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Calcio

La Top11 della trentacinquesima giornata: Svilar ancora decisivo tra i pali, Castrovilli e Florenzi tornano a segnare

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A quattro giornate dalla fine dei giochi, con il primo verdetto in vetta e il primo verdetto in zona retrocessione,  ecco la Top11 con l’aggiunta di qualche menzione, della 35ª giornata di Serie A.

PORTIERE: Mile Svilar (Roma-Juventus 1-1). Ci sono le sue mani e i suoi interventi nel pareggio dei giallorossi. Non può nulla sul goal di Bremer, mentre viene salvato dal palo nell’occasione di Chiesa. Nella ripresa diventa letteralmente insuperabile: si distende sul bolide di Rabiot e vola sui tentativi a colpo sicuro di Locatelli e Kean. La scelta di De Rossi si conferma sempre più azzeccata;

DIFENSORE: Marash Kumbulla (Sassuolo-Inter 1-0). Guida la difesa neroverdi con una prestazione di grande spessore e leadership. Lautaro, Sanchez e Arnautovic ci provano, ma quando transitano dalle sue parti risultano inefficaci. Piccoli sprazzi del gran difensore che aveva stregato tutti a Verona;

DIFENSORE: Alessandro Florenzi (Milan-Genoa 3-3).Apre le danze nel pirotecnico pomeriggio di San Siro, con un blitz in area di rigore che gli restituisce un goal che mancava da due anni. Ha pure il merito di disegnare il corner per la testa di Gabbia, poi autore del provvisorio 2-2.

DIFENSORE: Gleison Bremer (Roma-Juventus 1-1). Ingaggia un duello rusticano con Lukaku, vincendo gran parte dei contrasti. Incolpevole in occasione del vantaggio della Roma, ma poi rimette tutto in equilibrio prendendo l’ascensore sul cross di Chiesa, firmando il gol che probabilmente regala la Champions alla Juve. Perentorio;

CENTROCAMPISTA: Gaetano Castrovilli (Hellas Verona-Fiorentina 2-1). Torna dal 1′ dopo un’altra stagione tormentata da continui problemi fisici, ma la qualità e l’estro del centrocampista italiano rimangono sempre le stesse. Nel primo tempo del Bentegodi gioca in costante proiezione offensiva, con questo duplice ruolo mezz’ala-trequartista, colpisce un palo a Montipò battuto e prima dell’intervallo supera Vinaigre e scarica un mancino potentissimo alle spalle di Montipò, per il momentaneo vantaggio viola. Prove di rinascita per uno dei talenti più cristallini, e fragili, della Fiorentina;

CENTROCAMPISTA: Teun Koopmeiners (Salernitana-Atalanta 1-2). Si conferma ancora una volta leader imprescindibile di questa Atalanta che sogna la Champions. La Dea si complica la vita a Salerno, poi entra l’olandese e passa la paura: mancino a giro che batte sul tempo Fiorillo, dodicesimo gol del suo campionato e zona Champions agganciata;

CENTROCAMPISTA: Samuel Chukwueze (Milan-Genoa 3-3). Schierato titolare a causa dell’infortunio di Loftus-Cheek e torna a infiammare la fascia destra, confermandosi in continua crescita nell’ultimo periodo. Sempre frizzante, nel vivo del gioco e incontenibile nella fascia. Semina il panico tra i difensori del grifone e disegna il cross per il pareggio di Florenzi;

CENTROCAMPISTA: Loum Tchaouna (Salernitana-Atalanta 1-2). Nella disastrosa stagione si conferma come luce del faro. Giocatore rapido, tecnico, dotato di un certo fiuto del gol -in relazione al rendimento della squadra. Contro l’Atalanta apre il match a sorpresa, inserendosi alle spalle di Hien e De Roon. Quattro gol e tre assist in questo campionato, difficile una sua permanenza a Salerno in Serie B. Interessante;

ATTACCANTE: Tijani Noslin (Hellas Verona-Fiorentina 2-1). Senza dubbio una delle sorprese del girone di ritorno. Attaccante rapido, polivalente e decisivo. Schierato nell’out di sinistra, approfitta dell’errore di Christensen e Ranieri per procurarsi il rigore, trasformato da Lazovic. Nel secondo tempo realizza il gol decisivo con un bolide sotto la traversa;

