Calcio
Il PAGELLONE del girone d’andata di SERIE A (19a giornata)
Al termine della 19^ giornata si conclude la prima frazione di campionato. In vetta troviamo l’Inter che meritatamente si aggiudica il titolo di campione d’inverno. Ecco i voti alle sorprese ed i flop di questo giro di boa.
NAPOLI: VOTO 3
Dopo il cambio in panchina, per i campioni d’Italia era prevedibile un calo, ma non cosi drastico. I partenopei infatti hanno totalizzato solo 28 punti a differenza dei 50 ottenuti nella passata stagione, che gli avevano fruttato il titolo di Campioni D’inverno a +12 dal secondo posto. La grande differenza che salta subito all’occhio analizzando la classifica, è il calo vertiginoso in fase realizzativa. Il Napoli spallettiano grazie al suo gioco spumeggiante, aveva una media di 2,42 gol a partita, musica ben diversa rispetto all’attuale media di soli 1,47 gol. Nonostante aver trattenuto i pezzi pregiati della rosa rinunciando solo a Kim, ceduto per 50 milioni di euro, sostituito da Natan, gli azzurri non sono stati in grado di difendere il primato realizzando il peggior avvio di una squadra campione d’Italia e sprofondando al 9^ posto della classifica, lottando con fatica per un posto in Champions League, che al momento sembra irraggiungibile.
FIORENTINA: VOTO 8
La rosa di italiano seppur con qualche passo falso di troppo fuori casa, è riuscita a chiudere il girone d’andata al 4^ posto. Trovando la vittoria in scontri decisivi come contro Atalanta e Napoli, totalizzando in totale 33 punti, ben dieci in più rispetto alla stagione precedente. Nonostante la perdita di diversi interpreti come Igor e Amrabat, in direzione Premier League e la ennesima rivoluzione in Attacco attuata dal presidente Commisso, i Viola sono riusciti a migliorare sia in fase realizzativa (6 gol in più), che in fase difensiva, (6 gol in meno). La mano del tecnico ha inoltre evidenziato un ottimo rendimento offensivo della difesa. L’unico dubbio rimane il centroavanti, i 4 gol totali della coppia Nzola/Beltran sono troppo pochi per una squadra che punta la massima competizione europea e gli straordinari rendimenti di Nico Gonzalez e Bonaventura potrebbero non bastare.
Bologna: VOTO 9
La vera sorpresa del campionato. Thiago Motta ha trasformato i rossoblù in una macchina perfetta, capace di incantare con il suo gioco offensivo e con un reparto difensivo solido e ben organizzato, soli 16 gol subiti (14 in meno dello scorso anno ) che li hanno resi la terza migliore difesa del campionato. La consacrazione di Joshua Zirkzee è la ciliegina sulla torta della perfetta gestione del giovane tecnico italo-brasiliano. Giovani promesse e giocatori d’esperienza sono stati la chiave per non far pesare i numerosi addii, ma al contrario, incrementare il rendimento del Bologna in modo smisurato: 32 punti in 19 partite, ben 9 punti in più rispetto ad un anno fa. Un dato importantissimo a favore della squadra Bolognese sono gli scontri diretti, il tris di vittorie contro : Roma, Atalanta e Lazio e i due pareggi con Inter e Juventus fanno ben sperare i tifosi, per il sogno Europa che, arrivati alla 20^ giornata comincia ad essere qualcosa di ben più concreto.
Inter: VOTO 9,5
Grandissima partenza dei nerazzurri di Simone Inzaghi che si laureano campioni d’inverno dimostrando uno stato di forma ed una continuità invidiabile da tutte le altre pretendenti, condizione di chi ha intenzione di vincere il campionato per portare alla Milano neroazzurra la tanto ambita seconda stella. L’avvio straordinario li rende il migliore attacco e la migliore difesa del nostro campionato, con 44 gol fatti e solamente 9 subiti in 19 gare. Miglioramento superlativo considerando le 25 reti incassate nell’andata della la scorsa stagione. Le puntellate alla rosa dell’ultima finestra di mercato hanno reso l’Inter una corazzata di primo livello. Un nome su tutti è Marcus Thuram, il francese ex Borussia M’gladbach si è ambientato benissimo in Serie A totalizzando 7gol e 5 assist, numeri da capogiro che hanno fatto dimenticare ben presto ai tifosi il mancato ritorno di RomeIu Lukaku, oggi in forza alla Roma. La coppia formata con il toro argentino è infatti tra le più prolifiche d’Europa. La grande differenza però non l’ha fatta la campagna acquisti, bensì un vero e proprio colpo di genio di Simone Inzaghi, il riadattamento di Hakan Calhanoglu in cabina di regia, che lo ha reso un tuttocampista determinante per entrambe le fasi, l’ingranaggio perfetto per il gioco dei nerazzurri.
Milan: VOTO 6
Sebbene la differenza di numeri con lo scorso anno sia minima, i punti persi con Lecce e Salernitana sommati ai pochi scontri diretti a favore costano al Milan una discreta distanza dal vertice della classifica. L’obiettivo dei rossoneri di raggiungere la qualificazione in Champions League sembra però essere alla portata anche se in diverse occasioni è mancato il lampo del Top Player Rafael Leao che ha realizzato solamente 3 gol e 5 assist, musica ben diversa dallo scorso anno sia per numeri che prestazioni sul campo. La stagione del Milan è stata caratterizzata senza dubbio dai molteplici infortuni gravi che hanno costretto Pioli a reinventare la formazione diverse volte, un esempio è Theo Hernandez, adattato come centrale di difesa in diverse occasioni. L’emergenza infortuni costringe il Milan adoperare sul mercato terminando anticipatamente il prestito di Matteo Gabbia al Villareal. Rinforzo che potrebbe non bastare considerando le diverse assenze nelle retrovie.
