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Calcio

A Spasso per l’Europa, il punto sulla Liga: Blancos imprendibili, continua la corsa Champions per Girona e Athletic Bilbao

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La situazione del campionato spagnolo dopo ventinove giornate è davvero sorprendente in tutte le zone della classifica.

A undici giornate dalla fine del campionato la capolista della Liga è il Real Madrid con 72 punti ed una sola sconfitta, che risale alla sesta giornata di campionato. Dal passo falso del Civitas Metropolitano, i blancos hanno trovato vittorie importanti tanto da riuscire a sfuggire dalle pretendenti per il titolo. A otto punti dalla vetta, grazie agli ultimi sette risultati utili di fila, c’è il Barcellona che non molla l’inseguimento ai rivali storici in attesa del Clasico, che si giocherà alla trentaduesima giornata. Nonostante l’abbandono della prima posizione, il Girona resta ampiamente la sorpresa di questa Liga. Riuscire a tener testa al Real Madrid è davvero un compito arduo ma, Dovbik e compagni non si arrendono e, con ottimi risultati, stanno trovando punti importanti per blindare la qualificazione in Champions League.

A caccia dell’ultimo posto valido per l’Europa che conta, nel giro di soli due punti troviamo: Athletic Bilbao, Atletico Madrid e Real Sociedad. Ad una manciata di punti dalla Conference League, in netta ripresa seppur con dei risultati mediocri, se messi in relazione con le passate stagioni, troviamo il Valencia e il Villarreal. Entrambe le squadre stanno vivendo una delle stagioni più inconsuete degli ultimi anni ma da metà campionato in poi sono riuscite ad uscire dal tunnel che a inizio stagione li vedeva nella parte bassa della classifica, svolta arrivata grazie alle reti dei rispettivi centravanti: Alexander Sorloth e Hugo Duro.

A metà classifica navigano Getafe e Las Palmas. La squadra di Pepe Bordalàs (rispetto alla passata stagione chiusa al quindicesimo posto) naviga in acque più tranquille con il sogno di scalare ancora di più la classifica verso i piani alti. I canarini provengono da una promozione ma, dopo un avvio incoraggiante, hanno mollato un po’ la presa, anche a causa della mancata esperienza dei giocatori presenti in rosa. Al dodicesimo posto, con molte critiche, c’è l’Osasuna. I baschi stanno vivendo una stagione da dimenticare, sei pareggi e tredici sconfitte sono troppe per una squadra che nell’ultima campionato ha sfiorato l’accesso ai gironi di Conference League ma, grazie alle quindici reti dell’attaccante Ante Budimir, la squadra della Navarra può giocare le prossime giornate in tranquillità visto l’ampio distacco sulla zona retrocessione.

A quota 28 punti troviamo il Siviglia. La squadra vincitrice dell’ultima Europa League (contro la Roma) non è riuscita ad invertire il trend negativo intrapreso a inizio stagione e, a poche giornate dalla fine, rischia di rimanere intrappolata nella zona retrocessione. Segue il Celta Vigo con soli 27 punti. I Los Celestes si trovano a cinque punti dalla zona retrocessione, occupata temporaneamente da Cadice, Granada e Almeria. Quest’ultima ha un rendimento che la vede già con un piede in Segunda Divisiòn poiché la prima vittoria in stagione è arrivata dopo ventinove giornate di Liga. Dato che mette chiarezza sulla situazione societaria e sul rendimento dei rossoblu, prossimi alla retrocessione.

Al primo posto della classifica marcatori troviamo Jude Bellingham (Real Madrid) con 16 reti, seguono con 15 gol Ante Budimir (Osasuna) e Borja Mayoral (Getafe). Il miglior assist-man della Liga è Alex Baena (Villarreal) con 9 assist, segue a quota 8 Federico Valverde (Real Madrid).

LA SQUADRA MIGLIORE: REAL MADRID. Dopo un’inizio di stagione in lotta contro il Girona, i Blancos sono riusciti a scappare indisturbatamente verso la vittoria della Liga grazie ai gol del Pichichi Bellingham, alle giocate di Vinicius e Rodrygo e all’esperienza dei veterani Kroos e Modric.

