Calcio
Inter e Juve si dividono la posta. 4-4 nel derby più spettacolare di sempre
Il primo derby d’Italia di questo campionato regala una pioggia di gol e spettacolo senza precedenti. Dopo un primo tempo pirotecnico, lo show prosegue nel secondo tempo con i nerazzurri che si portano sul doppio vantaggio e vengono rimontati dalla doppietta di Yildiz. Match dell’anno?
Fin dai primi minuti la Juventus cerca soluzioni nell’out di destra, dove Conceicao prova a mantenere basso il baricentro di Bastoni. La manovra della squadra di Inzaghi invece è indirizzata nella fascia opposta, dove Barella trova sempre il corridoio in profondità per Pavard, che attacca lo spazio lasciato libero dal movimento di Dumfries. Al 14′ il primo episodio che stappa il derby: Pavard viene servito in profondità e crossa in mezzo, Thuram anticipa alle spalle Danilo che lo colpisce e causa il calcio di rigore, il secondo dopo quello causato nel match di Champions contro lo Stoccarda. Dal dischetto Zielinski, la scelta di Inzaghi per sostituire Calhanoglu come playmaker, calcia centrale e spiazza Di Gregorio. I nerazzurri non affondano il colpo, e lasciano il pallino del gioco alla squadra di Thiago Motta che riesce a ricompattarsi subito e reagire dopo meno di cinque minuti: lancio di Cabal alle spalle dei difensori dell’Inter, dove McKennie appoggia in mezzo per Vlahovic, al primo gol in carriera realizzato a San Siro. La manovra bianconera conferma la fiducia nelle scelte iniziali di Thiago Motta, che rinuncia a Yildiz per schierare Weah, per sfruttare le abilità atletiche dell’esterno statunitense. Al 27′ i bianconeri ribaltano il risultato, con Conceicao isolato sulla fascia, abile nel superare una difesa poco attenta da parte di Bastoni e Mktharyan e servire Weah, al primo gol in campionato. È un match pazzo quello di San Siro, e dopo il sorpasso bianconero arriva il controsorpasso dei campioni d’Italia: al 35′ Thuram naviga a ridosso della lunetta avversaria, Mktharyan scambia con lui e lascia partire un mancino basso e potente, dove Di Gregorio non può arrivare. Il gol dell’armeno è il primo subito dai bianconeri su azione. Tre minuti dopo Kalulu colpisce Dumfries e l’arbitro assegna il secondo rigore di questo primo tempo a dir poco spettacolare. Dal dischetto si presenta nuovamente Zielinski, che stavolta cambia lato, incrocia il destro e batte Di Gregorio per la terza volta. L’ultimo squillo di questo primo tempo è una conclusione a giro di Weah che sfiora l’incrocio dei pali e termina a lato.
Nel secondo tempo a prendersi la scena è Dumfries. L’esterno olandese sbaglia un gol già fatto, lisciando la conclusione a porta praticamente vuota. Cinque minuti dopo controlla il pallone defilato sul secondo palo, incrocia la conclusione sul palo opposto e realizza il gol del 4-2, dando seguito a un ottimo periodo di forma, certificato dall’ottima prestazione in Champions contro lo Young Boys. La rete di Dumfries costringe i bianconeri a gettarsi in attacco, e Thiago Motta mette mano alla panchina e inserisce Yildiz e Savona, alzando Cambiaso nella linea dei trequartisti. La risposta di Inzaghi non tarda ad arrivare, con Bisseck e Frattesi che rilevano Pavard e Zielinski. Il ritmo dei nerazzurri rimane alto e nel giro di cinque minuti confezionano due occasioni, una con Dimarco e una con Barella, miracoloso Di Gregorio in entrambe le conclusioni. Al 70′ Lautaro si libera di Vlahovic e di testa va vicino al 5-2. Gol sbagliato, gol subito, perché la Juventus trova il gol del 4-3 in contropiede, con il movimento di Cambiaso che apre il campo a Yildiz, abile nell’allargarsi e incrociare il mancino sul secondo palo. Per il rush finale Thiago Motta rinuncia a Vlahovic e Danilo, rilevati da Mbangula e Gatti. Non c’è nessuno schema in questo folle match e all’80’ arriva il clamoroso pareggio bianconero con il cross di Conceicao, liberato da Bisseck, la palla arriva a Yildiz che controlla e incrocia di nuovo, battendo Sommer per il clamoroso 4-4. Nel finale non arrivano occasioni e il match si conclude con un pareggio che profuma di storia.
Un punto a testa in questo pomeriggio pirotecnico. I nerazzurri mantengono il secondo posto sui bianconeri, distanti un punto. Il Napoli rimane in vetta a quattro punti dalla squadra di Inzaghi. Tanto spettacolo tra le due squadre, con occasioni a profusione che aprono il dibattito sulla tenuta delle due difese. I bianconeri subiscono i primi gol su azione del loro campionato, i nerazzurri continuano a subire tanti gol e adesso la difesa di Inzaghi è chiamata a rispolverare il muro insormontabile della scorsa giornata. Doppietta su rigore per Zielinski, degno sostituto di Calhanoglu in tutti i casi. Due gol e tante risposte da Yildiz, inserito a partita in corso e autore dei due gol che hanno guidato la rimonta bianconera, per un pareggio che etichetta questo derby come il più spettacolare di sempre.
Calcio
Il Super Commento della 18ª Giornata di Serie A
Il commento completo di tutte le partite, con la Top11 alla fine, della diciottesima giornata di Serie A.
Empoli-Genoa (A cura di Tommaso Patti)
Il Genoa ritrova la vittoria dopo tre partite senza successo seppur giocate con personalità, terza sconfitta di fila per gli uomini di d’Aversa. Dopo appena un minuto di gioco, l’Empoli va vicinissimo al gol del vantaggio sull’uscita pericolosa di Leali alla ricerca di fermare Gyasi e difendere la propria porta scoperta, chance sciupata dal giocatore italo-ghanese che, dal limite dell’area e a porta vuota, calcia ma il pallone termina sull’esterno della rete. Dopo l’inizio shock, il Genoa continua a non salire, mantenendo un baricentro bassissimo e senza riuscire a fermare le giocate dei singoli avversari, come accaduto al 32′ durante l’azione in solitaria di Anjorin, conclusa con un tiro del centrocampista inglese nello specchio della porta ma parato da Leali, quest’ultimo protagonista con un altro intervento provvidenziali a pochi minuti dal duplice fischio, parando il potentissimo tiro da lunga distanza di Cacace. Dopo soli ventisei secondi della ripresa e dopo aver passato un’intera frazione a subire occasioni, la squadra di Vieira trova la rete del vantaggio a causa di molteplici errori in fase di impostazione dal basso degli avversari, regalando un enorme chance a Badelj, che approfitta degli errori avversari e porta a sorpresa in vantaggio il grifone. Pochi minuti più tardi, l’Empoli conquista un calcio di rigore inizialmente non visto dal direttore di gara per un fallo di Vasquez su Esposito. Dagli undici metri lo stesso Esposito sbaglia il calcio di rigore, merito soprattutto dell’ennesimo intervento di Leali, aiutato anche dal palo. Sull’uscita bassa e sbagliata di Vasquez, e grazie all’ottimo impatto di due subentrati, il Genoa raddoppia con Ekuban dopo essere stato servito alla perfezione da Miretti. Ad un quarto d’ora dalla fine, Sebastiano Esposito si riscatta e firma di testa la rete che dimezza lo svantaggio su un’altra grande giocata di Anjorin, tra i migliorino campo dell’Empoli. Al terzo dei cinque minuti di recupero, i rossoblu sfiorano la terza rete con Vitinha che calcia alto dopo essere stato lanciato in porta da Ekuban, errore che sancisce la fine della gara. Con il successo del Castellani, il Genoa sale a quota 19 punti, agganciando l’Empoli e metà classifica.
