Attualità
Gli avvoltoi a rischio di estinzione: cause e possibili conseguenze
Gli avvoltoi (nonché nome con cui vengono comunemente indicati uccelli rapaci dalla testa calva e priva di piume) hanno ad oggi subito un declino del 90%; percentuale allarmante, dato il fondamentale ruolo svolto per l’ecosistema.
Nonostante nel corso degli anni (probabilmente a causa del loro aspetto) si siano guadagnati la nomea di “uccelli sporchi”, in realtà, oltre ad essere notevolmente puliti, possiamo reputarli veri e propri “spazzini naturali!”.
L’assenza di piume sul capo consente infatti di riuscire a mantenere una certa pulizia durante il nutrimento di carcasse.
Talvolta, raramente attaccano animali vivi, e l’acido all’interno del loro stomaco, consente loro di ingerire carcasse letali per qualsiasi altro animale, rimuovendo al coltempo questi batteri dall’ambiente senza rimanerne infetti.
Eppure a partire dagli anni 90, è stata registrata una notevole riduzione della specie del 90% in India e Nepal (e non per cause naturali).
Il motivo?
La somministrazione di un antinfiammatorio, chiamato Dioclafenac.
Il farmaco veniva dispensato nei paesi dell’ Asia Meridionale ai bovini (mucche e bufale) per curare irritazioni e dolori; una volta morti però, i loro corpi venivano lasciati all’aperto, e gli avvoltoi avevano la possibilità di nutrirsene.
Il problema?
Anche piccolissime tracce di Diclofenac nella carne risultano essere altamente tossiche per gli avvoltoi, in quanto ne basta davvero poco per causarne insufficienza renale e morte quasi immediata.
E così in meno di vent’anni è accaduta quella che possiamo definire una vera e propria catastrofe ecologica.
L’india, prendendone atto, nel 2006 ne vietò la somministrazione, ma ha agito tardi: in 10 anni siamo passati da 50 milioni di esemplari a poco più di 2.000.
Un 61% è inoltre deceduto a causa di avvelenamento accidentale: (cioè a causa di veleno letale per leoni o iene che risulta però essere letale anche per gli avvoltoi), e sempre più spesso vengono uccisi anche per motivi religiosi: secondo Kerri Wolter (nonché Ceo del centro di riabilitazione Vulpro in Sud Africa, che cura esemplari malati e feriti per poi rilasciarli in natura) la loro testa e altri parti del corpo vengono inoltre utilizzati per la realizzazione di medicinali vari.
La loro diminuizione, è causa di accrescimento delle carcasse, con conseguente aumento della proliferazione di patogeni e malattie come risultato dall’inquinamento delle acque di più di 600 distretti dell’India, e, un aumento di 104.386 morti in più ogni anno.
Le conseguenze della loro totale estinzione potrebbe quindi rivelarsi non solo letale per l’ecosistama, ma anche per l’uomo.
Attualmente sono in corso misure di mitigazione, (come l’aumento di centri di conservazione e riproduzione per gli avvoltoi in cattività) nella speranza di riuscire a contrastarne il declino (sebbene si riproducano in maniera estremamente lenta, per cui non basterebbero decenni prima di tornare al precedente livello.)
Attualità
Lezioni interrotte al primo liceo occupato a Roma: “Blocchiamo tutto per la Flotilla”
I giovani studenti del liceo Rossellini di Roma, dimostrano alla capitale l’importanza di attuare manifestazioni più invasive anche all’interno delle scuole: “Rispondiamo all’appello dopo l’attacco’” Il movimento Osa: “È solo l’inizio”.
“Dalle piazze alle scuole, blocchiamo tutto” è questa la frase che si legge da uno striscione calato dall’alto affiancato da un disegno della bandiera palestinese, ad attuarlo è stato il primo liceo occupato a Roma, come reazione all’attacco subito dalle imbarcazioni della Global Sumud Flotilla.
Ad appoggiare i giovani studenti, si è unito anche il movimento Osa, dicendo: “Oggi 24 settembre, dopo che la Global Sumud Flottilia è stata attaccata, noi studenti del Rossellini occupiamo la nostra scuola, rispondendo all’appello lanciato dagli universitari di Cambiare Rotta da Lettere occupata, dopo il grandissimo sciopero di lunedì 22 settembre che ha visto a Roma scendere in piazza 200.000 persone e in tutta Italia un milione. Anche noi studenti dei licei partecipiamo al blocco“.
