Cronaca
Nubifragio in Sicilia: Torre Archirafi sott’acqua con 500 mm di pioggia –Video

In appena 12 ore, l’area Jonica ha visto cadere ben 500 millimetri di pioggia, portando a devastanti allagamenti nel Catanese.
Torre Archirafi, una zona marinara di Riposto, è stata particolarmente colpita con le strade che sono diventate fiumi e auto trascinate via dalla furia dell’acqua. Fortunatamente non ci sono state vittime; un automobilista è stato salvato mentre si aggrappava a una corda mentre la sua macchina veniva travolta.
La Protezione civile siciliana avverte che gli ingenti danni a Torre Archirafi sono stati causati “dall’esondazione dei torrenti Babbo e Archi, pesantemente cementificati a valle”. I sindaci hanno preso precauzioni chiudendo le scuole nella maggior parte dei comuni colpiti dal nubifragio dopo l’allerta meteo diramata nei giorni scorsi.
La situazione continua ad essere monitorata mentre i vigili del fuoco lavorano per aiutare le persone intrappolate nelle loro case.
La prefettura di Catania ha attivato subito il Centro coordinamento soccorsi dopo la violenta ondata di maltempo. Il prefetto Carmela Librizzi ha dichiarato: “La cosa più importante è stata che in una situazione di grave pericolo non ci siano stati né feriti, né dispersi”. Ha anche ricevuto rassicurazioni dalla Protezione civile nazionale riguardo alla diminuzione dei fenomeni atmosferici, permettendo così di valutare meglio la situazione domani.
Il ministro della Protezione civile, Nello Musumeci, ha commentato: “La violenta ondata di maltempo… conferma che ci troviamo di fronte alla ‘nuova normalità'”. Ha aggiunto che “l’unico strumento… per mitigarne le conseguenze si chiama prevenzione” e ha espresso gratitudine a tutte le unità coinvolte nel ridurre i disagi delle persone colpite.
Dalle notti scorse, squadre di vigili del fuoco sono state impegnate in oltre cento interventi dopo il violento nubifragio. Con 150 pompieri richiamati in servizio, il comandante regionale Agatino Corallo ha dichiarato: “Stiamo prestando assistenza alla popolazione e saremo accanto a loro”.
I vigili del fuoco hanno salvato automobilisti intrappolati lungo l’autostrada Messina-Catania tra Giarre e Fiumefreddo. Ad Aci Sant’Antonio hanno messo in salvo persone bloccate in un supermercato allagato, mentre ad Acireale uno è stato salvato da un’abitazione completamente sommersa.
Interventi sono stati effettuati anche con mezzi anfibi ad Altarello (Riposto), dove un fiume esondato ha invaso una casa abitata da quattro persone, due delle quali disabili. A Giarre acqua è entrata nel seminterrato di un carcere senza causare problemi ai detenuti, ma cinque famiglie hanno dovuto lasciare le proprie case; tra gli sfollati ci sono anche tre neonati.
La situazione stradale è complessa: sulla A18 Messina-Catania, Statale 114 e provinciale della Timpa di Acireale ci sono stati blocchi causati da alberi e fango che ostruiscono la viabilità.
La prefettura ha mobilitato un sacco di uomini e mezzi delle forze di polizia, vigili del fuoco – con squadre arrivate anche da Messina e Reggio Calabria – Protezione civile e Croce Rossa per soccorrere i cittadini colpiti dal maltempo. La situazione è particolarmente critica a Torre Archirafi, frazione di Riposto, dove l’ondata di maltempo ha causato allagamenti ingenti.
Il sindaco ha spiegato che “a causa dello straripamento del torrente Babbo, l’acqua ha invaso le strade e abbiamo diverse case allagate”. Il torrente ha trascinato tutto verso il mare, incluso tre auto: “Due sono vuote mentre per una che è sott’acqua sono in corso verifiche con i sommozzatori. Ufficialmente non abbiamo notizie di dispersi”.
Ad Altarello, tra Giarre e Riposto, la situazione è drammatica. Molti hanno le cantine allagate e sono senza luce: “Stiamo aspettando la Protezione Civile perché in alcune zone dobbiamo andare con le idrovore”, avverte il sindaco. C’è anche preoccupazione riguardo a una cabina Enel che se salta potrebbe lasciare gran parte della città al buio per giorni!
Cronaca
Cacciatore accidentalmente ucciso a Carrù: il suo compagno di caccia stava mirando ad un cinghiale

A Carrù, ieri (nonché giorno di apertura nazionale della caccia al cinghiale), è morto un cacciatore.
Daniele Barolo, agricoltore di 46 anni, è stato accidentalmente ucciso con un colpo di fucile nel petto dal suo compagno di caccia, (insieme a lui in quel momento), che a sua volta stava mirando ad un cinghiale.
I soccorritori non hanno fatto in tempo a sopraggiungere, ed una volta arrivati, ogni tentativo di rianimare il cacciatore sembra essete risultato vano. Stando a quanto dichiarato, dunque, l’uomo è morto sul posto.
Attualmente, il fucile è stato sequestrato dai carabinieri intenti a fare ulteriori indagini per poter comprendere quale traiettoria abbia seguito il proiettile.
Cronaca
La Global Sumud Flotilla segnala dei droni non identificati

Un episodio segnalato dal canale telegram della Global Sumud Flotilla, (spedizione con l’imbarcazione di 44 paesi che sta raggiungendo le coste di Gaza per poter rompere il blocco israeliano) lascia non poche preoccupazioni.
Ecco quanto dichiarato: “Si sono avvistati più droni, la cui origine non è stata ancora identificata, vicino alla flotta e che la seguono. Questo improvviso aumento dell’attività aerea ci preoccupa“
L’episodio si è verificato di domenica, più precisamente alle ore 21:09, e gli apparecchi avvistati risultavano essere tre.
Nonostante la rassicurazione fatta alle famiglie dei partecipanti l’attivista brasiliano Thiago Avila, (nonché membro del direttivo) scrive, dalla Familia Madeira “I droni vicini devono essere considerati una potenziale minaccia”
Per questo, alle barche è stata raccomandato di organizzare bene la guardia notturna di stanotte.
Cronaca
Razzo israeliano rinvenuto tra Lampedusa e l’isolotto di Lampione

Pochi giorni fa, tra Lampedusa e l’isolotto di Lampione, i pescatori del motopeschereccio Andrea Doria hanno avvistato un relitto metallico. Si tratta di un cilindro lungo circa 5 metri e largo 1,5.
Sulle fiancate sono ben visibili il logo dell’Agenzia Spaziale israeliana Minhalat HaHalal, che dipende dal ministero della Difesa e si occupa di missili e satelliti, oltre che una scritta in ebraico.
La zona resta sotto controllo, in attesa di decidere se procedere al recupero.
Il ministro della difesa Guido Crosetto ha escluso che l’oggetto faccia parte di un sistema militare israeliano in funzione, spiegando che si tratta con ogni probabilità di un frammento legato a un recente lancio spaziale.
La vicenda, tra indagini tecniche e risvolti diplomatici, è solo all’inizio.
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