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Cronaca

Violenza sessuale: arrestato Andrea Piscina, lo speaker di RTL 102.5

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Foto: L’Unitá

È stato arrestato con l’accusa di produzione di materiale pornografico e violenza sessuale, Andrea Piscina, 25 anni, speaker radiofonico del programma  di RTL 102.5 “I nottambuli“.

LA VICENDA

Andrea Piscina si era camuffato in una ragazza di 16 anni,  facendosi chiamare sui social con il nome di “Alessia”.
Sostanzialmente lo speaker invitava i suoi interlocutori a commettere atti di autoerotismo mentre venivano ripresi con la videocamera.
Gli investigatori hanno rilevato oltre mille foto e conversazioni con minori di tra i 9 e i 14 anni.

LA PRESA DI POSIZIONE DELLA RADIO

La radio RTL 102.5  comunica di “aver appreso con incredulità e sgomento, la notizia dell’arresto.
Pertanto l’azienda radiofonica è intervenuta, sospendendo in via cautelativa Andrea Piscina  da qualsiasi attività relativa all’emittente, affermando che “ripone piena fiducia nel lavoro della magistratura “.

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Cronaca

Medio Oriente, continua lo scontro tra Hamas e Netanyahu: “Dopo la tregua assedieremo il nord di Gaza”

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Medio Oriente

Nonostante le voci e i numerosi tentativi di una tregua in Medio Oriente di circa 60 giorni, tra Hamas e Israele, le tensioni continuano ad aumentare e si prospettano giorni di fuoco sulla Striscia di Gaza.

LE PAROLE DI NETANYAHU SUL MEDIO ORIENTE

Il premier israeliano Benjamin Netanyahu avrebbe promesso al ministro delle Finanze Bezalel Smotrich in recenti incontri che, a seguito della proposta di cessate il fuoco di 60 giorni con Hamas attualmente in discussione a Doha, Israele riprenderà la sua guerra contro Hamas a Gaza. Lo riporta Channel 12.

E’ nostra intenzione, dopo la tregua, trasferire la popolazione della Striscia verso sud e imporre un assedio al nord di Gaza“, avrebbe detto Netanyahu a Smotrich, che sta cercando garanzie dal premier che la guerra a Gaza riprenderà a pieno ritmo dopo la fine del cessate il fuoco.

L’esercito israeliano (Idf) ha eliminato, con “metodi di combattimento unici“, oltre 100 terroristi di Hamas nelle ultime settimane nella zona di Jabaliya, nella Striscia di Gaza settentrionale: lo ha reso noto su Telegram l’Idf.

LA RISPOSTA DI HAMAS

Hamas accusa il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu di non voler raggiungere un accordo per porre fine alla guerra a Gaza, mentre inizia la seconda settimana di colloqui in Qatar. “Netanyahu è abile nel bloccare un ciclo di negoziati dopo l’altro e non è disposto a raggiungere alcun accordo“, afferma il gruppo palestinese in una dichiarazione sul canale Telegram.

I mediatori nei colloqui tra Hamas e Israele stanno lavorando per colmare le lacune tra le due parti, dopo una settimana di colloqui in Qatar. Lo ha detto all’AFP un funzionario a conoscenza dei negoziati: “I mediatori stanno esplorando attivamente meccanismi innovativi per aiutare a colmare le lacune rimanenti e mantenere lo slancio nei negoziati“, ha detto il funzionario che ha chiesto l’anonimato.

Medio Oriente

Foto: The Economist

IL PREMIER ISRAELIANO PRONTO A SCENDERE A COMPROMESSI PER ACCORDO SUL MEDIO ORIENTE

Secondo fonti del gabinetto di sicurezza, il premier Benjamin Netanyahu e’ determinato a raggiungere un accordo su Gaza e per farlo e’ pronto a scendere a compromessi mai fatti prima. Lo riferisce il sito d’informazione Ynet News. In base alle anticipazioni di queste stesse fonti, il capo del governo israeliano e’ disposto a mostrare flessibilità riguardo al ritiro delle IDF dall’asse Morag, nonostante la sua precedente opposizione.

Le fonti hanno affermato che ci sono contatti a Doha e che le squadre stanno lavorando sodo e discutendo mappe di ritiro aggiornate. “Anche se non si raggiunge un accordo entro un giorno o due, la situazione si sta evolvendo. Potrebbe volerci ancora qualche giorno. Se si raggiunge un accordo, non ci sara’ una citta’ umanitaria a Rafah, non verra’ mantenuta alcuna zona umanitaria. Netanyahu e’ disposto a scendere a compromessi su questioni su cui non era mai sceso a compromessi in precedenza“, hanno affermato.

