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Calcio

Inzaghi imbriglia il City all’Etihad. Reti bianche nell’esordio europeo del Bologna

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Foto: X Bologna F.C./ X Inter

Si concludono con due pareggi per 0-0 gli esordi in Champions League di Bologna e Inter. Al Dall’Ara i rossoblù riassaporano la brezza delle notti europee, ma non sfondano contro lo Shaktar Donetsk. A Manchester i nerazzurri non vanno oltre lo 0-0, ma escono dall’Ethiad con una grande prestazione in vista del derby di Milano 

Bologna-Shaktar Donetsk

Citando un post del capitano Orsolini “e quindi uscimmo a riveder le stelle”. Dopo sessant’anni il Bologna è tornato a disputare un match di Champions League accompagnato, nonostante il maltempo, dal caloroso pubblico del Dall’Ara. L’euforia e l’emozione però sembra tradire in avvio i felsinei, che più che le stelle continuano a vedere i demoni delle prime giornate, perché dopo meno di tre minuti Posch viene sorpreso alle spalle dall’inserimento di Eguinaldo e l’incrocio di gambe porta il direttore di gara ad assegnare il calcio di rigore. Dagli undici metri Sudakov incrocia il destro e Skorupski azzecca il lato e neutralizza il penalty al numero dieci ucraino. Dopo il brivido iniziale, con gli stessi errori -pagati a caro prezzo- nel match contro il Como, con lo Shaktar che riesce a eludere la pressione della squadra di Italiano, e verticalizzare verso gli attaccanti che sfruttano il baricentro vistosamente alto della difesa rossoblù. Con il passare dei minuti il Bologna comincia a trovare campo grazie al continuo movimento degli esterni e gli inserimenti in area di Fabbian, preferito a Aebischer (che era partito dal 1′ nella gara contro il Como). La scelta di Santiago Castro permette ai rossoblù di giocare sempre in verticale, grazie al continuo movimento del centravanti argentino, e la corsa di Ndoye e l’esplosività di Orsolini sembrano mettere alle corde la difesa ucraina. Verso il tramonto della prima frazione il tecnico Pusic è costretto a ricorrere a due cambi forzati, con Sikan e Konoplia che sono costretti ad alzare bandiera bianca. Nella ripresa il Bologna flirta subito con il vantaggio, con Fabbian che al 55′ calcia a botta sicura ma Riznyk è miracoloso nell’opposizione in uscita. Al settantesimo Italiano decide di adoperare la staffetta in avanti con gli ingressi di Dallinga (titolare a Como) e Iling Jr. (autore del gol del pareggio al Sinigaglia) al posto di Castro e Orsolini, ma la musica sembra non cambiare. La difesa dello Shaktar è unita e compatta e alle loro spalle Riznyk garantisce solidità. La paura e l’emozione cominciano a presentare il conto nel finale, quando i rossoblù rischiano di concedere agli ucraini l’occasione per il vantaggio, con errori tecnici da parte di Beukema e Lucumi. Un pareggio a reti bianche che continua a palesare il problema offensivo del Bologna. La scarsa continuità sotto porta dei giocatori rossoblù sta diventando un fattore, così come le lacune di una difesa un po’ troppo spavalda e con il baricentro alto. Il rigore neutralizzato da Skorupski ha evitato un esordio amaro al pubblico del Dall’Ara, e adesso bisognerà invertire il rullino di marcia per “riveder le stelle”. Ottima prova per lo Shaktar di Pusic,

