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B-Focus, il punto sulla Serie B: Ancora Gytkjaer, ancora una promozione. Il Venezia torna in Serie A

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Foto: www.trivenetogoal.it

Si conclude il viaggio verso la Serie A. Tra le acque salmastre della laguna, il Venezia torna in Serie A dopo due anni. La squadra di Vanoli vince il doppio duello con la Cremonese e tra le mura amiche del Penzo si aggiudica l’ultimo pass disponibile per la massima serie.

Una finale che racchiudeva ambizioni, riscatto dopo il deludente finale di campionato, desiderio di rinascita dopo anni passati nel “purgatorio” della B. Dopo il match della finale di andata, terminata con un tiratissimo 0-0 allo Zini di Cremona, la squadra di Stroppa si presenta al Penzo con un solo risultato favorevole, ossia la vittoria. Nei primi minuti l’approccio dei grigiorossi è spigliato, con il Venezia costretto spesso a ripiegare velocemente in difesa. La prima grande occasione della gara è proprio della Cremo, con un tiro a giro di Sernicola che sfiora il secondo palo, a Joronen praticamente battuto. Il Venezia però sa quando pungere e dove colpire, e al minuto 23′ si concretizza il vantaggio lagunare: imbucata verticale di Pojhanpalo per l’inserimento alle spalle dei difensori di Busio, l’americano arriva dentro l’area e appoggia per Gytkjaer che incrocia il sinistro e porta in vantaggio il Venezia, il danese segna ancora nei play-off e dopo le reti che portarono il Monza in Serie A (con Stroppa in panchina) realizza il gol che consegna ufficiosamente la A al Venezia. La Cremo prova a reagire subito, e al 33′ è ancora Sernicola a impensierire la difesa arancioneroverde, con un altra conclusione a giro sul secondo palo, ancora una volta fuori di poco. Nella ripresa Stroppa tenta il tutto per tutto, inserendo Massimo Coda al posto di un evanescente Vazquez, assente ingiustificato della prima frazione. Con il bomber al centro dell’attacco, la manovra dei grigiorossi comincia a essere più lucida e pulita, ma il Venezia chiude tutti gli spazi, cercando di contenere qualsiasi attacco. Le occasioni nella ripresa sono poche e in tutte le occasioni i due estremi difensori, Saro e Joronen, sono attenti. L’occasione più nitida del secondo tempo è però del Venezia, che sfiora il raddoppio con Bjarkason, ma il suo colpo di testa trova l’opposizione prodigiosa di Saro. Nel finale la resistenza arcigna del Venezia non concede occasioni alla Cremonese, che intanto si sbilancia in avanti ma non riesce a sfondare, arrendendosi alla squadra di Vanoli, che conquista la Serie A dopo una stagione di altissimo livello.

I lagunari si aggiungono a Parma e Como e ritornano nella massima serie dopo due anni. Una promozione targata Paolo Vanoli, autore di un lavoro di un anno e mezzo in costante crescita. Al momento dell’approdo del tecnico varesino in laguna, il Venezia si trovava al penultimo posto, in gran difficoltà. Il lavoro lucido e preciso di Vanoli ha permesso al Venezia di rinascere con dei sani principi di gioco, con nuovi giocatori in rampa di lancio (come Busio, Tessmann, Svoboda, Candela) e con una base fissa dotata di esperienza e fame agonistica (Joronen, Altare, Lella, Pojahnpalo, Pierini, Gytkjaer). Una promozione che certifica la grande stagione disputata dagli arancioneroverdi, che si erano visti sfumare la promozione nell’ultima giornata per mano del Como.

Sfuma il sogno Serie A della Cremonese, con Stroppa che sfiora l’ennesima promozione in massima serie. La Cremo si arrende dopo un percorso in costante risalita, dopo le difficoltà di inizio stagione, l’arrivo di Stroppa ha permesso ai grigiorossi di risalire la classifica, sfiorando in più occasioni la promozione diretta. I play-off avevano spinto la Cremo fino alla finale, dopo un doppio scontro giocato ad altissimi livelli contro la sorpresa Catanzaro. Delusione e amarezza che però confermano la Cremonese come una delle compagini più complete e attrezzate in vista del prossimo campionato.