Lazio: VOTO 5
Partenza shock della Lazio di Sarri che si ritrova al 7^ posto della classifica, differenza abissale con 7 punti in meno rispetto allo scorso anno dove si giocava il posto in Champions alla pari con Inter e Roma. I biancocelesti non sono riusciti a colmare il buco lasciato da Milinkovic-Savic in forza al Al Hilal. Gli innesti di Kamada e Guendouzi infatti, non hanno fatto la differenza nel centrocampo laziale. La fase difensiva ha subito un grosso calo, complici i gravi infortuni che hanno tenuto lontano dal rettangolo di gioco i due titolari Romagnoli e Casale, mancanze che hanno causato la perdita di punti importanti per l’obbiettivo stagionale. Un altro grande assente in questa Lazio è il capitano Ciro Immobile, che ha collezionato solamente 4 gol in 16 partite di cui tre su rigore. Numeri dettati anche dalla condizione fisica ormai non eccellente. Questo calo ha influenzato anche lo scarso rendimento offensivo delle aquile, difatti i 23 gol siglati sono troppo pochi per concludere il campionato d’inverno tra le prime 4 della classifica. In questo momento la qualificazione in champions league si complica e di parecchio.
LECCE: VOTO 6,5
La squadra di D’Aversa ha rispettato le aspettative lasciate dallo scorso anno, arrivando quasi ad infrangere il record di punti della storia del club del campionato d’ inverno che ammontava a 22 punti. I giallorossi Salentini hanno concluso la prima metà di campionato al 13^ posto guadagnando un posto in più rispetto alla passata stagione. Sebbene l’inizio sottotono di Gabriel Strefezza con solo 1 gol, ed i cambi in zona offensiva del Lecce, quest’anno il reparto offensivo ha totalizzato 20 gol (2 in più rispetto allo scorso anno). Il duo Krstovic /Piccoli è stato determinante negli incontri contro le concorrenti che mitigano in metà classifica come Sassuolo, Frosinone e Monza. Una piacevole sorpresa per i tifosi giallorossi oltre la strepitosa riconferma di Falcone, è stata sicuramente l’eredità di Hjulmand lasciata a Ramadani che ha saputo prendere in mano il centrocampo pugliese. D’Aversa raggiungendo il 13^ posto può iniziare la seconda metà di campionato in alto puntando ad una salvezza tranquilla.
Sassuolo: VOTO 5-
Con le 10 sconfitte in campionato, i neroverdi hanno concluso la prima fazione di campionato al 14^ posto. Una nota positiva è l’avvio dell’attacco. Sono 26 i gol messi a segno finora e sono 9 quelli di Berardi realizzati in 15 partite in quella che sembrava essere la stagione dell’addio in direzione Juventus, sono stati invece determinanti per la stagione del Sassuolo tanto che il numero dieci si ritrova solamente dietro a Lautaro Martinez in classifica marcatori. Dionisi è riuscito a rivitalizzare anche Andrea Pinamonti che oltre a non avere mai saltato una partita ha realizzato 7 gol, tra questi alcuni decisivi come contro Juve e Fiorentina. La fare difensiva invece lascia a desiderare, 33 gol che sono abbastanza per essere tra le tre difese peggiori di questa prima fazione di campionato e che hanno causato diverse rimonte subite contro Roma, Genoa, Cagliari e Frosinone. Consigli infatti ha collezionato solamente un clean sheet, nell’ultima partita interna giocata contro la Fiorentina in cui si è opposto al rigore calciato da Bonaventura. Il bilancio neroverde non è da insufficienza piena ma sicuramente ci si aspettava qualcosa in più.
Juventus: VOTO 9
Grandissimo lavoro da parte di Massimiliano Allegri che ha sfruttato al meglio l’esclusione dalle coppe Europee, chiudendo il girone d’andata a quota 46 punti, distaccando di sette il Milan terzo, e mettendo continua pressione all’Inter primo a +2. In questa prima fazione di campionato Allegri ha fortificato ancor più lo spogliatoio, e lo spirito di sacrificio che ha contraddistinto i bianconeri lo scorso anno sta rendendo possibile la lotta al titolo che alla Juve manca dalla stagione 19/20. Sono stati scovati diversi talenti che hanno permesso alla Juventus di superare il ridottissimo mercato estivo e superare la carenza a centrocampo per le squalifiche di Pogba (Doping) e Fagioli (Calcio scommesse). Tra le buone prestazioni del ritrovato McKennie, il solido Rabiot, e la neo promessa Yildiz che ha trovato campo nelle ultime gare, sono stati determinanti: Federico Gatti e Andrea Cambiaso. Il centrale ex Frosinone ha confermato la passata annata diventando un giocatore cardine nella retrovia bianconera, distinguendosi anche in zona gol regalando la vittoria in match difficili come contro Monza e Napoli. Cambiaso si è rivelato un’ottima arma per la Juventus, la sua bravura con entrambi i piedi e la sua precisione in campo in entrambe le fasce gli hanno garantito la titolarità certa. Allegri sta costruendo una Juventus pronta per tornare a vincere grazie alla perseveranza e spirito di squadra.