Manchester City-Inter

Esordio tra campioni in carica in questa nuova Champions tra City e Inter. Il remake della finale di Istanbul del 2022 termina 0-0. All’Ethiad, come da pronostico, la gara si apre con il possesso palla del Manchester City, alla ricerca spasmodica di spazi per colpire la difesa nerazzurra, sempre molto equilibrata e concentrata. Dopo il match incolore di Monza, Inzaghi decide di ritoccare la formazione, complice l’infortunio di Dimarco e l’affaticamento di Lautaro Martinez (sostituito da Taremi), con Zielinski e Bisseck al posto di Mikitharyan e Pavard. Al possesso prolungato dei Citizens, l’Inter risponde con il movimento continuo e orientato delle mezz’ali verso destra, con il gioco che sviluppa prevalentemente nella zona destra del campo, e i movimenti a rompere la linea di Bisseck e Calhanoglu mettono in mostra quelle che sono le fragilità difensive della squadra di Guardiola, che fin da subito appare penetrabile in contropiede. La qualità dei centrocampisti dell’Inter manda sempre a vuoto la riaggressione del City, e in contropiede i nerazzurri cominciano a sondare ripetutamente il terreno, nonostante le conclusioni flebili di Thuram. Per rispondere alle avance dei campioni d’Italia prova a iscriversi al match Haaland, alla ricerca del centesimo gol con la maglia degli Sky Blues, con un colpo di testa in anticipo su Acerbi bloccato da Sommer. Il pressing nerazzurro orienta la manovra dei Citizens verso destra, dove Savinho non tenta mai il dribbling verso Carlos Augusto, e questa situazione permette alla difesa dell’Inter di scivolare senza troppi problemi da un lato all’altro. L’occasione più nitida della prima frazione è dell’Inter, con il contropiede guidato da Barella e Taremi, conclusa dal diagonale di Carlos Augusto dove sono necessari i piedi di Ederson per evitare il vantaggio ai ragazzi di Inzaghi. Nel secondo tempo Guardiola ridisegna il suo City con gli ingressi di Foden e Gundogan al posto di Savinho, fumoso e poco intraprendente, e De Bruyne, uscito acciaccato dopo una botta subita. Il primo squillo della ripresa è un tiro a giro di Foden che termina di poco fuori. Così come nel primo tempo, anche al rientro dagli spogliatoi il ritmo è basso. La risposta di Inzaghi ai cambi di Guardiola arriva all’ora di gioco, quando entrano Lautaro Martinez e Mikitharyan al posto di Thuram e Zielinski, autori di due ottime prestazioni ma un po’ spenti nel secondo tempo. Al 70′ il City sfiora il vantaggio con una serie di passaggi che portano Foden alla conclusione da buona posizione, attento Sommer nella respinta. La risposta nerazzurra arriva con il cross di Dumfries e la conclusione alta di Lautaro, dopo una deviazione della difesa inglese sul taglio di Taremi. Al 79′ Gvardiol ci prova da fuori area ma Sommer in tuffo non si fa sorprendere. Allo scoccare del novantesimo è ancora il City a flirtare con il vantaggio, con Gundogan che viene servito dal cross di Gvardiol, ma il colpo di testa del tedesco è centrale e Sommer blocca. Nel finale l’Inter non riesce ad uscire più, mentre il Manchester City tenta in tutti i modi di sfondare il muro nerazzurro, che resiste fino al fischio finale. Un buon pareggio che proietta l’Inter all’attesissimo derby di domenica sera. Novanta minuti che confermano la maturità acquisita dalla squadra di Inzaghi. Prima gara senza la via del gol per il Manchester City che non è riuscito a liberare Haaland in area, costantemente marcato dai difensori nerazzurri. La gara di domenica sera contro l’Arsenal è il primo scontro al vertice per il titolo e la squadra di Guardiola è chiamata a rialzare la testa dopo un pareggio che lascia tanti dubbi e spunti.

Classe 2005. Studente in Scienze della Comunicazione all’Università degli Studi di Palermo. Aspirante giornalista sportivo e grande appassionato di calcio.

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Calcio

Troppo Liverpool per il Milan. Dominio e vittoria per la Juventus

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Prima partita e prima vittoria all’esordio in Champions League per Thiago Motta, decisivo il ritrovato Mckennie e i gol all’esordio di Yildiz e Nico Gonzalez. Dopo il momentaneo vantaggio targato Pulisic, il Milan si spegne e perde 1-3 contro il Liverpool.

