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Cronaca

Medio Oriente, Israele attacca sede Mezzaluna Rossa a Gaza: svariati morti e feriti

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Foto: Daily Muslim

Un operatore palestinese è stato ucciso e altri tre sono rimasti feriti in un attacco israeliano in Medio Oriente contro la sede centrale dell’organizzazione a Khan Younis, nella Striscia di Gaza meridionale. 62 le vittime a Gaza nelle ultime 24 ore, incluse 38 che erano in attesa di cibo. Un video shock diffuso da Hamas mostra un giovane israeliano ridotto a uno scheletro sotto un tunnel, in un cupo parallelismo con i gazawi che muoiono di fame.

LE ULTIME ORE IN MEDIO ORIENTE

Un operatore della Mezzaluna Rossa palestinese è stato ucciso e altri tre sono rimasti feriti in un attacco israeliano contro la sede centrale dell’organizzazione a Khan Younis, nella Striscia di Gaza meridionale. L’attacco ha causato l’incendio del primo piano dell’edificio, ha aggiunto la Mezzaluna Rossa palestinese in un comunicato pubblicato su X. 62 le vittime a Gaza nelle ultime 24 ore, incluse 38 che erano in attesa di cibo.

Lo riporta Al Jazeera citando fonti ospedaliere. Soffrono anche gli ostaggi, circa 20 ritenuti ancora vivi. Un video shock diffuso da Hamas mostra un giovane israeliano ridotto a uno scheletro sotto un tunnel, mentre languono i negoziati ancora in stallo.

Hamas ha ribadito che non accetterà di deporre le armi finché non verrà istituito uno Stato palestinese. Sugli aiuti a Gaza, al via la “collaborazione operativa” dell’Italia, con Emirati Arabi e Giordania.

Il ministro israeliano della Sicurezza nazionale, Itamar Ben-Gvir, di estrema destra, ha guidato stamani una incursione di coloni sulla Spianata delle Moschee a Gerusalemme, presso la moschea di Al-Aqsa, accompagnato dal parlamentare del Likud Amit Halevi.

Medio Oriente

In foto: il simbolo della Mezzaluna Rossa
Foto: Wikipedia

LE PAROLE DA PARTE DI ISRAELE

In una intervista a al Jazeerail terrorista di Hamas Ghazi Hamed ringrazia l’iniziativa di diversi Paesi di riconoscere uno Stato palestinese: è uno dei frutti del 7 ottobre. Abbiamo dimostrato che la vittoria su Israele non è impossibile e le nostre armi sono un simbolo della dignità palestinese“.
Se questa è la persona che ti applaude, cosa dice di te?“.

Lo scrive su X il ministro degli Esteri israeliano Gideon Sa’ar commentando l’intervista del leader e negoziatore di Hamas Ghazi Hamad in cui ha difeso gli attacchi del 7 ottobre.

Lasciatemi dire: prima del 7 ottobre, il mondo stava anche solo discutendo della Palestina? Chiedete al presidente Abu Mazen, qualcuno stava prestando attenzione?“, ha detto Hamed nell’intervista. “Hanno detto all’Autorità Palestinese di dimenticare la soluzione a due Stati. Il 7 ottobre ha cambiato tutto questo. Sì, abbiamo pagato un prezzo, ma quale opzione avevamo? Arrenderci a Ben Gvir e ai suoi coloni estremisti? Stava profanando Al-Aqsa, parlando ogni giorno di annettere la Cisgiordania. Le nostre opzioni erano: arrendersi o resistere. Grazie alla resistenza, abbiamo visto grandi risultati: il mondo sta di nuovo riconoscendo la Palestina. L’immagine di Israele come democrazia è distrutta. Il mito dell’invincibilità israeliana è scomparso. Oggi, le persone stanno marciando contro il genocidio in ogni capitale occidentale. Netanyahu è ricercato dalla Corte Penale Internazionale. Israele è accusato di genocidio e pulizia etnica. E dopo 22 mesi di guerra, Israele non ha ancora sconfitto Gaza, recuperato i prigionieri, o stabilito il controllo. Gaza è diventata un modello di resistenza eroica“, ha detto il leader di Hamas.

I DATI DELL’ONU SUL MEDIO ORIENTE

Secondo i dati pubblici dell’Onu (Monitoring & Tracking DashboardUN2720)  un sistema che traccia ogni camion di aiuti che entra a Gaza utilizzando codici Qr, tra il 19 maggio e il 2 agosto, sono state scaricate circa 40.000 tonnellate di aiuti umanitari, ma solo 4.100 tonnellate (il 10%) sono arrivate a destinazione.

