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A Spasso per l’Europa, il punto sulla Bundesliga: duello Lipsia-Dortmund per la Champions, Leverkusen in fuga.

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La situazione del campionato tedesco dopo ventisei giornate. In attesa del rientro in campo, dopo la pausa nazionali, continua la lotta al vertice e alla Champions, mentre in zona retrocessione le gerarchie sembrano ben delineate.

Procede spedito il cammino del Bayer Leverkusen. Dopo il faticoso passaggio del turno di Europa League contro il Qarabag, la squadra di Xabi Alonso continua a macinare risultati positivi e a mantenere un sostanzioso distacco sul secondo posto. La gloriosa vittoria contro il Bayern Monaco (3-0) del 10 febbraio ha consegnato i favori del pronostico alle aspirine, imbattuti da inizio stagione. La squadra di Leverkusen ha già superato il record di 32 gare senza sconfitta (attualmente il Bayer Leverkusen è a quota 35 partite), e in questo finale di stagione i dieci punti di vantaggio sui bavaresi possono permettere a Xabi Alonso di concentrarsi sul doppio impegno, in vista anche dei quarti di finale di Europa League dove il Leverkusen sfiderà il West Ham. Il sogno delle aspirine continua…

Dopo la vittoria in Champions contro la Lazio, il Bayern Monaco è tornato a spingere sull’acceleratore. Il periodo buio delle ultime settimane sembra ormai un semplice ricordo. I bavaresi sono tornati alla caccia del primo posto. Le vittorie roboanti contro Mainz (8-1) e Darmstadt (2-5) hanno rimesso in piena corsa la squadra di Tuchel, che nonostante lo svantaggio di dieci punti rimane sempre in agguato del Leverkusen. Continua a segnare l’uragano Kane, capocannoniere indiscusso del campionato e del club bavarese, mentre è tornata a splendere la stella Musiala, dopo un periodo di appannamento. A centrocampo Tuchel ha dato fiducia al giovane Pavlovic, e partita dopo partita è diventato il titolare al fianco di Goretzka.

Continua a vincere e convincere anche lo Stoccarda. Il ritorno in campo del bomber Guirassy ha ridato all’attacco dei Roten esplosività e concretezza. L’attaccante guineano sta vivendo la miglior stagione della carriera, nonostante gli infortuni, e la convivenza con Deniz Undav sta regalando spettacolo a tutta la Bundesliga, inseguendo un sogno Champions che si concretizza sempre di più.

Al quarto posto la lotta è serrata tra Borussia Dortmund e Lipsia. Dopo le brillanti prestazioni in Champions, le due squadre non riescono ad avere la giusta continuità di risultati per entrare stabilmente tra le prime quattro, e le prestazioni altalenanti consegnano un nuovo verdetto ogni settimana. Al momento il Lipsia sembra favorito, a causa del calendario, mentre i gialloneri sono attesi a un tour de force dove affronteranno Bayern Monaco, Stoccarda, Bayer Leverkusen e Lipsia, oltre al quarto di finale contro l’Atletico Madrid, in Champions League.

Si accende la lotta alla Conference League, dove Eintracht Francoforte e Augsburg si contendono l’ultimo posto disponibile per entrare in Europa. Il vantaggio del Francoforte è di cinque punti, ma nell’ultimo mese l’Augsburg ha ottenuto quattro vittorie consecutive e in vista dello scontro diretto del 19 aprile, può approfittare di un calendario agevole per continuare a macinare punti e risultati. Molto compatta la zona salvezza e la parte centrale della classifica, dove otto squadre sono racchiuse in otto punti. Figurano le “eterne incompiute” Monchengladbach e Wolfsburg, in costante difficoltà e sempre rannicchiate nella parte medio-bassa della classifica. In caduta libera anche il Friburgo, dopo la grande stagione dell’anno scorso, quest’anno i bianconeri stanno faticando molto, probabilmente a causa del doppio impegno (campionato-Europa League). La pesante sconfitta per 5-0 contro il West Ham può avere ripercussioni sul campionato e sugli obiettivi stagionali del club.

La zona retrocessione invece sembra ben delineata. Il fanalino di coda Darmstadt sembra destinato alla retrocessione in Zweite Bundesliga, a causa dei dodici punti di svantaggio dalla zona salvezza. Continuano a lottare per rientrare in corsa Colonia e Mainz, ma i risultati altalenanti e le pesanti sconfitte contro le big stanno compromettendo la permanenza nella massima serie.