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Cronaca

Guerra in Medio oriente: i raid continuano e Netanyahu convoca una nuova riunione per discutere i negoziati a Doha

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Medio Oriente

Almeno 43 palestinesi, tra cui diversi bambini, sono morti oggi in nuovi attacchi israeliani a Gaza, in Medio Oriente. Lo ha riferito il portavoce della Protezione Civile. Aerei militari israeliani hanno bombardato un punto di distribuzione dell’acqua nel campo profughi di Nuseirat.

L’Idf dichiara: raid dovuto a malfunzionamento tecnico, ieri altri 110 erano stati uccisi. Netanyahu ha convocato per questa sera alle 21 una riunione ristretta del gabinetto di sicurezza per discutere dello stato dei negoziati in corso a Doha

RAID ISRAELIANO SU UN CENTRO DI DISTRIBUZIONE DI ACQUA

C’è un “guasto tecnico” dietro la strage di questa mattina in un sito di distribuzione dell’acqua nel centro di Gaza, dove sono morte almeno venti persone di cui la metà bambini. E’ questa la spiegazione ufficiale fornita dalle forze armate israeliane, a quanto riferito dal Times of Israel. Questa mattina era in corso “un attacco contro un terrorista dell’organizzazione della Jihad islamica nella Striscia di Gaza centrale. A causa di un guasto, la munizione ha colpito a decine di metri di distanza dall’obiettivo previsto“, ha spiegato l’Idf. “E’ in corso un’indagine sull’accaduto“, ha reso noto l’Idf, “siamo a conoscenza delle segnalazioni di vittime nell’area e i dettagli sono ancora in fase di revisione“.

Sono oltre 40 i palestinesi rimati uccisi nei raid aerei israeliani sferrati oggi contro la Striscia di Gaza. A darne notizia è l’agenzia per la difesa civile a Gaza, aggiornando il suo precedente bilancio. Tra i bersagli colpiti un mercato e un punto di distribuzione dell’acqua. Secondo quanto riferito dal portavoce Mahmud Bassal, almeno 43 persone sono state uccise negli ultimi attacchi, 11 delle quali in un mercato a Gaza City. Otto bambini figurano tra le 10 vittime di un attacco con drone contro un punto di distribuzione dell’acqua nel campo profughi di Nuseirat, nella parte centrale di Gaza, ha affermato ancora Bassal.

NUOVA RIUNIONE IN MEDIO ORIENTE CONVOCATA DA NETANYAHU

Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha convocato ieri sera alle 21 una riunione ristretta del gabinetto di sicurezza per discutere dello stato dei negoziati in corso a Doha per il cessate il fuoco in Medio Oriente e la liberazione degli ostaggi. Lo riporta Canale 12, precisando che alla riunione parteciperanno i vertici della difesa e alcuni ministri chiave del governo.

Secondo l’emittente, oggi Israele si prepara a presentare a Doha nuove mappe aggiornate che delineano la futura presenza militare lungo il cosiddetto Corridoio di Morag e lungo il perimetro della Striscia, dopo che il Qatar ha comunicato a Tel Aviv il rifiuto da parte di Hamas della precedente proposta.

La presentazione di nuove mappe potrebbe rappresentare un passo in avanti verso l’intesa, anche se restano comunque significativi nodi da sciogliere, come il numero e l’identità dei prigionieri palestinesi da liberare e quali ostaggi saranno effettivamente rilasciati da Gaza.

POSSIBILE ACCORDO IN MEDIO ORIENTE TRA IRAN E USA

Nonostante i recenti attacchi militari subiti da Israele e Stati Uniti, l’Iran intravede ancora margini concreti per rilanciare i negoziati con Washington sul proprio programma nucleare. Lo scrive il Washington Post, citando analisti e osservatori, secondo i quali all’interno della complessa galassia politica iraniana sta emergendo un consenso sulla necessità di riprendere il dialogo con gli Usa, anche se la sfiducia resta alta e i rischi di nuove escalation non sono stati dissipati.

Il presidente iraniano, Masoud Pezeshkian, e il ministro degli Esteri, Abbas Araghchi, nelle ultime settimane hanno intensificato gli sforzi diplomatici per tracciare una linea di separazione tra Stati Uniti e Israele, insistendo sul fatto che un accordo con Washington resta possibile, nonostante l’ostilità dichiarata del governo di Tel Aviv.

In un’intervista rilasciata al commentatore conservatore americano Tucker Carlson, Pezeshkian ha puntato il dito contro il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, accusandolo di aver instillato nella politica americana l’idea che Teheran stia cercando di costruire un’arma nucleare. Il presidente iraniano ha però ribadito che le tensioni con gli Stati Unitipotrebbero essere risolte facilmente attraverso il dialogo“.

Anche il capo della diplomazia Araghchi ha sottolineato, in un editoriale sul Financial Times, che Iran e Usaerano a un passo da uno storico accordo” prima che gli attacchi israeliani facessero precipitare la situazione.

