Attualità
Puff Daddy: Justin Bieber è una vittima o un carnefice? -Video

Attualmente, Hollywood e gli Stati Uniti sono sotto l’occhio di un ciclone mediatico.
Il caso P Diddy sta diventando sempre più intricato e spaventoso considerando tutti i vip coinvolti nei lussuosi “White Parties” organizzati tra le mure della villa del produttore discografico.
Puff Daddy, all’anagrafe Sean Combs, al momento è accusato di traffico di esseri umani, associazioni a delinquere e violenza sessuale anche su minori.
LE DENUNCE
Numerose sono le testimonianze riguardo ad abusi e ricatti avvenuti durante queste feste sfarzose e, di conseguenza, tantissimi sono i soggetti coinvolti tra cui Jennifer Lopez, Beyoncé, Jay-Z, Usher, Ashton Kutcher, Meek Mill, Ally Carter, Will Smith, Leonardo DiCaprio, le Kardashian, Naomi Campbell.
Ovviamente, oltre a carnefici vi sono delle vittime e oltre 120 persone si sono fatte avanti denunciando i vari soprusi subiti spesso sotto effetto di droghe. A tal proposito, le bottiglie di olio per bambini sequestrate dalle forze dell’ordine potrebbero, in realtà, contenere una droga liquida simile all’ecstasy, conosciuta anche come droga dello stupro. Stando alle ultime notizie, tra le vittime ci sarebbe anche un bambino di 9 anni, abusato in seguito ad un’audizione nei Bad Boy Records Studio, ovvero la casa discografica fondata da P Diddy.
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L’attore Ashton Kutcher in passato, in merito ai “White Parties” ha dichiarato di sapere “molte cose che non può raccontare”. Mentre, a peggiorare la posizione del produttore discografico vi è l’ex compagna Kim Porter. Quest’ultima ha pubblicato un libro (Kim’s Lost words), all’interno del quale raccontava di vari abusi subiti durante la loro relazione. Tuttavia, il testo è stato ritirato dal mercato su invito della famiglia di Puff Daddy. Nel 2018 la donna è deceduta.
JUSTIN BIEBER È UNA VITTIMA O UN CARNEFICE?
Sarà per l’enorme seguito e affetto ricevuto durante gli anni, ma la “vittima” che ha fatto più rumore è stata Justin Bieber. Il cantante canadese è diventato famoso all’età di quindici anni, preso sotto l’ala P Diddy sin dagli albori della sua carriera.
L’artista era ancora un giovane adolescente quando ha iniziato a frequentare le feste di Combs e in rete circolano dei video che ritraggono Justin in uno stato confusionale e, durante un’intervista nella quale gli chiedevano cosa facesse un quindicenne ad un genere di feste così esclusive e ambigue Puff Daddy rispose per lui “Non posso rivelarlo, ma tutto ciò che un adolescente sogna”.
Probabilmente all’inizio il giovane artista era abbagliato dallo sfarzo, dal potere e dalla fama, ma con il passare del tempo forse quello stile di vita ha incominciato a stargli stretto.
Non c’è dato ancora sapere quanto effettivamente sia stato vittima o carnefice, tuttavia è un dato di fatto, in base alle recenti rivelazioni, che un quindicenne non dovesse partecipare a questo genere di feste, soprattutto essendo a conoscenza, ad oggi, di ciò che accadeva e dei ricatti che subiva gran parte delle gente che frequentava questi party. In un certo senso, si potrebbe anche dire che tutti potrebbero essere dei potenziali carnefici e delle potenziali vittime.
LA CANZONE YUMMY YUMMY
I fan stanno cercando di ricostruire la carriera dell’artista canadese e, sembrerebbe, che nella canzone “Yummy Yummy“ ci siano riferimenti nascosti in merito ai “White Parties”. Il titolo del brano letteralmente significa “delizioso” e, secondo alcuni, nasconderebbe un gioco di parole; infatti, il ritornello sembrerebbe dire “You got that young me. Young me, young me, young me…” ossia “Mi hai preso giovane”, facendo riferimento all’ascesa, in età molto giovanile, del cantante vissuta con P Diddy.