Il resto è stato contrassegnato come “intercettato“, cioè i carichi “sono stati dirottati lungo il tragitto dentro Gaza sia pacificamente da parte di persone affamate che con la forza da parte di attori armati“.

PARLA TAJANI SUL MEDIO ORIENTE

In questo momento non ci sono, in base al diritto costituzionale e al  diritto pubblico internazionale, le condizioni oggettive perché ci sia  uno Stato palestinese.Dobbiamo lavorare per costruirlo, questo sì. Noi  stiamo facendo questo, riconoscere uno Stato che non c’è è soltanto un  esercizio teorico“. A dirlo il ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani, parlando con i giornalisti agli Stati generali del  Mezzogiorno di Forza Italia.

Questo – ha aggiunto – non significa che  non si deve dire a Israele basta bombardamenti, basta attacchi contro la  popolazione civile, basta vittime.Come dobbiamo dire a Hamas basta  usare il popolo palestinese come scudo umano, basta tenere in condizioni  disumane ostaggi che non hanno nessuna responsabilità nella politica di  Israele.Quindi dobbiamo lanciare dei messaggi forti proprio per  costruire la pace.Noi siamo schierati dalla parte della pace, non siamo  contro il popolo palestinese, non siamo contro il popolo israeliano“.

Attenzione anche – ha detto Tajania non creare, con un linguaggio  violento, nuovi sentimenti di antisemitismo.Questo è  inaccettabile.Quindi bisogna sempre usare un linguaggio a favore della  pace, non un linguaggio di odio.Diciamo a Israele basta, diciamo ad  Hamas basta, ora è il momento del dialogo, è il momento del cessate il  fuoco per costruire una pace duratura in quel martoriato Medio  Oriente.Non sarà facile ma non bisogna arrendersi di fronte alle  difficoltà“.

Medio Oriente

In foto: Antonio Tajani
Foto: Esquire

Classe 2002. Laureato in scienze della Comunicazione all'Università degli studi di Palermo. Aspirante giornalista/giornalista sportivo e grande appassionato di calcio,musica e spettacolo.

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Gaza, in migliaia senza cibo da settimane. Netanyahu: “Non c’è fame a Gaza”, Trump ribatte

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Medio Oriente

Non c’è fame a Gaza“, ha detto il primo ministro israeliano mentre arrivano i primi aiuti dal cielo e da terra dopo l’inizio della tregua nella Striscia. Trump dalla Scozia ribatte: “Non sono d’accordo, ho visto immagini terribili“. Tonnellate di cibo sono state lanciate sia dall’Idf, sia dagli aerei di Paesi come Giordania ed Emirati, mentre camion egiziani sono entrati attraverso il valico di Rafah. Wafa denuncia altre vittime nella Striscia.

PROBLEMA DELLA FAME A GAZA

Primi passi per alleviare la crisi che continua a uccidere: sei persone sono decedute per fame nelle ultime 24 ore, di cui due bambini, altri 24 sono morti per gli attacchi nelle zone designate alla distribuzione di aiuti.

Il ministero della Salute di Gaza controllato da Hamas afferma che nelle ultime 24 ore sono morte nella Striscia 14 persone a causa della fame e della malnutrizione. Questo bilancio, si legge in un comunicato pubblicato su Telegram, porta il totale dei decessi per fame e malnutrizione a 147 dall’inizio della guerra, tra cui 88 bambini.

LA RISPOSTA DI TRUMP

Trump ribatte a Netanyahu rispetto alle frasi del premier israeliano sull’assenza del problema “fame” a Gaza: “Non sono d’accordo, abbiamo visto immagini terribili”

Non prendo una posizione sul riconoscimento dello Stato palestinese“. Lo ha detto il presidente americano Donald Trump parlando coi giornalisti davanti al suo resort di Turnberry in Scozia con al fianco il premier britannico Keir Starmer e la moglie Victoria. Trump ha aggiunto di sapere che invece Starmer ha una posizione in merito.

Ho visto immagini di bambini molto affamati a Gaza“. Ha così smentito indirettamente il premier israeliano Benyamin Netanyahu che aveva negato la fame nella Striscia. Interpellato da un giornalista sulle affermazioni con cui il governo Netanyahu ha negato una carestia nella Striscia di Gaza, Trump ha risposto: “Non so, basandomi sulle immagini della televisione quei bambini sembrano molto affamati“. Ha quindi aggiunto che ora gli Usastanno mandando molto denaro, e altre nazioni stanno incrementando gli aiuti, inclusa questa” (il Regno Unito). Il presidente americano, alla domanda se Israele stesse facendo abbastanza per prevenire le vittime civili, ha poi replicato: “Non credo che nessuno sia sta facendo nulla di grande laggiù, l’intero posto è un macello. Ora servono cibo e sicurezza“.