Roma: VOTO 5
Guardando la classifica la Roma mitiga all’8^ posizione. Sebbene le ottime prestazioni dei singoli top Dybala e Lukaku, che hanno totalizzato rispettivamente 5 ed 8 gol, Mourinho non è riuscito a dare continuità ai risultati altalenando prestazioni positive a veri e propri tonfi ( Verona, Genoa e Bologna su tutti). L’arrivo del belga aveva alzato di parecchio le aspettative sul campionato dei capitolini, ma al momento queste non sono state rispettate. La prolungata assenza di Smalling ha pesato non poco, e la Roma spera di colmare questa mancanza con il nuovo arrivato Huijsen, classe 2005 di proprietà della Juventus arrivato in prestito per 6 mesi. L’obbiettivo qualificazione in Champions potrebbe complicarsi data l’agguerrita concorrenza, servirà alla Roma un girone di ritorno più concreto e con meno passi falsi.
Atalanta: VOTO 6,5
Percorso sufficiente per i bergamaschi che arriva al giro di boa in sesta posizione, lineare con la stagione passata, in lotta per un posto in Champions. Gasperini è riuscito a far rinascere il talento belga scartato dai rossoneri che ha condito con due gol e quattro assist prestazioni convincenti e di alto livello insieme al collega di reparto Lookman che è stato un punto cardine nel reparto offensivo con sette gol e tre assist. L’Atalanta dovrà fare a meno del suo numero 11 a causa della convocazione in coppa d’Africa, puntando tutto su Scamacca che non ha fatto male ma adesso il peso sulle sue spalle raddoppia. Una pecca nell’avvio dei neroazzurri è lo scarso rendimento degli esterni, che è di parecchio calato rispetto agli standard del gioco di Gasperini.
TORINO : VOTO 7,5
Il Torino si piazza al 10^ posto a ridosso delle” Big” che lottano per un piazzamento in Europa. I granata, se non per la sconfitta interna contro l’Inter è rimasta imbattuta dentro casa risultando una squadra ostica e molto compatta, difficile da affrontare, le vittorie per 3-0 con Atalanta e Napoli ne sono la prova. L’arrivo di Zapata ha giovato alla rosa di Juric, il colombiano in uscita dall’Atalanta sembra aver trovato l’ambiente giusto in cui esaltarsi per tornare ed essere quel bomber che avevamo imparato a conoscere negli anni passati. Con l’exploit di Buongiorno il Torino ha mantenuto una buona media difensiva , migliore di Lazio, Roma e Napoli anche con l’assenza prolungata per infortunio di Schuurs. Il tecnico croato seppur con una rosa inferiore alle altri contendenti può giocassi alla pari le sue carte e sperare di conquistare un posto in Europa che per i granata sarebbe storico.
MONZA: VOTO 7
Dopo l’ottima gestione nella stagione passata, Palladino si riconferma e il suo Monza si assesta sin da subito a metà classifica. I numerosi innesti hanno permesso ai brianzoli di fare un campionato più che tranquillo, senza mai rischiare di partecipare alla lotta per la salvezza. Le sole sei sconfitte sono un Chiaro esempio di come il Monza voglia rimanere a lungo in Serie A. L’arrivo di Gagliardini è stato determinante per le retrovie biancorosse, e lo sbocciare del talento di Colpani ha regalato ai tifosi gioie memorabili. Un altro merito che va al tecnico è l’ottima gestione del giovanissimo Carboni, classe 2005 che ha realizzato 2 gol e 2 assist ottenendo una buona continuità nel gioco dei brianzoli.
Genoa: VOTO 6,5
Questo primo giro di boa ha un nome e cognome per i genoani: Albert Gudmundsson, l’islandese ha incantato per tutto il campionato divenendo la stella del grifone mettendo a segno 8 gol e servendo 2 assist che sono stati utili a concludere per la prima parte di campionato a metà classifica, risultato ottimo che permette di staccare di sette punti la zona retrocessione. Il Genoa grazie al suo grande pubblico è riuscita a dire la sua in diversi big match interni, vincendo con Roma e Napoli e fermando le due pretendenti per lo scudetto, Inter e Juventus. Un’altra grande differenza l’ha fatta Dragusin, che si è dimostrato pronto per il grande passo in una big grazie alla sua solidità. Possiamo dire che i rossoblù siano tornati nella massima competizione con l’approccio giusto per ottenere la salvezza il puma possibile e magari qualcosa in più.
Frosinone: VOTO 6
Una piacevole sorpresa è stata quella del Frosinone, al contrario delle scarse aspettative, i ciociari hanno raggiunto la 15^ posizione a pari punti con il Sassuolo. L’arrivo in panchina di Di Francesco era una incognita dato il lungo stop dopo il Verona ma il tecnico pescarese ha dato qualità al gioco ed una grande personalità che hanno caratterizzato questo prima metà di campionato. I prestiti dei due talenti argentini Barrenechea e Soulé entrambi di casa Juve sono stati determinanti per il gioco dei gialloblù. Al mediano sono state affidate le chiavi del centrocampo e ne è diventato punto cardine. Il numero 18 invece è stata l’arma in più, 8 gol e 1 assist e tante giocate di qualità e classe che hanno lasciato ben sperare i tifosi del Frosinone per una salvezza tranquilla.