Juventus-PSV

Dopo una stagione senza coppe europee, la Juventus torna a giocare in Champions League dopo 624 giorni. La gara inizia subito a dei livelli abbastanza elevati, con entrambe le formazioni  che vanno alla lotta di ogni singolo pallone. Dopo una serie di manovre offensive, la Juventus trova il gol del vantaggio al minuto ventuno con Kenan Yildiz. Il nuovo numero dieci bianconero, dopo essere stato servito da Nico Gonzalez, punta Ledezma e calcia forte sul secondo palo, trovando il suo primo -splendido- gol stagionale e diventando il giocatore della Juve più giovane ad andare in gol in Champions League. Dopo il gol del vantaggio, la Juventus si carica di fiducia e continua ad attaccare, precisamente sulla fascia destra, il vero tallone d’Achille degli olandesi. Passano i minuti e la Juventus raddoppia grazie ad una grande giocata di Nico Gonzalez che, scappa a Dams, e serve a centro area Weston Mckennie che calcia di prima intenzione e firma il gol del 2-0. Nei minuti successivi, il PSV prova a rientrare in partita senza però mai riuscire a mettere in difficoltà la difesa bianconera che, sfruttando il fattore psicologico, tenta di farsi vedere in area avversaria andando vicina al gol del 3-0 con il palo colpito da Koopmeiners.

Nella ripresa la Juventus trova subito la terza rete con Nico Gonzalez, totalmente dimenticato dalla retroguardia avversaria e, dopo il filtrante di Vlahovic, buca Drommel e cala il tris. Con il passare dei minuti, i campioni d’Olanda continuano a subire le avance avversarie senza mai riuscire a dire la loro, risultando anche nella seconda frazione succubi del gioco dei ragazzi i Thiago Motta. Nei minuti finali la Juventus vince tutti i duelli fisici ma non riesce a mantenere il risultato, fatale l’assenza di marcatura su Saibari che batte Di Gregorio e sigla il 3-1 finale.

Milan-Liverpool

All’interno della spettacolare cornice di San Siro, il Milan si propone subito in zona offensiva e trova immediatamente il gol del vantaggio con Pulisic, il numero undici rossonero dopo esser stato servito da Morata, si invola verso la porta e con un diagonale preciso segna e porta il Milan in vantaggio. La prima reazione del Liverpool arriva al 17′ con Salah, che colpisce la traversa facendo tremare i padroni di casa.  Passano i minuti e i ‘Reds‘ salgono di livello, aumentano il ritmo del loro gioco e pareggiano la gara sugli sviluppi di un calcio di punizione al 23’ con Konate, decisiva la palla servita da Arnold che facilita la conclusione del centrale francese. Il Milan accusa il colpo e nei minuti successivi si fa ‘schiacciare’ dal Liverpool, che va molto vicino al secondo gol con una doppia azione pericolosa portata avanti da Gakpo e da Salah. In chiusura di primo tempo, complice un’altra dormita difensiva del Milan, il Liverpool ribalta il risultato nuovamente su calcio d’angolo con Virgil Van Dijk, libero di colpire di testa a pochi passi dalla porta di Maignan così come in occasione del gol di Konatè.

A inizio secondo tempo, dopo una partita passata a stringere i denti, Maignan esce per un infortunio che mette ancor più in difficoltà il Milan, al suo posto esordisce il classe 2005 Torriani. La gara prosegue e il Milan cresce con l’effettiva entrata in partita di Theo Hernandez, pericoloso in un paio di occasioni in mezzo al campo tanto da costringere gli avversari a fare fallo. La reazione rossonera ha un risultato opposto, su un passaggio errato di Pavlovic, il Liverpool riparte e chiude la pratica con il traversone di Gakpo finalizzato da Szoboszlai, gol che manda i ‘Reds‘ ad avere due gol di vantaggio costringendo Fonseca a inserire nella mischia Abraham, subentrato a LoftusCheeck. A ridosso dal novantesimo, il Milan va vicino al secondo gol con Theo Hernandez prima e con il colpo di testa di Gabbia poi ma entrambe le conclusioni terminano lontane dallo specchio della porta.