ATTACCANTE: Milan Djuric (Monza-Lazio 2-2). È il protagonista assoluto di Monza-Lazio. Riprende, due volte, i biancocelesti con una doppietta d’autore. Prima il tap-in vincente dopo la grande parata di Mandas, poi il perentorio colpo di testa che si infila all’angolino. Ottavo gol in campionato, rigenerato dalla cura Palladino. Pivot;

ATTACCANTE: Armand Laurienté (Sassuolo-Inter 1-0). Dall’arrivo di Ballardini è tornato a essere pungente e decisivo. Sempre scattante sulla fascia, pronto a creare pericoli alle difese avversarie. Contro l’Inter viene schierato in tandem con Pinamonti, si cala perfettamente nel ruolo, apre -e decide- la gara del Mapei con un missile sotto la traversa. La salvezza del Sassuolo deve passare dalle sue giocate, e i tre punti con l’Inter possono rilanciare i neroverdi;

ALLENATORE: Marco Baroni (HELLAS VERONA). La vittoria del Bentegodi porta l’Hellas a quattro punti dal terzultimo posto. Un’altra grande partita, tre punti pesanti che permettono agli scaligeri di affrontare le ultime tre partite con più serenità e tranquillità. Il gran lavoro di Baroni sta portando una salvezza eccellente e nuovi prospetti per il calcio italiano. Mancano pochi punti per la matematica salvezza, ma il percorso del Verona sembra indirizzato verso la permanenza in A.

MENZIONI: Tra le menzioni l’ennesimo clean sheet di Vanja Milinkovic-Savic (Torino-Bologna 0-0), secondo portiere in Serie A per numero di porte inviolate. In difesa un altro gol e l’ennesima prestazione da totem di Yerry Mina (Cagliari-Lecce 1-1), sempre più leader della difesa sarda; e Alex Vogliacco (Milan-Genoa 3-3) uno dei migliori in campo nel match di San Siro: si procura il rigore del vantaggio, salva sul tiro a botta sicura di Leao e disegna l’assist per il momentaneo 1-2 di Ekuban. A centrocampo Matias Vecino (Monza-Lazio 2-2) e il suo super ingresso condito dal gol del 1-2, poi vanificato dal pareggio di Djuric; e i rocciosi Lobotka e Walace (Udinese-Napoli 1-1) metronomi del centrocampo, sempre decisivi negli equilibri delle due squadre. In attacco la gran prestazione di Federico Chiesa (Roma-Juventus 2-2)autore dell’assist per il pareggio di Bremer e di giocate di pregevole fattura, come il palo a inizio secondo tempo; e Isaac Success (Udinese-Napoli 1-1), al ritorno al gol dopo più di un anno, per una rete che mantiene vive le speranze di salvezza.

Classe 2005. Studente in Scienze della Comunicazione all’Università degli Studi di Palermo. Aspirante giornalista sportivo e grande appassionato di calcio.

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Un capolavoro di Zaccagni ci fa chiudere al secondo posto. Sarà Italia-Svizzera agli ottavi

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Dopo la sconfitta contro la Spagna, l’Italia soffre e va in difficoltà contro la Croazia. La rete all’ultimo respiro di Zaccagni permette agli azzurri di chiudere al secondo posto, a quota 4 punti. Beffa per la nazionale di Dalic, che chiude al terzo posto a quota 2 punti, ufficiosamente fuori da Euro2024.

Nonostante i tre cambi dopo la sconfitta contro la Spagna, nei primi minuti il possesso palla è controllato esclusivamente dalla Croazia, che si affaccia dalle parti di Donnarumma dopo meno di cinque minuti, con un tiro all’incrocio da parte di Sucic respinto in maniera prodigiosa dal capitano azzurro. Dopo lo spavento iniziale il gioco dell’Italia comincia a svilupparsi con un pizzico di lucidità in più, ma sempre sterile nei confronti di una Croazia ben messa in campo e battagliera fin dai primi minuti. La prima occasione degli azzurri arriva al 17′ con un cross di Calafiori verso Retegui che conclude verso la porta, conclusione sporcata da Gvardiol. Al 26′ Raspadori riceve palla al limite, serve Barella che decide di crossare sul secondo palo dove Bastoni calcia di testa a botta sicura, provvidenziale Livakovic in tuffo. Verso la fine del primo tempo ci provano i due numeri 10, Modric e Pellegrini, ma le loro conclusioni terminano alte sopra la traversa, ponendo fine a una prima frazione equilibrata che momentaneamente qualifica gli azzurri agli ottavi.