Il collettivo ha occupato la succursale del liceo della zona Ostiense, proprio in sostegno della Global Sumud Flotilla e alla popolazione di Gaza per “continuare la mobilitazione al fianco degli operai, dei lavoratori e degli occupanti“.
LA VOCE DEGLI STUDENTI
Oltre agli striscioni e all’occupazione, gli studenti hanno dichiarato anche delle promesse come: “Dopo gli attacchi di stanotte, le scuole occupano. Apre le danze il Rossellini di Roma ma la protesta è solo all’inizio“, terminando il discorso dopo la fine delle lezioni, davanti il liceo romano Cavour, con una frase per incentivare le altre scuole italiane prendendoli come modello: “Tutti come il Rossellini!“.
Nel frattempo i giovani di Sinistra Italiana e di Cambiare rotta si vedranno nel primo pomeriggio di mercoledì alla Sapienza per decidere come proseguire le azioni di protesta dopo l’attacco della Flotilla. Difatti gli studenti di Cambiare rotta stanno interrompendo le lezioni in alcune facoltà degli atenei romani per raccontare ai loro coetanei, attraverso dei megafoni, quanto avvenuto stanotte agli equipaggi della Flotilla. Hanno poi indetto una assemblea a Scienze politiche alla Sapienza per venerdì alle ore 16, dicendo in merito: “Vogliamo occupare tutte le scuole e le università di Roma e del paese“.
Attualità
Greta Thunberg e la Global Sumud: nave colpita da drone in Tunisia -Video
Dal ronzio al boato: così gli attivisti hanno vissuto l’attacco in piena notte.
Nella notte tra lunedì e martedì la Global Sumud Flotilla, la missione di attivisti diretta verso Gaza, ha vissuto momenti di panico: una delle navi pricipali, la Family Boat con a bordo anche Greta Thunberg, sarebbe stata colpita da un drone militare al largo delle coste tunisine.
Chi era di guardia ha raccontato di aver sentito un ronzio, poi un’esplosione e subito le grida: “Al fuoco, al fuoco!”.
L’equipaggio si è svegliato di corsa e ha cercato di mettersi in salvo. Oltre a Greta, sulla nave c’erano anche Yasemin Acar e Thiago Avila, figure chiave nell’organizzazione della Flotilla.
L’azione fa parte di una protesta internazionale e partecipata contro l’invasione israeliana a Gaza. La delegazione stava navigando vicino al porto tunisino di Sidi Bou Said quando è avvenuto l’attacco.
Le autorità tunisine però smentiscono: secondo Houcem Eddine Jebabli, portavoce della guardia nazionale, nell’area non c’erano droni. Per lui il fuoco potrebbe essere stato causato semplicemente da “delle sigarette”.
Attualità
La Global Sumud Flotilla e il tentativo di aprire un corridoio via mare per Gaza
Immagina tante piccole barche, cariche di cibo e medicine, che partono da diversi porti del Mediterraneo per andare a Gaza con un doppio scopo…
La Global Sumud Flotilla è un’iniziativa civile (per cui 26 mila persone hanno fatto richiesta) completamente legale che riunisce decine di imbarcazioni protette dal diritto marittimo da 44 paesi (tra cui l’Italia)
L’obbiettivo è rompere il blocco imposto da Israele sulla striscia di Gaza e poter cosi portare aiuti concreti alle persone in difficoltà.
Non a caso il nome “Sumud” significa resistenza, perseveranza, resilienza in arabo, e simboleggia la volontà di non arrendersi di fronte all’ingiustizia.
La seconda partenza fissata dopo quella del 31 Agosto (da Genova – Barcellona), era prevista oggi, 4 settembre, con il resto delle barche con partenza prevista da Tunisia, Grecia e Sicilia; tuttavia, è stato poi reso noto che quella da Tunisi è stata posticipata al 7 settembre, a causa dei ritardi accumulati e delle difficili condizioni meteo.
Giorgia Meloni, in proposito, ha affermato che saranno adattate tutte le misure di tutela e sicurezza per poter così garantire il buon esito dell’operazione.