Nella prossima giornata di Champions League, la Juventus sfiderà il Lipsia alla Red Bull Arena, mentre il Milan, affronterà al Bernabeu i campioni in carica del Real Madrid.

 

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Verso la Champions: le avversarie delle italiane

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Torna la Champions League, torna il grande calcio! È tempo di analizzare come arrivano alle sfide della prima giornata le avversarie delle italiane.

Juventus-PSV

Ad inaugurare la nuova Champions League, all’Allianz Stadium arriva il PSV. I ‘boeren‘ sono reduci da un inizio di stagione a dir poco spettacolare: cinque vittorie nelle prime cinque gare di campionato, venti gol fatti, solo tre gol subiti e un primo posto in solitaria in Eredivise, sono la dose giusta per andare a Torino e provare a fare la partita. La squadra di Peter Bosz, proverà a compiere o addirittura migliorare il piazzamento ottenuto l’anno scorso, (dove i biancorossi uscirono agli ottavi di finale contro la finalista Borussia Dortmund), facendo sicuramente affidamento ai quattro principali perni della sua squadra: Luuk De Jong, Hirving Lozano (che salterà la gara dell’Allianz Stadium per infortunio), Guus Til e Johan Bakayoko.

Milan-Liverpool

Il primo avversario dei rossoneri in questa Champions League, è il nuovo Liverpool di Arne Slot. Se i rossoneri arrivano alla sfida di San Siro con il sorriso dopo il successo per 4-0 sul Venezia, i ‘Reds‘ approcceranno la gara con un immediato senso di rivalsa dovuto alla sconfitta di sabato scorso, contro il Nottingham Forest ad Anfield. Dopo il quinto posto della stagione 2022/23, il Liverpool torna a giocare in Champions League, con l’ambizione di andare fino in fondo nonostante lo strapotere di alcune avversarie. Milan-Liverpool non è solo una partita di calcio, è soprattutto la sfida tra due dei più grandi e vincenti club del panorama europeo infatti, proprio per questo, Fonseca e Slot faranno di tutto per ottenere i primi tre punti, essenziali per caricarsi positivamente in vista dei prossimi impegni stagionali.

Bologna-Shakhtar Donetsk

Il Bologna, dopo un grandissima stagione,  ritorna in Champions League dopo 60 anni. L’avversario dei felsinei al loro ritorno nel principale torneo europeo, è lo Shakhtar Donetsk. Dopo un avvio di stagione complicato e un settimo posto che calza stretto, i arancioneri sono reduci dalla vittoria casalinga per 5-2 contro il Karpaty Lviv e pronti a rovinare la festa del Dall’Ara, guidati da Zubkov, Bondarenko e Sikan.

Manchester City-Inter

Il primo test della stagione nerazzurra in Champions League, è il City di Pep Guardiola. I ‘Citizens‘ vengono da una prima parte di stagione a dir poco perfetta che li vede al primo posto in solitaria in Premier League con quattro vittorie di fila. Per gli uomini di Simone Inzaghi è tempo di riaffrontare e di rivivere i ricordi della finale di Champions 2022/23, dove i nerazzurri persero per 1-0 ma riuscirono a fermare Erling Haaland, oggi a quota nove gol in sole quattro partite e a segno con una doppietta nell’ultima sfida di Premier vinta contro il Brentford.

Atalanta-Arsenal

Nel nuovissimo impianto del Gewiss Stadium, l’Atalanta (campione d’Europa League in carica) sfida l’Arsenal. Nell’ultima giornata di campionato, i ‘Gunners‘ sono riusciti a portarsi a casa tre punti nel tiratissimo derby del nord di Londra contro il Tottenham, grazie alla rete del difensore Gabriel Magalhães. Vittoria fondamentale sia nell’inseguimento al Manchester City per titolo, sia per il morale della squadra in vista di una trasferta di Champions complicata, contro una squadra guidata da un altro allenatore che, negli ultimi anni, è riuscito a rendere possibile l’impossibile, Giampiero Gasperini.

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Il Super Commento della 4ª giornata di Serie A

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Il commento completo di tutte le partite, con la Top11 alla fine, della quarta giornata di Serie A.

