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Teach Detox: come disconnettersi dalla tecnologia per riconnettersi a se stessi

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Foto: Veracura

Tra notifiche, email, social media e messaggi, è facile sentirsi sempre “online” e disponibili, senza mai staccare davvero. Ma cosa succederebbe se ci concedessimo una pausa dalla tecnologia per riconnetterci con noi stessi? Ecco dove entra in gioco il Tech Detox ovvero l’arte di disconnettersi per ritrovare il proprio equilibrio interiore e riscoprire una vita più autentica.

Stare costantemente connessi ha un impatto profondo sulla nostra mente e sul nostro corpo. Studi recenti mostrano che il tempo trascorso sui dispositivi digitali può aumentare lo stress e peggiorare la qualità del sonno. Eccesso di stimoli, notifiche frequenti e la tendenza a controllare il telefono ogni pochi minuti possono portare all’ information overload, ovvero la sovraccarico di informazioni, che lascia la mente affaticata e distratta.

Fare un Tech Detox significa quindi prendersi una pausa consapevole per riappropriarsi del proprio tempo, lasciando spazio a passioni, pensieri e relazioni autentiche. È un’occasione per ascoltarsi, senza distrazioni, e per riconnettersi con quelle attività che ci rendono davvero

COME INIZIARE UN TEACH DETOX IN 3 MOSSE:

1. DEFINISCI IL TUO OBBIETTIVO 

Chiediti quanto tempo desideri disconnetterti. Un fine settimana senza social media?
Una settimana senza email di lavoro?

Anche brevi pause di poche ore, come spegnere il telefono durante la cena o prima di andare a letto, possono fare una gran bella differenza.

2. STABILISCI DEI LIMITI DIGITALI 

Usa strumenti come la modalità “Non disturbare” o le impostazioni di tempo-schermo per ridurre le notifiche. Esistono app progettate per monitorare l’uso del telefono, permettendoti di limitare l’accesso a certe piattaforme o di impostare orari in cui staccare completamente.

3. CREA UNA ROUTINE OFFLINE

Sostituisci le abitudini digitali con “attività offline”. Leggi un libro, fai una passeggiata, pratica yoga o medita. Potresti riscoprire passioni che avevi dimenticato o trovare piacere in attività semplici e rigeneranti.

Molti scoprono che, dopo un periodo di disconnessione, il senso di tranquillità è profondo.
La mente si libera dal continuo sovraccarico di informazioni, diventando più concentrata e presente. Il Tech Detox permette di migliorare la qualità del sonno, diminuire lo stress e aumentare la produttività.
Inoltre, si rafforzano le relazioni sociali: conversazioni faccia a faccia e momenti condivisi senza la mediazione di uno schermo possono avere un impatto molto positivo sui rapporti.

Non c’è bisogno di disconnettersi per settimane intere per godere dei benefici. Anche pratiche di “micro-detox” come evitare il telefono la mattina presto o spegnerlo un’ora prima di dormire, possono essere efficaci. L’obiettivo è trovare un equilibrio sano tra il mondo digitale e quello reale, creando una relazione più consapevole e meno invasiva con la tecnologia.

Alla fine il vero obbiettivo è riconnettersi a se stessi e non fare solo una pausa dalla tecnologia. È un invito a vivere in modo più autentico, riscoprendo la bellezza dei momenti di quiete, il valore delle relazioni senza filtri digitali e la gioia delle esperienze vissute appieno.

Disconnettersi, paradossalmente, può essere la via più autentica per riconnettersi con ciò che conta davvero.

Classe 2004. Studentessa in Lettere all’Università degli studi di Palermo. Aspirante editor e giornalista. Appassionata di musica, vintage e letteratura.

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Lifestyle

Nuovo inizio per il fitness: benessere fisico combinato con l’AI in palestra

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Il futuro dell’allenamento corporeo vede l’entrata dell’intelligenza artificiale nelle palestre, offrendo tra i vari benefit: composizione corporea, monitoraggio in tempo reale e personalizzazione. In questo nuovo scenario la tecnologia non è più solo un supporto, ma il cuore di un percorso personalizzato verso il benessere.

Dato l’interesse per la salute e il benessere sempre più in aumento, per chi cerca risultati ben precisi ma allo stesso tempo concreti e duraturi, l’idea che nelle palestre si potrà usufruire di un allenamento basato su dati precisi caratterizzati da un approccio scientifico, rappresenta una vera e propria svolta del fitness.