Udinese : VOTO 5
Anche dopo il cambio in panchina con l’arrivo di Cioffi, ad Udine non arrivano vittorie, il piazzamento al 16^ posto è la conferma. Una grande involuzione pensando alla stagione scorsa dove a questo punto della stagione i bianconeri erano al 8^ posto dietro saltato alle top. In zona offensiva Deulofeu è ben lontano dal vedere il campo e l’addio a fine mercato di Beto hanno complicato l’organizzazione del reparto. Anche a centrocampo la situazione è molto delicata con Samardzic rimasto a sorpresa ad Udine. I bianconeri sono la squadra con più pareggi in campionato, e molti di questi sono dovuti a rimonte clamorose come quelle di Verona e Sassuolo. Per raggiungere la salvezza in tranquillità occorre una marcia in più.
Cagliari : VOTO 5
La formazione di Ranieri ritornata in Serie A, tra le tre neo promosse è quella che ha stupito meno. I soli 19 punti raggiunti fanno stare in bilico il Cagliari tra la zona salvezza e la retrocessione diretta. Le miracolose rimonte ottenute contro Frosinone e Sassuolo parlano chiaro, i rossoblù hanno intenzione di salvarsi, ma serve qualcosa in più soprattutto in fase difensiva. Le reti subite sono 32, e le dieci sconfitte unite alle poche vittorie dovranno servire da lezione per la squadra sarda nel fare un girone di ritorno più convincente, soprattutto in trasferta dove i risultati non sono dei migliori.
Verona : VOTO 4,5
Stessa posizione della stagione passata, due pareggi in più ma ancora troppo poco. L’ottimo avvio è stata una maschera di cenere che sgretolandosi ha portato ad un ciclo negativo che ha fatto sprofondare la squadra di Baroni. Nelle ultime giornate sembra esserci stato un piglio diverso, ma per evitare di ricadere nello stesso errore dello scorso anno dove la salvezza è arrivata passando dalla mano di Faraoni. L’obbiettivo salvezza resta ancora alla portata data la vicinanza con le altre avversarie ma l’avvio del mercato di Gennaio ha ufficializzato già due addii pesanti: Hien e Terracciano, che potrebbero complicare ulteriormente il girone di ritorno che parte in salita.
Empoli: VOTO 3,5
Regresso terribile dei toscani che hanno chiuso la prima fazione in penultima posizione. Dopo il terribile inizio di stagione di Zanetti, l’ Empoli ha fatto affidamento nuovamente ad Andreazzoli, scelta che però non sembra ripagare al momento. Il rendimento scarno dell’attacco persiste anche dopo il cambio in panchina, i soli 10 gol messi a segno in 19 gare li rende il peggior attacco del campionato, musica ben diversa rispetto allo scorso anno, in cui gli azzurri si trovavano delle acque tranquille del 10^ posto. La qualità che Parisi dava in zona difensiva che in avanti si è fatto sentire, ma sicuramente questo non è stata l’unica causa Nell’involuzione dell’Empoli. Andreazzoli deve dare un cambio di rotta e alla svelta per avvitare il naufragio nel fondo della classifica.
Salernitana: VOTO 3
La permanenza del bomber dei granata Dia, dopo la telenovela estiva sembrava rassicurare i tifosi per quello che doveva essere una stagione tranquilla. Niente di più falso. Al giro di boa i campani arrivano ultimi in classifica alternando piccole gioie come la vittoria con la Lazio e col Verona a veri e propri disastri. Il ritorno di Walter Sabatini fa sperare i tifosi date la sua esperienza in ambito salvezza. I granata per fare il miracolo devono dare il tutto per tutto in quello che sarà un girone di ritorno complicatissimo.
Calcio
A Spasso per l’Europa: il punto sulla Premier League
Dalla terra della corona comincia il nostro viaggio A Spasso per L’Europa, che analizzerà nel dettaglio le situazioni di squadre e di classifiche dei maggiori campionati europei, con approfondimenti e dettagli utili e interessanti.
L’itinerario comincia dalle sponde del Mersey, dove si trova il porto più importante d’Inghilterra: Liverpool. Da sempre divisa tra Reds e Toffies, Liverpool ed Everton, la città natale dei Beatles è costantemente scissa da una linea immaginaria, che separa Anfield da Goodison Park. Partendo dalla sponda più famosa, quella del Liverpool, troviamo la squadra con più titoli nella storia del campionato d’oltremanica che si trova, oggi, al vertice della classifica, grazie ad una serie di prestazioni di altissimo livello e una forma fisica a dir poco straordinaria. L’arrivo di Arne Slot dal Feyenoord, subentrato alla quasi decennale gestione di Klopp, che ha saputo riportare il Liverpool dove meritava, ha dato nuova vita ai Reds, non facendo rimpiangere l’allenatore tedesco, ma anzi portando grandi risultati in ogni competizione, con il primo posto (momentaneo) sia in campionato che in Champions League e la qualificazione già archiviata ai quarti di finale di Carabao Cup. Attacco veloce ed efficace, difesa solida e rocciosa, questi i segreti del campionato di Slot, sorretto in avanti dai dieci gol di un eterno Salah e dai nove messi a segno da Luis Diaz, in ottima forma, controbilanciati e tenuti al sicuro dal solito Virgil Van Dijk, primo per duelli vinti con una percentuale del 70% (insieme a Konsa dell’Aston Villa) e da Ryan Gravenberch, totalmente rigenerato dalla cura Slot. Punto di forza di questa squadra è senza dubbio la forza mentale, oltre che quella fisica, dimostrata dalle grandi prestazioni nei big match, da cui sono arrivati, finora, 13 punti su 15, che risulteranno probabilmente la chiave per ottenere grandi risultati a lungo termine. Sponda Everton la situazione non è così rosea, tutt’altro. Le Toffies fanmo fatica ad ingranare, occupando la sedicesima posizione in griglia, zona a cui negli ultimi anni sembrano costantemente affiliati, che li tiene incatenati e da cui non riescono a liberarsi. Con il secondo peggior attacco del campionato e una difesa non pessima ma comunque molto traballante, la squadra di Sean Dyche è in grande difficoltà e non riesce a trovare i tre punti da ormai un mese, nonostante dal 14 settembre sia arrivata una sola sconfitta in campionato, insieme a due vittorie e quattro pareggi. Calvert-Lewin, sebbene sia ormai una bandiera di questo club, continua ad avere un rendimento abbastanza deludente, con solo due gol messi a segno, “affiancato” da Armando Broja, arrivato per riscattarsi dopo un periodo di forma pessimo, che risulta al momento non pervenuto.