Como-Bologna 

Una prima al Sinigaglia dal sapore dolce-amaro per il Como di Fabregas. Nel primo match della quarta giornata i lariani inaugurano il proprio campionato casalingo con un pareggio contro il Bologna. 

Empoli-Juventus

Un pareggio che conferma il gran momento dell’Empoli, in continua crescita in questo avvio di campionato. Si ferma ancora sullo 0-0 la Juventus, che continua a non subire gol per la quarta partita consecutiva.

Milan-Venezia (A cura di Marco Rizzuto)

Theo Hernandez e Leao ripagano la fiducia di Fonseca in novanta secondi. I rossoneri schiacciano il Venezia e rialzano la testa in vista dell’esordio in Champions contro il Liverpool, e del derby di Milano in programma la prossima domenica.

Genoa-Roma (A cura di Marco Rizzuto)

La Roma manca nuovamente l’appuntamento con la prima vittoria stagionale. Il primo gol in campionato di Dovbyk non basta ai giallorossi, raggiunti nel finale dal colpo di testa di Koni De Winter. Pareggio che conferma il periodo di appannamento di Daniele De Rossi, espulso nel finale prima del pareggio rossoblù.

Atalanta-Fiorentina 

Serviva una risposta dopo le prime tre giornate, ampiamente al di sotto della sufficienza. In attesa di Gudmundsson, che dovrebbe essere disponibile per la prossima gara, Palladino sceglie la via dell’equilibrio e aggiunge Bove in mezzo al campo, rinunciando a un riferimento in avanti, cosi da avere la superiorità numerica in mezzo al campo. La scelta si rivela vincente nel primo quarto di gara perché la Viola domina grazie alla giocata codificata verso Moise Kean, pivot avanzato in continua lotta contro il roccioso Hien. L’attaccante italiano, dopo aver trovato il gol in Nazionale, si conferma in ottima forma e stravince il duello fisico con il centrale svedese. Il continuo movimento della coppia Kean-Colpani manda in confusione la difesa dinamica della Dea, che subisce il vantaggio al quarto d’ora su palla inattiva, con la zampata di Martinez Quarta dopo la parata di Carnesecchi. La velocità di Dodò e il continuo attacco della profondità di Gosens non permettono agli esterni bergamaschi di alzare il baricentro. E nel momento di maggiore difficoltà che sale in cattedra il gran giocatore, perché al 21’ Lookman riceve palla sull’esterno, lascia sul posto Bove e serve il pallone del pareggio a Retegui. Nonostante l’ennesimo svarione difensivo di questo inizio di campionato (e non sarà l’ultimo in questa gara), la Fiorentina trova il guizzo per rimettere la testa avanti, con il cross tagliato di Mandragora verso Kean che corregge in rete una prima deviazione di Gosens. Un primo tempo che sembra destinato a chiudersi così, ma l’Atalanta reagisce in maniera furente e rimonta la gara in meno di cinque minuti, con l’incornata di De Ketelaere sul cross di Ederson. Un minuto più tardi Lookman completa il suo meraviglioso pomeriggio, con un’incursione che termina con il diagonale sul primo palo che non lascia scampo a De Gea. Nella ripresa Gasperini decide di infoltire il centrocampo per avere superiorità numerica nella zona centrale. Palladino cerca di dare una scossa con gli innesti di Ikone e Sottil, ma la difesa bergamasca non subisce particolari rischi. Nel finale, in completa gestione, Lookman flirta con il quarto gol -e la doppietta personale- ma le sue conclusioni non battono De Gea. Una vittoria che rilancia la Dea dopo un avvio poco brillante. Dopo le voci di mercato, Lookman ha deciso di rimanere a Bergamo e la presenza del nigeriano in avanti cambia radicalmente i movimenti con, e senza palla, dell’attacco. Con un Lookman in più, e un reparto difensivo che comincia a ricomporsi con il ritorno in campo di Kolasinac (in attesa dei nuovi arrivati Godfrey e Kossounou) la banda del Gasp può alzare il livello in vista dell’esordio in Champions e dei successivi match. Sottolineatura importante per Retegui, al quarto gol in quattro partite,  in vetta alla classifica marcatori al fianco di Marcus Thuram. Per la Fiorentina una sconfitta che pesa, perché manca ancora la prima vittoria in campionato, ma la scossa voluta da Palladino si è vista nel corso del primo tempo, e con l’inserimento di Gudmundsson il reparto offensivo dei toscani può trovare quelle soluzioni che stanno mancando. Ancora in apparente difficoltà il reparto difensivo, e dopo quattro giornate i gol subiti sono già sei.

