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Attualità

Il New York Times censura diversi termini sulla questione palestinese

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Foto: Newsweek

Il New York Time ha dato delle indicazioni ben precise ai suoi giornalisti.

Indicazioni che prevedono: limitare l’uso dei termini “genocidio” e “pulizia etnica”, evitare di usare l’espressione “territorio occupato”. Inoltre, avrebbe anche invitato i redattori a non usare la parola Palestina “tranne in casi molto rari” e ad evitare il termine “campi profughi” per descrivere le aree di Gaza storicamente abitate da palestinesi sfollati da altre zone della striscia o di Israele (aree riconosciute dalle Nazioni Unite).

Secondo i vertici del Nyt, Susan Wssling (Standards editor) e Philip Pan (International editor) ciò “offre indicazioni su alcuni termini e altre questioni con cui ci siamo confrontati dall’inizio del conflitto in ottobre”.

Tuttavia, secondo alcuni redattori del Times, sentiti da The Intercept, svelerebbe invece una posizione filo-israeliana del giornale: “Penso che sia il genere di cose che può sembrare professionale e logica se non si ha conoscenza del contesto storico del conflitto israelo-palestinese, ma se la si ha risulta evidente quanto siano scelte che tendono alla difesa di Israele”, ha riferito un redattore anonimo.

Il Times ha iniziato a distribuire una guida ai suoi giornalisti lo scorso novembre e la tiene costantemente aggiornata. Il New York Times ha rivendicato questa pratica editoriale, definendola normale. Charlie Stadtlander, un portavoce del giornale, ha spiegato che emettere una guida del genere è una prassi standard per garantire che le notizie siano coperte con accuratezza, coerenza e sensibilità. Ha sottolineato l’importanza di scegliere le parole con cura, specialmente in situazioni complesse come questa, per assicurarsi che siano chiare e comprensibili per il pubblico.

 

 

Classe 2004. Studentessa in Scienze della Comunicazione all'Università degli studi di Palermo. Aspirante giornalista, reporter e presentatrice. Grande appassionata di musica e spettacolo.

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Attualità

20 anni di “Addiopizzo”: oggi la mostra a Palermo

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Oggi 29 giugno 2024 ricorre il ventesimo anniversario della fondazione di “Addiopizzo“.

CHE COSA È ADDIOPIZZO?

Il Comitato “Addiopizzo” è un movimento che fonda le sue radici sull’antimafia, fondato il 29 giugno 2004, con l’obbiettivo di contrastare le estorsioni mafiose.

La nascita di tale movimento ha generato delle risposte significative, in particolare vi sono stati imprenditori che anzichè rimanere in silenzio, hanno deciso di denunciare i soprusi di Cosa Nostra, poichè si sono rifiutati di pagare il Pizzo.
Peraltro è divenuto celebre il messaggio affisso in numerose attività commerciali di Palermo: “Un intero popolo che paga il pizzo è un popolo senza dignità”.

L’ESPOSIZIONE

La mostra, programmata per oggi a partire dalle 11,30, si terrà al “No Mafia Memorial” di corso Vittorio Emanuele, con il contributo del centro siciliano di documentazione Giuseppe Impastato.

LE PAROLE DI ADDIOPIZZO

In merito a questa ricorrenza l’associazione “Addiopizzo” ha espresso le proprie emozioni:” Dall’estate del 2004 ad oggi, dagli adesivi all’impegno sul territorio di promozione del consumo critico antiracket, dall’assistenza alle vittime di estorsione alle riflessioni sul ruolo della politica e la qualità del consenso, dall’inclusione sociale alla rigenerazione urbana alla Kalsa, il cammino  è stato a tratti prodigioso, faticoso, alle volte sconfortante, ma anche carico di soddisfazioni e risultati positivi”.

Inoltre hanno aggiunto: ” Vent’anni che hanno segnato l’inizio di una svolta culturale che sebbene non si sia ancora del tutto compiuta ha registrato degli inediti e significativi passi in avanti nella lotta al racket delle estorsioni e per la costruzione di una comunità laboriosa e solidale“, hanno poi concluso.

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Attualità

Assange libero: tornerà in Australia dopo 5 anni di prigionia

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Dopo 14 anni di calvario giudiziario, Julian Assange è tornato libero.

Il giornalista australiano, fondatore di Wilileaks, è stato perseguitato dalla giustizia dal 2010, anno in cui Assange svelò al mondo intero i crimini di guerra di matrice statunitense.

Dal 2019 era rinchiuso nel carcere di massima sicurezza di Londra, dove rischiava una pena di 175 anni.
Attualmente ha lasciato il Regno Unito e  dovrà patteggiare con la giustizia americana.

Leggi anche: Caso Assange: Concesso un nuovo appello contro l’estradizione in Usa

IL COMMENTO DELLA MOGLIE

Stella Assange, moglie di Julian, in un’intervista alla Bbc ha commentato la felice notizia del suo rilascio, dopo anni di intense battaglie, dicendosi “euforica e incredula sul fatto che Julian sia libero“.
Inoltre, la moglie del giornalista, ha aggiunto che il patteggiamento con le autorità americane,  sarà attuato nel momento in cui un giudice americano lo convaliderà domani nelle Isole Marianne.

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Attualità

La scoperta di un nuovo colore nei gatti che rivoluziona la genetica felina

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Foto: Il Messaggero

Nel mondo della genetica felina, una scoperta straordinaria sta facendo notizia: un nuovo tipo di colore del mantello è stato ufficialmente identificato nei gatti in Finlandia, e analizzato poi da specialisti provenienti dalla Gran Bretagna e dagli Stati Uniti.

Questo nuovo colore, chiamato “salmiak” o “liquirizia salata”, presenta caratteristiche uniche che lo distinguono nettamente dagli altri colori noti.

I gatti salmiak hanno ciocche di pelo che iniziano nere alla base e diventano bianche man mano che crescono dal follicolo. Questo effetto crea un aspetto sfumato e sorprendente, mai visto prima nei felini. La scoperta è stata possibile grazie a uno studio approfondito condotto da un team di genetisti, che ha esaminato i gatti portatori di questa particolare caratteristica.

La ricerca ha rivelato che il colore salmiak è causato da una mutazione genetica recessiva. Questo significa che per manifestare questo colore unico, un gatto deve ereditare il gene mutato da entrambi i genitori. Sorprendentemente, la mutazione non è legata a nessuno dei geni già noti per influenzare la colorazione bianca nei gatti, come il gene piebald o il gene per l’albinismo.

I risultati dello studio sono stati recentemente pubblicati, suscitando l’interesse della comunità accademica e degli appassionati di felini. La scoperta del colore salmiak non solo aggiunge una nuova dimensione alla comprensione della genetica del mantello dei gatti, ma potrebbe anche avere implicazioni per altre ricerche genetiche, infatti gli esperti ritengono che questa mutazione possa offrire nuovi spunti per lo studio della pigmentazione nei mammiferi in generale.

Il gene responsabile della colorazione salmiak potrebbe aiutare a chiarire i meccanismi complessi che regolano la produzione di melanina e la distribuzione del colore nei peli e nella pelle.

I risultati dello studio sono stati pubblicati su “Animal Genetics” e a quanto pare questi felini stanno già attirando l’attenzione degli amanti dei gatti di tutto il mondo, poichè la loro estetica particolare e la storia genetica scoperta direttamente nel piccolo comune di Petäjävesi, in Finlandia, li rendono soggetti di grande interesse.

Tuttavia, poiché tale colorazione è determinata da una mutazione recessiva, la sua diffusione potrebbe richiedere tempo e un’attenta selezione genetica.

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