Nel videoclip in questione, sono presenti numerosi riferimenti all’infanzia, come l’uso di colori vivaci, i partecipanti al banchetto e il cibo caricaturale. Inoltre, i personaggi nel video sembrano far parte di un‘élite. L’abbigliamento e il look di Justin Bieber assumono significati simbolici: la felpa rosa pastello potrebbe rappresentare l’innocenza e la giovinezza, attribuendo al cantante un aspetto tenero. In merito ai capelli rosa, vi è una teoria nota come “pink hair theory”, secondo cui gli artisti che tingono i capelli di questo colore hanno vissuto esperienze traumatiche o abusi.
Nella parte iniziale del videoclip, Justin Bieber è all’interno di un lussuoso ristorante, partecipando a una cena con individui più grandi ed eccentrici. La scena si trasforma successivamente in una festa, evocando fortemente i “White Parties”associati a P Diddy. Secondo alcune dichiarazioni, questi eventi cominciavano con cene formali per poi sfociare nei cosiddetti “freaks off”, durante i quali venivano comportamenti scandalosi e l’utilizzo di droghe; aspetti per cui Puff Daddy è stato coinvolto in accuse.
Nel video, la trasformazione da banchetto a festa è accompagnata dalla deformazione del volto di Justin Bieber, probabilmente simboleggiante la distorsione della realtà dovuta all‘abuso di sostanze. Inoltre, sullo sfondo appare un misterioso individuo vestito di bianco con occhiali che sembra osservare e manipolare gli avvenimenti della serata: molte interpretazioni suggeriscono che questa figura richiami alla mente lo stesso P Diddy.
Nella scena finale del videoclip, c’è un piatto sporco e vuoto con residui d cibo, sopra il quale compare l’immagine di Justin ancora bambino con la scritta “yummy”. Questo dettaglio potrebbe simboleggiare che l’industria musicale e le persone potenti di hollywood che hanno contribuito alla fama dell’artista abbiano consumato e divorato la sua infanzia.
Attualità
Guerra in Medio Oriente: Israele sospende la consegna di aiuti a Gaza

L’annuncio, in Medio Oriente, arriva dopo la minaccia del ministro Smotrich di dimettersi dal governo se non fossero state prese misure per impedire il saccheggio da parte di Hamas. La notizia è stata diffusa dopo che Netanyahu ha ordinato all’Idf di elaborare un piano per impedire ad Hamas stessa di rubare gli aiuti. La sospensione rimarrà in vigore fino alla presentazione del piano dell’esercito, secondo una fonte.
Nel mentre, la Cia: “Abbiamo raccolto prove che indicano che i siti nucleari dell’Iran sono stati devastati” Israele ha annunciato la sospensione delle consegne di aiuti a Gaza dopo la minaccia del ministro di ultradestra Bezalel Smotrich di dimettersi dal governo se non fossero state prese misure per impedire che gli aiuti arrivino ad Hamas. Lo riferisce una fonte a Channel 12, citata da Times of Israel.
La notizia è stata diffusa poco dopo che l’ufficio del primo ministro aveva annunciato che Benyamin Netanyahu ha ordinato all’Idf di elaborare un piano in 48 ore per impedire ad Hamas di rubare gli aiuti. La sospensione della consegna di aiuti, in Medio Oriente, rimarrà in vigore fino alla presentazione del piano dell’esercito, aggiunge la fonte. La Guida suprema iraniana Khamenei è riapparsa in un messaggio video diffuso dalle tv e ha cantato vittoria dopo la fine della guerra dei 12 giorni: “Congratulazioni alla grande nazione iraniana per la vittoria sul regime israeliano”.
Ha criticato anche gli Usa: “Trump esagera l’impatto dei raid sui siti nucleari. la Repubblica Islamica ha dato un duro schiaffo all’America. “Il raid su Fordow è stato come la bomba su Hiroshima: ha messo fine alla guerra“, ha commentato Trump, che poi difende Netanyahu: “Il processo contro di lui deve essere annullato, gli Usa lo salveranno“.
