La tragedia è avvenuta nella notte della scorsa domenica, causata da una rissa per motivi ancora poco chiari al di fuori di una discoteca di Treviso fra un gruppo di nordafricani e uno di italo-romeni, a farne le spese un 20enne. Da segnalare inoltre tre coetanei feriti, di cui uno grave e al momento in condizioni critiche.
Ennesimo episodio di violenza immotivata e per futili motivi tra giovani, avvenuto la scorsa notte verso le 4 nella zona di Castelfranco Veneto, al di fuori della discoteca “Baita al Lago”.
I motivi ancora non sono chiari e le indagini proseguono ma, quella che sembrava una rissa tra ragazzi è culminata in un feroce accoltellamento, iniziato all’interno del locale e terminato nella zona esterna dopo la chiusura della discoteca, che ha portato alla morte di un 20enne e ferito tre ragazzi, di cui uno grave.
Gli inquirenti stanno seguendo tutte le tracce possibili al fine di far luce sull’esatta dinamica dell’accaduto e hanno arrestato due giovani con l’accusa di omicidio, tentato omicidio, rissa aggravata e lesioni personali. Oltre loro, altre sette persone sono state denunciate per rissa aggravata.
LA VITTIMA
Il giovane rimasto ucciso si chiamava Lorenzo Cristea, italo-romeno di Padova, 20 anni, trasportato inizialmente all’ospedale più vicino in condizione critiche e morto poco dopo per le gravi lesioni subite.
LE PAROLE DELLA SINDACA
“Con profonda preoccupazione e sincera tristezza apprendo la notizia del tragico episodio avvenuto questa notte che ha provocato la morte di un ragazzo di appena vent’anni, nostro concittadino, e il grave ferimento di un altro ventiduenne“. Così Antonella Zoggia, sindaca di Trebaseleghe (Padova), dove risiedeva il giovane.
“Il mio primo pensiero va alle famiglie delle vittime, colpite da un dolore inimmaginabile, a cui esprimo a nome mio personale e dell’intera comunità di Trebaseleghe la più sentita vicinanza. Episodi di questo genere ci scuotono nel profondo, perché ci pongono di fronte a un fenomeno che purtroppo non riguarda solo un singolo luogo o una singola comunità: è un campanello d’allarme che riguarda l’intero Paese. L’escalation di violenza tra giovani, spesso accompagnata da un vuoto educativo e relazionale, ci impone una riflessione seria e urgente. È giusto contrastare questi fenomeni promuovendo momenti di ascolto, dialogo e prevenzione. Non possiamo e non vogliamo restare indifferenti“.
LA RICOSTRUZIONE DELLA MADRE DI UN FERITO
“Sono usciti verso le tre, avevano bevuto un po’, poi è successo che alcuni ragazzi hanno iniziato a provocarli, a farli arrabbiare. Gli hanno urlato: ‘Vieni qua, che adesso ti faccio vedere. Stavano per andarsene con la macchina ma, poi sono scesi. Mio figlio ha avuto un confronto con uno di loro, erano due ragazzi di origine marocchina. E si sono picchiati. Mio figlio ha sentito qualcosa dietro la schiena, come un pizzicotto, e si è accorto che c’era un coltello. Poi hanno visto che anche l’altro era armato“.