La classifica marcatori è dominata da Harry Kane (Bayern Monaco), al comando con 31 reti. Medaglia d’argento per Guirassy (Stoccarda), a quota 22 gol. Completa il podio Louis Openda (Lipsia) con 19 reti. La classifica assist vede al comando Alejandro Grimaldo (Bayer Leverkusen) e Leroy Sane (Bayern Monaco), entrambi a quota 11 assist. Chiude il podio Florian Wirtz (Bayer Leverkusen) con 10 assistenze.

LA SQUADRA MIGLIORE: Bayer Leverkusen. Continua a prendere forma il sogno delle aspirine. A meno di dieci giornate dal termine, la squadra di Xabi Alonso ha continuato a spingere costantemente sull’acceleratore, riuscendo a ottenere un vantaggio di dieci punti sul Bayern, al secondo posto, e un posto ai quarti di Europa League. Si entra nel vivo del finale di stagione, e tutti gli occhi sono puntati sui rossoneri di Leverkusen;

LA SQUADRA PEGGIORE: Wolfsbrug. L’esonero di Niko Kovac conferma la situazione disastrosa dei biancoverdi. L’ultima vittoria risale al 16 dicembre, una vittoria di misura contro il Darmstadt. Nonostante i 9 gol e 6 assist di Wind, il Wolfsburg occupa la quattrodicesima posizione, a quota 25 punti. Il distacco dalla zona retrocessione rimane importante, ma occorre tornare a vincere per concludere la stagione senza pressioni e programmare la risalita di una squadra che si conferma come un’eterna incompiuta;

LA SORPRESA: Augsburg. La squadra di Augusta continua a sognare un posto in Europa. L’ultimo mese ha riavvicinato l’Augsburg al sesto posto, a soli cinque punti dal Francoforte. Trascinata dai gol di uno scatenato Demirovic, la squadra di Thorup può sognare un posto in Conference League, che sarebbe la prima presenza del club al di fuori del confine tedesco;

 

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Debacle azzurra a Berlino. Una grande Svizzera vola ai quarti di finale

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Termina sotto il cielo dell’Olympiastadion di Berlino il cammino dell’Italia a Euro2024. A Berlino gli azzurri vengono dominati in lungo e in largo dalla Svizzera, che conquista i quarti di finale dopo una prestazione incredibile dei ragazzi di Yakin. Gli elvetici affronteranno la vincente di Inghilterra-Slovacchia.

Dando seguito all’ottimo girone, concluso alle spalle della più quotata Germania, la Svizzera comincia la gara mantenendo stabilmente il possesso del pallone. L’aggressione e l’intraprendenza iniziale degli elvetici non permette agli azzurri di sviluppare con lucidità e precisione. La gara dell’Olympiastadion non spicca nel primo quarto d’ora anche a causa della poca intraprendenza dell’Italia, imprecisa nell’uscita e in fase di disimpegno. Con il passare dei minuti i ragazzi di Spalletti cominciano a prendere sempre più campo, grazie alle sgroppate di El Shaarawy e le geometrie di Nicolò Fagioli, all’esordio dal primo minuto in questo europeo. Al 23′ la Svizzera flirta con il vantaggio, con Embolo servito in profondità da Aebischer, l’attaccante elvetico arriva davanti a Donnarumma che in tuffo tiene in equilibrio il risultato. La risposta azzurra arriva tre minuti dopo con Chiesa, che sguscia in mezzo ai difensori e calcia sul secondo palo, provvidenziale il piede di Akanji che mette in calcio d’angolo. Dopo una decina di minuti passati stabilmente nella metà campo azzurra, al 36′ la Svizzera trova il meritato gol del vantaggio: Vargas imbuca centralmente per l’inserimento di Freuler, il centrocampista del Bologna controlla con il destro e calcia al volo con il mancino, per una rete che inguaia un’Italia ancora una volta in difficoltà e in svantaggio (quarta volta su quattro partite in cui gli azzurri vanno sotto nel punteggio). A un minuto dall’intervallo è ancora Donnarumma a salvare gli azzurri, con un intervento prodigioso sul primo palo dopo una rasoiata su punizione di Rieder.

