Attualità
Blackout in Spagna, Portogallo e nel sud della Francia: stop anche ad Internet -Video

Un blackout ha colpito la Spagna (oltre che la Francia ma per pochi minuti), creando un vero e proprio caos anche in Portogallo.
Internet, treni ed aerei fermi? Sì, avete capito bene! Le cause restano misteriose e non si escludono hacker, sabotaggi o problemi atmosferici.
Situazione difficile soprattutto per gli ospedali che hanno funzionato fino a qualche ora fa con i generatori.
TRASPORTI BLOCCATI
Le stazioni ferroviarie delle principali città spagnole rimarranno aperte tutta la notte per accogliere i viaggiatori bloccati dai disservizi. Il ministro dei Trasporti, Oscar Puente, ha confermato su X che “non è prevedibile” quando riprenderanno i servizi di media e lunga distanza.
Tra le città interessate ci sono Madrid, Barcellona, Bilbao e molte altre!
IL MESSAGGIO DEL PREMENIER
Il premier spagnolo Pedro Sánchez ha dichiarato di “non escludere nessuna ipotesi” sulle cause del blackout che sta mettendo in ginocchio il paese. Ha invitato tutti a seguire solo i “canali ufficiali” per le notizie sulla situazione attuale. Fortunatamente, gli impianti idroelettrici sono tornati operativi e Sánchez è fiducioso di un ripristino della fornitura “presto”, sebbene senza dare tempistiche precise.
Attualità
Extra Omnes: come funziona e chi parteciperà al Conclave

Con la morte di Papa Francesco, ecco come funzionerà il prossimo Conclave, scoprendo tutte le regole, le tradizioni e le curiosità.
Come funziona e dove si terrà?

La fumata nera e la fumata bianca:

L’accettazione e l’annuncio:
Attualità
Funerali Papa Francesco: l’ultimo saluto dai fedeli

L’ultimo momento per poter salutare un ultima volta Papa Francesco, si sono riuniti per la celebrazione funebre del pontefice oltre 400 mila fedeli, 170 vip stranieri tra potenze e non e quasi 5 mila sacerdoti, tutti riuniti per dare l’ultimo saluta al santo padre.
A salutare un ultima volta il Santo Padre, si sono radunati oltre 250 mila fedeli, 166 cariche tra capi di stato e delegazioni internazionali, 4.800 giornalisti e oltre 5.000 sacerdoti in Piazza San Pietro. Questi numeri ci danno una dimostrazione di ciò che il cardinale Giovanni Battista Re, che ha condotto l’omelia per il funerale del papa, ha definito: “il plebiscito di manifestazioni di affetto e di partecipazione che ci dice quanto il suo intenso Pontificato abbia toccato le menti e i cuori.”
Anche se, il Ministero dell’interno Matteo Piantedosi, considerando tutti i presenti in piazza San Pietro, ma anche lungo tutto il percorso del corteo funebre fino alla Basilica di Santa Maria Maggiore, ha stimato “non meno di 400 mila persone”
OLTRE 5 MILA SACERDOTI
Sono venuti in Piazza San Pietro per la messa esequiale di Papa Francesco circa 5.000 tra cardinali, vescovi e sacerdoti. In particolare, sono venuti a concelebrare rito funebre del Santo Padre sul sagrato della basilica di San Pietro, 750 vescovi e 220 cardinali; tra questi presenti, ben 4 sono ultranovantenni, ci si riferisce a Tarcisio Bertone (90), Camillo Ruini (94), Ernst Simoni (96) e Angelo Acerbi (99), oltre al cardinale decano che ha presieduto al celebrazione, Giovanni Battista Re, che ha compiuto 90 anni a gennaio.
MESSA IN 9 LINGUE
La messa esequiale del santo padre è stata trascritta in un libretto di 87 pagine con traduzione della liturgia, la quale è stata tradotta in 9 lingue diverse, sia in italiano che in inglese, anche se la lingua usata maggiormente nelle due ore di funzione è stata il latino. Durante la prima lettura si è scelto di usare l’inglese e per la seconda lo spagnolo, successivamente le preghiere dei fedeli si sono susseguite in 7 lingue diverse: italiano, francese, arabo, portoghese, polacco, tedesco e cinese. Inoltre, è stata scelta una preghiera della liturgia bizantina della Chiesa Orientale in greco.
L’ULTIMO VIAGGIO DI PAPA FRANCESCO
Il corteo funebre dell’ultimo viaggio terreno del pontefice nella Basilica di Santa Maria Maggiore, dove Bergoglio ha scelto personalmente di essere seppellito, è durato circa mezz’ora. Durante il percorso durato 6 km, l’ex papa mobile riadattata è andata a passo d’uomo per consentire alle persone di seguire dietro le transenne.
Ad accogliere Papa Francesco nella basilica sono stati 40 “amici“, persone che il pontefice aveva conosciuto durante la sua vita, ognuno con in mano una rosa bianca, le preferite di Bergoglio. Tra loro vi sono in particolare 10 rifugiati che sono stati scelti tra gli ospiti dei centri della Caritas diocesana. Nel gruppo vi erano presenti in più anche detenuti, persone senza dimora fissa, famiglie in difficoltà e donne vittime di tratta, tutti accompagnati da diverse associazioni laiche e religiose.
Attualità
Gli avvoltoi a rischio di estinzione: cause e possibili conseguenze