Torino-Lecce

Pareggio a reti bianche all’Olimpico Grande Torino, con i granata che non riescono a dar seguito alla vittoria di Venezia, al cospetto di un Lecce che torna in Salento con l’amaro in bocca per le numerose occasioni sprecate. La prima occasione è della formazione di casa, che già al 6′ vede Ricci calciare alto in spaccata su invito di Ilic in area di rigore. Da qui in poi i salentini alzano progressivamente il baricentro, cominciando a trovare spazio grazie alla profondità dettata dai continui movimenti di  Krstovic, che sfiora il palo alla destra di Milinkovic-Savic dopo essersi liberato di Masina al nono minuto. La scelta di Gotti di inserire Tete Morente e Rebic nelle fasce non permette ai laterali del Toro di avanzare continuamente in avanti. Vanoli prova a scuotere i suoi sfruttando il movimento continuo tra le linee di Che Adams, ma il duo Baschirotto-Gaspar non corre particolari rischi. Le uniche occasioni del primo tempo degne di nota sono tutte di marca salentina, con Morente e Krstovic, e in entrambe le occasioni Milinkovic-Savic non si fa soprendere. Nella ripresa Vanoli prova a cambiare rullino di marcia con l’ingresso di Borna Sosa, per sfruttare le sue abilità sui cross, vista la presenza di un pivot come Zapata. Il Lecce però non si scompone, e con il cambio Coulibaly-Pierret continua ad avere la meglio in tutti i duelli fisici in mezzo al campo. Nel corso della gara la formazione di Gotti cresce costantemente e il Torino non riesce ad alzare i giri del motore a tal punto da poter impensierire i salentini. L’occasione più nitida della gara arriva al 68′ quando serve un miracolo di Milinkovic-Savic per negare il vantaggio a Krstovic, servito tra le linee dal filtrante di Pierotti. Nell’ultimo quarto di gara il match scorre via equilibrato e poco emozionante fino al pieno recupero, quando Masina mette in difficoltà lo stesso estremo difensore con un retropassaggio mal calibrato sul quale Krstovic non arriva per un soffio. Pareggio con più di qualche rimpianto per il Lecce, a causa delle numerose occasioni avute. Gli interventi di Milinkovic-Savic hanno permesso ai granata di rimanere imbattuti in questo campionato, ma la prestazione della squadra di Vanoli, premiato come miglior tecnico del mese di agosto, non è stata brillante come in questo avvio di campionato.