Parma-Monza
Esordio amaro per Bocchetti sulla panchina del Monza. Il Parma la vince all’ultimo secondo e sbaraglia i brianzoli, portandosi a più quattro sulla zona retrocessione. Al Tardini è però il Monza a partire fortissimo sin dal primo minuto, con una doppia occasione di Maldini, salvata miracolosamente dalla difesa dei padroni di casa, che appena dieci secondi dopo non riesce però ad evitare il gol del vantaggio di Ciurria, che viene però annullato per l’uscita del pallone dal campo, inizialmente non vista dal direttore di gara. Da ciò, la squadra di Pecchia prova a rispondere, con un tiro di Mihaila respinto da Turati, che si mette in mostra, così come fa Suzuki pochi istanti dopo sul tiro a incrociare di Caprari. All’inizio del secondo tempo è invece il Parma a partire forte, con la discesa di Coulibaly fermata fallosamente da Pablo Marí, che causa un calcio di rigore e viene espulso per somma di ammonizioni. Sul dischetto si presenta Hernani, che non spreca la chance che gli è stata data e porta in vantaggio il Parma. Nonostante l’inferiorità numerica, il Monza non molla mai e riesce clamorosamente a trovare il pareggio con Pedro Pereira, che sbuca alle spalle della difesa dei ducali e insacca in porta un pallone vagante. Le emozioni però non sono finite: a recupero scaduto, al 98’, su situazione di calcio d’angolo, Valenti svetta di testa e regala i tre punti ai suoi, con il Tardini che è una bolgia. Le due squadre vanno alla pausa di fine anno con due morali chiaramente diversi: il Parma può finalmente respirare, mentre il Monza deve lavorare duro per cercare riscatto.
Cagliari-Inter (A cura di Tommaso Patti)
Tris e clean sheet nerazzurro , Cagliari-Inter termina 0-3. All’Unipol Domus la squadra di Simone Inzaghi parte fortissimo e già al terzo minuto sfiora la rete del vantaggio con il tiro di Thuram parato da Schuffet .Con l’attaccante francese reduce da uno splendido stato di forma, l’Inter oltre al ritrovarsi un bomber, si ritrova in squadra un giocatore che crea anche occasioni per i compagni, che si sacrifica e che riesce ad essere all’altezza dell’inizio di stagione anche giocando lontano dalla porta avversaria. Con il passare dei minuti le occasioni degli ospiti continuano ad aumentare, al 14′ l’Inter spreca più occasioni nella stessa azione, con protagonista Barella e Mkhitaryan. Nonostante il dominio interista, il Cagliari si rende pericoloso in più situazioni, dimostrando la propria forza nei momenti di maggiore difficoltà. Nonostante le avance da parte dei sardi, l’Inter continua ad attaccare ma anche a sprecare occasioni nitide, come quella di Lautaro che, al 28′, si divora clamorosamente il gol del vantaggio a porta indifesa, colpendo male il pallone e spedendolo alto. Durante la prima vera manovra offensiva della ripresa, l’Inter passa in vantaggio con Bastoni: il difensore ex Parma e Atalanta riceve all’interno dell’area di rigore il cross di un ispiratissimo Barella e, di testa, piazza il pallone sul secondo palo, firmando la sua prima rete stagionale. Dal gol del vantaggio di Bastoni, l’Inter cresce sia in attacco, che in difesa. Il reparto offensivo continua a creare occasioni importantissime alla ricerca del secondo gol, mentre il reparto difensivo, si dimostra efficace e compatto come nell’azione in profondità di Piccoli, fermato dall’ottimo uscita di Sommer. Come nell’azione del primo gol, Barella immette un cross, questa volta a centro area si fa trovare pronto Lautaro Martinez che ritrova il gol dopo la rete decisiva firmata contro il Venezia. Sette minuti dopo la rete del capitano nerazzurro, il Cagliari esce dalla partita a causa del fallo di mano di Wieteska (subentrato al posto di Mina al 46′ ), regalando l’opportunità del terzo gol agli avversari. Dal dischetto si presenta il solito e infallibile Çalhanoğlu che spiazza Scuffet e timbra la propria quarta rete in questa Serie A. Prima del triplice fischio, il Cagliari prova ad accorciare le distanze con Felici ma, l’intervento di Sommer, nega la gioia del gol ai sardi. Con il quinto successo di fila, l’Inter continua il testa a testa contro Napoli e Atalanta alla ricerca del primo posto in solitaria. La squadra di Nicola invece, perde la decima partita su diciotto incontri in Serie A, mantenendosi pericolosamente in zona retrocessione.
Lazio-Atalanta (A cura di Dennis Rusignuolo)
Un intenso 1-1 chiude il 2024 di Lazio e Atalanta, Brescianini riacciuffa i biancocelesti nel finale. Dele-Bashiru e Tchaouna al posto di Isaksen e Dia, queste le mosse di Baroni per rispondere al 3-4-1-2 ‘leggero’ di Gasperini, che in ogni big match rinuncia a Retegui (oggi nemmeno in panchina per infortunio). In avvio la manovra della squadra di Gasperini è ragionata, molto lucida e poco incisiva verso la profondità, con la Lazio che invece pressa forte fin dall’inizio. Le maggiori sgasate provengono dal binario di sinistra, dove Tavares si getta nello spazio e Bellanova insegue in marcatura, dando vita a uno degli scontri più interessanti della gara, tra due dei giocatori più veloci del campionato. Al decimo minuto la Lazio confeziona tre occasioni in un’unica azione: prima Tchaouna si libera della marcatura e appoggia per Castellanos, respinto da Carnesecchi due volte, prima con le mani e poi con i piedi, poi sugli sviluppi dell’azione Guendouzi apre il piattone e scheggia l’incrocio dei pali. La prima risposta della Dea arriva dieci minuti dopo, con Zappacosta che riceve un disimpegno di testa di Tchaouna e calcia forte sul primo palo, palla fuori di poco. Rispetto al solito, in fase di palleggio l’Atalanta sbaglia molte giocate, con la Lazio che si fa valere -soprattutto in mezzo al campo- grazie all’intensità messa dai giocatori di Baroni in fase di pressione. In ripartenza la Lazio trova il vantaggio: al 26’Castellanos lavora bene il pallone, portando via Hien dalla linea difensiva, appoggia per Rovella che pennella verso Dele-Bashiru, abile nel calciare forte e battere Carnesecchi. La mossa di Baroni si dimostra vincente, con il nigeriano che sale a quota tre reti in campionato. L’unico sussulto atalantino alla rete subita arriva nel recupero: cross di Zappacosta verso Pasalic, Djimsiti segue l’azione e in scivolata prova a correggere la spizzata del croato, senza riuscire a centrare la porta di Provedel. Al rientro dagli spogliatoi Gasperini cambia subito: fuori Zappacosta e Hien (ammonito), dentro Cuadrado e Kossounou. Rispetto alla prima frazione, la marcatura della difesa bergamasca è più mobile e meno rocciosa, che nel primo tempo era stata presa d’assalto dalla qualità e mobilità di Castellanos. Al 52′ Bellanova disegna un cross verso Cuadrado, da quinto a quinto, ma la conclusione di testa del colombiano non inquadra lo specchio della porta. La fascia destra è quella in cui l’Atalanta trova più spazio in profondità, con Bellanova che alza i giri del motore. L’Atalanta sfiora il pareggio al 61′ con Lookman che calcia a giro sul secondo palo e costringe Provedel al primo grande intervento della sua gara. L’ingresso di Samardzic, subentrato al posto di Pasalic, ricostruisce attivamente l’attacco della Dea, meno equilibrato e più qualitativo. Baroni capisce il momento e inserisce Isaksen e Pellegrini, per garantire freschezza alle fasce, oltre all’ingresso di Boulaye Dia. Nella fase finale di gara l’inerzia è tutta dalla parte dell’Atalanta, che sfiora ripetutamente il pareggio. L’occasione più nitida è al 74’ quando sugli sviluppi di un calcio d’angolo Lookman calcia in porta e trova la deviazione di Pellegrini, miracoloso nella seconda ribattuta a immolarsi con il corpo e negare il pareggio al nigeriano. La Lazio in contropiede ha l’occasione per raddoppiare ma Carnesecchi chiude la porta in faccia Dia. Al minuto 87’ la Dea trova il pareggio grazie alla panchina: Zaniolo sporca un cross di Bellanova, che finisce dalle parti di Lookman, lucidissimo nell’aspettare l’uscita di Provedel e appoggiare al centro verso Brescianini, libero di colpire a porta vuota e pareggiare il match. Si chiude con un pareggio il 2024 dell’Atalanta, probabilmente l’anno migliore della storia del club bergamasco. La banda del Gasp si dimostra capace di rimanere sempre in partita, grazie a delle seconde linee che mantengono alto il livello e sopratutto il ritmo di una squadra che fa dell’intensità il proprio credo. Sponda biancoceleste il rammarico per l’occasione sfumata è tanta, ma dopo il pesante 0-6 subito dall’Inter necessitava una reazione, che è arrivata soprattutto nel primo tempo. Le scelte di Baroni avevano imbrigliato l’Atalanta, ma nel secondo tempo la Dea è riuscita a riacciuffare il pareggio grazie alla gran giocata di Lookman.
