Attualità

Tananai e la sensibilità della nuova generazione in “Veleno”

Published

on

Durante un intervista a La Stampa, Alberto Cotta Ramusino in arte Tananai, il 15 Marzo dopo un lungo periodo di scomparsa dai social e dalla vita pubblica, ritorna con il suo nuovo singolo Veleno, discutendo di vari temi sensibili della Gen Z.

La mia generazione non è fragile” si esprime con queste parole Tananai introducendo la sua nuova canzone Veleno: “Dimenticateli, i maschi alfa. Quelli dannati e un po’ prepotenti. Quelli che mai direbbero: «Il primo a sentire le mie canzoni è mio padre, perché mi critica, ma dice cose giuste». E tanto meno: «Io non potrei fare niente senza la mia mamma” e aggiunge “Ma dimenticate anche i ragazzi fragili, i giovani uomini viziati che non sanno cosa sia l’impegno e che del mondo intorno poco vogliono sapere. Ghali, Dargen D’Amico, Diodato, non sono soli. C’è una generazione che ha voglia di dire la sua e che la politica non può fermare con i «daspo» o i tentativi di censura. Ci ridono su, aspettano il prossimo giro. Come Tananai, che se fosse stato a Sanremo avrebbe chiesto pace, come loro: «Il mondo non puoi tenerlo fuori: entra nelle canzoni, vogliono vietare anche quelle?”.

Tananai descrive con queste semplici parole ma d’impatto ciò che i ragazzi affrontano e continuano ad affrontare senza un possibile miglioramento per il futuro riguardo anche a ciò che vogliono esprimere a loro modo sul mondo ma continuando a sentirsi ingabbiati e trattenuti. Il giovane artista di classe ’95 con maglietta nera, jeans bianchi e sorriso da ragazzino ha vissuto con uno stile di vita molto frenetico con alti e bassi, ma ad un certo punto ha detto: “voglio scendere“. Nel 2023 scrive Tango portandola a Sanremo e vince diversi dischi d’oro: “Ma a quel punto ho avuto bisogno di fermarmi, era tutto troppo veloce e io volevo capire cosa stava succedendo“.

Dallo studio di registrazione a Milano, quasi come un posto uscito dalla scenografia di uno studio dei cantanti di un film, escono le note di Veleno dal computer, una ballad molto bella, ma diversa da Tango.

Nella stessa Intervista a La Stampa spiega perché sia scomparso per quasi 6 mesi dai palchi, dalla tv e dai social, il quale risponde dicendo: “Se vuoi scrivere bella musica devi estraniarti un po’, stare tranquillo. Ma c’è un altro motivo: Tango è una canzone a cui voglio bene, che voglio proteggere. La stavo cantando tantissime volte. Ovunque andassi, che non gliela fai Tango? E ho avuto paura che a un certo punto avrebbe smesso di farmi sentire come mi sentivo” e nel come ci è riuscito ha risposto: “In un altro posto. Fuori da me stesso. Come se stessi parlando a delle persone di una storia che non è la mia. Mi responsabilizzava, anche per il messaggio che porta. Per come vedevo le persone reagire. Non volevo perdere
quell’emozione lì“.

Veleno a contrario di Tango è una canzone d’amore senza alcuna traccia di politica, supponendo che l’amore non sia di questa natura e su questo aspetto dice: “Replicare quello che è successo con Tango penso sia impossibile, soprattutto se lo cerchi. Più tenti di innamorarti, più non ti innamori, a me è sempre successo così. E se hai la fortuna di fare musica l’unica cosa che devi davvero al pubblico è l’onestà. Metterti a cercare la formula che funziona ti ammazza“.

Durante l’intervista si è trattato l’argomento San Giovanni, altro giovanissimo e talentuoso artista in gara quest’anno al Festival di Sanremo, che dopo la fine del festival ha annunciato sui social la cancellazione sull’uscita del disco e il tour dicendo di stare male e infatti si è fermato. In molti l’hanno percepito come una prova di una particolare  fragilità di questa generazione, allora Alberto risponde dicendo la sua: “I ritmi sono davvero difficili da tenere. Hai come la sensazione che se non fai tutto, se ti allontani un attimo, tu possa di colpo sparire. Non credo si possano applicare letture semplicistiche a quel che è successo a Sangio, ma ho apprezzato molto la sua sincerità: ha avuto il coraggio di dire “non sto bene” e non è una cosa da poco. Non so cosa sarebbe successo a me se la botta del primo Sanremo l’avessi presa non a 26 anni, ma a 20“.

Subito dopo fa un resoconto di ciò che si vive da giovani in quelle situazioni e in quei contesti, come nel caso di San Giovanni, dicendo: “Credo che quando sei molto giovane tu abbia bisogno di vivere fino in fondo i momenti bui. Quando sei più grande e sai qual è il tuo posto nel mondo, la tua sfiga del momento, la tua insicurezza, la tua infelicità riesci a vederla come qualcosa che non riguarda solo te. Ma quando sei un ragazzino nella sua cameretta, quella solitudine, quel dolore che provi è tutto, è assoluto. Devi attraversarlo per tirartene fuori“.

Alcune volte ha raccontato di aver subito atti di bullismo e in particolare problemi di obesità, ma ha aggiornato se la sua relazione attuale con il proprio corpo è risolta affermando: “No no. Va meglio, ma non è risolto. Ho la faccia di bronzo, ci gioco su, sembro super sicuro, ma in realtà ci sono tante cose che non mi piacciono di me e il rapporto con il mio corpo è una di quelle. Però, bisogna mettere tutto in prospettiva. Una canzone che non ho mai capito era quella di Tricarico: voglio una vita tranquilla. Ma chi la vuole?“.  Gli è stato chiesto da cosa viene questo rapporto complicato con la propria fisicità e se magari fossero stati i social come Instagram a incrementare il problema come se ci fosse il bisogno di crescere abituati a vedersi riflessi e a cercare l’approvazione di un like, risponde: “Anche in questo caso non credo sia così semplice. Io con la mia immagine sui social gioco. Anzi, faccio apposta a demolirla. E’ quando sei solo in cameretta che ti guardi allo specchio, vedi quel che non ti piace e cominciano i problemi“.

Ma attualmente, con l’uscita del nuovo singolo Veleno e con i preparativi del tour a partire da novembre, cosa vuole Tananai?: “Sai la maledizione cinese, che tu possa vivere tempi interessanti? Ecco, quello“.

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Trending

Exit mobile version