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Calcio

Inter e Juve si dividono la posta. 4-4 nel derby più spettacolare di sempre

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Foto: X Inter/Juventus F.C.

Il primo derby d’Italia di questo campionato regala una pioggia di gol e spettacolo senza precedenti. Dopo un primo tempo pirotecnico, lo show prosegue nel secondo tempo con i nerazzurri che si portano sul doppio vantaggio e vengono rimontati dalla doppietta di Yildiz. Match dell’anno?

Fin dai primi minuti la Juventus cerca soluzioni nell’out di destra, dove Conceicao prova a mantenere basso il baricentro di Bastoni. La manovra della squadra di Inzaghi invece è indirizzata nella fascia opposta, dove Barella trova sempre il corridoio in profondità per Pavard, che attacca lo spazio lasciato libero dal movimento di Dumfries. Al 14′ il primo episodio che stappa il derby: Pavard viene servito in profondità e crossa in mezzo, Thuram anticipa alle spalle Danilo che lo colpisce e causa il calcio di rigore, il secondo dopo quello causato nel match di Champions contro lo Stoccarda. Dal dischetto Zielinski, la scelta di Inzaghi per sostituire Calhanoglu come playmaker, calcia centrale e spiazza Di Gregorio. I nerazzurri non affondano il colpo, e lasciano il pallino del gioco alla squadra di Thiago Motta che riesce a ricompattarsi subito e reagire dopo meno di cinque minuti: lancio di Cabal alle spalle dei difensori dell’Inter, dove McKennie appoggia in mezzo per Vlahovic, al primo gol in carriera realizzato a San Siro. La manovra bianconera conferma la fiducia nelle scelte iniziali di Thiago Motta, che rinuncia a Yildiz per schierare Weah, per sfruttare le abilità atletiche dell’esterno statunitense. Al 27′ i bianconeri ribaltano il risultato, con Conceicao isolato sulla fascia, abile nel superare una difesa poco attenta da parte di Bastoni e Mktharyan e servire Weah, al primo gol in campionato. È un match pazzo quello di San Siro, e dopo il sorpasso bianconero arriva il controsorpasso dei campioni d’Italia: al 35′ Thuram naviga a ridosso della lunetta avversaria, Mktharyan scambia con lui e lascia partire un mancino basso e potente, dove Di Gregorio non può arrivare. Il gol dell’armeno è il primo subito dai bianconeri su azione. Tre minuti dopo Kalulu colpisce Dumfries e l’arbitro assegna il secondo rigore di questo primo tempo a dir poco spettacolare. Dal dischetto si presenta nuovamente Zielinski, che stavolta cambia lato,  incrocia il destro e batte Di Gregorio per la terza volta. L’ultimo squillo di questo primo tempo è una conclusione a giro di Weah che sfiora l’incrocio dei pali e termina a lato.

Nel secondo tempo a prendersi la scena è Dumfries. L’esterno olandese sbaglia un gol già fatto, lisciando la conclusione a porta praticamente vuota. Cinque minuti dopo controlla il pallone defilato sul secondo palo, incrocia la conclusione sul palo opposto e realizza il gol del 4-2, dando seguito a un ottimo periodo di forma, certificato dall’ottima prestazione in Champions contro lo Young Boys. La rete di Dumfries costringe i bianconeri a gettarsi in attacco, e Thiago Motta mette mano alla panchina e inserisce Yildiz e Savona, alzando Cambiaso nella linea dei trequartisti. La risposta di Inzaghi non tarda ad arrivare, con Bisseck e Frattesi che rilevano Pavard e Zielinski. Il ritmo dei nerazzurri rimane alto e nel giro di cinque minuti confezionano due occasioni, una con Dimarco e una con Barella, miracoloso Di Gregorio in entrambe le conclusioni. Al 70′ Lautaro si libera di Vlahovic e di testa va vicino al 5-2. Gol sbagliato, gol subito, perché la Juventus trova il gol del 4-3 in contropiede, con il movimento di Cambiaso che apre il campo a Yildiz, abile nell’allargarsi e incrociare il mancino sul secondo palo. Per il rush finale Thiago Motta rinuncia a Vlahovic e Danilo, rilevati da Mbangula e Gatti. Non c’è nessuno schema in questo folle match e all’80’ arriva il clamoroso pareggio bianconero con il cross di Conceicao, liberato da Bisseck, la palla arriva a Yildiz che controlla e incrocia di nuovo, battendo Sommer per il clamoroso 4-4. Nel finale non arrivano occasioni e il match si conclude con un pareggio che profuma di storia.