Udinese-Torino (A cura di Marco Rizzuto
Al Bluenergy Udinese e Torino danno spettacolo, quattro gol e un punto a testa. Il primo tempo da vita ad un match molto equilibrato ma scarno in termini di occasioni da gol. Superata la mezz’ora, il Torino va vicino al vantaggio con Karamoh che, una volta servito da Borna Sosa, si accentra in area e calcia sul primo palo col pallone che esce di qualche centimetro. A cinque minuti dall’intervallo l’Udinese trova la rete che stappa il risultato: il corner calciato da Thauvin pesca la deviazione di Bijol che diventa un assist per la zampata vincente di Toure, che manda avanti i suoi al primo vero tiro in porta dei bianconeri. Sul finale della prima frazione, Ricci calcia da lontanissimo in porta, ma Sava attento manda a lato. Nella ripresa Vanoli effettua un doppio cambio, inserendo Ilic e Lazaro al posto di Pedersen e Gineitis. Al 49′ l’Udinese raddoppia col solito Lucca. Altro corner di Thauvin, perfetto per il gigante bianconero che di testa è infallibile e buca Milinkovic-Savic. Con questa rete Lucca tocca quota sette centri stagionali. La squadra di Runjaic però non riesce a mantenere il doppio vantaggio per più di qualche minuto e proprio su calcio d’angolo il Torino riapre i giochi con Adams, che riaccende la fiamma della speranza per i granata. Il buon momento del Torino si concretizza col gol che vale la rimonta: al 63′ Lazaro crossa in mezzo trovando la deviazione molto imprecisa di Ehizibue, Adams aggancia il pallone vagante e serve Ricci che da centro area buca Sava. Nella fase restante del match non ci sono occasioni degne di nota, e la sfida termina in parità. Udinese e Torino ricoprono la zona centrale della classifica, distanziate da sole quattro lunghezze.
Napoli-Venezia (A cura di Marco Rizzuto)
Il lampo Raspadori trascina il Napoli in testa alla classifica al pari con la Dea. Dopo soli tre minuti di gioco, il Napoli sfiora il vantaggio con uno schema da calcio d’angolo dove, Neres imbuca per Rrahmani che da posizione ravvicinata calcia verso la porta trovando la risposta reattiva di Stankovic che nega il gol. Con un Venezia molto chiuso e attento ed un Napoli dominante nel possesso, si assiste ad un gioco a ritmi bassi, molto tattico, come di consueto la Serie A ci ha abituati. Al 19′ il Venezia fa rabbrividire per un attimo il pubblico partenopeo: triangolazione perfetta tra Yeboah e Zampano, con il numero dieci lasciato solo che calcia serrato sul primo palo, Meret riesce a sventare in corner prendendosi gli applausi di tutto lo stadio. Al 35′ il Napoli torna nuovamente a bussare alla retroguardia veneta in seguito ai risvolti di un calcio d’angolo, Anguissa di tacco libera la corsa di Olivera che perfora l’area avversaria e calcia verso Stankovic che si fa trovare pronto, secondo l’arbitro c’è stato un contatto irregolare ai danni dell’uruguagio perciò concede calcio di rigore a favore dei padroni di casa. Stankovic si distende e riesce a negare il gol a Lukaku, dando prova di una prestazione superlativa. La prima frazione vede i ritmi alzarsi progressivamente, col Napoli che comanda il pallino del gioco senza riuscire a sbloccare il risultato. Alla ripresa, l’occasione più nitida arriva all’ora di gioco. Nicolussi Caviglia di punizione calcia direttamente in porta da posizione molto defilata, Meret attento alza in calcio d’angolo. I padroni di casa rispondono subito con Lukaku che, di sfondamento entra in ara passando tre giocatori avversari, incrocia di forza sul secondo palo ma Stankovic non vuole saperne di subire gol e riesce a toccare quel che basta per mandare la sfera sul palo esterno. A venti dalla fine Antonio Conte punta tutto su Raspadori, che subentra per Anguissa. I padroni di casa alla disperata ricerca del gol del vantaggio, prendono sotto assedio l’area di rigore avversaria. Al 79′: Di Lorenzo tenta un traversone dalla destra, smanacciato da Stankovic, il pallone spiove nella zona di Neres che non perde tempo e ributta il pallone in mezzo, Candela manca l’intervento per allontanare il pallone che carambola nella zona di Raspadori, il subentrato con un rigore in movimento batte Stankovic mandando in estasi il Maradona. Il Napoli una volta indirizzata la partita, vola sulle ali dell’entusiasmo e sfiora il raddoppio con Olivera che incrocia sul secondo palo dopo una percussione dalla sinistra, ancora una volta è Stankovic a vincere il duello. Il triplice fischio sorride alla squadra di Conte che conclude il 2024 con una vittoria, ottenuta grazie alla carta del jolly, Raspadori, che permette ai partenopei di agganciare l’Atalanta sul tetto della classifica. Torna a perdere il Venezia, che non riesce a dare continuità dopo la vittoria col Cagliari rimanendo al diciannovesimo posto.
