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Cronaca

Inchiesta Bbc: migranti gettati in mare dalla Guardia Costiera greca

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Foto: Europa Today

Secondo quanto rilevato dallaBbc“, la Guardia Costiera greca ha provocato la morte di decine di migranti, gettandoli volontariamente nelle acque del Mediterraneo.

L’INCHIESTA DELLA BBC

Si presume che le vittime siano morte per due ragioni:

1) perché indotte ad abbandonare le acque territoriali greche.

2) per essere rispedite in mare dopo che avevano raggiunto le isole greche.
Questi episodi alquanto disumani si sono verificati negli ultimi 3 anni.
Nell’inchiesta realizzata dalla ‘Bbc” emerge che vi sono stati casi in cui le autorità greche hanno gettato in mare i migranti, mentre in altri casi dal racconto dei migranti si evince che sono stati trasportati su zattere gonfiabili senza motore, successivamente sgonfiate.

IL CONTESTO POLITICO

Il governo greco è noto per essere un fautore dei rimpatri forzati, essendo accusato di respingere i migranti verso la Turchia, peraltro il diritto internazionale giudica irregolare questa procedura.

LE TESTIMONIANZE DI UN MIGRANTE

Tra le testimonianze riportate nel documentario della ‘Bbc‘, vi è quella di un uomo camerunese, il quale racconta di essere stato cacciato, e in seguito trasferito in compagnia di  altri due migranti , sulla motovedetta della guardia costiera da poliziotti vestiti di nero“.
L’uomo ha proseguito il racconto dichiarando che è stato picchiato, per poi essere gettato in mare insieme agli altri due compagni.
Il migrante che ha raccontato tale accaduto si è riuscito a salvare, nuotando fino a riva, per quanto riguarda gli altri 2 migranti, purtroppo non ce l’hanno fatta e i loro corpi sono stati ritrovati sulla costa turca.

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Cronaca

Piacenza: licenziato e arrestato il primario che abusava dottoresse e infermiere

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L’ausl di Piacenza a seguito dei fatti rinvenuti, ha deliberato l’uomo, accusato di violenza sessuale nei confronti di dottoresse e infermiere, il sostituto è già stato trovato, un direttore ad interim dello stesso reparto.

Nelle scorse ore, è stato licenziato per giusta causa tramite una delibera aziendale Emanuele Michieletti, primario dell’ospedale di Piacenza, accusato di violenza sessuale aggravata e atti persecutori ai danni di dottoresse e infermiere.

Ad annunciarlo è stato Paola Bardasi, direttrice generale dell’Ausl di Piacenza durante un incontro con la stampa, la quale ha espresso: “Abbiamo già iniziato analisi e verifiche interne e non escludiamo provvedimenti, a breve, dopo un confronto anche con l’autorità giudiziaria“. La direttrice ha poi confermato e rassicurato che è già stato nominato un sostituto all’uomo, un direttore ad interim del suo stesso reparto.

PIU’ TUTELA DELLE DONNE

Ha poi proseguito dicendo: “Non appena possibile, vogliamo capire come tutelare tutte le donne coinvolte in questa vicenda, stiamo preparando gli atti e valuteremo di costituirci parte civile nel processo“.

IL SILENZIO CONSAPEVOLMENTE COLPEVOLE

Nell’udienza davanti al gip di Piacenza, l’uomo si è avvalso della facoltà di non rispondere. Primario del reparto di radiologia dell’ospedale di Piacenza, Emanuele Michieletti è stato arrestato ieri con l’accusa di violenza sessuale. La decisione presa, è stata scelta in attesa di leggere gli atti di accusa nell’ambito dell’inchiesta della procura di Piacenza.

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Cronaca

Bergamo, lite fra tifoserie avversarie: muore un 26enne

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La rissa sarebbe avvenuta fra un gruppo di tifosi dell’Atalanta e uno dell’Inter, iniziata in un bar del luogo e culminata con l’accoltellamento di un tifoso 26enne e l’arresto di un 19enne (Jacopo De Simone), il quale ha confessato l’omicidio sotto interrogatorio.