LA SQUADRA PEGGIORE: ALMERIA. La salvezza sembra sempre più lontana, con la prima vittoria che è arrivata dopo ventinove partite. Con un piede e mezzo in Segunda Division, l’Almeria ha l’occasione di costruire le basi per la risalita in Primiera Division. Se il detto ”Bisogna toccare il fondo per risorgere” è reale, l’Almeria deve cogliere l’occasione.

LA SORPRESA: ATHLETIC BILBAO. Continua il sogno del Bilabo. Il lavoro eccellente di Ernesto Valverde ha permesso ai fratelli Williams (Nico e Inaki), Guruzeta e compagni, di diventare una delle squadre più divertenti e spettacolari dell’intero campionato. E con una finale di Coppa da disputare, questa stagione può sancire la definitiva rinascita del club basco.

Classe 2004. Studente in Scienze della Comunicazione all'Università degli studi di Palermo. Aspirante giornalista/presentatore sportivo e grande appassionato di calcio.

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Debacle azzurra a Berlino. Una grande Svizzera vola ai quarti di finale

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Termina sotto il cielo dell’Olympiastadion di Berlino il cammino dell’Italia a Euro2024. A Berlino gli azzurri vengono dominati in lungo e in largo dalla Svizzera, che conquista i quarti di finale dopo una prestazione incredibile dei ragazzi di Yakin. Gli elvetici affronteranno la vincente di Inghilterra-Slovacchia.

Dando seguito all’ottimo girone, concluso alle spalle della più quotata Germania, la Svizzera comincia la gara mantenendo stabilmente il possesso del pallone. L’aggressione e l’intraprendenza iniziale degli elvetici non permette agli azzurri di sviluppare con lucidità e precisione. La gara dell’Olympiastadion non spicca nel primo quarto d’ora anche a causa della poca intraprendenza dell’Italia, imprecisa nell’uscita e in fase di disimpegno. Con il passare dei minuti i ragazzi di Spalletti cominciano a prendere sempre più campo, grazie alle sgroppate di El Shaarawy e le geometrie di Nicolò Fagioli, all’esordio dal primo minuto in questo europeo. Al 23′ la Svizzera flirta con il vantaggio, con Embolo servito in profondità da Aebischer, l’attaccante elvetico arriva davanti a Donnarumma che in tuffo tiene in equilibrio il risultato. La risposta azzurra arriva tre minuti dopo con Chiesa, che sguscia in mezzo ai difensori e calcia sul secondo palo, provvidenziale il piede di Akanji che mette in calcio d’angolo. Dopo una decina di minuti passati stabilmente nella metà campo azzurra, al 36′ la Svizzera trova il meritato gol del vantaggio: Vargas imbuca centralmente per l’inserimento di Freuler, il centrocampista del Bologna controlla con il destro e calcia al volo con il mancino, per una rete che inguaia un’Italia ancora una volta in difficoltà e in svantaggio (quarta volta su quattro partite in cui gli azzurri vanno sotto nel punteggio). A un minuto dall’intervallo è ancora Donnarumma a salvare gli azzurri, con un intervento prodigioso sul primo palo dopo una rasoiata su punizione di Rieder.

Spalletti prova a smuovere gli azzurri con l’ingresso di Zaccagni, ma dopo trenta secondi dal fischio di Marciniak, con il pallone mosso proprio dall’Italia, la Svizzera raddoppia con una conclusione meravigliosa di Vargas, un arcobaleno a giro che si insacca all’incrocio dei pali. Al 51′ gli elvetici rischiano l’harakiri con una deviazione goffa di Schar che sbatte sul palo, con Sommer praticamente battuto. Dopo la rete di Vargas la Svizzera continua ad amministrare con calma e lucidità il pallone, con l’Italia che rimane in balìa della squadra del c.t. Yakin. L’ingresso di Retegui al posto di Barella prova a rinforzare il reparto offensivo azzurro, finora sterile e altamente insufficiente. Al 73′ l’Italia colpisce un altro palo: Fagioli scucchiaia centralmente per Zaccagni che apparecchia sul secondo palo verso Scamacca, che in allungo non riesce a battere Sommer. I cambi conservativi di Yakin permettono agli elvetici di compattarsi e rannicchiarsi nella metà campo, pronti a ripartire in contropiede alla ricerca del tris che chiuda definitivamente la qualificazione. Nel finale gli azzurri si spegnono definitivamente, non riuscendo a costruire pericoli dalle parti di Sommer.

