Attualità
Un’Isola di cambiamento: l’identità siciliana tra storia e letteratura

C’è una donna giapponese che attraversa mezzo mondo e sceglie Palermo come casa, lasciandovi le sue pennellate e il suo silenzio.
Ci sono giovani che vivono gli anni venti, tra sogni e ideologie, e c’è una terra percorsa da un esercito di camicie rosse, promessa e minaccia di un’Italia che stava per nascere.
Tutto questo è Sicilia. Tutto questo è identità.
La rassegna organizzata nasce con un intento chiaro: usare la letteratura come lente per indagare l’identità siciliana. I romanzi scelti ci accompagnano in un viaggio nella storia dell’isola, ma non si limitano a raccontare eventi: attraverso la narrativa, questi autori restituiscono un’immagine complessa della Sicilia, lontana da visioni stereotipate, e mettono in evidenza dinamiche sociali, culturali e politiche che hanno contribuito a formare il carattere dell’isola e dei suoi abitanti.
Nel romanzo I Malarazza, il Risorgimento non è solo lo sfondo di un’epoca turbolenta, ma il motore delle scelte radicali dei protagonisti.
La famiglia Montalto, espressione di una Sicilia rurale e ancorata alla tradizione, si trova costretta a reinventarsi. Antonio, il capofamiglia, intuisce che i tempi stanno cambiando: vende le terre ereditate per acquistare una nave e aprirsi a un futuro oltre i confini dell’isola.
Questa storia riflette il destino di tanti siciliani che, tra fine Ottocento e Novecento, hanno cercato altrove la possibilità di un futuro diverso, portando con sé un’identità che non si lascia alle spalle, ma si rielabora continuamente.
Le voci femminili e il racconto silenzioso
In questo racconto collettivo, le figure femminili assumono un ruolo centrale. O’Tama Kiyohara, artista giapponese realmente esistita e protagonista del romanzo La pittrice di Tokyo, sceglie Palermo come casa, lasciando un segno culturale e umano profondo, benché poco riconosciuto dalla narrazione ufficiale.
Francesca Maccani, ne “Le donne dell’Acquasanta,” ci porta nella Palermo di fine Ottocento, attraverso lo sguardo di donne che, pur ai margini della Storia, sono le vere custodi della memoria e del cambiamento. Franca, una delle protagoniste, lotta per il diritto alla dignità, in un contesto dove il lavoro femminile è spesso sinonimo di sfruttamento.
La loro battaglia, ambientata in un passato solo in apparenza lontano, ci ricorda che i diritti – specie quelli delle donne – non sono mai dati per scontati. La Palermo descritta diventa così una metafora potente: una città ricca di bellezza e vitalità, ma frenata da ingiustizie profonde.
Appartenenza e trasformazione
Chi resta e chi parte? È una domanda che attraversa generazioni di siciliani e che torna nei romanzi come una ferita aperta. Evereth racconta gli anni venti ma parla anche del nostro presente, di una gioventù che cerca il proprio posto tra desiderio di riscatto e senso di impotenza. L’identità siciliana diventa così un dialogo continuo tra radici e futuro, tra nostalgia e possibilità.
Leggere queste storie significa capire da dove veniamo, ma anche porci domande sul nostro presente: cosa abbiamo ereditato? Cosa abbiamo dimenticato? Cosa possiamo ancora cambiare?
Questi romanzi ci aiutano a ricordare. E ricordare, in Sicilia, è sempre un atto politico e culturale.
Gli incontri con gli autori, organizzati da Intesa Lettere, rappresentano un’occasione preziosa per riflettere insieme su identità, memoria e trasformazione. Nonostante siano promossi all’interno del corso di studi, sono aperti a tutti, studenti e interessati esterni.
Ecco il calendario di tutti gli appuntamenti:
Ascoltare queste voci significa interrogarsi su ciò che abbiamo ereditato, su ciò che è rimasto nascosto e su ciò che, ancora oggi, possiamo provare a cambiare.
Attualità
Scenari di guerra , gli USA attaccano l’Iran: follia o necessità? -Video