Un punto a testa in questo pomeriggio pirotecnico. I nerazzurri mantengono il secondo posto sui bianconeri, distanti un punto. Il Napoli rimane in vetta a quattro punti dalla squadra di Inzaghi. Tanto spettacolo tra le due squadre, con occasioni a profusione che aprono il dibattito sulla tenuta delle due difese. I bianconeri subiscono i primi gol su azione del loro campionato, i nerazzurri continuano a subire tanti gol e adesso la difesa di Inzaghi è chiamata a rispolverare il muro insormontabile della scorsa giornata. Doppietta su rigore per Zielinski, degno sostituto di Calhanoglu in tutti i casi. Due gol e tante risposte da Yildiz, inserito a partita in corso e autore dei due gol che hanno guidato la rimonta bianconera, per un pareggio che etichetta questo derby come il più spettacolare di sempre.

Classe 2005. Studente in Scienze della Comunicazione all’Università degli Studi di Palermo. Amante del calcio fin da bambino, vivo ogni partita con la stessa passione del primo giorno. Aspirante giornalista con una passione per lo storytelling e gli editoriali.

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Calcio

Un grande Napoli infligge la prima sconfitta alla Juventus

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La testata di Anguissa e il penalty di Lukaku rispondono alla prima gioia bianconera di Kolo Muani. Al Maradona, Antonio Conte batte 2-1 il suo passato e allunga momentaneamente sull’Inter.

Le più di cinquantamila voci del Maradona fischiano i bianconeri e incitano la squadra di Conte sin dai primi minuti, segno di una grandissima atmosfera e di una fortissima partecipazione da parte del pubblico partenopeo. Dopo svariati minuti utilizzati come studio da parte di entrambe le squadre, la Juventus sfiora il gol del vantaggio con Yıldız: la manovra offensiva bianconera nasce da un recupero palla di Cambiaso, che successivamente innesca prima Nico Gonzalez e poi Thuram, quest’ultimo riesce a servire con un filtrante il grande inserimento di Yıldız, che si divora calciando a botta sicura il gol del vantaggio, negato anche dal provvidenziale intervento di Meret, che salva il risultato con un intervento di puro istinto. Dopo una serie di minuti dove il Napoli prova a gestire il gioco attraverso il possesso palla, la Juventus riesce a rubare palla e a lanciare in contropiede l’esordiente Kolo Muani, che riesce a guadagnare campo e metri duellando di fisico con Lobotka, sprecando successivamente la ripartenza a causa della conclusione troppo frettolosa di Koopmeiners. Due minuti dopo l’occasione sciupata dal centrocampista olandese, arriva la reazione degli uomini di Conte con la conclusione di Politano che, riesce a calciare con un’acrobazia scomoda, ma non trova lo specchio della porta per una questione di centimetri. Attorno alla mezz’ora di gioco, il tiro di poco a lato di Nico Gonzalez e l’errore nel disimpegno dal basso di Di Gregorio, alimentano e accendono definitivamente la sfida del Maradona. Dopo una ventina di minuti di forcing totale da parte del Napoli, la Juventus prova a reagire per non cadere nella trappola azzurra e riesce a trovare il gol del vantaggio a pochi minuti dal termine del primo tempo, quando l’anticipo di Anguissa, serve involontariamente Kolo Muani, che si gira e spedisce il pallone sul secondo palo, battendo Meret e portando la Juventus in vantaggio. Tra il primo e il secondo minuto di recupero, Cambiaso viene ammonito per un intervento irregolare su Politano. Sul punto di battuta si presenta proprio il numero ventuno azzurro che calcia di prima intenzione e sfiora il gol del pareggio sul finale del primo tempo.

