazione di un antinfiammatorio, chiamato Dioclafenac.
Il farmaco veniva dispensato nei paesi dell’ Asia Meridionale ai bovini (mucche e bufale) per curare irritazioni e dolori; una volta morti però, i loro corpi venivano lasciati all’aperto, e gli avvoltoi avevano la possibilità di nutrirsene.
Il problema?
Anche piccolissime tracce di Diclofenac nella carne risultano essere altamente tossiche per gli avvoltoi, in quanto ne basta davvero poco per causarne insufficienza renale e morte quasi immediata.
E così in meno di vent’anni è accaduta quella che possiamo definire una vera e propria catastrofe ecologica.
L’india, prendendone atto, nel 2006 ne vietò la somministrazione, ma ha agito tardi: in 10 anni siamo passati da 50 milioni di esemplari a poco più di 2.000.
Un 61% è inoltre deceduto a causa di avvelenamento accidentale: (cioè a causa di veleno letale per leoni o iene che risulta però essere letale anche per gli avvoltoi), e sempre più spesso vengono uccisi anche per motivi religiosi: secondo Kerri Wolter (nonché Ceo del centro di riabilitazione Vulpro in Sud Africa, che cura esemplari malati e feriti per poi rilasciarli in natura) la loro testa e altri parti del corpo vengono inoltre utilizzati per la realizzazione di medicinali vari.
La loro diminuizione, è causa di accrescimento delle carcasse, con conseguente aumento della proliferazione di patogeni e malattie come risultato dall’inquinamento delle acque di più di 600 distretti dell’India, e, un aumento di 104.386 morti in più ogni anno.
Le conseguenze della loro totale estinzione potrebbe quindi rivelarsi non solo letale per l’ecosistama, ma anche per l’uomo.
Attualmente sono in corso misure di mitigazione, (come l’aumento di centri di conservazione e riproduzione per gli avvoltoi in cattività) nella speranza di riuscire a contrastarne il declino (sebbene si riproducano in maniera estremamente lenta, per cui non basterebbero decenni prima di tornare al precedente livello.)
Attualità
La Chiesa in lutto: è morto Papa Francesco

Un fulmine a ciel sereno scuote il Vaticano e l’intera comunità cattolica mondiale: Papa Francesco è morto. L’annuncio ufficiale è arrivato nella prima mattinata di oggi, durante una diretta straordinaria da Casa Santa Marta, dove il Cardinale Kevin Farrell ha dato la notizia al mondo:
“Carissimi fratelli e sorelle, con profondo dolore devo annunciare la morte del nostro Santo Padre Francesco. Alle ore 7:35 di questa mattina, il Vescovo di Roma, Francesco, è tornato alla casa del Padre. La sua intera esistenza è stata spesa al servizio del Signore e della Sua Chiesa. Ci ha insegnato a vivere i valori del Vangelo con fedeltà, coraggio e amore universale, soprattutto nei confronti dei più poveri e degli emarginati. Con profonda riconoscenza per il suo esempio di autentico discepolo di Cristo, affidiamo la sua anima all’infinita misericordia di Dio Uno e Trino.”
La morte di Papa Francesco segna la fine di un pontificato che ha lasciato un’impronta profonda e indelebile nella storia della Chiesa contemporanea. Un Papa vicino agli ultimi, alle periferie del mondo, che ha saputo parlare con semplicità e forza a credenti e non. Mentre il mondo si unisce nel cordoglio, la Chiesa si prepara a salutare il suo pastore, affidandone l’anima all’abbraccio del Signore.
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