Nel contempo il presidente americano ha ribadito che gli ostaggi nelle mani di Hamas, essendosi ridotti a suo dire a circa 20, “non vengono rilasciati” perché sono gli ultimi “scudi umani” per i miliziani e che “qualcosa di diverso deve essere fatto“. A Gaza, gli ha fatto eco Starmer, “la crisi umanitaria c’è” ed è “una catastrofe assoluta“. “Nessuno vuole vedere scene del genere, la gente in Gran Bretagna è indignata, serve un cessate il fuoco e noi ringraziamo il presidente per la sua leadership in questa direzione“, ha aggiunto, non senza evocare anche la necessità che Hamas “liberi gli ostaggi israeliani superstiti“.
Voglio che la gente abbia da mangiare in questo momento, per me questa è la priorità numero uno. Perché c’è molta gente che muore di fame. Il cessate il fuoco a Gaza è possibile“.

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Foto: Il diario del lavoro

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Medio Oriente, al via 24 ore di tregua umanitaria: aiuti e camion a Gaza

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Svolta di Israele, in Medio Oriente, nella Striscia di Gaza: sotto la pressione internazionale, il governo Netanyahu ha disposto la ripresa degli aiuti e annunciato tregue umanitarie per facilitarne la distribuzione. Cessate il fuoco dalla mattina del 26 luglio fino alla sera in diversi centri abitati dell’enclave palestinese. Media egiziani vicini allo Stato riportano che i camion con gli aiuti umanitari sono entrati nella giornata di ieri nella Striscia di Gaza.

TREGUA IN MEDIO ORIENTE

Svolta di Israele nella Striscia di Gaza: sotto la pressione internazionale, il governo Netanyahu ha disposto la ripresa degli aiuti e annunciato tregue umanitarie per facilitarne la distribuzione: le Idf attueranno un cessate il fuoco dalla mattina di ieri, giorno 26 luglio, fino alla sera stessa in diversi centri abitati dell’enclave palestinese. E nella notte hanno annunciato di aver già effettuato il lancio di pacchi di cibo.

Media egiziani vicini allo Stato riportano che i camion con gli aiuti umanitari sono entrati ieri  nella Striscia di Gaza, proprio dopo che Israele ha annunciato una “pausa tattica” in alcune parti del territorio per consentire le consegne. “I camion con gli aiuti egiziani iniziano a entrare nella Striscia di Gaza attraverso il valico di Rafah“, ha riferito Al-Qahera News su X.

Questa tregua non avrà alcun significato se non si trasformerà in una reale opportunità per salvare vite umane. Ogni ritardo si traduce in un nuovo funerale, ogni silenzio significa un altro bambino che muore tra le braccia di sua madre senza medicine né latte“: lo ha detto in una dichiarazione pubblicata oggi su Telegram il direttore generale del ministero della Salute della Striscia di Gaza controllato da Hamas, Munir Al-Barsh.

Il segretario di Stato americano Rubio ha detto alle famiglie degli ostaggi che gli Usadevono cambiare strategia a Gaza“, secondo Axios.

L’APPELLO DELL’ONU

Le Nazioni Unite intensificheranno gli sforzi per distribuire cibo ai palestinesi nella Striscia di Gaza approfittando delle pause umanitarie annunciate da Israele in aree designate. Lo ha dichiarato il responsabile umanitario dell’Onu, Tom Fletcher, in un post su X.

Accogliamo con favore l’annuncio di pause umanitarie a Gaza per consentire il passaggio degli aiuti. Siamo in contatto con le nostre squadre sul terreno, che faranno tutto il possibile per raggiungere in questa finestra il maggior numero di persone affamate“, ha scritto Fletcher.

Medio Oriente

Foto: Avvenire

ISRAELE ANNUNCIA LA TREGUA IN MEDIO ORIENTE

I primi camion carichi di aiuti hanno attraversato 24 ore fa il confine dall’Egitto verso la Striscia di Gaza, mentre Israele ha annunciato una tregua nei combattimenti per «scopi umanitari» in diverse aree.