Fonti da Gaza hanno dichiarato che nelle ultime 24 ore sono stati trasportati negli ospedali di Gaza 103 cadaveri e 219 feriti: secondo la protezione civile di Gaza, questa mattina 56 persone sono state uccise dal fuoco israeliano in tutta la striscia, tra cui sei che attendevano aiuti in due località separate.
Intanto secondo l’Onu a Gaza le operazioni israeliane, inclusi bombardamenti e attacchi in tutta la Striscia, “continuano ad avere un impatto devastante sui civili, causando decine di morti e feriti, molti dei quali stavano semplicemente cercando aiuti umanitari”: almeno 20 persone sono state uccise questa mattina negli attacchi delle forze israeliane a Gaza, tre delle quali aspettavano la distribuzione di aiuti umanitari nei punti di distribuzione: lo riporta Al Jazeera, che cita fonti negli ospedali della Striscia.

Foto: Wikipedia
LA RISPOSTA DELL’IRAN
Il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Esmail Baghaei, ha affermato che la Repubblica islamica ha “diritto” all’energia nucleare per scopi pacifici: “L’Iran ha il pieno diritto, ai sensi dell’articolo 4 del Trattato di non proliferazione nucleare (Tnp), di utilizzare l’energia nucleare per scopi pacifici, ed è determinato a mantenere tale diritto in qualsiasi circostanza“, ha affermato Baghaei in un’intervista ad Al Jazeera.
I raid degli Stati Uniti contro i siti nucleari iraniani hanno “distrutto la diplomazia“, ha dichiarato Baghaei, aggiungendo che gli Usa “devono essere ritenuti responsabili dell’aggressione commessa contro l’Iran in collusione con Israele“.
LA CONFERMA DALL’EUROPA SUL MEDIO ORIENTE
Le centrifughe di Fordow, uno dei più importanti impianti di arricchimento nucleare dell’Iran, “non sono piu’ operative” a seguito degli attacchi statunitensi, lo dice Rafael Grossi, direttore generale dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica.
“Sulla base delle immagini satellitari, possiamo trarre conclusioni abbastanza precise sulle conseguenze del bombardamento“, ha dichiarato il numero uno dell’Aiea all’emittente radiofonica francese Radio France Internationale: “Data la potenza di queste bombe e le caratteristiche tecniche delle centrifughe, sappiamo che non sono più operative, semplicemente a causa delle vibrazioni, che causano danni fisici considerevoli e significativi“, ha affermato Grossi.
“Conosco molto bene l’impianto, è una rete di tunnel con diversi tipi di attività‘”, ha aggiunto ques’utlimo: “Quello che abbiamo visto nelle immagini corrisponde più o meno alla sala di arricchimento, è quella che è stata colpita“.
GLI ULTIMI AGGIORNAMENTI SULLA TREGUA IN MEDIO ORIENTE
Il fragile cessate il fuoco tra Iran e Israele regge, al momento, da circa due giorni dopo l’annuncio di quest’ultima e dopo aver anticipato l’imminente ripresa dei colloqui con Teheran sul programma nucleare, Donald Trump spera di raggiungere quello che ha definito “un accordo di pace globale“.
Secondo l’inviato speciale di Trump per il Medio Oriente, Steve Witkoff, gli Stati Uniti stanno “discutendo con gli iraniani, diversi interlocutori ci stanno contattando e penso che siano pronti“, ha spiegato Witkoff.
Il cessate il fuoco sta procedendo “molto bene“, ha detto il Presidente, secondo il quale dopo 12 giorni di conflitto, Iran e Israele erano “stanchi, esausti“.
Secondo l’ultimo bilancio ufficiale iraniano, che elenca solo le vittime civili, la campagna militare israeliana ha causato almeno 627 morti e oltre 4.870 feriti. L’Iran ha reagito con attacchi missilistici e con droni, uccidendo 28 persone in Israele.