La prima azione della ripresa arriva dai piedi del Napoli, quando dopo la mancata rovesciata di Scott McTominay, viene immesso un altro cross a centro area, dove Lukaku riesce a sovrastare Cambiaso e a colpire di testa il pallone, indirizzandolo verso la porta ma non trovando il gol del pareggio grazie ad un miracolo di Di Gregorio. Sulla scia della grande occasione di Lukaku, il Napoli riesce a ingabbiare la Juventus, pareggiando la sfida al 57′, quando sul cross di Politano, Anguissa insacca il pallone di testa, spedendolo alla destra dell’estremo difensore bianconero. Il quinto gol del centrocampista camerunese, da il via ad una serie di occasioni azzurre che mettono in serio pericolo la Juventus, che a sua volta si affida agli ingressi di Savona e Mbangula per provare a invertire il dominio totale del Napoli, che da inizio ripresa non ha lasciato respiro alla retroguardia bianconera. Il gol della rimonta dei padroni di casa arriva dagli undici metri a causa dell’intervento irregolare di Locatelli su McTominay, che viene giudicato irregolare dal direttore di gara. Dal dischetto si presenta Lukaku che, spiazza Di Gregorio, e porta il Napoli in vantaggio, salendo a quota nove gol in queste prime diciannove giornate di Serie A. Nei minuti successivi al gol del 2-1 del Napoli, la Juventus prova timidamente ad attaccare, senza però mai riuscire a mettere timore alla difesa del Napoli, che riesce a superare il test Juve con un secondo tempo degno di una squadra che lotterà per lo scudetto.

Una vittoria che pesa un macigno, per prestazione e morale. Dopo un primo tempo sofferto a causa del palleggio bianconero, nel secondo tempo la squadra di Conte reagisce e si conquista l’ennesima grande prestazione in un big match. Per la Juve questa è la prima sconfitta nel campionato, ancora una volta si era portata in vantaggio ma nel secondo tempo la squadra di Thiago Motta non è riuscita a contenere la furia agonistica del Napoli. 53 punti per i partenopei, che adesso guarderanno Lecce-Inter con un occhio ben diverso.

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Calcio

La Lazio brilla, la Roma rischia: il riassunto della notte di Europa League

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Ieri sera é andata in scena, in solitaria, la settima giornata della Fase Campionato della nuova Europa League, con la Conference che invece si é conclusa nel precedente turno. In questo articolo capiremo assieme la situazione squadra per squadra, chi rischia e chi già può stare tranquillo, in vista dell’ultimo turno del 30 gennaio. Alla fine inseriamo anche la Top 11 di questa settimana.

Roma, che si fa?

La squadra di Ranieri insacca un ennesima deludente sconfitta. Sul campo dell’AZ Alkmaar la squadra della capitale viene beffata all’80’ dal gol di Troy Parrott, che costringe i giallorossi a lottare con le unghie e con i denti fino all’ultima giornata, in cui affronteranno la sorpresa Eintracht Francoforte, momentaneamente secondo solo alla Lazio di Baroni. Con i tre punti sarebbe stata matematica quantomeno la qualificazione ai playoff, ma con questa disfatta la Roma non vede solo sfumare la possibilità di qualificarsi direttamente alla fase successiva, ma rischia per di più l’eliminazione diretta, trovandosi solamente a 1 punto dal Porto venticinquesimo.

Lazio strabiliante: è storia

La squadra di Baroni domina all’Olimpico e rispedisce a casa una confusa Real Sociedad con un sonoro 3-1. Gila, Zaccagni e Castellanos fanno sognare la Lazio, che, forte dell’espulsione di Aihen Munoz al 30′, prende il sopravvento e si fa bucare solo a poco meno di dieci minuti dalla fine dal gol di Barrenetxea. Il destino adesso é solo nelle mani dei biancocelesti, che, nella peggiore delle ipotesi, si vedrebbero raggiungere a pari punti dall’Eintracht, che però ha +6 di differenza reti, nettamente inferiore al +13 della squadra di Baroni. Sono i favoriti?