Le immagini mostrano una fila di camion carichi di sacchi bianchi che attraversano, sul lato egiziano, l’ingresso del valico di Rafah, che conduce al territorio palestinese meridionale. Tuttavia, i camion non entreranno direttamente nella Striscia di Gaza, dove il valico di frontiera è chiuso da oltre un anno, e dovranno prima percorrere alcuni chilometri fino al valico israeliano di Kerem Shalom per un’ispezione.

L’esercito israeliano aveva annunciato in precedenza di aver paracadutato aiuti umanitari a Gaza, dopo settimane di pressioni internazionali per consentire l’arrivo di cibo e altri beni vitali per la popolazione in un territorio, quello di Gaza, devastato da oltre 21 mesi di guerra. Il ministero degli Esteri israeliano ha annunciato «una pausa umanitaria» nei centri civili e nei corridoi umanitari per consentire la distribuzione degli aiuti.

Questa «pausa tattica» sarà osservata quotidianamente a partire dalle aree di Deir al-Balah nella Gaza centrale, al-Mawasi nel sud e Gaza City nel nord, dove attualmente non sono in corso operazioni militari.

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Cronaca

Medio Oriente, Israele critica l’appello per Gaza: “Va rivolto ad Hamas”

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Medio Oriente
Nel Medio Oriente le forze israeliane hanno lanciato un’offensiva via terra e via aria nella città di Deir al-Balah, nel centro della Striscia di Gaza, provocando nuove ondate di sfollamenti tra i civili. I carri armati e i veicoli militari israeliani sono entrati in città dal posto di blocco di Kisufim sotto la copertura aerea e di artiglieria pesante. Decine di granate avrebbero colpito i quartieri di Abu al-‘Ajin e Hikr al-Jami, mentre le forze di terra avanzavano.

LE PAROLE DI ISRAELE SUL MEDIO ORIENTE

In Medio Oriente, Israele critica duramente l’appello per Gaza rivolto da 25 Paesi, che chiedono la fine della guerra. “Israele respinge la dichiarazione congiunta, scollegata dalla realtà e che invia un messaggio sbagliato ad Hamas”, si legge in una nota del ministero degli Esteri israeliano, ripresa da Ynet.

“Tutte le affermazioni sull’assenza di un accordo per il cessate il fuoco e sulla mancata liberazione degli ostaggi dovrebbero essere rivolte all’organizzazione terroristica che ha iniziato questa guerra e la sta protraendo”. “La dichiarazione non menziona il ruolo e le responsabilità di Hamas nella situazione. È Hamas l’unico responsabile delle sofferenze continue da entrambe le parti”, sottolinea il ministero.

CONTINUANO I RAID IN MEDIO ORIENTE

È salito ad almeno 56 morti a Gaza il bilancio delle vittime di fuoco, artiglieria e raid aerei di Israele dall’alba di oggi. Lo riferisce Al-Jazeera citando fonti mediche, precisando che 20 dei morti sono stati registrati nel nord della Striscia. Fra le vittime ci sono 7 persone che stavano cercando aiuti umanitari.

Una fonte dell’ospedale Al-Shifa ha riferito ad Al-Jazeera che 6 persone, fra cui 2 bambini, sono state uccise in un attacco israeliano al porto dei pescherecci di Gaza City.

Il bilancio dei palestinesi uccisi nella Striscia di Gaza ha superato i 59mila morti dall’inizio della guerra. È quanto emerge dai dati aggiornati diffusi dal ministero della Sanità di Gaza, secondo cui precisamente dal 7 ottobre del 2023 sono state uccise 59.029 persone e 142.135 sono state ferite.

Il ministero non fa distinzione tra civili e combattenti nel suo conteggio, ma afferma che più della metà dei morti sono donne e bambini. Il ministero fa parte del governo di Hamas, ma l’Onu e altre organizzazioni internazionali lo considerano la fonte più affidabile sui dati relativi alle vittime.

L’APPELLO DELL’UNIONE EUROPEA

L’unione fa la forza. Insieme a 26 partner internazionali, rinnoviamo il nostro appello a Israele affinché rispetti il diritto internazionale e revochi subito le restrizioni agli aiuti. La crisi a Gaza ha raggiunto un livello intollerabile. Solo un cessate il fuoco immediato, incondizionato e permanente può porre fine alle sofferenze”.

Lo scrive su X la commissaria europea per la Gestione delle crisi, Hadja Lahbib, tra i firmatari della dichiarazione su Gaza in cui si afferma che “la guerra a Gaza deve finire ora”.

Medio Oriente

Foto: LaVoce.info

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