Al rientro dagli spogliatoi i due allenatori decidono di cambiare qualcosa, con Spalletti che inserisce Frattesi al posto di Pellegrini, e Dalic che aggiunge peso all’attacco con l’ingresso di Budimir. Al 51′ l’episodio che sblocca la gara: conclusione a giro di Kramaric, deviata con la mano da Frattesi. Dopo un check del VAR il direttore di gara Makkelie assegna il calcio di rigore alla Croazia. Dal dischetto si presenta Luka Modric che apre il destro ma Donnarumma indovina l’angolo e respinge il penalty. Il pareggio resiste soltanto trenta secondi, perché lo stesso Modric si getta sulla palla vagante (dopo un altro miracolo di Donnarumma su Budimir) e porta in vantaggio la Croazia, diventando il marcatore più anziano della storia degli europei. Dopo la rete del fuoriclasse croato, Spalletti tenta il tutto per tutto schierando Chiesa, Fagioli, Scamacca e Zaccagni ma per gran parte della ripresa la Croazia non corre nessun rischio, giocando con più lucidità e verve agonistica, per una vittoria che indirizzerebbe la squadra di Dalic agli ottavi di finale contro la Svizzera. Nel finale la Croazia si barrica nella propria metà campo, concedendo il possesso palla -sterile- all’Italia. Quando tutto sembrava finito, all’ultimo respiro Calafiori si getta in avanti, anticipa il contrasto di Pongracic e allarga per Zaccagni che apre il piatto e insacca il pallone all’incrocio dei pali, regalando il secondo posto agli azzurri.

Pareggio che sa di vittoria per gli azzurri, autori di un’altra prestazione incolore contro una buona Croazia. Il capolavoro di Zaccagni permette all’Italia di chiudere al secondo posto, con annessa qualificazione agli ottavi di finale dove affronteremo la Svizzera. La rete del pareggio è frutto dell’intraprendenza di Calafiori e della qualità di Zaccagni, che permettono al viaggio azzurro di aggiungere una nuova tappa.

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Una brutta Italia cade a Gelsenkirchen. L’autogol di Calafiori spedisce la Spagna agli ottavi

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Dominio spagnolo alla Veltins Arena di Gelsenkirchen. Dopo la vittoria di sabato contro l’Albania, gli azzurri vengono dominati e sconfitti dalla Spagna, che conquista meritatamente l’accesso agli ottavi di finale. All’Italia basta un pari per qualificarsi agli ottavi.

In avvio la Spagna prova a pungere subito, e il primo squillo è proprio della Roja con il cross di Nico Williams per la testa di Pedri, strepitoso Donnarumma che in tuffo spedisce la sfera in calcio d’angolo. Il pressing acceso e furente della Spagna mette in difficoltà la squadra di Spalletti, specialmente nella fascia sinistra dove Nico Williams è scattante già dalle prime battute. Al 10′ è ancora l’ala dell’Athletic Bilbao a spaventare gli azzurri, con un colpo di testa da pochi passi che termina di poco a lato. Nonostante qualche trama di gioco interessante, l’Italia rimane in balia del possesso e dell’aggressività degli spagnoli che intorno al ventesimo costruiscono altre due occasioni con Morata, chiuso in uscita da Donnarumma, e una con Fabian Ruiz, altra risposta strepitosa dell’estremo difensore azzurro. Nel finale della prima frazione il ritmo si abbassa leggermente, con l’Italia che prova timidamente ad affacciarsi dalle parti di Unai Simon, ma l’unica conclusione della prima frazione azzurra, di Chiesa, termina in curva.