Gli avvoltoi (nonché nome con cui vengono comunemente indicati uccelli rapaci dalla testa calva e priva di piume) hanno ad oggi subito un declino del 90%; percentuale allarmante, dato il fondamentale ruolo svolto per l’ecosistema.
Nonostante nel corso degli anni (probabilmente a causa del loro aspetto) si siano guadagnati la nomea di “uccelli sporchi”, in realtà, oltre ad essere notevolmente puliti, possiamo reputarli veri e propri “spazzini naturali!”.
L’assenza di piume sul capo consente infatti di riuscire a mantenere una certa pulizia durante il nutrimento di carcasse.
Talvolta, raramente attaccano animali vivi, e l’acido all’interno del loro stomaco, consente loro di ingerire carcasse letali per qualsiasi altro animale, rimuovendo al coltempo questi batteri dall’ambiente senza rimanerne infetti.
Eppure a partire dagli anni 90, è stata registrata una notevole riduzione della specie del 90% in India e Nepal (e non per cause naturali).
Il motivo?
La somministrazione di un antinfiammatorio, chiamato Dioclafenac.
Il farmaco veniva dispensato nei paesi dell’ Asia Meridionale ai bovini (mucche e bufale) per curare irritazioni e dolori; una volta morti però, i loro corpi venivano lasciati all’aperto, e gli avvoltoi avevano la possibilità di nutrirsene.
Il problema?
Anche piccolissime tracce di Diclofenac nella carne risultano essere altamente tossiche per gli avvoltoi, in quanto ne basta davvero poco per causarne insufficienza renale e morte quasi immediata.
E così in meno di vent’anni è accaduta quella che possiamo definire una vera e propria catastrofe ecologica.
L’india, prendendone atto, nel 2006 ne vietò la somministrazione, ma ha agito tardi: in 10 anni siamo passati da 50 milioni di esemplari a poco più di 2.000.
Un 61% è inoltre deceduto a causa di avvelenamento accidentale: (cioè a causa di veleno letale per leoni o iene che risulta però essere letale anche per gli avvoltoi), e sempre più spesso vengono uccisi anche per motivi religiosi: secondo Kerri Wolter (nonché Ceo del centro di riabilitazione Vulpro in Sud Africa, che cura esemplari malati e feriti per poi rilasciarli in natura) la loro testa e altri parti del corpo vengono inoltre utilizzati per la realizzazione di medicinali vari.
La loro diminuizione, è causa di accrescimento delle carcasse, con conseguente aumento della proliferazione di patogeni e malattie come risultato dall’inquinamento delle acque di più di 600 distretti dell’India, e, un aumento di 104.386 morti in più ogni anno.
Le conseguenze della loro totale estinzione potrebbe quindi rivelarsi non solo letale per l’ecosistama, ma anche per l’uomo.
Attualmente sono in corso misure di mitigazione, (come l’aumento di centri di conservazione e riproduzione per gli avvoltoi in cattività) nella speranza di riuscire a contrastarne il declino (sebbene si riproducano in maniera estremamente lenta, per cui non basterebbero decenni prima di tornare al precedente livello.)
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