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Punto di non ritorno: affrontare la crisi climatica globale

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Foto: Georgofili.info

Tra le discussioni globali e preoccupazioni emergenti per il pianeta, si colloca l’urgenza di dover affrontare una crisi climatica sempre più evidente in tutto il pianeta.

L’IPCC parla chiaro: l’aumento delle temperature globali, l’innalzamento del livello del mare e gli eventi metereologici estremi sono solo alcune delle conseguenze riguardanti la crescente emissione di gas serra nell’atmosfera.

Non sono poche dunque le nazioni e organizzazioni internazionali che hanno adottato concrete iniziative per poter, quantomeno, provare ad attenuare tali ripercussioni; basti pensare all’accordo del 2015 durante la Conferenza delle Parti (COP21) della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC) a Parigi, con l’intento di limitare l’aumento della temperatura globale a 1,5 gradi celsius rispetto ai livelli preindustriali. Inoltre, numerose aziende famose in tutto il mondo (come Unilever, Apple e Tesla) stanno riconoscendo l’importanza della sostenibilità ambientale promuovendo pratiche commerciali più sostenibili.

Tuttavia, nonostante questi progressi, resta ancora molto da fare. La transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio richiederà sacrifici e cambiamenti significativi in tutti i settori della società. Sfide come la dipendenza dalle fonti fossili, la deforestazione e l’iniquità economica e sociale complicano ulteriormente il panorama.

È essenziale che i governi rafforzino i loro impegni e adottino politiche ambiziose per ridurre le emissioni di gas serra e promuovere pratiche sostenibili. Investimenti in trasporti pubblici, energie rinnovabili e infrastrutture verdi sono solo alcune delle soluzioni che potrebbero contribuire a mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici. Allo stesso tempo, è importante che ciascuno di noi prenda parte a questa lotta globale per un futuro più verde e resiliente.

Classe 2004. Studentessa in Lettere all’Università degli studi di Palermo. Aspirante editor e giornalista. Appassionata di musica, vintage e letteratura.

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Attualità

Dal gruppo “Mia Moglie” al forum “Phica”: la lunga scia della violenza digitale sulle donne

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Foto: Wired Italia

Il gruppo FacebookMia moglie” è recentemente stato chiuso da Meta in seguito alle denunce di oltre mille donne, che si sono occupate di segnalare il gruppo alla polizia postale.

Più di 32 mila uomini hanno commentato e postato video e immagini delle loro compagne, senza il consenso di quest’ultime; e tra queste, sono presenti anche fotografie scattate di momenti di intimità.

Ecco la dichiarazione della portavoce di Meta a riguardo: “Abbiamo rimosso il Gruppo Facebook per violazione delle nostre policy contro lo struttamento sessuale di adulti. Non consentiamo contenuti che minacciano o promuovono violenza sesssuale, abusi sessuali o sfruttamento sessuale sulle nostre piattaforme. Se veniamo a conoscenza di contenuti che incitano o sostengono lo stupro, possiamo disabilitare i gruppi e gli account che li pubblicano e condividere queste informazioni con le forze dell’ordine”.

Eppure non si tratta di un caso singolo…

A scuotere l’opinione pubblica vi è anche il caso di Phica; (anch’esso chiuso recentemente) si tratta di un forum  aperto dal 2005 dove migliaia di utenti condividevano immagini di donne rubate dai social o addirittura, dalla vita quotidiana.

La domanda a questo punto sorge spontanea: quanti altri gruppi di questo genere sono ancora presenti nel web?

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Medio Oriente, l’appello dell’Onu: “Aiuti a Gaza insufficienti”

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Medio Oriente

Per le Nazioni Unite gli aiuti ai residenti della Striscia di Gaza e in Medio Oriente sono “lontane dall’essere sufficienti” a soddisfare le esigenze. Dopo Francia e Gran Bretagna, anche il Canadaintende” riconoscere lo Stato di Palestina all’Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York a settembre. Considerano l’ipotesi anche Australia, Finlandia e Portogallo. L’inviato Usa Witkoff torna in Israele. Affondo di Mattarella su Gaza alla cerimonia del Ventaglio al Quirinale.

CONTINUANO I RAID IN MEDIO ORIENTE

Il ministero della Salute della Striscia di Gaza, governata da Hamas, ha annunciato che 101 persone sono state uccise e 625 ferite dal fuoco delle Forze israeliane nelle ultime 24 ore. Secondo il comunicato, 81 delle vittime sono state uccise mentre cercavano aiuti umanitari. Il ministero ha affermato che il numero di persone uccise in cerca di aiuti è salito a 1.320, con oltre 8.818 feriti.

WITKOFF NUOVAMENTE A GAZA

L’inviato americano in Medio Oriente, Steve Witkoff, è oggi in Israele, in un momento di crescente indignazione internazionale per la grave situazione umanitaria a Gaza. Secondo i media israeliani Witkoff visiterà i controversi centri di aiuti umanitari gestiti dalla Gaza Humanitarian Foundation, un gruppo americano sostenuto da Israele. Incontrerà anche i funzionari israeliani che stanno valutando misure punitive contro Hamas dopo che la scorsa settimana si sono bloccati i colloqui per il cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi.

