Attualità
Da adesso sarà più facile distinguere i Buchi Neri grazie all’IA

L’astronomia delle onde gravitazionali è recentemente stata rivoluzionata da una tecnica artificiale definita “Spectral Clusterning”.
Fino ad oggi, l’identificazione degli elementi è sempre stata effettuata in base alla massa di ognuno, campione per campione; ma la necessità di un approccio basato sulla distribuzione a posteriori nel suo complesso ha portato allo sviluppo di una nuova metodologia potenziata attraverso lo Spectral Clusterning, che rende possibile l’analisi dell’insieme completo dei dati senza dover ricorrere ai precedenti rigidi schemi.
Si tratta nello specifico di un progetto portato avanti dall’Università di Milano-Bicocca, con a capo l’astrofisico Davide Gerosa che ha spiegato nel dettaglio la motivazione dietro lo sviluppo dell’imminente novità: «Fino a oggi, il metodo più diffuso per l’identificazione degli oggetti prevedeva di etichettare il più massiccio come “1” e il meno massiccio come “2”. Tuttavia, questa scelta, apparentemente intuitiva, introduce ambiguità nelle misure, specialmente nei sistemi binari con masse simili. Ci siamo chiesti: è davvero la scelta migliore?»
Lo studio, pubblicato su Physical Review Letters (una tra le più prestigiose riviste di fisica) chiarisce come attraverso l’applicazione di questa nuova metodologia la precisione della misurazione del buco nero sia migliorata almeno del 50%, e come sia diventata più affidabile la stessa distinzione degli oggetti.
Dallo Physical Review Journals⤵️
https://journals.aps.org/prl/abstract/10.1103/PhysRevLett.134.121402
Secondo quanto riportato, gli interferometri Ligo/Virgo, utilizzati per la rilevazione delle onde gravitazionali nell’accertazione di Buco Nero/ Stella di Neutroni potrebbero aver errato del 10% nell’attribuzione dell’oggetto compatto osservato.
Come già ribadito da Garosa «I risultati sono sorprendenti: le misurazioni dello spin sono più precise e distinguere i buchi neri dalle stelle di neutroni diventa più affidabile»
Diciamolo… un vero e proprio passo avanti per la scienza!
Attualità
Il ritorno degli enocioni: primo caso di de-estinzione al mondo + foto

Ad annunciare questo affascinante evento storico quanto scientifico, è stata la Colossal Biosciences, riportando in vita tre cuccioli di “dire wolf” definiti anche metalupi, il 7 aprile.
I tre cuccioli: Romolo, Remo e Khalesi, hanno il DNA del loro antico parente ormai estinto: l’enocione, un canide di grosse dimensioni che viveva sul nostro pianeta tra i 20 e i 10 mila anni fa.
I primi due cuccioli hanno 6 mesi, mentre la terza due, e stanno vivendo una vita tranquilla da cuccioli di enocione, una specie esistita sul pianeta terra tra i 20 e i 10 mila anni fa. Già a vedere il manto candido dei piccoli si nota l’aspetto che non corrisponde all’originale per quando diventeranno adulti, ad ora pesano più di 36 chili, lunghi oltre 1 metro e potrebbero arrivare ad un’altezza di 1 metro e 80 e una stazza oltre i 45 chili.
PRIMO CASO AL MONDO
Romolo, Remo e Khalesi sono il frutto di un’operazione di de-estinzione dell’azienda americana Colossal Laboratories & Biosciences, l’unica al mondo specializzata in operazioni di questo genere, la quale ha annunciato di aver “riportato in vita” il metalupo (nome noto ai fan della serie fantasy Trono di Spade) o enocione.
DE-ESTINZIONE
La pratica, nota anche come resurrezione biologica, consiste nella creazione in laboratorio di una specie estinta, tramite l’utilizzo di tecnologie di ingegneria genetica in grado di modificare il DNA delle cellule di una specie vivente per ottenere delle cellule con il patrimonio genetico della specie estinta.
I Dire Wolf o metalupi, resi famosi dalla serie tv Trono di Spade, erano animali definiti leggendari, con mascelle così forti da frantumare ossa e rivestiti da una folta pelliccia bianca. I ricercatori della Colossal Biosciences, già impegnata nella de-estinzione del dodo e del mammut, hanno modificato il DNA di quello che, secondo gli studiosi, sembra essere il parente più vicino ai metalupi: il lupo grigio (canis lupus), in modo tale da ottenere tratti fenotipici, ossia caratterestiche osservabili, della specie estinta migliaia di anni fa.
I cuccioli sono nati in periodi diversi, due a ottobre 2024, chiamati Romolo e Remo, e l’ultimo a gennaio 2025, una femmina chiamata Khalesi, in onore a Daenerys Targaryen, uno dei personaggi più amata della nota serie fantasy.
foto x @janethleonM
PROCEDIMENTO
Gli scienziati coinvolti, hanno estratto il DNA da due fossili di metalupi: un dente risalente a circa 13 000 anni fa e un osso dell’orecchio interno di circa 72 000 anni fa. Dunque l’analisi e il confronto del DNA estratto con il patrimonio genetico della specie più vicina, il lupo grigio, ha permesso di individuare geni, cioè tratti del DNA che conferiscono le caratteristiche uniche alle specie, responsabili di tratti fisici come dimensioni corporee che comprendono forma della testa, orecchie e cranio, caratteristiche del pelo come il colore e la lunghezza e delle vocalizzazioni come l’ululato.
Grazie all’uso delle tecniche avanzate di ingegneria genetica, come il sistema CRISPR/Cas9, sono state apportate modifiche al DNA delle cellule del lupo grigio, nello specifico, sono state apportate 20 modifiche di 14 geni. Di queste modifiche, 15 sono state apportate tramite l’uso del DNA dai fossili di metalupo mentre le rimanenti sono state ottenute lavorando direttamente sul DNA originale.
COMPORTAMENTO
Dal punto di vista etologico, gli scienziati hanno dichiarato quanto segue: “L’esuberanza angelica che i cuccioli mostrano in presenza degli umani (trottare verso gli abbracci, le grattatine sulla pancia, i baci) è completamente assente“. Romolo e Remo in particolare, tengono le dovute distanze dagli esseri umani, indietreggiando se una persona si avvicina.
foto @kodami
foto @colossalbiosciences
Attualità
La guerra commerciale tra Usa e Cina continua, ecco cosa potrebbe accadere