Si chiude al fischio finale di Marciniak il deludente europeo della nazionale di Spalletti. Dopo quattro partite, giocate altamente al di sotto della sufficienza, l’Italia chiude il proprio europeo con una sconfitta pesante dal punto di vista tattico ma soprattutto mentale. All’Olympiastadion l’Italia non si è mai accesa, non è riuscita a trovare quella spregiudicatezza richiesta da Spalletti in conferenza, e di fronte a un’organizzata e pungente Svizzera, gli azzurri hanno alzato bandiera bianca. La rete subita dopo meno di un minuto dalla ripresa è l’emblema di questa terribile spedizione in terra tedesca. Apoteosi elvetica a Berlino, con la Svizzera che continua a sognare in questo grande europeo disputato dalla selezione del c.t. Yakin, che affronterà la vincente di Inghilterra-Slovacchia.

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Un capolavoro di Zaccagni ci fa chiudere al secondo posto. Sarà Italia-Svizzera agli ottavi

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Dopo la sconfitta contro la Spagna, l’Italia soffre e va in difficoltà contro la Croazia. La rete all’ultimo respiro di Zaccagni permette agli azzurri di chiudere al secondo posto, a quota 4 punti. Beffa per la nazionale di Dalic, che chiude al terzo posto a quota 2 punti, ufficiosamente fuori da Euro2024.

Nonostante i tre cambi dopo la sconfitta contro la Spagna, nei primi minuti il possesso palla è controllato esclusivamente dalla Croazia, che si affaccia dalle parti di Donnarumma dopo meno di cinque minuti, con un tiro all’incrocio da parte di Sucic respinto in maniera prodigiosa dal capitano azzurro. Dopo lo spavento iniziale il gioco dell’Italia comincia a svilupparsi con un pizzico di lucidità in più, ma sempre sterile nei confronti di una Croazia ben messa in campo e battagliera fin dai primi minuti. La prima occasione degli azzurri arriva al 17′ con un cross di Calafiori verso Retegui che conclude verso la porta, conclusione sporcata da Gvardiol. Al 26′ Raspadori riceve palla al limite, serve Barella che decide di crossare sul secondo palo dove Bastoni calcia di testa a botta sicura, provvidenziale Livakovic in tuffo. Verso la fine del primo tempo ci provano i due numeri 10, Modric e Pellegrini, ma le loro conclusioni terminano alte sopra la traversa, ponendo fine a una prima frazione equilibrata che momentaneamente qualifica gli azzurri agli ottavi.

Al rientro dagli spogliatoi i due allenatori decidono di cambiare qualcosa, con Spalletti che inserisce Frattesi al posto di Pellegrini, e Dalic che aggiunge peso all’attacco con l’ingresso di Budimir. Al 51′ l’episodio che sblocca la gara: conclusione a giro di Kramaric, deviata con la mano da Frattesi. Dopo un check del VAR il direttore di gara Makkelie assegna il calcio di rigore alla Croazia. Dal dischetto si presenta Luka Modric che apre il destro ma Donnarumma indovina l’angolo e respinge il penalty. Il pareggio resiste soltanto trenta secondi, perché lo stesso Modric si getta sulla palla vagante (dopo un altro miracolo di Donnarumma su Budimir) e porta in vantaggio la Croazia, diventando il marcatore più anziano della storia degli europei. Dopo la rete del fuoriclasse croato, Spalletti tenta il tutto per tutto schierando Chiesa, Fagioli, Scamacca e Zaccagni ma per gran parte della ripresa la Croazia non corre nessun rischio, giocando con più lucidità e verve agonistica, per una vittoria che indirizzerebbe la squadra di Dalic agli ottavi di finale contro la Svizzera. Nel finale la Croazia si barrica nella propria metà campo, concedendo il possesso palla -sterile- all’Italia. Quando tutto sembrava finito, all’ultimo respiro Calafiori si getta in avanti, anticipa il contrasto di Pongracic e allarga per Zaccagni che apre il piatto e insacca il pallone all’incrocio dei pali, regalando il secondo posto agli azzurri.

