Cronaca
Otto arresti a Caltanissetta: “È diventa una piazza di spaccio”

Sette uomini e una donna indagati per associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti.
I trafficanti sono finiti in carcere successivamente al blitz della squadra mobile nissena. E, secondo quanto riportato, le dosi venivano spacciate a domicilio, persino ai minorenni. Per quanto riguarda la coca bastava semplicemente inviare un messaggio con scritto “cruda“ (da sniffare) o “cotta“ (trasformata in crack). La droga destinata alla piazza di spaccio di Caltanissetta sembra arrivare da Palermo.
Le forze dell’ordine hanno arrestato i 7 uomini e la donna nel capoluogo nisseno e, ad oggi, sono rinchiusi in carcere su disposizione del gip.
Coca, hashish e marijuana venivano venduti tranquillamente dopo uno scambio di messaggi tra pusher e cliente, i quali utilizzavano un linguaggio criptato al fine di evitare guai. Le indagini sono iniziate nel 2022, sotto il coordinamento della procedura di Caltanissetta.
Durante le attività preliminari all’arresto i poliziotti hanno ricostruito i canali di approvvigionamento della sostanza stupefacente e le tecniche utilizzate per venderla. E, secondo quanto hanno riportato le indagini, in decine di casi i clienti erano minorenni. Il blitz è stato eseguito dagli agenti della squadra mobile.
“La sostanza veniva consegnata al domicilio dell’acquirente o ceduta presso l’abitazione degli indagati. In particolare – si legge in una nota – la cocaina sarebbe stata ceduta pronta per essere consumata come crack (cotta), ovvero per essere sniffata (cruda). Molto spesso, infatti, la richiesta di consegna di stupefacente sarebbe stata formulata dagli acquirenti tramite la semplice indicazione dello stato della sostanza ‘crudo o cotta’ per far intendere la tipologia di droga da confezionare”.
Sono stati inoltre segnalati all’Ufficio territoriale del Governo diversi assuntori che ad oggi stanno seguendo un percorso di recupero presso il Servizio dipendenze.
Cronaca
Cacciatore accidentalmente ucciso a Carrù: il suo compagno di caccia stava mirando ad un cinghiale

A Carrù, ieri (nonché giorno di apertura nazionale della caccia al cinghiale), è morto un cacciatore.
Daniele Barolo, agricoltore di 46 anni, è stato accidentalmente ucciso con un colpo di fucile nel petto dal suo compagno di caccia, (insieme a lui in quel momento), che a sua volta stava mirando ad un cinghiale.
I soccorritori non hanno fatto in tempo a sopraggiungere, ed una volta arrivati, ogni tentativo di rianimare il cacciatore sembra essete risultato vano. Stando a quanto dichiarato, dunque, l’uomo è morto sul posto.
Attualmente, il fucile è stato sequestrato dai carabinieri intenti a fare ulteriori indagini per poter comprendere quale traiettoria abbia seguito il proiettile.
Cronaca
La Global Sumud Flotilla segnala dei droni non identificati

Un episodio segnalato dal canale telegram della Global Sumud Flotilla, (spedizione con l’imbarcazione di 44 paesi che sta raggiungendo le coste di Gaza per poter rompere il blocco israeliano) lascia non poche preoccupazioni.
Ecco quanto dichiarato: “Si sono avvistati più droni, la cui origine non è stata ancora identificata, vicino alla flotta e che la seguono. Questo improvviso aumento dell’attività aerea ci preoccupa“
L’episodio si è verificato di domenica, più precisamente alle ore 21:09, e gli apparecchi avvistati risultavano essere tre.
Nonostante la rassicurazione fatta alle famiglie dei partecipanti l’attivista brasiliano Thiago Avila, (nonché membro del direttivo) scrive, dalla Familia Madeira “I droni vicini devono essere considerati una potenziale minaccia”
Per questo, alle barche è stata raccomandato di organizzare bene la guardia notturna di stanotte.
Cronaca
Razzo israeliano rinvenuto tra Lampedusa e l’isolotto di Lampione

Pochi giorni fa, tra Lampedusa e l’isolotto di Lampione, i pescatori del motopeschereccio Andrea Doria hanno avvistato un relitto metallico. Si tratta di un cilindro lungo circa 5 metri e largo 1,5.
Sulle fiancate sono ben visibili il logo dell’Agenzia Spaziale israeliana Minhalat HaHalal, che dipende dal ministero della Difesa e si occupa di missili e satelliti, oltre che una scritta in ebraico.
La zona resta sotto controllo, in attesa di decidere se procedere al recupero.
Il ministro della difesa Guido Crosetto ha escluso che l’oggetto faccia parte di un sistema militare israeliano in funzione, spiegando che si tratta con ogni probabilità di un frammento legato a un recente lancio spaziale.
La vicenda, tra indagini tecniche e risvolti diplomatici, è solo all’inizio.
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