Dunque ecco un nuovo sistema di valutazione che combina l’Intelligenza Artificiale con tecnologie avanzate per analizzare in pochi minuti la composizione corporea, forza, equilibrio, mobilità e capacità cognitive, permettendo dunque di poter personalizzare il proprio piano personale. Non basta più seguire degli schemi predefiniti, bisogna adottare un approccio su misura, basato su dati reali e aggiornati continuamente in tempo reale.

TECHNOGYM CHECKUP

In Italia questa novità viene introdotta da FitUp, il primo network di palestre a introdurre all’interno dei suoi 81 club frequentati circa da 120 mila clienti con uno staff composto da oltre 500 professionisti, Technogym Checkup, dotato di una pedana intelligente, un monitor e sensori di ultima generazione in grado di rilevare parametri chiave dell’intero corpo e della mente in tempo reale.

foto @technogym checkup

Inoltre, grazie ad una rapida analisi, il sistema elabora una metrica chiara e intuitiva, ossia la Wellness Age, permettendo di confrontare la propria età biologica con quella reale e monitorare i progressi nel tempo.

Davide Diamante, Presidente e Founder di FitUP, spiega a riguardo: “La tecnologia ci permette di superare i limiti dell’allenamento tradizionale” aggiungendo: “Oggi si riesce ad offrire un’esperienza realmente personalizzata, basata su dati scientifici e sull’evoluzione del loro stato fisico e cognitivo“. 

INNOVAZIONE PERSONALIZZATA

Ma l’innovazione non si limita solo alla misurazione. Si aggiungono infatti la generazione di programmi di allenamento personalizzati, in grado di adattarsi progressivamente ai miglioramenti dell’utente. L’obiettivo è quello di massimizzare i risultati e aumentare la motivazione, offrendo così un’esperienza di allenamento molto più efficace e al contempo mirata e coinvolgente.

Grazie a queste integrazioni con le attrezzature e ad un ecosistema digitale avanzato, l’utente può accedere ai propri dati ovunque, monitorare i progressi e ricevere feedback continui che mirano ad ottimizzare il proprio percorso fitness.

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Lifestyle

E se smettessimo di… 5 abitudini che per la scienza sono deleterie

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Nell’atto quotidiano, entriamo in contatto con più comportamenti ripetitivi che finiscono con l’influenzare le nostre giornate, e inevitabilmente, anche la nostra vita.

Spesso si tratta di tendenze apparentemente innocue, ma che, in realtà, possono portare ad un graduale peggioramento del nostro benessere fisico e mentale.

1) Utilizzare il cellulare prima di dormire

Ti sarà spesso capitato di avere ben pensato, in tarda sera, di utilizzare i social del tuo smartphone mentre eri comodamente disteso sul letto, in attesa che la sonnolenza aumentassee di aver invece, ottenuto l’effetto opposto; rimanendo così, sveglio fino a tarda notte.

Questo succede perché, la melatonina, che si occupa di favorire il sonno, viene prodotta (unicamente) in assenza di luce… e proprio per questa ragione, la luminosità prodotta dallo schermo, può rivelarsi altamente dannosa durante la notte, in quanto impedisce a tale ormone prodotto dalla ghiandola pineale, di regolare il nostro ciclo sonno veglia.

Dovremmo allora sostituire il cellulare con qualcos’altro (quantomeno prima di dormire); prova, ad esempio, con un bel libro!

2) Abbronzarsi (senza protezione solare)

Gli effetti collaterali, non si limitano a scottature e arrossamenti.

I raggi UV entrano direttamente in contatto con le cellule della pelle, occhi e palpebre; motivo per cui, l’assenza di una protezione dai raggi ultravioletti, può causare effetti a lungo termine come rughe sottili e cadenza della pelle…

Insomma… meglio applicare la crema solare se si vuole evitare l’invecchiamento precoce.

3) Bere poca acqua

L’ideale sarebbe consumarne un litro e mezzo/due al giorno!

Ci viene infatti ripetuto molto spesso quanto possa essere dannoso ignorare la disidratazione; per non rischiare crampi, irritabilità, o, nei casi più gravi vertigini e svenimento.

Quali sono i segnali da non ignorare?
Fai attenzione a pelle secca e stanchezza!

(Se hai difficoltà, puoi aiutarti con applicazioni come Water Time Drink Reminder o Drink Water Acqua Giornalier!)

4) Paragonarsi agli altri

Viviamo in una generazione dove ci sottopongono (e/o ci sottoponiamo da soli) a standard di bellezza difficili, se non quasi impossibili da raggiungere.

Attenzione; il fare paragoni tra noi e gli altri è normale, si tratta di un involontario riflesso che fa parte della coscienza umana, ed utile in qualche modo alla costruzione della nostra identità e della persona che vorremmo essere.