Classe 2005. Studente in Scienze della Comunicazione all’Università degli Studi di Palermo. Aspirante giornalista sportivo e grande appassionato di calcio.

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La Spagna è campione d’Europa per la quarta volta. Oyarzabal in scivolata decide Euro2024

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Sotto il cielo dell’Olympiastadion la Spagna vince la finale e scrive la storia dei campionati europei. Nell’ultimo atto di Euro2024 la squadra di De La Fuente vince 2-1 e conquista il suo quarto campionato europeo, prima squadra a riuscire in tale impresa. Dopo il fallimento di Euro2021, l’Inghilterra un’altra finale, tradita dal gol di Oyarzabal nel finale.

In avvio il possesso palla è in mano alla Spagna, in pieno controllo del gioco dinanzi al blocco inglese disposto da Southgate. Nel primo quarto d’ora le due squadre non creano occasioni, limitandosi a una prevedibile fase di studio. L’Inghilterra cerca soprattutto di limitare le stelle iberiche, ma sa fare male quando riesce a distendersi. Seconda parte di prima frazione che si imbruttisce, arrivano anche un paio di gialli, a Kane e Olmo, e poco altro. L’Inghilterra tatticamente mette la museruola al gioco iberico con Foden che sta a uomo su Rodri e Shaw che ha il compito di seguire come un’ombra Yamal. Nico Williams dopo un paio di accelerazioni iniziali di spegne, mentre l’Inghilterra fa male solo quando riesce a verticalizzare, il che gli riesce abbastanza di rado.

La ripresa si apre senza uno dei protagonisti principali: dopo un salvataggio in scivolata su una conclusione di Kane, Rodri accusa un problema al flessore ed è costretto a lasciare il campo, sostituito da Zubimendi. Nel secondo tempo salgono subito in cattedra i due gioielli della Roja: Carvajal serve di esterno Yamal che si accentra e serve il pallone a Nico Williams, libero di incrociare il mancino sul secondo palo e sbloccare la finale. All’ora di gioco Southgate decide di sostituire Kane per inserire Ollie Watkins, match-winner della semifinale contro l’Olanda. Dopo un quarto d’ora di completo assedio iberico, l’Inghilterra comincia ad affacciarsi nella metà campo della Roja. La prima grande occasione dell’Inghilterra arriva dai piedi di Jude Bellingham, che si libera di tre avversari con un controllo sublime e spara una rasoiata mancina che termina fuori di poco. La risposta della Spagna arriva con Yamal che sfiora un gol storico con un mancino sul secondo palo, prodigiosa la risposta in tuffo di Pickford. Al 72′ l’Inghilterra pareggia la partita: Saka entra in area e serve Bellingham, chiudo da due giocatori spagnoli, che appoggia al limite dell’area il pallone a Cole Palmer (entrato al posto di Mainoo) libero di piazzare il mancino a fil di palo, alle spalle di Unai Simon. L’inerzia della partita cambia nuovamente dopo il pareggio di Palmer, con la Spagna che comincia a soffrire la velocità e l’estro degli attaccanti inglesi, mentre la squadra di Southgate (ancora una volta decisivo con le sue scelte dalla panchina) si riversa in avanti alla ricerca della rete del sorpasso. All’86’ la Spagna colpisce nuovamente: Olmo serve Oyarzabal che gira di prima sull’esterno verso Cucurella, lucido nel disegnare il cross basso verso il primo palo dove arriva Oyarzabal in scivolata e fa 2-1. Al 90′ l’Inghilterra sfiora il pareggio: il corner di Palmer pesca Rice da solo sul secondo palo, il colpo di testa viene respinto da Unai Simon, il pallone rimane vagante nei pressi dell’area piccola dove Guehi colpisce di testa e sulla linea salva Dani Olmo. Dopo un tentativo di assedio degli inglesi al termine dei quattro minuti di recupero, l’arbitro Letexier mette fine a Euro2024, sancendo la vittoria della Spagna.