Juventus-Fiorentina (A cura di Dennis Rusignuolo)
All’Allianz Stadium, Juventus e Fiorentina danno spettacolo e inscenano un roboante pareggio per 2-2 che non lascia contento nessuno, soprattutto Thiago Motta, che sembra non riuscire ad uscire da questa “pareggiomania”
Milan-Roma
Dopo il vantaggio iniziale siglato da Reijnders, il pareggio di Dybala condanna Fonseca, costretto a lasciare la panchina dei rossoneri in favore di Sergio Conceicao. L’approccio dei giallorossi pare sin da subito aggressivo e caratterizzato da rapidi scambi tra i componenti della formazione di Ranieri. Al 10’ Saelemekers, Dybala e Dovbyk danno origine ad un’azione precisa, che mette l’attaccante ucraino a tu per tu con Maignan, salvato dal palo esterno che spedisce la sfera sul fondo. La Roma si espone, forse troppo, e il Milan punisce in contropiede: dopo una lunga discesa, Morata serve Fofana, che vede dall’altro lato Reijnders totalmente da solo, lo serve e l’olandese ringrazia con il gol del vantaggio, confermandosi il migliore del Milan fino ad oggi. Appena due minuti più tardi un’azione molto simile si conclude con il tiro di Morata, che però termina sul fondo. Al 22’ arriva, fulminea, la reazione dei giallorossi, grazie all’assist visionario di Dovbyk, che con il tacco serve Dybala, il quale non esista e con il destro al volo insacca Maignan. A poco meno di cinque minuti dall’intervallo ha luogo l’ennesimo episodio dubbio di questo campionato: nell’area di rigore giallorossa, Reijnders viene steso da Pisilli con una scivolata, giudicata regolare dal direttore di gara, che non concede il penalty e che espelle subito dopo Fonseca per proteste. All’inizio del secondo tempo la Roma prova a fare male in contropiede, ancora con Dovbyk, fermato nuovamente dall’estremo difensore rossonero. Pochi secondi dopo ci prova nuovamente il Milan, con il tiro dalla distanza di Bennacer, respinto prontamente da Svilar, che si ripete anche sul successivo, insidioso, tiro di Chukwueze. L’ultima azione della partita è clamorosa ed è della Roma, con Dybala che con un precisissimo passaggio trova Pellegrini, praticamente solo contro Maignan, il cui tiro però, probabilmente a causa della stanchezza, termina molto a lato della porta rossonera. Al termine del match continua la timida ripresa della Roma, mentre gli scarsi risultati obbligano il Milan ad un nuovo inizio, sotto la guida di un acclamato Sergio Conceicao.
Como-Lecce
Al Sinigaglia vince il Como e sprofonda il Lecce, la squadra di Fabregas si allontana dalla zona rossa della classifica e condanna i salentini a sprofondare sempre di più. Partono immediatamente forti i padroni di casa, e al 4’ un rinato Cutrone colpisce la traversa interna, con il pallone che rimbalza lontano dalla linea di porta. Il primo tempo è caratterizzato dal continuo duello tra Nico Paz e Falcone, l’argentino cerca più volte la soluzione dalla distanza, trovando sempre pronte le mani del portiere giallorosso, che si supera in molteplici occasioni. Al 29’ però, proprio sulla respinta di Falcone, Cutrone cerca di raccogliere il pallone, venendo steso in maniera fallosa da Baschirotto, che causa il penalty per i lagunari. Sul dischetto si presenta proprio Nico Paz, il cui tiro viene però neutralizzato, ancora una volta, da un brillante Falcone. All’inizio della ripresa, finalmente, Nico Paz riesce a battere l’estremo difensore del Lecce, con un tiro rasoterra, preciso, che colpisce il palo e poi si insacca, mettendo fuori dai giochi la totale difesa salentina e portando in vantaggio i suoi. Appena cinque minuti dopo, Fadera approfitta dell’errore di Dorgu e si trova praticamente a campo aperto, serve Cutrone e l’attaccante italiano ringrazia siglando il gol del 2-0, per la gioia del pubblico di casa. Nonostante la grande esultanza, però, il gol viene annullato per la posizione irregolare proprio di Fadera, partitoleggermente al di là della difesa del Lecce. A quindici minuti dal termine, Coulibaly, con un salvataggio clamoroso sulla linea su un tiro di Strefezza, evita il definitivo colpo di grazia per i suoi, che arriverà appena 4 minuti dopo con il gol, stavolta valido, di Patrick Cutrone, che raccoglie il tiro di Van Der Brempt respinto da Falcone. Il match prosegue in maniera molto monotona e va così a spegnersi sul risultato di 2-0, con Fabregas che può festeggiare, di fronte a Giampaolo, la cui squadra è apparsa passiva e priva di idee.
Bologna-Verona
Il Verona scaccia gli incubi ed espugna il dall’Ara, in seguito ad una partita folle, decisa da un autogol. Il primo quarto d’ora del match risulta essere privo di vere emozioni, con il Bologna che riesce a togliere il lucchetto alla partita al 18’ minuto: dopo un’azione abbastanza confusa, Castro riesce a servire di testa Dominguez, che si aggiusta il pallone alla perfezione e riesce a battere Montipò. Al 35’ la squadra di Italiano va vicinissima al raddoppio, con il palo colpito da Odgaard che gli nega la gioia del gol. Appena due minuti dopo un inaspettato errore di Lucumí lancia Tengstedt e Sarr a campo aperto, con il primo che serve il secondo, il quale incrocia il pallone in maniera molto precisa e sigla il gol dell’1-1, ringraziando il difensore del Bologna. Meno di dieci minuti più tardi, nel recupero del primo tempo, va incredibilmente in vantaggio l’Hellas grazie al gol di Tengstedt, che non spreca l’assist di Serdar e buca Skorupski. Cade la notte sul Bologna, che al 50’ rimane anche in dieci uomini per la gomitata a palla lontana di Pobega su Duda. Quando tutto sembra andare per il peggio, un raggio di luce illumina il buio rossoblú: sulla punizione battuta da Odgaard, che sbatte contro il palo, arriva Benji Dominguez, che ribadisce in porta e pareggia i conti, mettendo a segno addirittura una doppietta. Il numero 30 va addirittura vicino ad una clamorosa tripletta, negatagli solamente da un grande intervento di Montipò, che spedisce sul fondo il tiro dalla distanza del giocatore argentino. Negli ultimi minuti però le energie del Bologna si esauriscono, ed è il Verona a farla da padrone. Gli scaligeri, all’88’, riescono a trovare il gol del vantaggio: sulla punizione battuta da Duda, una sfortunata deviazione del Toto Castro batte Skourpski e sigla il definitivo 3-2 in favore dei gialloblù, che possono festeggiare. Al fischio finale, il giocatore del Bologna scoppia in lacrime, consolato dai compagni. Il Verona, seppur con un po’ di fortuna, riesce così a mettere la testa fuori dal vaso, in seguito ad un periodo veramente complicato, fermando un Bologna la cui campagna, finora, non sta affatto deludendo le aspettative.
LA TOP 11 DELLA 18ª GIORNATA
Calcio
Kean e Sottil rispondono a un super Thuram. Pari spettacolo tra Juventus e Fiorentina
Allo Stadium la Juventus viene riacciuffata nel finale dal gran gol di Sottil. Alla doppietta di uno scatenato Thuram risponde Sottil, oltre al primo gol da ex di Moise Kean. Un pareggio che permette alla Fiorentina di concludere il 2024 al quinto posto, davanti ai bianconeri.