Dal mare all’entroterra, da un dualismo all’altro, spostiamoci di una cinquantina di chilometri ad est e arriviamo a Manchester, dove rosso e azzurro dipingono simbolicamente le mura dei palazzi e dove la working class del Manchester United si oppone alla modernità e alla ricchezza dell’universo Manchester City. Da sempre simbolo della classe operaia, nella città industriale per eccellenza, lo United sta vivendo un momento non brillante, dovuto anche ad una gestione da parte della società tutt’altro che intelligente: tantissimi soldi investiti sul mercato per giocatori che portano risultati scarsi e basso rendimento, e l’esonero di Ten Hag arrivato con almeno una stagione di ritardo, nonostante i risultati dell’allenatore olandese fossero totalmente sotto le aspettative. Nell’ultimo mese, però, i tifosi dei Red Devils hanno iniziato a fiutare area di miglioramento, con Van Nistelrooy che, sebbene per un periodo momentaneo, ha gestito benissimo la squadra, in attesa dell’arrivo di Rubén Amorim, che porta con sé speranza e ambizioni per il futuro della “Red side” di Manchester. Un’ottima difesa bilancia un attacco dalle tante potenzialità ma poco prolifico, che ha messo a segno solamente dodici gol (di cui otto nell’ultimo mese), a cui manca un vero e proprio punto di riferimento data la continua alternanza tra Hojlund e Zirkzee. Dai Beatles agli Oasis, sulle note di Wonderwall l’altra parte di Manchester è colorata di azzurro. Dopo otto anni di dominio, il City sta passando il periodo peggiore della sua storia recente, caratterizzato da quattro sconfitte consecutive, cosa che non accadeva dal 2006 e che non era mai accaduta a Guardiola, fermatosi, ai tempi del Bayern Monaco, a tre k.o. di fila. I dodici gol di Haaland e poco più sono il risultato di un gioco comunque efficace e innovativo, difficile da contrastare e che continua a dare grandi risultati, il cui meccanismo nell’ultimo periodo si è però inceppato, lasciando la squadra ferma sul posto e abbandonando moltissimi punti per strada. Inutile girarci attorno, la mancanza di Rodri a centrocampo e i continui infortuni che stanno martoriando i Citizens costringono indubbiamente Guardiola a scelte forzate e raffazzonate: il neo pallone d’oro era la chiave del gioco, metronomo e áncora dei suoi, senza il quale si fa fatica ad avere equilibrio in campo e a trovare soluzioni concrete. Inoltre, la stanchezza dovuta alla mancanza di alternative grava enormemente sulla continuità di risultati e prestazioni. L’ultima sconfitta in casa del Brighton ha palesato un problema di natura mentale nella gestione del risultato e delle energie all’interno della gara, con i Seagulls che hanno rimontato la partita in meno di cinque minuti.
Continuiamo il nostro percorso e iniziamo a scendere verso sud, dirigendoci verso Birmingham, facendo prima una piccola ma fondamentale sosta a Nottingham. Qui, la più grande squadra della città, il Nottingham Forest, sembra stia tornando ai livelli a cui un tempo era abituato e si trova al momento alla quinta posizione in classifica. A soli quattro punti dal secondo posto dell’appena citato Manchester City, la squadra di Nuno Espirito Santo sta portando avanti una stagione di altissimo calibro e si sta mostrando una vera e propria antagonista dei “giganti” per la lotta al titolo. Nel silenzio del suo operato, il Forest “ruba ai ricchi per dare ai poveri”, proprio come Robin Hood (favola e leggenda della città) nella foresta di Sherwood: fa inciampare le grandi, guadagnando non solo posizioni, ma permettendo anche alle piccole di avvicinarsi a zone che sarebbero stati altrimenti inaccessibili. Trascinatore della squadra non può che essere Christian Wood, attaccante neozelandese classe ‘91, che ha messo a segno finora otto reti, supportato dalle giocate di Hudson-Odoi e Gibbs-White. Un bel gioco offensivo, seppur non eccessivamente prolifico, viene contornato dalla seconda miglior difesa del campionato, composta dalla coppia Murillo–Milenkovic, che riesce ad arginare e bloccare gli attacchi rapidi della massima serie inglese.