Medio Oriente

Foto Il diario del lavoro

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Cronaca

Guerra in Medio Oriente, proseguono i colloqui a Doha per la tregua a Gaza: Netanyahu a Washington da Trump

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Medio Oriente

Continuano i dialoghi tra le parti in causa, per raggiungere una tregua in Medio Oriente: Trump si dice ottimista e parla di un accordo in settimana. Ieri sera l’incontro con Netanyahu alla Casa Bianca, negativo intanto il primo round di colloqui a Doha.

AVANZANO I COLLOQUI IN MEDIO ORIENTE

I colloqui per la tregua a Gaza in Medio Oriente, in corso a Doha si sono conclusi “senza una svolta“, ma riprenderanno a breve. Lo ha riferito un funzionario palestinese. “Non si e’ ottenuta alcuna svolta nella sessione negoziale mattutina, ma i colloqui proseguiranno e Hamas spera di raggiungere un accordo“, ha dichiarato la fonte palestinese.

Le trattative in corso, sulla base della proposta di cessate il fuoco e scambio di ostaggi del presidente Donald Trump, mirano a porre fine a 21 mesi di guerra nella Striscia di Gaza tra Israele e Hamas. Un’altra fonte palestinese vicina ai colloqui ha affermato che i negoziati riprenderanno più tardi e, ieri sera verso le ore 18:30 locali, il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha avuto un colloquio a Washington con il presidente Trump.

Medio Oriente

Foto: ANSA

IL BILANCIO TRAGICO DALL’INIZIO DELLA GUERRA

È di almeno 57.523 morti e 136.617 feriti il bilancio delle vittime delle operazioni militari israeliane nella Striscia di Gaza dal 7 ottobre del 2023 a oggi: lo ha reso noto l’agenzia di stampa britannica Reuters citando il Ministero della Sanità del Territorio costiero controllato da Hamas.

Un alto ufficiale delle forze di sicurezza di Hamas ha dichiarato alla Bbc che il gruppo armato palestinese ha perso circa l’80% del controllo sulla Striscia di Gaza e che i clan armati stanno colmando il vuoto. Nei messaggi, scambiati con il giornalista Bbc, l’ufficiale ha dipinto un quadro della disintegrazione interna di Hamas e del collasso quasi totale della sicurezza a Gaza, che il gruppo governava prima del conflitto: “Siamo realistici: non è rimasto quasi nulla della struttura di sicurezza. La maggior parte dei leader, circa il 95%, è ormai morta… Le figure attive sono state tutte uccise“, ha detto. “Quindi, cosa impedisce a Israele di continuare questa guerra?“, ha aggiunto.

COLLOQUIO TRA TRUMP E NETANYAHU PER IL MEDIO ORIENTE

Durante la cena alla Casa Bianca il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha consegnato a Donald Trump la lettera inviata al Comitato del premio Nobel per candidarlo al premio Nobel per la pace: “Voglio esprimere apprezzamento e ammirazione da parte di Israele e del popolo ebraico nei confronti della sua leadership globale e per i suoi sforzi per garantire pace e sicurezza in molte regioni, in particolare in Medio Oriente“, ha affermato Netanyahu.

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha espresso la sua fiducia sul fatto che Hamas sia disposto a concordare una tregua con Israele, incontrando Netanyahu per spingere per la fine della guerra di Gaza: “Vogliono incontrarsi e vogliono avere quel cessate il fuoco“, ha detto Trump ai giornalisti alla Casa Bianca quando gli è stato chiesto se gli scontri che coinvolgono i soldati israeliani avrebbero fatto deragliare i colloqui.

Interrogato sul suo precedente piano di ricollocazione dei palestinesi, il presidente americano ha girato la domanda al premier israeliano. Netanyahu ha affermato che Trump sostiene  la “libera scelta” e che Israele sta collaborando con gli Stati Uniti per trovare altri  paesi in cui i palestinesi sfollati possano vivere.

POSSIBILI NEGOZIATI CON L’IRAN

Abbiamo programmato dei colloqui con l’Iran, e loro vogliono parlare” dopo aver subito una “dura batosta“, ha detto il presidente Usa Donald Trump, rispondendo alle domande dei giornalisti prima della cena alla Casa Bianca con il premier israeliano Netanyahu.

Riguardo ad una data per i colloqui con l’Iran, Trump risponde: “Preferirei non dirlo, ma ne leggerete o vedrete parlare domani“.

Alla domanda su cosa riguarderanno i colloqui con l’Iran in futuro, Trump ha ammesso di non vederne completamente lo scopo, data la sua convinzione che il programma nucleare di Teheran sia stato distrutto: “Ma gli iraniani hanno chiesto un incontro, e io ci andrò, e se riusciremo a mettere qualcosa su carta, andrà bene“, ha detto Trump.

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