Spalletti prova a smuovere gli azzurri con l’ingresso di Zaccagni, ma dopo trenta secondi dal fischio di Marciniak, con il pallone mosso proprio dall’Italia, la Svizzera raddoppia con una conclusione meravigliosa di Vargas, un arcobaleno a giro che si insacca all’incrocio dei pali. Al 51′ gli elvetici rischiano l’harakiri con una deviazione goffa di Schar che sbatte sul palo, con Sommer praticamente battuto. Dopo la rete di Vargas la Svizzera continua ad amministrare con calma e lucidità il pallone, con l’Italia che rimane in balìa della squadra del c.t. Yakin. L’ingresso di Retegui al posto di Barella prova a rinforzare il reparto offensivo azzurro, finora sterile e altamente insufficiente. Al 73′ l’Italia colpisce un altro palo: Fagioli scucchiaia centralmente per Zaccagni che apparecchia sul secondo palo verso Scamacca, che in allungo non riesce a battere Sommer. I cambi conservativi di Yakin permettono agli elvetici di compattarsi e rannicchiarsi nella metà campo, pronti a ripartire in contropiede alla ricerca del tris che chiuda definitivamente la qualificazione. Nel finale gli azzurri si spegnono definitivamente, non riuscendo a costruire pericoli dalle parti di Sommer.

Si chiude al fischio finale di Marciniak il deludente europeo della nazionale di Spalletti. Dopo quattro partite, giocate altamente al di sotto della sufficienza, l’Italia chiude il proprio europeo con una sconfitta pesante dal punto di vista tattico ma soprattutto mentale. All’Olympiastadion l’Italia non si è mai accesa, non è riuscita a trovare quella spregiudicatezza richiesta da Spalletti in conferenza, e di fronte a un’organizzata e pungente Svizzera, gli azzurri hanno alzato bandiera bianca. La rete subita dopo meno di un minuto dalla ripresa è l’emblema di questa terribile spedizione in terra tedesca. Apoteosi elvetica a Berlino, con la Svizzera che continua a sognare in questo grande europeo disputato dalla selezione del c.t. Yakin, che affronterà la vincente di Inghilterra-Slovacchia.

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Un capolavoro di Zaccagni ci fa chiudere al secondo posto. Sarà Italia-Svizzera agli ottavi

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Dopo la sconfitta contro la Spagna, l’Italia soffre e va in difficoltà contro la Croazia. La rete all’ultimo respiro di Zaccagni permette agli azzurri di chiudere al secondo posto, a quota 4 punti. Beffa per la nazionale di Dalic, che chiude al terzo posto a quota 2 punti, ufficiosamente fuori da Euro2024.

Nonostante i tre cambi dopo la sconfitta contro la Spagna, nei primi minuti il possesso palla è controllato esclusivamente dalla Croazia, che si affaccia dalle parti di Donnarumma dopo meno di cinque minuti, con un tiro all’incrocio da parte di Sucic respinto in maniera prodigiosa dal capitano azzurro. Dopo lo spavento iniziale il gioco dell’Italia comincia a svilupparsi con un pizzico di lucidità in più, ma sempre sterile nei confronti di una Croazia ben messa in campo e battagliera fin dai primi minuti. La prima occasione degli azzurri arriva al 17′ con un cross di Calafiori verso Retegui che conclude verso la porta, conclusione sporcata da Gvardiol. Al 26′ Raspadori riceve palla al limite, serve Barella che decide di crossare sul secondo palo dove Bastoni calcia di testa a botta sicura, provvidenziale Livakovic in tuffo. Verso la fine del primo tempo ci provano i due numeri 10, Modric e Pellegrini, ma le loro conclusioni terminano alte sopra la traversa, ponendo fine a una prima frazione equilibrata che momentaneamente qualifica gli azzurri agli ottavi.

Al rientro dagli spogliatoi i due allenatori decidono di cambiare qualcosa, con Spalletti che inserisce Frattesi al posto di Pellegrini, e Dalic che aggiunge peso all’attacco con l’ingresso di Budimir. Al 51′ l’episodio che sblocca la gara: conclusione a giro di Kramaric, deviata con la mano da Frattesi. Dopo un check del VAR il direttore di gara Makkelie assegna il calcio di rigore alla Croazia. Dal dischetto si presenta Luka Modric che apre il destro ma Donnarumma indovina l’angolo e respinge il penalty. Il pareggio resiste soltanto trenta secondi, perché lo stesso Modric si getta sulla palla vagante (dopo un altro miracolo di Donnarumma su Budimir) e porta in vantaggio la Croazia, diventando il marcatore più anziano della storia degli europei. Dopo la rete del fuoriclasse croato, Spalletti tenta il tutto per tutto schierando Chiesa, Fagioli, Scamacca e Zaccagni ma per gran parte della ripresa la Croazia non corre nessun rischio, giocando con più lucidità e verve agonistica, per una vittoria che indirizzerebbe la squadra di Dalic agli ottavi di finale contro la Svizzera. Nel finale la Croazia si barrica nella propria metà campo, concedendo il possesso palla -sterile- all’Italia. Quando tutto sembrava finito, all’ultimo respiro Calafiori si getta in avanti, anticipa il contrasto di Pongracic e allarga per Zaccagni che apre il piatto e insacca il pallone all’incrocio dei pali, regalando il secondo posto agli azzurri.