Continua la nostra discesa verso la capitale, prima della quale bisognerà però soffermarsi sulla doppia tappa Birmingham-Leicester, a pochi chilometri di distanza l’una dall’altra. Squadra più importante della zona è senza dubbio l’Aston Villa che, nonostante l’impegno Champions, sta portando avanti un’ottima campagna. Nella terra dei famosissimi Peaky Blinders, i Villans, tra scorribande casalinghe e pesanti sconfitte in trasferta, come i k.o. contro Liverpool e Tottenham, rimangono sulle tracce delle prime posizioni (-1 dalla zona Europa). La squadra di Emery, trascinata da “quei cattivi ragazzi” di Watkins e Duran, è meno equilibrata della passata stagione (17 gol fatti e 17 subiti), ma rimane comunque una spina nel fianco per qualunque squadra. Nella periferia della città, fonte di ispirazione per Tolkien nella scrittura dei suoi capolavori, Leicester e Wolverhampton occupano le posizioni più basse della classifica, trovandosi rispettivamente al quindicesimo e al diciannovesimo posto.
Ormai arrivati quasi alla costa sud della Gran Bretagna, giungiamo nella capitale, Londra, che potremmo definire come la “casa del calcio europeo”. La città, si sa, è storicamente divisa tra tantissime squadre, ma adesso ci soffermeremo maggiormente sulle tre maggiori: Arsenal, Chelsea e Tottenham. I Gunners, dopo un inizio di stagione strabiliante, nell’ultimo mese hanno avuto un drastico calo di prestazioni, che li ha portati a perdere punti importantissimi per strada, possibilmente fatali nella corsa al titolo. La squadra di Arteta, dopo un notevole aumento di livello nelle passate stagioni, quest’anno sta faticando in fase realizzativa, forse a causa della mancanza di un punto di riferimento in attacco che sappia essere incisivo e decisivo. Tanti pareggi e solo due vittorie in occasione dei big match: nel North-London Derby contro il Tottenham e nella sfida esterna con l’Aston Villa. Per rialzare il morale dell’Emirates e tornare a macinare punti nel corso della stagione, Arteta dovrà essere bravo a raccogliere quello che ha seminato, come metaforicamente racconta anche Dickens in “Hard Times”, per ottenere importanti risultati da giocatori che dovranno maturare e portare gli esiti sperati, cosicché i tifosi non perdano le speranze create all’inizio del campionato, con l’obiettivo di riportare il titolo nel nord di Londra, tinto di rosso. Rimanendo nella parte settentrionale della capitale, non si può non parlare della sponda Spurs. Sotto la guida di Postecoglou, c’è stato indubbiamente un cambio di rotta sia nella mentalità che nei risultati del Tottenham e l’allenatore australiano è riuscito a qualificarsi per l’Europa League. Lo stesso impegno europeo, probabilmente, ha portato qualche difficoltà nel gestire la squadra, il cui rendimento, fino ad adesso, è stato totalmente discontinuo, con partite vinte agilmente alternate a sconfitte inaspettate e arrivate con prestazioni prive di carattere e personalità. Non mancano i gol, che arrivano grazie al solito Son, Solanke, Maddison e la sorpresa Brennan Johnson, gioiello assoluto della rosa di Postecoglou. In opposizione ad una difesa solida, con Romero affiancato a turno da Dragusin e Van De Ven, che potremo definire la parte razionale di questi Spurs, un po’ come il Dr. Jekyll descritto da Stevenson, si oppone Mr. Hyde, la parte irrazionale e instabile, un attacco redditizio ma discontinuo, capace di alternare prestazioni da 8 a prestazioni altamente insufficienti che non riescono ad assicurare i tre punti. Sebbene l’Europa sia solo a tre lunghezze di distanza, il Tottenham dovrà impegnarsi a non perdere altri punti per strada e a rimanere attaccato al treno delle prime posizioni. Infine è necessario parlare del Chelsea, la squadra forse più importante della città. Dopo uno dei periodi più bui della loro storia, i Blues stanno iniziando a uscire dal baratro, e lo stanno facendo con una rosa giovane e di grande valore, che comincia a dare un senso alle centinaia di milioni di euro spesi sul mercato negli anni passati. Sotto la guida di Maresca (ennesimo esponente della masterclass degli allenatori italiani all’estero) la squadra di Stamford Bridge si trova attualmente al terzo posto della classifica, con 21 gol fatti e solo 13 subiti. Trascinatori assoluti sono Palmer e Nicholas Jackson, con Madueke subito alle loro spalle: un reparto offensivo giovane ed efficace, che dopo le prestazioni mediocri dell’anno scorso sta finalmente cominciando a portare i risultati sperati. Dietro ci pensano prevalentemente Colwill e Fofana, talvolta alternati con Adarabioyo, protetti dallo scudiero Caicedo, che come una guardia della corona fa da schermo e, con solide partite di sacrificio, protegge la porta di Sanchez intercettando e respingendo tutti i palloni che gli si presentino davanti (media di 3.5 contrasti vinti a partita). Le squadre di Londra chiaramente non sono finite qui, bisogna anche citare la grande stagione del Fulham, che, guidato da Marco Silva e trascinato da Gimènez, Smith Rowe e Wilson sta seriamente lottando per ottenere un posto in Europa, che segnerebbe un importante ritorno del club tra i grandi. Buona anche la stagione del Brentford, al momento undicesimo, ma non altrettanto brillanti le stagioni di West Ham e Crystal Palace, al momento in profonda crisi, situate quasi in fondo alla classifica, con l’obbligo di rialzarsi e reagire per evitare quella che sarebbe una clamorosa retrocessione.