Un europeo praticamente perfetto delle Furie Rosse, vittoriosi in tutti e sette i match disputati. La squadra di De La Fuente trionfa nella notte di Berlino grazie alla spregiudicatezza e all’estro della giovanissima coppia Yamal-Williams, e grazie ai fedelissimi del c.t. iberico, come Fabian Ruiz, Merino e Oyarzabal, decisivi stasera e nel corso di tutta la competizione. Trionfa la squadra che ha divertito di più, trionfa la squadra che ha giocato il miglior calcio, e adesso il panorama calcistico mondiale torna a temere il ritorno delle Furie Rosse.

Prosegue la maledizione dell’Inghilterra. Seconda delusione in finale nel corso di pochi anni. Dopo la sconfitta contro l’Italia a Wembley, i ragazzi di Southgate perdono anche la finale a Berlino e allungano la striscia di insuccessi a 68 anni (l’ultimo -e unico- trionfo nel mondiale del 1966). Ennesima delusione anche per Harry Kane, alla ricerca del primo titolo in carriera.

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Southgate azzecca il cambo e batte l’Olanda. Watkins porta gli inglesi alla seconda finale consecutiva

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Si chiude il quadro delle semifinali di Euro2024. A Dortmund l’Inghilterra vince 2-1 in rimonta contro l’Olanda e raggiunge la seconda finale europea consecutiva. Il 14 luglio all’Olympiastadion di Berlino sarà Spagna-Inghilterra.

In avvio l’Olanda approccia la gara in maniera aggressiva, al cospetto della solita Inghilterra compassata e lenta nel possesso palla e nelle verticalizzazioni. Su una pressione alta degli Oranje nasce il vantaggio: al 7′ Xavi Simons ruba palla a Rice, si presenta al limite dell’area e scarica un bolide sotto l’incrocio dei pali. Dopo aver subito lo svantaggio, l’Inghilterra alza il ritmo e comincia a mettere alle corde l’Olanda, riuscendo a pareggiare la gara dopo meno di dieci minuti: al 18′ l’arbitro Zwayer assegna un calcio di rigore, con l’ausilio del VAR, per un intervento scomposto di Dumfries su Kane. Dal dischetto il centravanti del Bayern Monaco incrocia e pareggia i conti. Intorno alla mezz’ora emerge -finalmente- Phil Foden. Il talento del Manchester City prima disegna un arcobaleno a giro che si stampa sul palo, ad un passo da un gol meraviglioso (facsimile del gol di ieri di Lamine Yamal) e poi con un destro da distanza ravvicinata, intercettato sulla linea da Dumfries. a dieci minuti dall’intervallo la gara perde uno dei suoi protagonisti, poiché Depay è costretto ad abbandonare il terreno di gioco a causa di un infortunio muscolare, sostituito da Veerman. Prima dell’intervallo l’Olanda sfiora il vantaggio su calcio piazzato, con la traversa di Dumfries su cross di Xavi Simons.

Al rientro dagli spogliatoi i due allenatori decidono di mettere subito mano alla panchina. Koeman decide di aumentare il peso dell’attacco Oranje e inserisce Weghorst al posto di Malen; mentre Southgate inserisce Shaw al posto di Trippier. Sulla falsa riga del primo tempo, anche nella ripresa l’Inghilterra mantiene stabilmente il controllo del pallone, alla ricerca di spazi dove colpire. Al 64′ un gran cross a giro di Veerman pesca Van Dijk al centro dell’area, la conclusione di stinco del centrale olandese viene respinta in tuffo da Pickford. La paura e la tensione cominciano a prendere il sopravvento intorno all’ora di gioco, con le due squadre che non si sbilanciano e il risultato non si blocca. Al 78′ l’Inghilterra trova il vantaggio con Saka, ma la rete è annullata per un fuorigioco di Walker. I cambi finali di Southgate decidono la gara nel finale, perché al 90′ Watkins (entrato al posto di Kane) riceve palla da Palmer (entrato al posto di Foden), si gira e incrocia il destro sul secondo palo, per una rete che porta l’Inghilterra in finale a Berlino.