Eliminazioni e qualificazioni: la classifica a una giornata dalla fine

Dopo aver parlato della situazione delle nostre italiane, parliamo adesso di quella che é la situazione generale della classifica, che la matematica sta iniziando a definire sempre di più. Continua la delusione Porto, che perde in casa con l’Olympiakos e ora si trova fuori dalla zona playoff, rischiando una clamorosa eliminazione. Stesso destino tocca anche a Braga e Hoffenheim, che perdono rispettivamente contro l’Union Saint-Gilloise, ormai quasi certo dei playoff, e contro il Tottenham, che si lancia al sesto posto. La top 8 é totalmente inattesa, composta da 8 squadre di 7 nazioni diverse: oltre alle già citate Lazio, Eintracht e Tottenham, volano Manchester United (che in Premier sta faticando e non poco) e Steaua Bucarest, che sconfiggono i Glasgow Rangers, ancora in lotta per i playoff, e Qarabag, ormai condannato all’eliminazione. Rimangono in top 8, ma frenano, l’Athletic Bilbao, che cade in Turchia contro il Besiktas per 4-1, il Lione, che non va oltre lo 0-0 con il Fenerbahce e l’Anderlecht, che cade in casa del Viktoria Plzen. Frena anche il Galatasaray, che fallisce l’ingresso in top 8 a causa del pareggio per 3-3 con la Dynamo Kiev, nell’anticipo di martedì. Nel gelo della Norvegia vengono freddate Nizza e Maccabi Tel Aviv, che scivolano sui campi di Elfsborg e Bodo Glimt, entrambe compagini ancora in lotta per i playoff, con il Bodo che potrebbe strappare addirittura una clamorosa qualificazione diretta alla fase successiva. In Lettonia, il Riga Futbol Skola, ormai certo dell’eliminazione, fà la voce grossa e sconfigge un Ajax debole e di poco carattere, così come lo Slavia Praga, che viene definitivamente eliminato dopo la sconfitta con il Paok per 2-0. In Svezia, il Twente batte il Malmo e si regala un’ultima speranza playoff, mentre dà l’addio definitivo al sogno europeo il Ludogorets, che esce sconfitto dal confronto con il Midtjylland, che si lancia al 19º posto, entrando in zona playoff.

In attesa dei risultati dell’ultimo turno, che delineerà la classifica definitiva, ecco a voi la Top 11 di questa giornata, con i migliori giocatori scelti dalla nostra redazione.
TOP 11:
POR Tzolakis (Olympiakos)
DS Gila (Lazio)
DC Lagerbielke (Twente)
DD Henriksson (Elfsborg)
ES Troy Parrott (AZ)
CC Adrian Sut (SCSB)
CC Can Uzun (Eintracht)
ED Rashica (Besiktas)
AS Son Heung Min (Tottenham)
ATT Kasper Hoegh (Bodo)
AD Ivanovic (Union Saint Gilloise)
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Calcio

Il Milan vince ma non brilla. Conceição esordisce in Champions con tre punti

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La seconda notte di Champions regala due successi fondamentali per Inter e Milan, che vincono entrambe per 1-0 contro Sparta Praga e Girona. Le due milanesi si avvicinano alla qualificazione agli ottavi e si confermano, o entrano, nel G8 che regala l’accesso diretto agli ottavi di finale.