Eppure, si tratta di un atteggiamento che andrebbe quantomeno limitato, poiché potrebbe tradursi in ipotetica ansia da paragone, disagi ed incertezze.

È un meccanismo che, secondo la psicologia potrebbe influenzare la nostra crescita personale, e il più delle volte non in maniera positiva.

Prova allora a concentrarti sui tuoi pregi, e caratteristiche mentali e fisiche che vorresti provare a valorizzare, e soprattutto, ricorda che il confronto con questi irraggiungibili modelli può essere veleno per la nostra autostima.

5) Overthinking

A volte anche un eccessivo flusso di pensieri può rivelarsi fonte di disagio.

Ma come si fa a non pensare troppo?

Tieni a mente che più dai peso ai pensieri futili e più sembreranno grandi; chiediti dunque se quello a cui stai pensando avrà la stessa importanza domani, la prossima settimana, il prossimo mese o il prossimo anno, e soprattutto, dedicati ad attività che possono renderti felice.

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Musei terapia: luoghi di cura in cui l’ansia e lo stress diminuiscono

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Un recente studio italiano dell’Università di Milano-Bicocca, dimostra che l’arte riduce ansia e stress fino al 25%, ma i benefici non si limitano a questo.

A trattare la tematica dell’arte come strumento per curare ansia e stress è il progetto ASBA (Anxiety, Stress, Brain-friendly museum, Approach) realizzato dall’Università di Milano-Bicocca che ha coinvolto nel progetto 350 cittadini e decine di operatori museali.

Lo studio in questione, condotto insieme all’Università Statale con la partecipazione di un team multidisciplinare, mostra come alcune attività legate all’arte riescono a ridurre l’ansia e lo stress del 25%, mentre anche solo partecipando con una visita guidata, il calo è del 20%. Trasformando i musei in veri e propri spazi per il benessere psicofisico.

LUOGHI DI CURA PER IL BENESSERE MENTALE

Ideato da Annalisa Banzi del CESPEB (Università di Milano-Bicocca) con la mano del coordinamento del prof. Claudio Lucchiari, psicologo cognitivo dell’Università Statale di Milano, il progetto ASBA dimostra che i musei possono essere luoghi di cura per ansia e stress. La conferma di tale affermazione arriva dai 3 anni di ricerca in cui sono stati misurati proprio i livelli di ansia e stress attraverso questionari standardizzati e strumenti qualitativi, ma anche attraverso dispositivi BCI (Brain-Computer Interface) wireless per monitorare l’attività celebrale. I risultati ci confermano chiaramente che attività come Arteterapia, visite museali e Nature+Art producono benefici significativi.

Lo stesso Claudio Lucchiari ha dichiarato in merito al progetto: “Grazie alla pluralità di dati raccolti, siamo in grado di supportare l’ipotesi che il museo possa essere considerato un luogo privilegiato dove prendersi cura di se stessiL’arte e i musei non solo possono ridurre l’ansia e migliorare il benessere, ma possono farlo in molti modi diversi“. In particolare l’Arteterapia ha raggiunto una riduzione del 20% riuscendo a suscitare vissuti emotivi più intensi.

Il progetto ha avviato un’impresa molto affascinante nel riuscire ad indagare il legame tra cultura e benessere, che attualmente è solo all’inizio, come ha affermato lo psicologo Lucchiari: “Il nostro studio come molti altri simili, condotti sia nei musei che altrove, al momento costituiscono tasselli di un puzzle relativo a come promuovere il benessere in modo sempre più personalizzato, ma anche arricchente rispetto a vari punti di vista, per esempio quello culturale.”

ESPERIENZE EVIDENTI

Le attività proposte, la cui efficacia sulle ripercussioni del benessere è stata indagata dallo studio, includono diverse tecniche tra cui quella di mindfulness, ossia la consapevolezza che nasce quando si presta intenzionalmente attenzione sul momento senza formulare giudizi, vi sono poi le visual thinking strategies, ovvero le discussioni di gruppo davanti ad un oggetto del museo quando si avvia un processo di costruzione del significato dell’opera, seguono l’Arteterapia e la metodica ArtUp, fornendo approfondimenti culturali basati sulla storia dell’arte che contemporaneamente favoriscono il dialogo sulla dimensione affettiva e psicologica che le opere suscitano in chi le usufruisce; infine la Nature+Art, una recente strategia sperimentale che fonde gli stimoli museali con quelli suscitati dalla natura.

arte terapia, foto @vita

mindfulness, foto @marcoperi

visual thinking strategies, foto @museirealitorino

Nature+Art, foto @sortiraparis

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