Passando da un fiume all’altro, abbiamo parlato del Mersey e ora ci spostiamo al Nord del paese, sulle rive del Tyne, dove è situata la cittadina di Newcastle. La squadra locale, negli ultimi anni, è tornata a competere ad alti livelli, sfornando grandi prestazioni e giocatori talentuosi. Sulla panchina del club dal 2021, Eddie Howe ha dato una nuova anima alla squadra, che si trova attualmente all’ottavo posto della classifica. I cavallucci marini fanno senza dubbio una gran fatica nella fase realizzativa, con soli 13 gol realizzati, mentre eccellono nelle retrovie, dove la coppia difensiva formata dai veterani Burn e Schar ha concesso solamente 11 gol. In avanti il maggior apporto lo danno Isak e Barnes, entrambi a 4 gol, seguiti a ruota da Anthony Gordon, gioiello delle Magpies, tutti e tre decisivi nelle importantissime vittorie contro Tottenham, Arsenal e Nottingham Forest.
Concludiamo il nostro viaggio esplorando la costa sud del paese. Sulla Manica si affacciano Ipswich, Brighton, Bournemouth e Southampton. La piccola cittadina di Ipswich, nota per il suo porto commerciale e per il grande commercio che passa dalle vie cittadine, è la sede dell’Ipswich Town, una delle squadre neopromosse in Premier League. I Tractor Boys (soprannome del team), stanno finora portando avanti una campagna abbastanza mediocre, che rispecchia tuttavia le aspettative create all’inizio del campionato. Il minimo indispensabile e niente di più, diciassettesima posizione in classifica, che oggi vorrebbe dire salvezza, nonostante la seconda peggior difesa del campionato. Tra tutti spicca l’attaccante inglese Liam Delap, capocannoniere della squadra con 6 gol. Spostandoci a Ovest, ci imbattiamo in Southampton. Qui, la squadra della città occupa momentaneamente l’ultimo posto della classifica, con soli 7 gol fatti e 21 subiti, e rischia seriamente di sprofondare in Championship, facendo la stessa fine del Titanic, famosissima nave che salpò proprio da questo porto per poi inabissarsi nelle profondità dell’Atlantico. Sempre in zona Europa troviamo il Brighton, sorpresa di questi ultimi anni, che ha saputo mettersi in mostra e continua a farlo, dando continuità ad un progetto che ha basi solide, destinato a continuare nel tempo. A prendersi la squadra sulle spalle, inaspettatamente, è un rinato Danny Welbeck, che grazie ai suoi 6 gol e al fondamentale contributo dei compagni è riuscito a trascinare la squadra al sesto posto in classifica, che fa sognare l’Europa e magari qualcosa in più. Concludiamo il nostro itinerario inglese con la piccola città di Bournemouth, sede dell’omonima squadra. 15 gol fatti e 15 subiti, per occupare la dodicesima posizione in classifica: le Cherries stanno facendo un buon campionato, per loro sopra la media, grazie ai gol di Evanilson e Semenyo, la coppia d’attacco che sta portando non poche soddisfazioni ai propri tifosi.
Giunge così al termine la prima tappa del nostro viaggio A Spasso per l’Europa. Partendo dal Pier di Bournemouth, il famoso molo della cittadina, prendiamo la nave e giungiamo nelll’Europa Continentale, per analizzare gli altri, meravigliosi campionati del nostro continente.
Calcio
Due volte Rabiot e tanta sfortuna. L’Italia chiude seconda il girone di Nations League
Dopo la buona prestazione degli azzurri a Bruxelles, l’Italia cade a San Siro contro la Francia, perdendo la possibilità di concludere da primi il girone Nations League.
Spalletti cambia solo due uomini rispetto all’ultimo match vinto dagli Azzurri per 0-1 contro il Belgio, con l’inserimento di Locatelli per Rovella, e di Vicario al posto di Donnarumma (causa virus intestinale), il C.T. azzurro va alla ricerca di una importantissima vittoria, utile per confermare l’ottimo stato di grazia della propria nazionale. Dopo un avvio a mille da parte di entrambe le squadre, la Francia si porta in vantaggio sugli sviluppi di un corner con Rabiot: l’ex giocatore della Juventus riceve l’assist da Digne all’interno dell’area di rigore, staccando di testa con un tempismo perfetto e riuscendo ad anticipare Buongiorno. La gara prosegue e gli Azzurri tentano di trovare qualche spazio per riuscire a colpire i francesi, quest’ultimi perfetti in fase difensiva, riuscendo a neutralizzare tempestivamente tutte le manovre offensive degli Azzurri. Nei minuti successivi, Frattesi ferma fallosamente Nkunku, sul calcio di punizione concesso dal direttore di gara, Lucas Digne (schierato da Deschamps al posto di Theo Hernandez) calcia direttamente in porta colpendo il palo, ma il pallone accidentalmente finisce sulla schiena di Vicario e finisce in porta, portando la Francia al raddoppio. L’Italia riesce immediatamente a rimettersi in partita due minuti dopo, quando Dimarco riesce a servire con un cross nella fascia opposta Cambiaso, l’ottima giocata –da quinto a quinto– dell’esterno nerazzurro propizia il gol di prima intenzione dell’esterno bianconero, che batte Maignan e si porta a quota due gol in nazionale dopo il gol contro il Belgio.