Ieri Witkoff ha parlato con il ministro degli Esteri egiziano Badr Abdelaty in merito ai progressi dei negoziati per raggiungere un cessate il fuoco nella Striscia. La scorsa settimana si sono svolti negoziati indiretti a Doha, ma il 24 luglio Witkoff ha ordinato il ritiro della sua squadra, poche ore dopo che Israele aveva fatto lo stesso, considerando la mancanza di volontà di Hamas di raggiungere una tregua.

Il gruppo islamista palestinese ha sottolineato due giorni dopo che il vero ostacolo al raggiungimento di un accordo è il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Lunedi’, Trump ha dichiarato di considerare possibile un cessate il fuoco e ha riconosciuto che a Gaza c’è carestia perché vede “bambini che muoiono di fame” in televisione.

LE PAROLE DELL’ONU E DI MATTARELLA SUL MEDIO ORIENTE

L’Ufficio delle Nazioni Unite per gli Affari Umanitari (Ocha) ha affermato che le condizioni per la distribuzione degli aiuti ai residenti della Striscia di Gaza sono “lontane dall’essere sufficienti” a soddisfare le esigenze.

Queste, invece, le parole di Mattarella pronunciate al Quirinale: “È difficile vedere un’involontaria ripetizione di errori e non ravvisarvi l’ostinazione a uccidere in maniera indiscriminata“, afferma il capo dello Stato, secondo il quale la situazione “è sempre più grave e intollerabile” ed è “disumano ridurre alla fame un’intera popolazione“.

Allo stesso tempo il Colle lancia l’allarme sull’antisemitismo che riaffiora in Italia e che “si alimenta anche di stupidità“.

Medio Oriente

Foto: Radio Popolare

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Medio Oriente, controproposta tregua di Hamas e non solo: gli ultimi aggiornamenti

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In Medio Oriente, l’ingresso di aiuti umanitari nella Striscia di Gaza e il ritiro delle truppe israeliane dall’enclave sono i punti focali della risposta di Hamas alla proposta di cessate il fuoco, comprensiva di richiesta aggiornate su questi due aspetti. Oltretutto, nella giornata di ieri, in Sardegna si è tenuto incontro tra l’inviato della Casa Bianca Steve Witkoff, il ministro israeliano Ron Dermer e il primo ministro del Qatar Mohammed bin Abdulrahman Al-Thani.

LE ULTIME NEWS SUL MEDIO ORIENTE

L’ingresso di aiuti umanitari nella Striscia di Gaza e il ritiro delle truppe israeliane dall’enclave sono i punti focali della risposta di Hamas alla proposta di cessate il fuoco, comprensiva di richiesta aggiornate su questi due aspetti. Lo ha riferito all’Afp una fonte palestinese a conoscenza dei negoziati in corso.

La stessa fonte ha affermato che Hamas chiede anche garanzie sulla fine definitiva della guerra, per garantire che Israele non torni a combattere dopo la scadenza della tregua di 60 giorni. Secondo Ynet, le precedenti garanzie sulla fine della guerra sono state fornite solo oralmente e Hamas sta cercando di includerle nel testo della proposta.

L’incontro tra l’inviato della Casa Bianca Steve Witkoff, il ministro israeliano Ron Dermer e il primo ministro del Qatar Mohammed bin Abdulrahman Al-Thani per cercare di accelerare un accordo tra Israele e Hamas sulla tregua a Gaza e gli ostaggi, si è tenuto nella giornata di ieri proprio in Sardegna.

ISRAELE PRONTO A NEGOZIARE

Israele ha richiamato la squadra negoziale in patria per consultazioni alla luce della risposta ricevuta questa mattina da Hamas alla proposta di cessate il fuoco a Gaza. Lo ha riferito l’ufficio del premier Benjamin Netanyahu, ringraziando i Paesi mediatori Egitto e Qatar e l’inviato Usa Steve Witkoff per gli sforzi.

Dopo la risposta di Hamas all’ultima proposta di cessate il fuoco e rilascio degli ostaggi, il premier Benyamin Netanyahu ha richiamato la squadra negoziale dal Qatar per “continuare le consultazioni in Israele“. Lo afferma il suo ufficio in una nota. “Apprezziamo gli sforzi dei mediatori Qatar ed Egitto e gli sforzi di Witkoff per raggiungere una svolta nei colloqui“, afferma l’Ufficio del premier.

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Foto: ItalPress

COLLOQUI PER IL MEDIO ORIENTE INTERROTTI DA HAMAS

L’inviato speciale della Casa Bianca per il Medio Oriente, Steve Witkoff, ha annunciato l’interruzione dei colloqui in Qatar per il cessate il fuoco a Gaza perché Hamasnon agisce in buona fede“.

Witkoff ha detto che l’ultima risposta data da Hamasmostra una mancanza di volontà di raggiungere il cessate il fuoco“. L’inviato di Donald Trump ha inoltre dichiarato che gli Stati Unitiprenderanno in considerazione opzioni alternative” per riportare a casa gli ostaggi israeliani.

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