Nella ripresa Spalletti cambia radicalmente il suo undici titolare, con gli ingressi di Cristante e Cambiaso al posto di Frattesi e Jorginho.  Sulla falsa riga del primo tempo, la Spagna continua a mantenere il controllo del pallone e del gioco, con l’Italia in costante difficoltà nel possesso e nelle uscite. La prima occasione del secondo tempo è di Pedri, servito dal pase de la muerte di Cucurella, che non riesce a indirizzare il pallone verso la porta. La pressione rimane invariata e al 54′ la Spagna trova il meritato vantaggio: Morata spizza di testa un cross di Nico Williams, Donnarumma sporca il pallone che carambola addosso a Calafiori e termina in fondo alla rete. La Roja continua a spingere incessantemente e sfiora il raddoppio con la conclusione a giro di Lamine Yamal, a pochi centimetri dall’incrocio dei pali. L’egemonia spagnola non si placa e al 70′ Nico Williams disegna un arcobaleno a giro che -per fortuna dell’Italia- si spegne sulla traversa. La girandola di cambi del c.t iberico De La Fuente rallenta i ritmi della gara, con l’Italia che continua ad arrancare senza riuscire a perforare la difesa gialla. Nel finale la Spagna sfiora due volte il vantaggio con due conclusioni di Ayozé Perez, entrambe respinte da un sontuoso Donnarumma, migliore in campo degli azzurri.

Partita a senso unico, con la Spagna che si conquista con ampio merito l’accesso agli ottavi di finale. Con la certezza del primo posto, la partita contro l’Albania diventa una formalità per i ragazzi di De La Fuente. Sconfitta pesante per gli azzurri, i costante confusione contro il possesso e il pressing spagnolo. Prestazione fenomenale di Donnarumma, autore di numerose parate che ha evitato alla squadra di Spalletti un passivo peggiore. Lunedì a Lipsia contro la Croazia l’Italia è chiamata a una reazione d’orgoglio. Basta un pareggio per conquistare il pass per gli ottavi di finale.

Nelle altre partite di questa seconda giornata di Euro2024, la Slovenia sfiora i tre punti contro la Serbia, in vantaggio grazie alla rete del terzino Karničnik. Nel finale il pareggio di testa del milanista Jovic. Nello stesso girone, l’Inghilterra continua a non convincere, non riuscendo a sfondare contro una coraggiosa Danimarca. 1-1 con le reti di Kane nel primo tempo e il pareggio danese firmato dall’ex Lecce Hjulmand.

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Esordio positivo per la Francia, battuta 1 a 0 l’Austria

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La Francia debutta con una vittoria ad Euro2024, alla Düsseldorf Arena basta l’autorete di Wober per regalare i tre punti ai francesi.

La nazionale francese si affaccia per la prima volta alla porta austriaca all’ottavo minuto di gioco, ovviamente com Mbappé. Il numero dieci francese lanciato da Theo Hernandez calcia verso la porta ma trova un’ottima risposta di Pentz. Nella prima mezz’ora regna l’equilibrio, con fiammate improvvise da entrambi i fronti. L’Austria riesce a prendere diverse volte iniziative offensive sfiora il vantaggio, negato per millimetri al 35′, nell’ azione successiva la Francia trova inaspettatamente la rete che sblocca il match grazie alla deviazione sfortunata di Wober sul cross di Mbappè. Il primo tempo vede i francesi in vantaggio con un’Austria ferita ma non ancora sconfitta.

Alla ripresa la Francia mette alle strette gli austriaci conducendo all’errore. Al 55‘ Mbappé divora il gol del raddoppio calciando al lato a tu per tu con l’estremo difensore. Il ct Rangnick prova ad invertire la rotta effettuando tre cambi in una volta. Non si concretizza l’asse Theo Hernandez – Griezmann, il milanista con una sgasata dalla sinistra mette in mezzo un pallone teso pericolosissimo, ma Griezmann in scivolata non riesce a spedirlo in fondo alla rete. Sul finale la Francia gestisce il vantaggio impedendo agli austriaci di avvicinarsi alla porta difesa da Maignan.

Il successo francese porta gli uomini di Deschamps a pari punti con l’Olanda, mentre Polonia e Austria rimangono a secco.

Nei match di oggi non mancano sorprese, la Romania si è imposta per 3 a 0 sull’Ucraina grazie all’eurogol di Stanciu e le reti di Marin e Dragus a chiudere i giochi. Mentre il Belgio è crollato per 1-0 contro la Slovacchia, l’errore decisivo di Doku ha scaturito la rete di Schranz, mettendo subito in salita il cammino per i suoi.

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