Milan-Girona

Dopo meno di due minuti Conceicao deve già ricorrere alla panchina a causa dell’infortunio di Emerson Royal, al suo posto dentro Calabria. Il Girona non approccia nel migliore dei modi la gara di San Siro, e il Milan cerca di sfruttare questo momento di confusione dei catalani. L’occasione più nitida della prima parte di gara arriva su uno sviluppo rossonero in contropiede, con le squadre che cominciano ad allungarsi le imbucate verso Leão diventano la chiave per superare il muro, nemmeno troppo resistente, della squadra di Michel. Al 28′ Musah si mette in proprio e calcia dal vertice, pallone che si stampa sul palo e termina fuori. È l’occasione che accende definitivamente il match, da lì a poco si innescano una serie di occasioni, una più nitida dell’altra. Alla mezz’ora Van De Beek riceve palla dentro l’area, salta Gabbia con grande classe e freddezza ma si vede chiuso lo specchio dall’uscita bassa di Maignan. Pochi minuti dopo Tsygankov impegna nuovamente il francese con un mancino debole sul primo palo, risposta attenta e non troppo complicata del capitano rossonero. Sponda rossonera ad accendere la miccia di pensa sempre Musah, vivace e pimpante con i suoi inserimenti. La riaggressione voluta da Conceicao si rivela decisiva nell’occasione che sblocca la gara: al 36′ recupero alto del Milan, Bennacer disegna un filtrante in verticale verso Leão, il portoghese rientra sul destro, si riporta la palla sul mancino e fredda Gazzaniga con una conclusione potente sotto la traversa. Il Girona cerca di mantenere alto il ritmo e il possesso per evitare l’ondata rossonera, che quest’anno spesso vive di fiammate e momenti come questo, e sfiora il pareggio all’intervallo: Yangel Herrera orienta il controllo verso il mancino, elude la pressione di Pavlovic e ancora una volta Maignan è miracoloso nell’uscita bassa. Nel secondo tempo il Milan cerca di chiudere il prima possibile il discorso. Dopo meno di un minuto Fofana serve sulla sinistra Leão che calcia subito, Gazzaniga blocca senza problemi. Il copione sembra identico a quello visto nella prima frazione. Il Girona cerca di alzare il baricentro per costringere il Milan a ripiegare, ma in questo modo si espone vistosamente alle ripartenze dei velocisti rossoneri. Al 55′ Theo Hernandez sciupa una ghiotta occasione in contropiede, con il francese che si fa tutto il campo in allungo ma non è lucido nel centrare la porta da posizione defilata. I catalani trovano il pareggio tre minuti dopo: Bryan Gil riceve palla sulla destra, rientra sul sinistro e lascia partire un mancino a giro meraviglioso, su cui Maignan non può proprio arrivare. L’entusiasmo del Girona viene smorzato subito dal guardalinee, che ravvisa un fuorigioco -poi verificato e confermato dal VAR. Conceicao inserisce Abraham al posto di un impreciso Morata mentre Michel cambia quattro uomini in una volta, ridisegnando completamente l’attacco degli spagnoli. Nel finale il Milan soffre più le fatiche del filotto di gare piuttosto che le offensive del Girona e riesce a gestire e portare a casa tre punti pesantissimi, entrando momentaneamente nelle prime otto posizioni.

Sparta Praga-Inter

Il Toro veste Praga. Lautaro Martinez regala un altro grande successo all’Inter, ottavi sempre più vicini

Fin dai primi minuti l’Inter è padrona del campo. Come ci si poteva immaginare la squadra di Inzaghi cerca subito di attaccare forte la squadra ceca, facendo valere anche la superiorità -oggettiva- delle forze in campo. Il fraseggio dei nerazzurri è indirizzato sempre verso le due punte, sempre molto mobili e nel vivo del gioco. In particolare Lautaro Martinez si fa vedere in più occasioni fuori dall’area a legare il gioco, e il vantaggio dell’Inter nasce proprio da questo particolare: al minuto 12′ il capitano nerazzurro si stacca dalla linea, allarga il gioco verso sinistra e si isola sul secondo palo, dove arriva il cross forte e preciso di Bastoni, Lautaro si coordina e calcia forte sul primo palo, beffando un colpevole Vindahl. L’unico sussulto dei padroni di casa arriva alla mezz’ora, con Birmancevic che riceve un cross da destra, si coordina e calcia rapidamente ma Sommer è reattivo nella risposta in tuffo. Un primo tempo avaro di emozioni, se non per il guizzo di Lautaro Martinez, diversamente da ciò che accade nella ripresa. Fin dai primi minuti del secondo tempo lo Sparta Praga si sbilancia in avanti, con Sommer che risponde ancora una volta presente su un’altra conclusione di Birmancevic. Il baricentro alto della squadra di casa regala praterie all’Inter, e in transizione l’Inter si concede una serie di occasioni. Prima Lautaro Martinez spreca un’ottima occasione in contropiede calciando male sul primo palo, blocca Vindahl. Al 60′ Dumfries si conferma infallibile sotto porta, l’olandese riceve palla in area, si sistema la sfera sul destro e trova il 2-0, tutto vanificato dall’ausilio del VAR che annulla la rete per fuorigioco di Dimarco. Le sostituzioni da una parte e dall’altra non cambiano ritmo alla gara, con l’Inter a spingere sull’acceleratore per provare a chiuderla: ci provano ancora Lautaro (centrale) e l’ottimo Frattesi (destro deviato da Vindahl). Inzaghi all’82’ richiama in panchina il capitano e gioca la carta Taremi ma il risultato non cambia. A cambiare sono le distanze dagli ottavi diretti, ora molto più vicini. Inter sempre più in alto ma soprattutto sempre più solida: in 7 gare la squadra di Inzaghi ha mantenuto la porta inviolata per sei volte.

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