Cronaca
Diciasettenne leva la vita ad un diciannovenne: Santo Romano è morto per colpa di una scarpa sporca

Santo Romano, 19 anni, è stato ucciso a San Sebastiano al Vesuvio da un ragazzo di 17 anni che era appena uscito dal carcere minorile. Questo giovane aveva anche pubblicato post sui social in cui esalta l’uso delle armi.
La sera dell’incidente, tutto iniziò per una fesseria: c’era stata una discussione tra un amico di Santo e il “bullo” che si lamentava perché la sua scarpa era stata sporcata. La piazza centrale era affollata di ragazzi che volevano semplicemente divertirsi e passare una serata insieme. Quando il tipo infuriato è salito in auto, Santo ha cercato di avvicinarsi per calmarlo. Anche se gli ha offerto di pulire la scarpa, non fece nemmeno in tempo a raggiungere la macchina.
Il ragazzo arrabbiato non stava partendo; infatti nel bauletto aveva nascosto una pistola. Ha sparato più volte colpendo Santo al petto; lui è morto pochi minuti dopo durante il tragitto verso l’ospedale. Fortunatamente Salvatore, l’amico vicino a lui, ha avuto solo un proiettile al gomito invece del destino peggiore.
Santo proveniva da Volla ed era uno studente modello con passioni sane: giocava come portiere nella squadra Micri di Pomigliano d’Arco e sembrava avere tutto davanti a sé… tranne quando incrociò quella notte un assassino con già diversi precedenti penali.
Grazie alle registrazioni delle telecamere del comune, i carabinieri hanno identificato rapidamente l’auto dell’assassino e lo hanno arrestato sotto casa sua nel quartiere Barra stesso dove abitava Francesco Pio Valda — responsabile nell’omicidio avvenuto sul lungomare di Napoli qualche mese fa proprio per questioni legate ad una scarpa sporca!
In caserma il diciassettenne inizialmente negò qualsiasi responsabilità ma poi alla fine dovette ammettere i fatti. Il pm della Procura minorile ne ha disposto il fermo per omicidio e tentativo d’omicidio mentre apre altresì indagini su eventuali responsabilità genitoriali riguardo ai numerosi post sui social in solidarietà all’assassino apparsi dopo l’accaduto. Infatti, il minore sembra aver pubblicate svariate foto dove simulava pistole e dove esaltava l’utilizzo delle armi.

Foto: Stylo24
Cronaca
Cacciatore accidentalmente ucciso a Carrù: il suo compagno di caccia stava mirando ad un cinghiale

A Carrù, ieri (nonché giorno di apertura nazionale della caccia al cinghiale), è morto un cacciatore.
Daniele Barolo, agricoltore di 46 anni, è stato accidentalmente ucciso con un colpo di fucile nel petto dal suo compagno di caccia, (insieme a lui in quel momento), che a sua volta stava mirando ad un cinghiale.
I soccorritori non hanno fatto in tempo a sopraggiungere, ed una volta arrivati, ogni tentativo di rianimare il cacciatore sembra essete risultato vano. Stando a quanto dichiarato, dunque, l’uomo è morto sul posto.
Attualmente, il fucile è stato sequestrato dai carabinieri intenti a fare ulteriori indagini per poter comprendere quale traiettoria abbia seguito il proiettile.
Cronaca
La Global Sumud Flotilla segnala dei droni non identificati

Un episodio segnalato dal canale telegram della Global Sumud Flotilla, (spedizione con l’imbarcazione di 44 paesi che sta raggiungendo le coste di Gaza per poter rompere il blocco israeliano) lascia non poche preoccupazioni.
Ecco quanto dichiarato: “Si sono avvistati più droni, la cui origine non è stata ancora identificata, vicino alla flotta e che la seguono. Questo improvviso aumento dell’attività aerea ci preoccupa“
L’episodio si è verificato di domenica, più precisamente alle ore 21:09, e gli apparecchi avvistati risultavano essere tre.
Nonostante la rassicurazione fatta alle famiglie dei partecipanti l’attivista brasiliano Thiago Avila, (nonché membro del direttivo) scrive, dalla Familia Madeira “I droni vicini devono essere considerati una potenziale minaccia”
Per questo, alle barche è stata raccomandato di organizzare bene la guardia notturna di stanotte.
Cronaca
Razzo israeliano rinvenuto tra Lampedusa e l’isolotto di Lampione

Pochi giorni fa, tra Lampedusa e l’isolotto di Lampione, i pescatori del motopeschereccio Andrea Doria hanno avvistato un relitto metallico. Si tratta di un cilindro lungo circa 5 metri e largo 1,5.
Sulle fiancate sono ben visibili il logo dell’Agenzia Spaziale israeliana Minhalat HaHalal, che dipende dal ministero della Difesa e si occupa di missili e satelliti, oltre che una scritta in ebraico.
La zona resta sotto controllo, in attesa di decidere se procedere al recupero.
Il ministro della difesa Guido Crosetto ha escluso che l’oggetto faccia parte di un sistema militare israeliano in funzione, spiegando che si tratta con ogni probabilità di un frammento legato a un recente lancio spaziale.
La vicenda, tra indagini tecniche e risvolti diplomatici, è solo all’inizio.