È una Juve pimpante già dai primi minuti, grazie al solito sviluppo bianconero verso Conceicao, marcato a vista da Parisi, scelto da Palladino al posto di Gosens. Scelte particolari da una parte e dall’altra, perché Thiago sceglie Mbangula al posto di Yildiz, e in avvio il belga mette in difficoltà Dodò con la sua velocità. Il match si gioca sul duello uomo su uomo, e a concedersi le prime sgroppate sono i difensori viola, con Comuzzo che trova spesso spazio nel centrocampo bianconero, la Juve marca i riferimenti e chiude ogni spazio. La risposta della squadra di Thiago Motta invece è pungente, perché anche Thuram si getta tra le linee, rompe i blocchi, e stavolta arriva al limite dell’area, calcia forte sul primo palo e realizza il primo gol con la maglia bianconera. La Fiorentina comincia a ritrovare coraggio e spazio, dopo un avvio piuttosto passivo, grazie al lavoro spalle alla porta di Kean. A salire di giri sono i due giocatori sulla sinistra, Parisi e Sottil, che sfruttano la superiorità numerica per mettere in difficoltà Savona. Al 38′ la Viola pareggia: Sottil apparecchia per Adli, lasciato libero dal mancato rientro di Conceicao, il francese disegna un cross perfetto sul secondo palo dove Kean impatta di testa e pareggia. Un bel momento in seguito alla rete di Kean, undicesimo centro in A, con l’attaccante italiano che si scusa con i suoi ex tifosi e lo Stadium che gli attribuisce un caloroso applauso, in risposta ai cori razzisti su Vlahovic, emessi da alcuni tifosi ospiti nei primi momenti della partita. La Juve ha l’occasione per rimettersi subito avanti, con Vlahovic che si trova il pallone a un passo da De Gea, calcia fortissimo e lo spagnolo compie un miracolo in tuffo, chiudendo lo specchio al serbo. Prima della chiusura del primo tempo Locatelli sfiora l’incrocio dei pali, ma la conclusione del capitano della Juve termina di poco fuori. Un primo tempo giocato ad altissima intensità da una parte e dall’altra.
Nel secondo tempo la scena si ripete di nuovo: gli inserimenti sono la chiave di lettura del gioco bianconero e al 50′ Thuram si inserisce tra i difensori, sfrutta l’assist di Koopmeiners e davanti a De Gea apre il piatto e riporta avanti la Juve. Rispetto a quanto successo nella prima frazione, dopo il vantaggio la Juventus cerca di mantenere alto il ritmo per evitare una reazione della Fiorentina. All’ora di gioco entrambi gli allenatori muovono il proprio scacchiere, con Palladino che rinuncia a Gudmundsson, completamente fuori dalla partita, per Beltran. Motta risponde con Cambiaso e Yildiz per McKennie e Mbangula, ricomponendo la fascia sinistra titolare. C’è meno intensità rispetto al primo tempo, e le coppie cominciano a perdere i riferimenti. La Fiorentina cerca sempre l’esterno o la profondità verso Kean, mentre la Juve è lucida nell’aggressione e nella gestione del possesso. Tutte le transizioni della Juventus portano il nome di Kephren Thuram, dominante e prorompente in mezzo al campo. Al 74′ De Gea smanaccia su Gatti, bravo a staccare su Comuzzo e impegnare lo spagnolo. In una fase di gara poco concitata, con tanta confusione da una parte e dall’altra, la Fiorentina trova il pareggio: Kean lavora un pallone in area, cerca la porta ma viene schermato dalla difesa bianconera, la palla arriva a Sottil che sfonda la porta con il mancino al volo. Thiago Motta tenta il tutto per tutto e schiera Douglas Luiz, che trova un filtrante bellissimo verso Conceicao, il portoghese arriva vicino alla porta e trova l’ennesima opposizione di De Gea, poco lucida la gestione del numero 7 bianconero, che ha trovato il muro eretto dal portierone spagnolo.
Un pareggio intenso e ricco di occasioni. Palladino riesce a riacciuffare il pareggio con la panchina, e grazie a un Kean che si conferma sempre più importante per l’attacco della Viola. Dopo due sconfitte consecutive, la Fiorentina torna a conquistare punti. Sponda bianconera il rammarico è non aver chiuso la gara, perché nonostante il pari, la prestazione della squadra di Thiago Motta rimane di alto livello, con un Kephren Thuram in forma smagliante, che è riuscito a imporsi sfruttando i buchi lasciati dai due reparti della Fiorentina. Il pareggio al minuto 87 di Sottil ancora i bianconeri al sesto posto, mentre la Fiorentina rimane al quinto posto, a pari punti proprio con i bianconeri, ma con la gara contro l’Inter da recuperare.
Calcio
Il Super Commento della 17ª giornata di Serie A
Il commento completo di tutte le partite, con la Top11 alla fine, della diciassettesima giornata di Serie A.
Hellas Verona – Milan (A cura di Marco Rizzuto)
In quest’anticipo del venerdì, un Milan sottotono espugna il Bentegodi conquistando la vittoria grazie a Reijnders, uomo in più sul carro di Fonseca. L’avvio vede il Verona chiudersi nella propria metà campo, blindando la porta dai primi tentativi non esaltanti dei rossoneri. Al 23′ Chukwueze tenta la conclusione da fuori, ma Montipò risponde presente bloccando in tuffo. Lo stesso Chukwueze, pochi minuti più tardi, con un brutto retropassaggio regala a Suslov l’opportunità scappare verso la porta avversaria, lo slovacco prova col mancino, ma anche qui, è l’estremo difensore a vincere il duello. Alla mezz’ora, Fonseca è costretto a sostituire l’infortunato Leao, che chiede il cambio per una noia muscolare, al suo posto, Theo Hernandez. A cinque minuti dall’intervallo, Terraciano ex di giornata, conclude dal limite verso la porta ma Montipò intuisce ed alza il pallone sopra la traversa. Il primo tempo non entusiasmante regala poche emozioni, una partita molto tattica che lascia ben poco allo spettacolo. Alla ripresa Zanetti inserisce Daniliuc e Livramento, cambiando volto all’undici iniziale. Nessun cambio per i rossoneri. Al 56′ il Milan trova il gol che indirizza la gara, l’uomo in più di questo avvio di campionato rossonero Tijani Reijnders insacca dal limite dell’area dopo essere stato servito dall’imbucata illuminante di Fofana, un filtrante verticale perfetto che buca centrocampo e difesa, trovando l’inserimento del numero quattordici, che disegna una traiettoria imprendibile per Montipò. Il Verona accenna una reazione col solito Suslov, che servito a centro area, tenta di piazzarla sul primo palo, ma Maignan attento blinda la porta. Quasi al tramonto del match, i rossoneri sfiorano il raddoppio con Jimenez, lo spagnolo in corsa salta Daniliuc e conclude col mancino dal limite, trovando l’ottima risposta di Montipò. I padroni di casa non riescono a rendersi pericolosi a causa delle ripartenze troppo lente per eludere la difesa milanista, così il triplice fischio del direttore di gara sorride ai rossoneri, che tornano alla vittoria inguaiando il Verona.
Torino – Bologna ( A cura di Dennis Rusignuolo)
Italiano non si ferma più. Un Bologna sempre più slanciato batte il Torino a domicilio e sogna l’Europa.