Termina in semifinale l’avventura a Euro2024 dell’Olanda. Nonostante le assenze pesanti di De Roon, De Jong e Koopmeiners, la squadra di Koeman saluta l’europeo a testa alta, dopo un percorso di alto livello che si interrompe al penultimo atto contro l’Inghilterra. La squadra di Southgate raggiunge la seconda finale consecutiva, e vola a Berlino dove affronterà la Spagna. Appuntamento all’Olympiastadion il 14 luglio, per una finale che promette spettacolo.

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Nel segno di Olmo e Yamal. La Spagna vince 2-1, elimina la Francia e vola in finale

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La Spagna è la prima finalista di Euro2024. A Monaco di Baviera la Roja vince 2-1 in rimonta e conquista il pass per la finale di Berlino. Ennesima prova di forza della Spagna, che dopo aver eliminato la Germania fa fuori anche la Francia e stacca il pass per la finale di Berlino, dove affronterà la vincente di Olanda-Inghilterra, in programma domani alle 21.00 a Dortmund.

Dopo un avviopiuttosto confusionario e nervoso, la squadra di Deschamps si porta  in vantaggio dopo una deliziosa giocata di Mbappè, rifinita da Kolo Muani. La Spagna non si scompone e comincia ad alzare i giri del motore, approfittando della scelta conservativa della Francia, che si compatta all’indietro e non forza la giocata. Al 21′ l’appuntamento con la storia: Lamine Yamal riceve palla, la sposta sul mancino e disegna un arcobaleno a giro che accarezza il palo e si insacca alle spalle di Maignan, diventando il marcatore più giovane della storia degli europei. Al 25′ la Roja completa la rimonta, con un diagonale di Dani Olmo deviato in rete da Koundé. La reazione dei vice campioni del mondo fatica ad arrivare, con le uniche occasioni francesi che arrivano da calci piazzati battuti in modo goffo da Dembelé.

Nel secondo tempo il ritmo si abbassa. La Francia comincia ad affacciarsi regolarmente dalle parti di Unai Simon, con due conclusioni di Tchouameni e Mbappé. Il triplo cambio di Deschamps, con gli ingressi di Griezmann, Barcola e Camavinga (al posto di Kanté, Rabiot e Kolo Muani) certifica il momento di difficoltà dei francesi, in difficoltà in fase offensiva e spesso sovrastati a centrocampo dalle giocate intelligenti di Rodri e Fabian Ruiz. Intorno all’ultimo quarto di gara, la pressione della Francia aumenta e la Spagna comincia a gestire il possesso con più lucidità, costringendo i vice campioni del mondo a girare spesso a vuoto. Il cambio della disperazione di Deschamps è l’ingresso di Giroud, all’esordio in questo suo ultimo europeo, al posto di un evanescente e insufficiente Dembelé. All’80’ è ancora Yamal a infiammare il pubblico dell’Allianz Arena, con un mancino a giro che termina di poco alto. All’85’ Mbappé ha l’occasione per pareggiare la gara, servito da Barcola dopo una serpentina in mezzo ai centrocampisti spagnoli, ma calcia male e la palla termina in curva. Nel finale la Spagna difende il risultato con le unghia e con i denti, non concedendo nemmeno un’occasione alla Francia, che saluta l’europeo con un solo gol su azione all’attivo, a testimonianza della poca brillantezza avuta dalla squadra di Deschamps durante questa spedizione tedesca.

Si chiude con l’amaro in bocca l’europeo della Francia, con Mbappé che saluta Euro2024 con un solo gol all’attivo e un europeo giocato al di sotto delle aspettative. La squadra di Deschamps torna a casa dopo cinque gare giocate al di sotto della sufficienza, non riuscendo mai a dare l’impressione di essere la squadra cinica e determinata che era arrivata in finale nello scorso mondiale.

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