Pareggio che sa di vittoria per gli azzurri, autori di un’altra prestazione incolore contro una buona Croazia. Il capolavoro di Zaccagni permette all’Italia di chiudere al secondo posto, con annessa qualificazione agli ottavi di finale dove affronteremo la Svizzera. La rete del pareggio è frutto dell’intraprendenza di Calafiori e della qualità di Zaccagni, che permettono al viaggio azzurro di aggiungere una nuova tappa.

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Una brutta Italia cade a Gelsenkirchen. L’autogol di Calafiori spedisce la Spagna agli ottavi

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Dominio spagnolo alla Veltins Arena di Gelsenkirchen. Dopo la vittoria di sabato contro l’Albania, gli azzurri vengono dominati e sconfitti dalla Spagna, che conquista meritatamente l’accesso agli ottavi di finale. All’Italia basta un pari per qualificarsi agli ottavi.

In avvio la Spagna prova a pungere subito, e il primo squillo è proprio della Roja con il cross di Nico Williams per la testa di Pedri, strepitoso Donnarumma che in tuffo spedisce la sfera in calcio d’angolo. Il pressing acceso e furente della Spagna mette in difficoltà la squadra di Spalletti, specialmente nella fascia sinistra dove Nico Williams è scattante già dalle prime battute. Al 10′ è ancora l’ala dell’Athletic Bilbao a spaventare gli azzurri, con un colpo di testa da pochi passi che termina di poco a lato. Nonostante qualche trama di gioco interessante, l’Italia rimane in balia del possesso e dell’aggressività degli spagnoli che intorno al ventesimo costruiscono altre due occasioni con Morata, chiuso in uscita da Donnarumma, e una con Fabian Ruiz, altra risposta strepitosa dell’estremo difensore azzurro. Nel finale della prima frazione il ritmo si abbassa leggermente, con l’Italia che prova timidamente ad affacciarsi dalle parti di Unai Simon, ma l’unica conclusione della prima frazione azzurra, di Chiesa, termina in curva.

Nella ripresa Spalletti cambia radicalmente il suo undici titolare, con gli ingressi di Cristante e Cambiaso al posto di Frattesi e Jorginho.  Sulla falsa riga del primo tempo, la Spagna continua a mantenere il controllo del pallone e del gioco, con l’Italia in costante difficoltà nel possesso e nelle uscite. La prima occasione del secondo tempo è di Pedri, servito dal pase de la muerte di Cucurella, che non riesce a indirizzare il pallone verso la porta. La pressione rimane invariata e al 54′ la Spagna trova il meritato vantaggio: Morata spizza di testa un cross di Nico Williams, Donnarumma sporca il pallone che carambola addosso a Calafiori e termina in fondo alla rete. La Roja continua a spingere incessantemente e sfiora il raddoppio con la conclusione a giro di Lamine Yamal, a pochi centimetri dall’incrocio dei pali. L’egemonia spagnola non si placa e al 70′ Nico Williams disegna un arcobaleno a giro che -per fortuna dell’Italia- si spegne sulla traversa. La girandola di cambi del c.t iberico De La Fuente rallenta i ritmi della gara, con l’Italia che continua ad arrancare senza riuscire a perforare la difesa gialla. Nel finale la Spagna sfiora due volte il vantaggio con due conclusioni di Ayozé Perez, entrambe respinte da un sontuoso Donnarumma, migliore in campo degli azzurri.

Partita a senso unico, con la Spagna che si conquista con ampio merito l’accesso agli ottavi di finale. Con la certezza del primo posto, la partita contro l’Albania diventa una formalità per i ragazzi di De La Fuente. Sconfitta pesante per gli azzurri, i costante confusione contro il possesso e il pressing spagnolo. Prestazione fenomenale di Donnarumma, autore di numerose parate che ha evitato alla squadra di Spalletti un passivo peggiore. Lunedì a Lipsia contro la Croazia l’Italia è chiamata a una reazione d’orgoglio. Basta un pareggio per conquistare il pass per gli ottavi di finale.

Nelle altre partite di questa seconda giornata di Euro2024, la Slovenia sfiora i tre punti contro la Serbia, in vantaggio grazie alla rete del terzino Karničnik. Nel finale il pareggio di testa del milanista Jovic. Nello stesso girone, l’Inghilterra continua a non convincere, non riuscendo a sfondare contro una coraggiosa Danimarca. 1-1 con le reti di Kane nel primo tempo e il pareggio danese firmato dall’ex Lecce Hjulmand.

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