In avvio il Toro pressa alto, il Bologna cerca di manovrare e al sesto minuto arriva vicino al vantaggio: Piccinini non si accorge di un tocco, lieve, di Sosa su Holm, il VAR chiama e l’arbitro assegna il rigore che il totem Milinkovic-Savic para a Santiago Castro, respingendo poi la moscia ribattuta di Pobega, uno degli ex di turno. Nonostante il penalty fallito dall’argentino, il Bologna è padrone del campo, con Dominguez che si conferma una spina nel fianco per le fasce granata, che provano a rispondere alla mezz’ora: cross di Pedersen verso Borna Sosa che di controbalzo non riesce a inquadrare lo specchio della porta. Il Torino ha un’altra occasione importante con Karamoh, nata da un recupero alto di Maripan, lanciato a rete e chiuso sul più bello dal recupero lucido e intelligente di Beukema. Nel secondo tempo Italiano inserisce Fabbian per aumentare il peso del centrocampo, sempre più coinvolto nello scontro con Linetty e Ricci. In una fase di gara piena di scontri fisici e duelli in mezzo al campo, comincia a emergere con prepotenza Pobega, che spaventa l’Olimpico Grande Torino con un missile improvviso dai trenta metri sulla traversa, il pallone sbatte sul legno e sibila intorno alla linea di porta, ma l’orologio dell’arbitro non suona. Italiano inserisce Dallinga al posto di Castro, e l’olandese si attiva subito: al 72’ il Bologna sviluppa nella trequarti con Odgaard che allarga verso Miranda, il cross dello spagnolo è basso e radente verso l’area, Dallinga si inserisce alle spalle di Masina e trova la prima rete in Serie A. Il Toro è frastornato dal vantaggio rossoblù, e pochi minuti dopo subisce anche il raddoppio, con Pobega che converte in rete una palla vagante dentro l’area di rigore. Dopo un check del VAR, durato più di due minuti, sulla posizione di Dallinga, l’arbitro assegna la rete e chiude virtualmente il match. Un successo che conferma il periodo super della squadra di Italiano. Il tecnico sembra avere in mano il gruppo, e le sue rotazioni cominciano ad avere conferme. In mezzo al campo Pobega, con tutti i suoi pregi e difetti, si sta dimostrando il compagno perfetto al fianco di Freuler, mentre nella trequarti Dominguez e Odgaard stanno trovando sempre più confidenza con Castro. Continua la crisi del Torino di Vanoli. Le vicende extra-campo, con i tifosi in rotta con il presidente Cairo, sembrano coinvolgere una squadra che senza Zapata si è sciolta gara dopo gara, con il reparto offensivo che mostra una squadra con la coperta corta, e con poche soluzioni. Il Bologna adesso sogna l’Europa, e scavalca il Milan a quota 28 punti, il Torino scala al dodicesimo posto a quota 19 punti.
Genoa – Napoli (A cura di Dennis Rusignuolo)
Soffre nella ripresa, ma il vantaggio del primo tempo permette al Napoli di rimanere in scia dell’Atalanta.
La prima occasione del Napoli, anzi le prime occasioni, arrivano dopo cinque minuti con Lukaku che prima di testa da due passi colpisce la traversa e poi gira a lato da dentro l’area piccola un altro cross di Politano dalla destra. La risposta del Genoa arriva al decimo con Zanoli che crossa sul secondo palo per Vitinha che però si allunga troppo il pallone facendosi chiudere dalla difesa partenopea. Troppo grande il divario fra le due squadre e al minuto 15 il Napoli passa: discesa sulla destra di McTominay, che trova il varco per Neres, cross del brasiliano a centro area dove Anguissa in elevazione sovrasta Frendrup e segna il suo terzo gol in campionato, il secondo consecutivo dopo il sigillo di Udine. La pressione del Napoli è feroce e al 22’ è un altro colpo di testa, questa volta del centrale Rrahmani su cross di Lobotka, a battere Leali con una traiettoria lenta e beffarda. Il Genoa prova a rispondere prima con Pinamonti su punizione e poi con Badelj dal limite, ma le loro conclusioni non inquadrano lo specchio della porta di Meret. Nella ripresa il Genoa cambia volto, e il Napoli comincia a soffrire. Rispetto alla prima frazione, il Grifone è più spavaldo, organizzato, e dopo meno di due minuti Pinamonti impegna Meret. L’estremo difensore azzurro deve arrendersi alla rete del centravanti italiano al 51’, sesto centro in Serie A per Pinamonti, la cui conclusione viene deviata da Olivera e mette fuori gioco Meret. E’ il miglior momento per la squadra di casa, il Napoli reagisce a fatica, si abbassa, perde imprevedibilità, il pressing alto del Grifone dà effetto. Bani stoppa Politano al momento di entrare in area, e qui la squadra di Conte diventa troppo frenetica. Il Napoli prova a riorganizzarsi, ma al minuto 70 il Genoa va vicino al pari con il colpo di testa di Badelj, decisivo l’intervento prodigioso di Meret. Nel finale Vieira prova la carta Balotelli, e Super Mario sfiora subito il gol correggendo con il ginocchio un tiro di Ekuban, Meret respinge in tuffo. L’ultima scossa del match è un tiro di Ekuban su cui Meret, ancora una volta, fa la voce grossa. Un successo sporco e pesante per la banda di Conte, che esce da Marassi con tre punti ma con tanti spunti su cui lavorare, perché nel secondo tempo i partenopei hanno sofferto in lungo e in largo l’orgoglio e il coraggio del Genoa. Tanti rimpianti per i rossoblù, ancora alla ricerca del primo successo casalingo del campionato. La squadra di Vieira rimane imbrigliata nel treno del quindicesimo posto (al momento il Genoa è 13°).
Lecce – Lazio (A cura di Dennis Rusignuolo)
La Lazio rialza la testa al Via Del Mare contro un Lecce coraggiosissimo. In avvio sono i padroni di casa a tenere più palla, con la Lazio che però fin dai primi minuti si rende pericolosa in contropiede: al 6′ è Lazzari, dal limite, a mettere in difficoltà Falcone. Il Lecce risponde con Tete Morente che, con una conclusione al volo, impegna Provedel. I biancocelesti sfruttano gli spazi che il Lecce concede e al 25′ sfiorano il vantaggio con Isaksen che, di testa, si fa respingere la conclusione da Coulibaly con Falcone a terra. Pochi minuti dopo è ancora il danese a sfiorare il vantaggio: lanciato da Castellanos, Isaksen mette in seria difficoltà il portiere avversario. Il Lecce spinge e guadagna una serie di calci d’angolo, ma non riesce a creare occasioni nitide. Dall’altra parte è Castellanos a impegnare ancora Falcone: l’argentino, spalle alla porta, si alza il pallone e calcia al volo da fuori, trovando però pronto il portiere leccese. Il primo tempo si chiude con l’episodio che indirizza la partita: Rovella recupera palla al limite e imbuca per Castellanos che calcia con forza, Falcone para, il Taty ci riprova e Guilbert respinge di pugno sulla linea di porta. Per l’arbitro Manganiello non ci sono dubbi: calcio di rigore e cartellino rosso per il francese. Dal dischetto Castellanos spiazza Falcone e porta in vantaggio la Lazio. Nel secondo tempo l’intento degli uomini di Baroni è quello di chiudere la gara, ma il Lecce non si fa intimorire, gioca con coraggio e spregiudicatezza nonostante l’inferiorità numerica. Al 50’ Tete Morente fredda Provedel con un destro potente e preciso dal limite dell’area. Lo spagnolo sembra rigenerato dalla cura Giampaolo, così come il centrocampo comincia a farsi valere anche al cospetto dei migliori. La Lazio comincia a perdere lucidità e la ricerca di profondità passa dai lanci verso Zaccagni per scavalcare la difesa salentina, che non soffre il gioco aereo e chiude bene. Nel finale Baroni pesca il jolly, inserendo Marusic. Il montenegrino all’87’ si trova un pallone tra i piedi dentro l’area, calcia forte e batte Falcone sul palo opposto. Il Lecce attacca a testa bassa, si rigetta in avanti e all’ultima palla disponibile spaventa la retroguardia biancoceleste, con Kaba che colpisce in pieno la traversa su invito di Rebic. Riesce a risollevarsi la Lazio, dopo il pesantissimo k.o contro l’Inter. Il ritorno dal 1’ di Castellanos e Dia ha rimesso in equilibrio l’ecosistema offensivo dei biancocelesti, mentre dall’altra parte il Lecce continua a crescere e migliorare. Nonostante la sconfitta, la squadra di Giampaolo è stata sempre in partita, anche nel corso del secondo tempo in inferiorità numerica. Le scelte del tecnico di Bellinzona si cominciano a vedere, con Berisha che comincia a prendere sempre più leadership in mezzo al campo, mentre in avanti tutti i fari sono puntati su Tete Morente, al secondo centro consecutivo. Tre scontri diretti attendono i salentini, che adesso sembrano spensierati e sempre più organizzati.