Cagliari-Napoli

In attesa del big match di Torino della prossima settimana, Conte cala la terza vittoria consecutiva. All’Unipol Domus esordisce dal 1′ la coppia Lukaku-Kvaratskhelia, con Politano che scalza ancora una volta Neres. Tra le fila sarde Nicola inserisce subito Gaetano, ex di giornata, alle spalle della coppia Piccoli-Luvumbo. In avvio la gara è contrassegnata da un sostanziale equilibrio tra le due squadre, con una lotta continua a suon di falli tra i due pesi massimi Yerry Mina e Lukaku. Il sacrificio costante in fase difensiva di Kvara permette al Napoli di sfoggiare una compattezza difensiva che si sta consolidando sempre di più, anche grazie alla crescita del terzetto difensivo Di Lorenzo-Rrahmani-Buongiorno. La gara in Sardegna si stappa intorno al ventesimo, quando Lukaku serve Di Lorenzo al limite dell’area e la sua conclusione viene sporcata da Mina ed entra in porta, per il secondo gol in campionato (in quattro partite) del capitano azzurro. Il Cagliari riesce a reagire e continua ad affacciarsi dalle parti di Meret, che è prodigioso sull’incornata di testa di Piccoli. I partenopei riescono a uscire dal pressing portato su dai ragazzi di Nicola grazie alla giocata codificata verso Lukaku, abile nel far salire la squadra grazie alle sue sponde. Il primo tempo si conclude tra il parapiglia generale, generato dagli scontri tra le due tifoserie. La partita si stappa definitivamente nel secondo tempo, quando il Cagliari sfiora due volte il vantaggio con un colpo di testa di Luperto prima, e con la traversa di Marin dopo. In entrambe le occasioni Meret è fenomenale, specialmente nella deviazione che alza la traiettoria sulla bordata del centrocampista rossoblù. Con il Cagliari sbilanciato in avanti, il Napoli trova terreno fertile nella zona centrale del campo, dove il continuo movimento di Kvara manda in tilt i difensori sardi, dediti al raddoppio verso Lukaku, ed è su uno scambio della nuova coppia azzurra che arriva il 2-0, con Lukaku che spiana la strada a Kvaratskhelia. Il Cagliari viene colpito nell’orgoglio e la difficoltà nel rialzare la testa si vede in occasione del tris partenopeo, quando Scuffet non si intende con Zappa e regala il pallone a Kvara che serve subito Lukaku al centro dell’area, e da lì il centravanti belga non può sbagliare. Nel finale i sardi non ne hanno più e nell’ultimo pallone del match il Napoli cala il poker, con il corner di Neres che pesca l’incornata di Buongiorno, al primo gol con la nuova maglia. Quattro gol, una prestazione convincente e la seconda piazza della classifica per il nuovo Napoli di Conte. In vista del big match di sabato prossimo, a Torino contro la Juventus di Thiago Motta, gli azzurri arrivano all’Allianz Stadium sopra i bianconeri, in una gara che sembra già un crocevia per le ambizioni e la stagione di entrambe le squadre. Ancora a secco di vittorie il Cagliari, che nonostante la batosta subita nel secondo tempo è sembrato pienamente in partita, contro un avversario di caratura superiore.

Monza-Inter (A cura di Tommaso Patti)

Nell’ultimo match della domenica di Serie A, l’Inter di Simone Inzaghi non va oltre l’1-1 contro il Monza. All’U-Power Stadium i brianzoli vanno in vantaggio grazie al gol di Dany Mota. Nel finale il pareggio di Denzel Dumfries, per un pareggio che non permette ai nerazzurri di concludere la quarta giornata in solitaria al comando della classifica.

Parma-Udinese (A cura di Marco Rizzuto)

L’Udinese si prende la vetta della classifica in solitaria in una rimonta clamorosa contro un Parma suicida. Il match sorride subito ai ducali, Del Prato trova il vantaggio sugli sviluppi di un calcio d’angolo dopo il cross di Mihaila che ha sorpreso la difesa bianconera. L’Udinese nonostante lo svantaggio subito rimane in partita cercando il pari nelle giocate di Thauvin, che appare in gran forma. Intorno alla mezz’ora di gioco Coulibaly rischia un clamoroso autogol, sventato poi da Chichizola grazie all’aiuto della traversa. A pochi minuti dall’intervallo Bonny sigla il raddoppio proteggendo di fisico il pallone imbucato da Man, e concludendo di punta riesce a sorprendere Okoye. Nel secondo tempo la poca lucidità e freddezza del primo tempo lascia spazio al killer instinct di Lucca, che di testa firma l’ennesima rete, su assist di Kamara. Il gol galvanizza l’Udinese e spezza le gambe ai padroni di casa che subiscono la continua pressione bianconera, alla ricerca del pareggio. L’ingresso in campo di Davis, al posto di Lucca, cambia drasticamente la partita in favore dei friuliani. Il traversone colpito di testa proprio dal subentrato viene spinto in rete da Thauvin che pareggia i conti al Tardini. Da qui iniziano i cinque minuti di fuoco del capitano francese: procura l’espulsione di Keita per un intervento in ritardo che costa la doppia ammonizione al nuovo centrocampista arrivato dall’Anversa, e sigla il gol partita chiudendo i giochi a favore dei bianconeri al 77′ dopo la conclusione di Ekkelenkamp deviata da Chichizola. Da lì il Parma accenna una timida reazione sul finale, ma la stanchezza ed il morale a terra rendono inefficaci gli ultimi tentativi. L’Udinese colleziona la terza vittoria su quattro e conquista la vetta in questo posticipo del lunedì.