Durante la sua presidenza, Donald Trump sostiene di aver usato i dazi (delle tasse che un paese impone su beni e prodotti che vengono importati da un altro paese) come uno strumento per proteggere l’economia americana e per fare pressione su altri paesi che, secondo lui, non rispettavano le regole commerciali.
Ha imposto dazi molto alti su molte importazioni, in particolare dalla Cina, accusando il paese di fare pratiche commerciali scorrette, come il furto di proprietà intellettuale e il dumping (vendere beni sotto il prezzo di costo per danneggiare i concorrenti).
Negli ultimi giorni in particolare, le relazioni tra la Cina e gli Stati Uniti sono diventate più tese.
Il 4 aprile 2025, la Cina ha deciso di applicare una tassa del 34% su tutti i prodotti americani, come risposta a simili misure degli Stati Uniti.
Le conseguenze potrebbero rivelarsi devastanti, poichè l’incertezza commerciale tra Cina e Stati Uniti rende tutto più incerto, causando previsioni di crescita più basse in molti Paesi.
MENO COMMERCIO
Le tasse imposte da entrambi i Paesi rendono più difficile il commercio tra loro. Le aziende che dipendono dalla Cina o dagli Stati Uniti potrebbero avere problemi, con un aumento dei costi.
DIFFICOLTÀ PER GLI ALTRI PAESI
I Paesi che dipendono molto dal commercio con la Cina o gli Stati Uniti potrebbero avere più disoccupazione e problemi economici, con il rischio di proteste.
Anche le imprese italiane e i consumatori potrebbero essere colpiti da questa situazione. Se le tariffe (dazi) aumentano i costi di importazione da Cina o Stati Uniti, le imprese italiane che acquistano prodotti da questi Paesi potrebbero pagare di più per le materie prime o i prodotti finiti. Questo può portare a un aumento dei prezzi per i consumatori.
La guerra commerciale potrebbe rallentare l’economia mondiale, riducendo la domanda di beni e servizi. Questo influenzerebbe anche l’Italia, che dipende dal commercio internazionale per una parte significativa della sua economia.
MERCATO ILLECITO
Il mercato nero potrebbe essere influenzato dalla guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina in diversi modi, e quindi crescere, causando problemi come truffe, merce di bassa qualità e difficoltà per il governo di raccogliere le tasse.
Attualità
Cile: meraviglie scoperte nelle profondità dell’oceano, oltre 160 nuove specie

Durante un esplorazione dei canyon sottomarini al largo del Cile nelle profondità dei fondali oceanici, un gruppo di ricercatori ha scoperto una grande quantità di specie sconosciute.
Nelle profondità dell’Oceano Pacifico, grazie alle scoperte dei ricercatori, sono state scoperte 160 nuove specie nel corso di una campagna di ricerca. La spedizione vorrà successivamente fornire la documentazione scientifica per rafforzare la tutela di questo ecosistema, istituendo anche nuove aree marine protette.
I territori delle profondità oceaniche sono luoghi straordinari e fitti di mistero. Non sorprende infatti che ad oggi, la biodiversità delle regioni sottomarine di varie parti del mondo, siano ancora in parte sconosciute ai ricercatori. E’ proprio nell’ecosistema del Pacifico che gli studiosi del Schmidt Ocean Institute, in collaborazione con altri istituti e atenei, hanno documentato un ecosistema straordinario.
LA SCOPERTA SORPRENDENTE
La campagna di ricerca, guidata dai professori Erin E. Easton e Javier Sellanes, ha osservato 160 specie dalla cresta Salas y Gómez fino all’Isola di Pasqua, appartenente al territorio del Cile: di queste 160 specie, almeno 50 potrebbero essere completamente nuove agi occhi della scienza.
NUOVE SPECIE
Le nuove specie scoperte comprendono stelle marine, coralli, spugne, polpi, ricci di mare, granchi, pesci e altri organismi marini incontrate in una spedizione durata 40 giorni, la quale ha interessato 10 montagne sottomarine e principalmente l’isola di Pasqua.
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foto @focus
Le indagini sono avvenute a bordo della R/V Falkor dello Schmidt Ocean Institute grazie a tecnologie all’avanguardia e nuove telecamere. Questa nuova strumentazione ha permesso al team di analizzare il fondale registrando l’avvistamento di corallo del genere Leptoseris, il più profondo del mondo.
Inoltre, la cresta Salas y Gomez rappresenta una risorsa naturale di enorme valore per la scienza con oltre 110 montagne sottomarine. In questi territori vive la presenza di balene, tartarughe marine, squali e molte altre specie. Le acque però sono di alto mare, dunque appartengono a più Stati internazionali, da qui nasce il Tratto sull’alto mare delle Nazioni Unite, con l’obiettivo di tutelare questo patrimonio di enorme importanza ecologica, migliorando la comprensione di questi ambienti.
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