Teheran, che ha ribadito i suoi “legittimi diritti” a sviluppare un programma nucleare civile, si è dichiarata pronta a riprendere i colloqui con Washington per un accordo che regoli il suo programma nucleare in cambio della revoca delle sanzioni: “Parleremo la prossima settimana con l’Iran, potremmo firmare un accordo, non lo so”, ha annunciato Donald Trump dopo il vertice Nato all’Aia.

Foto: RSI
Attualità
Guerra Israele – Iran: Usa interviene e impone una tregua fragile

La notte tra sabato e domenica è stata soggetta dal bombardamento americano nei tre siti nucleari iraniani. L’attacco non ha causato il totale annientamento, ma ha ritardato solo di pochi mesi il programma atomico iraniano, diversamente da come aveva annunciato il presidente Donald Trump.
RETROSCENA DELL’ATTACCO
E’ stato rivelato da un rapporto del Pentagono, destinato a rimanere segreto e contestato da Trump, riferisce che l’attacco con le bombe di profondità che solo gli USA possiedono, ha distrutto gli ingressi di due dei tre siti, ma non ha distrutto gli ambienti sotterranei, ma anzi ha lasciato intatte le componenti principali ed essenziali del programma iraniano d’arricchimento dell’uranio.
Dunque il rapporto, significa che l’Iran impiegherà più tempo per dotarsi dell’atomica, se realmente lo voleva e vuole fare, conservando la sua capacità di farlo. Il che, secondo molti media USA, rende traballante la tregua tra Israele e Iran annunciata dal presidente Trump e confermata, nonostante qualche esitazione e numerose violazioni da parte di entrambi i presidenti: Masoud Pezeshkian per l’Iran e Benjamin Netanyahu per Israele.
ISRAELE-IRAN: CONTROVERSA ACCETTAZIONE DEL CESSATE IL FUOCO
Proprio ieri il presidente Netanyahu ha generato l’ira del magnate presidente, non convinto dell’opportunità del cessate al fuoco con l’Iran. Secondo diverse fonti anonime citate dall’Ap, Trump durante una telefonata conciata, ha chiarito a Netanyahu che era ora di cessare la guerra e di tornare alla diplomazia e che gli Stati Uniti non avrebbero più compiuto azioni offensive contro l’Iran.
Dopo la conversazione con Trump, Netenyahu si è impegnato a sospendere gli attacchi e a rispettare la tregua stabilita, dichiarando di aver raggiunto i propri obiettivi, il che però non coincide con il vero, stando al rapporto dell’intelligence militare statunitense. Lo stesso si è inoltre impegnato a fare Pezeshkia, annunciando la fine della “guerra dei 12 giorni“.
Attualità
Scenari di guerra , gli USA attaccano l’Iran: follia o necessità? -Video

La situazione in Medio Oriente è sempre più tesa.
Dopo l’attacco di Israele contro l’Iran, gli Stati Uniti hanno deciso di entrare ufficialmente nel conflitto con un attacco notturno contro tre siti di ricerca iraniani sospettati di essere coinvolti nello sviluppo di armi nucleari.
L’Iran aveva già ritirato dagli accordi internazionali sul nucleare e aveva ostacolato il lavoro degli ispettori dell‘Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica, e adesso la situazione è precipitata.
Leggi anche Guerra in Medio Oriente, notizia shock degli USA: “Israele sta per attaccare L’Iran”
Il ministro degli esteri iraniano ha condannato l’attacco, affermando che l’Iran si riserva tutte le opzioni per difendere la propria sovranità e il proprio popolo. Inoltre, l’Iran ha dichiarato che questo attacco porterà delle conseguenze eterne.
La comunità internazionale è divisa: il segretario generale delle Nazioni Unite ha espresso allarme per l’attacco americano, mentre alcuni paesi, tra cui l’Italia, hanno difeso l’iniziativa statunitense come misura per prevenire lo sviluppo di armi atomiche da parte dell’Iran.
La situazione è estremamente volatile e potrebbe portare a una pesante escalation. Gli Stati Uniti hanno affermato di aver agito per difendere i propri interessi e quelli dei propri alleati, ma l’Iran non sembra intenzionato a cedere. La domanda adesso è: cosa succederà dopo? La risposta potrebbe cambiare il corso della storia.
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