Lazio-Hellas Verona

Torna a sorridere la Lazio con la sua nuova coppia-gol. Nella gara contro l’Hellas Verona il tecnico biancoceleste Baroni decide di dare seguito alla scelta vista nell’ultima gara contro il Milan, con il 4-2-3-1 che presenta Boulaye Dia alle spalle di Castellanos, accompagnati da Zaccagni e Isaksen. Pronti, via e la Lazio trova subito il vantaggio, con l’imbucata verticale di Zaccagni verso Dia, libero di chiudere il destro sul primo palo e battere Montipò, sfruttando una leggerezza difensiva dei due centrali scaligeri. Il vantaggio biancoceleste dura soltanto un minuto, perché il Verona trova il pari grazie al filtrante di Coppola per Tengstedt, lasciato solo dal doppio errore di Romagnoli e Gila, abile nel freddare Provedel in uscita per la sua seconda gioia in campionato dopo il rigore decisivo realizzato contro il Genoa. La spinta dell’Olimpico riporta i padroni di casa in costante proiezione offensiva, con Montipò che deve sventare una conclusione perfetta, all’incrocio dei pali, di Rovella. La gioia del vantaggio è rimandata di qualche minuto, perché il corner di Zaccagni pesca la zampata in spaccata del Taty Castellanos, al terzo gol in quattro partite. Nella ripresa, così come contro il Milan, sale in cattedra Nuno Tavares. Il terzino portoghese è una locomotiva instancabile sulla fascia sinistra, e le sue continue sgroppate permettono ai biancocelesti di poter sviluppare il gioco con molta qualità al centro del campo, per poi allargare il gioco verso Tavares e attaccare l’area con Dia e Castellanos. La prestazione di Boulaye Dia si impreziosisce di una fase di non possesso di pregevole fattura, in questa posizione ibrida tra trequarti e attacco, e quando recupera palla è sempre un pericolo per la difesa scaligera. Nella ripresa le due occasioni biancocelesti portano la sua firma, o il suo sigillo, con la conclusione sul primo palo al 60′ dove è necessario un super Montipò, e l’occasione all’82’ quando serve a Zaccagni il pallone del 3-1, ma il capitano biancoceleste non riesce a chiudere il mancino verso la porta. Nel finale il forcing del Verona non porta cospicue palle gol, e le poche speranze degli scaligeri vengono spente dalle uscite sicure e attente di Provedel. Tre punti fondamentali per una Lazio che sembra aver trovato la quadra. La scelta di puntare sulla coppia Dia-Castellanos continua a dare soluzioni a Baroni e tutto il reparto offensivo biancoceleste. Doppio assist per Zaccagni, in continua crescita in questo avvio di stagione dopo l’europeo positivo (uno dei pochi) con la Nazionale. Ancora in rodaggio la fase difensiva, apparsa ancora una volta in difficoltà, ma il cambio tattico tra Sarri/Tudor a Baroni è notevole e ci vorrà del tempo. Sconfitta che non altera il percorso del Verona, il cui obiettivo rimane chiaramente la salvezza. Dopo il successo contro Napoli e Genoa, gli scaligeri sono alla ricerca di punti che possano sollevare ulteriormente la classifica, e adesso Zanetti è chiamato a dimostrare con continuità quanto visto in questo avvio di campionato.

LA TOP11 DELLA 4ª GIORNATA:

Grafica: Julya Marsala

 

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