LA VITTIMA

Il giovane si chiamava Riccardo Claris, 26enne, ex giocatore dell‘Albinoleffe e della Gavarnese e successivamente diventato ultras della sua squadra del cuore (l’Atalanta), che seguiva abitualmente in tutte le sue partite in casa. 

Foto: La Gazzetta dello Sport

LA RICOSTRUZIONE

Le prime scintille sarebbero iniziate in un bar del centro di Bergamo, tra i gruppi di tifosi dell’Inter e dell’Atalanta, si suppone per qualche sfottò da parte degli ultras del club milanese. Dopo qualche spintone però, gli interisti se ne sarebbero andati compreso Jacopo De Simone, con il fratello e la fidanzata.

Gli atalantini li avrebbero comunque seguiti, con il sopraggiunto Claris poiché chiamato dallo stesso gruppo di ultras, al fine di cercare la casa di De Simone (il più focoso fra i tifosi avversari). Da lì in poi il 19enne, avvertito del pericolo sia per lui sia per suo fratello, si sarebbe armato di coltello e di fronte alla prima provocazione avrebbe sferrato una coltellata a Claris.

Una coltellata così forte, all’altezza della scapola sinistra, che è bastata ad uccidere il ragazzo e a spezzare il coltello. Il 26enne è morto poco dopo a terra e De Simone, rimasto sul luogo, è stato dapprima arrestato dai militari, poi portato in caserma e successivamente avrebbe confessato il reato agli inquirenti.

LE PAROLE DELLA SORELLA DI CLARIS

Riccardo non ha alzato le mani contro nessuno, è stato colpito a caso, alle spalle, mentre tornava a casa”, si legge nello scritto di Barbara Claris, pubblicato nelle stories del suo profilo Instragam. “Mi fa parecchio arrabbiare leggere che c’è stato uno scontro finito male“, ha continuato. “Siamo tutti sconvolti, non ci sono parole per descrivere ciò che proviamo. Riccardo era un bravissimo ragazzo, chi lo conosce lo sa! Qualsiasi cosa sia successa NON era un violento, non era un criminale, NON si meritava quanto successo. NIENTE GIUSTIFICA L’OMICIDIO, comunque! Il nostro dolore non passerà MAI. Dovremo conviverci consapevoli che per perdere la vita è sufficiente trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato“.

“Noi vogliamo che la giustizia faccia il suo corso, senza violenza, senza mediaticità, senza continue interferenze. Ricordiamolo con affetto, amore, ricordiamolo non solo come ultrà ma come un giovane ucciso nell’ennesimo episodio di una società sempre più malata. Chiudo con il cuore spezzato di avere ciò che meritiamo, rispetto e silenzio, lo chiedo ai giornali, ai commentatori, ai tifosi. Rispettiamo aspettiamo chiediamo giustizia come UMANI“. “indignata per una società che ha perso il senso di umanità. Ha perso l’empatia, i valori fondamentali, il rispetto per la vita, per il lutto, per tutto. Lo saluto con il cuore, rotto, in mano. Mai riuscirò ad accettare che si possa essere uccisi così“.

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Cronaca

Iniziato il processo contro P Diddy, accusato di traffico sessuale ed estorsione

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Foto: Medium

Ieri (5 Maggio) è iniziato a New York il processo contro il rapper Sean Combs di 55 anni, noto al pubblico con il nome di P Diddy.

La situazione va avanti dal 2023, da quando è stato per la prima volta denunciato dalla ex compagna Cassie Ventura, e tra le principali prove vi è un video che mostra una vera e propria aggressione fisica contro Cassie.

Il caso si è poi ampliato a più celebrità e comuni individui (tra cui una cuoca che aveva già denunciato il rapper molto prima che la vicenda prendesse questa piega), con notizie di vittime che al momento dei presunti crimini avevano un’età compresa dai 9 fino ai 38 anni.
Le principali accuse sono: traffico sessuale, associazione a delinquere e trasporto di persone ai fini di prostituzione.

Combs ha rifiutato una proposta di accordo legale dai pubblici ministeri dichiarandosi innocente a tutte le accuse mosse contro di lui; e talvolta la difesa sostiene che i rapporti fossero consensuali.

Il processo, che dovrebbe durare otto settimane, avrà le prime dichiarazioni il 12 maggio.

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