Nella ripresa la Francia torna in campo più propensa ad attaccare rispetto all’Italia, sfiorando il terzo gol con un tiro da lunga distanza da parte di Nkunku, conclusione bloccata da Vicario. Dopo aver sfiorato il gol del pareggio con Locatelli, Tonali commette un fallo nella metà campo avversaria, sul punto di battuta va nuovamente Digne e, il suo traversone, trova nuovamente Rabiot: anche in questa situazione il centrocampista francese salta più in alto delle torri azzurre e firma la sua seconda rete in due partite di Nations League. Spalletti getta nella mischia Kean, Maldini, Rovella e Raspadori, nel tentativo di trovare una rete che riporterebbe gli azzurri al primo posto del proprio girone di Nations League. Gli Azzurri nei minuti finali provano ininterrottamente ad attaccare, senza mai rendersi pericolosi fino al tiro allo scadere di Kean fermato da Maignan e, dopo quattro minuti di recupero, l’arbitro fischia la fine di una gara ricca di gol, ma conclusasi senza lieto fine per gli Azzurri.
Con questo risultato l’Italia chiude al secondo posto il girone di Nations League, qualificandosi agli ottavi ma senza essere testa di serie. L’avversaria che sfiderà gli Azzurri nel prossimo turno di Nations League verrà definita ufficialmente al termine di tutte le partite degli altri gironi, ma sarà una tra Portogallo, Germania o Spagna.
Nell’altra sfida del girone, il Belgio perde fuori casa contro l’Israele. Alla Boszik Aréna la decide un gol di Yarden Shua all’86’.
Classifica finale girone A2:
- Francia 13
- Italia 13
- Belgio 4
- Israele 4
Calcio
Tanta sofferenza nel finale, ma basta la rete di Tonali per i quarti di Nations League
Allo stadio Re Baldovino di Bruxelles gli Azzurri vincono di misura grazie alla rete di Sandro Tonali e si qualificano ai quarti di finale di Nations League.
Basta un punto per raggiungere i quarti di Nations League, perciò in prima battuta la manovra dell’Italia non è scellerata, ma lucida e precisa. Il blocco basso del Belgio permette ai tre centrali azzurri, più Rovella (convocato al posto dell’infortunato Ricci, undicesimo esordiente della gestione Spalletti), di costruire da destra verso sinistra, sfruttando l’ampiezza data da Cambiaso e Dimarco. Le scelte di Spalletti ormai sono consolidate: 3-5-1-1 pieno di rotazioni e inserimenti, con Barella che torna in campo dopo l’assenza delle ultime gare per infortunio, e si schiera dietro Retegui e cerca di legare il gioco nella parte destra del campo. Agli Azzurri bastano dieci minuti per arginare il muro belga: Di Lorenzo scarica su Barella e si getta nello spazio, il filtrante del centrocampista nerazzurro non viene controllato da Debast, allora il capitano del Napoli ha tutto il tempo per servire in mezzo l’inserimento di Tonali, al primo centro con la maglia azzurra. Un’ulteriore iniezione di fiducia che scioglie, ancor di più, la nazionale di Spalletti. Le uscite dal basso sono codificate e ben eseguite e il Belgio non riesce a seguire i movimenti di tutta la linea azzurra. Il predominio dell’Italia si evince nella zona centrale del campo, dove la continua rotazione di Tonali, Frattesi e Barella non lascia punti di riferimento al Belgio. In mediana Buongiorno supporta Rovella, marcato a uomo da Lukaku, e la posizione del difensore del Napoli lascia sempre spazio al centrocampista della Lazio, in superiorità numerica.
Il primo segnale di reazione del Belgio arriva nel secondo tempo, con una conclusione dalla distanza di Debast, risposta in tuffo di Donnarumma (70ª presenza in azzurro, 23° per presenze all-time, raggiunto un monumento come Sandro Mazzola). La conclusione del difensore belga sottolinea il momento favorevole della nazionale di Tedesco, con l’Italia che si rintana nella propria difesa e prova a ripartire. In contropiede l’Italia sfiora il raddoppio, con un filtrante di Frattesi che manda Retegui in porta, la conclusione del bomber dell’Atalanta viene miracolosamente sporcata da Casteels in calcio d’angolo. Rispetto al primo tempo, la ripresa è molto più frizzante, con occasioni da entrambe le parti. Al 57′ Trossard calcia al volo da fuori area, destro forte e preciso chiuso da Donnarumma in corner. Il capitano azzurro non si fa sorprendere nemmeno all’ora di gioco, quando Openda calcia in diagonale, dopo un fraseggio errato di Frattesi. Le prime mosse della gara sono di Spalletti, con Kean e Udogie al posto di Retegui e Dimarco. Al 77′ Lukaku spaventa la difesa azzurra, con un cross di Debast sul secondo palo verso Big-Rom, bravo a girare sul secondo palo, ma sfortunato, con la palla che termina fuori di pochissimo. Cinque minuti dopo il Belgio va vicino nuovamente al pareggio, con un cross di Trossard, spizzato da Faes sul palo. L’ultimo scorcio di gara è un assedio dei Diavoli Rossi, completamente sbilanciati in avanti alla ricerca del pari, l’Italia si limita a gestire il pallone lontano dalla porta di Donnarumma e dopo tre lunghi -e sofferti- minuti di recupero, si concretizza definitivamente la qualificazione della nazionale azzurra ai quarti di finale di Nations League.
Un’altra grande prestazione degli Azzurri, una vittoria sofferta ma meritata. La strada è quella giusta, con una rinascita che sta avvenendo gradualmente con coraggio, mentalità e idee. Domenica a San Siro l’ultimo atto dei gironi di Nations League contro la Francia, che non va oltre lo 0-0 in casa contro Israele. Basterà un punto agli Azzurri per blindare il primato nel girone, in attesa dei quarti di finale di marzo.
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