Roma – Parma (A cura di Tommaso Patti)
Nella giornata che anticipa le feste natalizie, la Roma fa cinquina e conquista i tre punti contro il Parma. La Roma riesce subito a rendersi pericolosa nei primi nei minuti, andando vicina al vantaggio con il tiro di Dovbyk, terminato di poco fuori, successivamente con Dybala, che scambiando con l’ucraino viene fermato in modo falloso da Balogh all’interno dell’area di rigore. Dal dischetto si presenta la Joya che, spiazza Suzuki, e porta in vantaggio i giallorossi con un gol che mancava da quasi due mesi. L’ottimo inizio dei padroni di casa fa vivere i minuti successivi con ulteriore pressione e palleggio nella metà campo avversaria e, al 12′, la Roma trova il raddoppio firmato dalla conclusione al volo di Saelemaekers, che viene pescato con un lancio che taglia tutta l’area di rigore da Angelino. La risposta degli emiliani non tarda ad arrivare, tra il 18′ e il 30′, Hernani e Sohm sfiorano la rete del 2-1, occasioni che mantengono vivo il Parma, con ancora due terzi di gara da giocare. Prima dell’intervallo però, la Roma sfiora la terza rete con Stephan El Shaarawy: il faraone riceve il filtrante da Paredes ma calcia di punta addosso a Suzuki, sprecando l’opportunità di chiudere la gara prima dell’intervallo. L’azione che porta la Roma sul 3-0 arriva su un tiro di Saelemaekers deviato dalla schiena di Dovbyk, il primo ad arrivare sul pallone è Dybala che da due passi appoggia il pallone in rete, siglando la sua prima doppietta in stagione. Nonostante i tre gol di svantaggio, il Parma fa di tutto per non uscire definitivamente dalla partita, tentando di riaprire la gara con il tiro di Camara terminato sulla traversa dopo un azione solitaria. Sul contatto tra Mihăilă e Saelemaekers, la Roma conquista il secondo penalty di giornata, dal dischetto si presenta Paredes che, anche in questo caso, spiazza Suzuki e firma la quarta rete per i giallorossi. Il rigore lasciato a Paredes, amplifica la definizione di leader per Dybala che, oltre ad aver segnato una doppietta, fornisce l’assist a Dovbyk per il definitivo 5-0, chiudendo la partita e regalando una vittoria importantissima per il morale e per ricominciare a competere anche in campionato. Cade nuovamente il Parma di Pecchia, che non vince ormai dal match casalingo contro la Lazio, si rialza invece la Roma dopo la brutta sconfitta in casa del Como, portandosi al decimo posto in classifica.
Venezia – Cagliari (A cura di Simone Scafidi)
Al Penzo il Venezia torna a vincere dopo quasi due mesi e abbandona l’ulti a posizione, battendo un Cagliari sempre più in difficoltà. Niente da segnalare fino al trentesimo minuti, quando su un cross abbastanza insidioso di Augello, spizzato dal colpo di testa di Mina, Stankovic compie un autentico miracolo, proteggendo la porta con un’insolita parata di testa. Per ringraziarlo, un arrembante Oristanio, giocatore dalle qualità fantastiche che finora si è messo in mostra, apparecchia un assist al bacio per Zampano, che deve solo appoggiare in porta siglando così il gol dell’1-0. Il Cagliari non riesce a reagire, con il Venezia che sembra accontentarsi, e il primo tempo, così come l’inizio del secondo, vedono una continua fase di stallo, interrotta al 65’ dal colpo di testa di Gaetano, che termina alto. Due minuti più tardi arriva il raddoppio dei lagunari, con un’azione veramente particolare di Sverko, che in maniera molto goffa sbaraglia tutta la difesa rossoblú, tutt’altro che brillante, e riesce battere Sherri, chiudendo di fatto la partita. La reazione del Cagliari, seppur timida, arriva dopo appena dieci minuti: dopo una bella azione il sulla fascia sinistra, Augello pennella un cross perfetto per Pavoletti, che accorcia le distanze. Nonostante lo sforzo dell’attaccante italiano e l’assedio nel finale fermato solamente da una presta azione semplicemente stellare di Stankovic, il Cagliari non riesce a rimontare ed esce sconfitto da uno scontro fondamentale in ottica salvezza, che potrebbe già iniziare a delineare dei tratti fondamentali di questo campionato.
Atalanta – Empoli (A cura di Tommaso Patti)
Soffre ma vince nuovamente l’Atalanta, arriva la seconda sconfitta di fila per l’Empoli di D’Aversa. Al Gewiss Stadium, parte meglio l’Empoli, portandosi -a sorpresa- in vantaggio: dagli sviluppi di una rimessa laterale, Henderson viene servito e, dopo aver portato palla verso la linea di fondo, serve a centro area Colombo, che firma la rete del vantaggio per i toscani dopo appena dodici minuti. Colpita dal gol subito, la Dea si affaccia ininterrottamente nella trequarti avversria, sfiorando il gol del pareggio con colpo di testa di Kolasinac, neutralizzato da un intervento strepitoso di Vasquez. Successivamente al miracolo del portiere colombiano, l’Atalanta trova il pareggio con De Ketelaere, l’attaccante belga è rapido nell’intervento di testa e raccoglie alla perfezione il cross di Zappacosta. Su un’altra punizione battuta da De Ketelaere, Berat Djimsiti stacca più in alto di tutti e colpisce il palo, infiammando sempre più il tifo del Gewiss. Nel giorno in cui è stato premiato davanti la sua gente come “Pallone d’Oro africano”, Ademola Lookman segna il gol del 2-1, l’attaccante nigeriano riceve la sponda da parte di Zaniolo e, in uno spazio ristretto, riesce a controllare e calciare in porta, segnando la sua nona rete stagionale. Nella ripresa, l’Empoli si riaffaccia in area avversaria e conquista un calcio di rigore sull’intervento falloso di Djimsiti ai danni di Grassi. Dal dischetto si presenta Esposito che, spiazza Carnesecchi con un tiro forte e centrale, e rimette il risultato in parità. A decidere la gara ci pensa nuovamente De Ketelaere, a quattro minuti dalla fine il belga punta Cacace, fa un movimento andando sul secondo palo e poi calcia a sorpresa forte sul primo, beffando Vasquez e tutta la difesa avversaria con un gol che riporta la Dea al comando in classifica. Per la gente di Bergamo arriva il regalo perfetto per le feste. “Natale da Capolista” non è il titolo di un cinepanettone, ma una solida realtà creata e portata avanti dalla squadra di Gasperini.