Pareggio che sa di vittoria per gli azzurri, autori di un’altra prestazione incolore contro una buona Croazia. Il capolavoro di Zaccagni permette all’Italia di chiudere al secondo posto, con annessa qualificazione agli ottavi di finale dove affronteremo la Svizzera. La rete del pareggio è frutto dell’intraprendenza di Calafiori e della qualità di Zaccagni, che permettono al viaggio azzurro di aggiungere una nuova tappa.

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Una brutta Italia cade a Gelsenkirchen. L’autogol di Calafiori spedisce la Spagna agli ottavi

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Dominio spagnolo alla Veltins Arena di Gelsenkirchen. Dopo la vittoria di sabato contro l’Albania, gli azzurri vengono dominati e sconfitti dalla Spagna, che conquista meritatamente l’accesso agli ottavi di finale. All’Italia basta un pari per qualificarsi agli ottavi.

In avvio la Spagna prova a pungere subito, e il primo squillo è proprio della Roja con il cross di Nico Williams per la testa di Pedri, strepitoso Donnarumma che in tuffo spedisce la sfera in calcio d’angolo. Il pressing acceso e furente della Spagna mette in difficoltà la squadra di Spalletti, specialmente nella fascia sinistra dove Nico Williams è scattante già dalle prime battute. Al 10′ è ancora l’ala dell’Athletic Bilbao a spaventare gli azzurri, con un colpo di testa da pochi passi che termina di poco a lato. Nonostante qualche trama di gioco interessante, l’Italia rimane in balia del possesso e dell’aggressività degli spagnoli che intorno al ventesimo costruiscono altre due occasioni con Morata, chiuso in uscita da Donnarumma, e una con Fabian Ruiz, altra risposta strepitosa dell’estremo difensore azzurro. Nel finale della prima frazione il ritmo si abbassa leggermente, con l’Italia che prova timidamente ad affacciarsi dalle parti di Unai Simon, ma l’unica conclusione della prima frazione azzurra, di Chiesa, termina in curva.

Nella ripresa Spalletti cambia radicalmente il suo undici titolare, con gli ingressi di Cristante e Cambiaso al posto di Frattesi e Jorginho.  Sulla falsa riga del primo tempo, la Spagna continua a mantenere il controllo del pallone e del gioco, con l’Italia in costante difficoltà nel possesso e nelle uscite. La prima occasione del secondo tempo è di Pedri, servito dal pase de la muerte di Cucurella, che non riesce a indirizzare il pallone verso la porta. La pressione rimane invariata e al 54′ la Spagna trova il meritato vantaggio: Morata spizza di testa un cross di Nico Williams, Donnarumma sporca il pallone che carambola addosso a Calafiori e termina in fondo alla rete. La Roja continua a spingere incessantemente e sfiora il raddoppio con la conclusione a giro di Lamine Yamal, a pochi centimetri dall’incrocio dei pali. L’egemonia spagnola non si placa e al 70′ Nico Williams disegna un arcobaleno a giro che -per fortuna dell’Italia- si spegne sulla traversa. La girandola di cambi del c.t iberico De La Fuente rallenta i ritmi della gara, con l’Italia che continua ad arrancare senza riuscire a perforare la difesa gialla. Nel finale la Spagna sfiora due volte il vantaggio con due conclusioni di Ayozé Perez, entrambe respinte da un sontuoso Donnarumma, migliore in campo degli azzurri.

Partita a senso unico, con la Spagna che si conquista con ampio merito l’accesso agli ottavi di finale. Con la certezza del primo posto, la partita contro l’Albania diventa una formalità per i ragazzi di De La Fuente. Sconfitta pesante per gli azzurri, i costante confusione contro il possesso e il pressing spagnolo. Prestazione fenomenale di Donnarumma, autore di numerose parate che ha evitato alla squadra di Spalletti un passivo peggiore. Lunedì a Lipsia contro la Croazia l’Italia è chiamata a una reazione d’orgoglio. Basta un pareggio per conquistare il pass per gli ottavi di finale.

Nelle altre partite di questa seconda giornata di Euro2024, la Slovenia sfiora i tre punti contro la Serbia, in vantaggio grazie alla rete del terzino Karničnik. Nel finale il pareggio di testa del milanista Jovic. Nello stesso girone, l’Inghilterra continua a non convincere, non riuscendo a sfondare contro una coraggiosa Danimarca. 1-1 con le reti di Kane nel primo tempo e il pareggio danese firmato dall’ex Lecce Hjulmand.

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