Monza – Juventus (A cura di Marco Rizzuto)
Una Juventus stravolta dagli infortuni e ridisegnata a dovere da Thiago Motta torna alla vittoria in campionato dopo 43 giorni. L’U-Power Stadium fa da cornice ad un avvio scoppiettante, in cui gli errori nei disimpegni non perfetti di Pablo Marì al 2′ e di Nico Gonzalez poco dopo, rischiano di indirizzare il match sin dai primi minuti. Ad un minuto dal primo quarto d’ora la Juventus trova la rete del vantaggio da calcio d’angolo, Koopmeiners disegna una traiettoria insidiosa nell’area piccola, in cui sbuca McKennie che al volo insacca da pochi passi. La reazione dei padroni di casa non tarda ad arrivare: al 22′ Carboni, defilato sulla sinistra scodella il pallone a centro area nella zona di Birindelli, lasciato completamente solo da Kalulu. L’esterno destro di mancino al volo buca Di Gregorio, rimasto immobile sulla conclusione. La Juve torna avanti al 39′ con Nico Gonzalez: il traversone sul secondo palo di Savona trova Mckennie che ripropone la palla in mezzo, Birindelli prova ad allontanare ma fallisce, ed il pallone spiove all’interno dell’area piccola, zona attaccata da Locatelli e Nico Gonzalez, il primo controlla la sfera mentre l’argentino anticipa tutti ristabilendo il vantaggio. I brianzoli cercano di controbattere immediatamente, con le conclusioni in successione di Caprari e Dany Mota, ma entrambi vengono fermati da Koopmeiners, che si invola due volte facendo da muro e salvando il risultato. Il primo tempo si chiude con l’amaro in bocca per i padroni di casa a causa del mancato pareggio a pochi minuti dal duplice fischio. L’undici iniziale di Motta che vede McKennie adattato come terzino, Koopmeiners al fianco di Locatelli nella mediana e Nico Gonzalez al centro della trequarti, ha reso dal punto di vista realizzativo, tuttavia, ci sono evidenti i momenti di affanno, soprattutto nella gestione del pallone mentre si è in vantaggio. Alla ripresa l’allenatore bianconero sostituisce l’olandese per un problema fisico inserendo al suo posto Thuram. Al 47′ Yildiz servito dentro l’area conclude da posizione defilata, trovando l’ottima risposta di Turati che alza sopra la traversa. La ripresa fa da scenario ad un martellamento biancorosso alla ricerca del pareggio, in cui la Juventus prova a chiudere la partita in contropiede. Al 73′ l’ottimo dai e vai tra Mota e Ciurria favorisce l’inserimento del secondo, che al tiro manca la porta da posizione decentrata. La Juventus torna a farsi pericolosa in zona gol col cross tagliente di Conceicao che favorisce il colpo di testa di Yildiz dal lato opposto, ma il turco deve arrendersi nuovamente a Turati, che in tuffo sventa il pericolo. Negli ultimi minuti il Monza prova ad assediare l’area di rigore avversaria, senza però trafiggere il muro bianconero, che tiene botta e trova la vittoria dopo quattro pareggi consecutivi. Nonostante i tentativi visti nel secondo tempo, i brianzoli cadono per la terza volta di fila, rimanendo sul fondo della classifica.
Fiorentina – Udinese (A cura di Marco Rizzuto)
Al Franchi la gara inizia col botto, al 4′ Sottil scappa via sulla corsia sinistra e viene falciato dall’intervento in ritardo di Kristensen in area di rigore, l’arbitro inizialmente lascia giocare ma dopo un attenta revisione al VAR concede il penalty a favore dei viola. Dal dischetto Kean calcia forte centralmente siglando il suo decimo centro stagionale. La gara prosegue senza particolari emozioni e a dieci minuti dall’intervallo, Sava perde un pallone sanguinoso in uscita, regalando a Kean l’occasione per raddoppiare, l’ex Juve perde l’attimo al momento del tiro venendo fermato dalla chiusura in extremis di Karlstrom che tiene in vita la squadra di Runjaic. In zona offensiva l’Udinese si dimostra troppo sterile, non impensierendo praticamente mai la porta di De Gea. Alla ripresa Runjaic manda in campo Abankwa per Touré e la squadra di Udine scende in campo con un altro volto. Allo scoccare del 49′ la Fiorentina concede il pareggio agli ospiti con l’errore da matita rossa di Ranieri: il difensore regala il pallone ad Ekkelenkamp che a sua volta serve Lucca a centro area, il numero diciassette trafigge De Gea calciando di prima. In meno di un minuto dal gol, Lucca ci riprova in rovesciata, ma manca l’appuntamento con la doppietta colpendo il legno. Adesso ci crede la squadra di Runjaic, che pressa alto e comanda il pallino del gioco. Il momento positivo dei bianconeri si concretizza con la rete di Thauvin che, completa la rimonta e manda in k.o. tecnico la Fiorentina. Il francese si accentra dalla destra, con una finta manda fuori giri Gosens, e dal limite calcia a giro bucando De Gea sul secondo palo. Sono bastati cinque minuti all’Udinese per ribaltare la partita, sintomo del grande spirito di Runjaic. I tentativi dei viola non mancano in questo secondo tempo: al 68′ la conclusione dal limite di Kean non trova lo specchio della porta per centimetri, poi ancora l’ex Juve è sfortunatissimo non arrivando sul pallone a porta spalancata dopo un altro errore in uscita di Sava (non la sua miglior prestazione oggi). I bianconeri strappano i tre punti al Franchi sfruttando gli errori di una Fiorentina molto imprecisa in difesa. I friulani proseguono a passo spedito al nono posto a quota 23 punti, mentre i viola scendono alla quinta posizione con la Lazio quarta che li stacca di tre.
Inter – Como (A cura di Simone Scafidi)
L’Inter batte anche il Como, autore di un’ottima prestazione e si mantiene a tre punti dal primo posto. Il primo tempo risulta privo di occasioni lampanti, con l’Inter che riesce comunque a gestire il gioco, sfiorando il vantaggio con Mkhytarian al 12’ e con Dumfries venti minuti dopo. A tre minuti dal termine del primo tempo, Carlos Augusto serve Dimarco, che da dentro l’area calcia in porta, sporcando per la prima volta i guantoni di Reina. Dopo un primo tempo fatto di indecisioni, la squadra di Inzaghi scende in campo nel secondo con una testa totalmente diversa, e dopo appena due minuti, sull’angolo battuto da Calhanoglu, in area svetta Carlos Augusto, che sigla il gol dell’1-0. Dopo poco meno di un quarto d’ora, il Como reagisce sull’out di destra, con il cross di Belotti che viene salvato praticamente sulla linea sempre da Carlos Augusto, man of the match. Da calcio d’angolo continua a provarci il Como, con la conclusione di Nico Paz respinta da Sommer, che scampa il pericolo. Al 67’ il Como perde palla in uscita, con Dimarco che calcia colpendo in maniera abbastanza rocambolesca Lautaro Martinez, la cui deviazione risulta decisiva con il pallone che finisce in porta, con posizione però irregolare dell’attaccante argentino. A recupero inoltrato l’Inter chiude definitivamente i giochi, con l’immancabile gol di Marcus Thuram, che salta Barba e insacca il gol del 2-0. Dopo questa vittoria, Inzaghi potrà passare un Natale molto sereno, in vista dei prossimi impegni e soprattutto dell’anno nuovo, che dovrà sancire diverse verità.
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