La situazione in Medio Oriente è sempre più tesa.
Dopo l’attacco di Israele contro l’Iran, gli Stati Uniti hanno deciso di entrare ufficialmente nel conflitto con un attacco notturno contro tre siti di ricerca iraniani sospettati di essere coinvolti nello sviluppo di armi nucleari.
L’Iran aveva già ritirato dagli accordi internazionali sul nucleare e aveva ostacolato il lavoro degli ispettori dell‘Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica, e adesso la situazione è precipitata.
Leggi anche Guerra in Medio Oriente, notizia shock degli USA: “Israele sta per attaccare L’Iran”
Il ministro degli esteri iraniano ha condannato l’attacco, affermando che l’Iran si riserva tutte le opzioni per difendere la propria sovranità e il proprio popolo. Inoltre, l’Iran ha dichiarato che questo attacco porterà delle conseguenze eterne.
La comunità internazionale è divisa: il segretario generale delle Nazioni Unite ha espresso allarme per l’attacco americano, mentre alcuni paesi, tra cui l’Italia, hanno difeso l’iniziativa statunitense come misura per prevenire lo sviluppo di armi atomiche da parte dell’Iran.
La situazione è estremamente volatile e potrebbe portare a una pesante escalation. Gli Stati Uniti hanno affermato di aver agito per difendere i propri interessi e quelli dei propri alleati, ma l’Iran non sembra intenzionato a cedere. La domanda adesso è: cosa succederà dopo? La risposta potrebbe cambiare il corso della storia.
Attualità
USA, arrestato il presunto killer di Minneapolis: aveva sparato a due politici democratici

È stato arrestato l’uomo sospettato degli attacchi a Minneapolis, in cui sono stati uccisi un parlamentare dello stato del Minnesota e di averne sparato a un altro: lo riporta il New York Times citando le autorità locali.
La caccia all’uomo è durata due giorni e, nel mentre, Vance Boelter aveva fatto perdere le sue tracce dopo aver ucciso la deputata Melissa Hortman e il marito e aver ferito il senatore John Hoffman e sua moglie.
Poco prima di entrare in azione ha scritto ai suoi coinquilini: “Ho bisogno di riposo. Vi voglio bene, non volevo finisse così. Potrei morire a breve“.

Foto: ANSA
L’IDENTIKIT DEL KILLER DI MINNEAPOLIS
Il killer è un cristiano evangelico fermamente contrario all’aborto e, insieme alla moglie, gestisce una società di sicurezza privata, la Praetorian Guard Security Services.
Di recente lavorava sei giorni alla settimana in due imprese di pompe funebri per “arrivare a pagare i conti” a fine mese, ha detto in un video postato online.
Un lavoro che svolgeva dopo avere frequentato nel 2023 e 2024 un corso online sulle scienze mortuarie, che si aggiunge al suo dottorato in leadership, al master in scienze del management e alla laurea in relazioni internazionali.
Prima della società di sicurezza con la moglie, ha gestito un negozio 7–Eleven a Minneapolis, ma è stato anche il direttore di una stazione di servizio a St Paul.
Più di recente su LinkeIn si è descritto come l’amministratore delegato di Red Lion Group, azienda nella Repubblica Democratica del Congo impegnata a creare posti di lavoro per la popolazione locale.
Boelter e sua moglie in passato dirigevano un’organizzazione no profit chiamata Revoformation Ministries e una versione archiviata del suo sito web – riporta il Washington Post – chiamava il killer ‘reverendo‘ affermando che era stato ordinato sacerdote nel 1993.
“Prima dell’11 settembre, Vance aveva già compiuto viaggi in diverse zone di Gaza e della Cisgiordania – si legge sul sito -. Si rivolgeva ai militanti islamici per condividere il Vangelo e dire loro che la violenza non era la risposta“.
Il killer è stato portato al carcere della contea di Hennepin ed è stato incriminato a livello federale con diverse accuse per le quali rischia la pena di morte.
Il governatore del Minnesota, Tim Walz, ha tirato un sospiro di sollievo dopo la cattura e poi ha esortato gli americani a ribellarsi a una normalità di violenza politica: “Non possiamo diventare insensibili. Siamo un paese diviso. Il modo per risolvere i problemi – ha detto l’ex candidato alla vicepresidenza di Kamala Harris – non è l’odio, ma è l’umiltà, la grazia e la civiltà“.
LE DICHIARAZIONI DEI SUOI CONOSCENTI
“Non ho idea di cosa stesse pensando, stava cercando lavoro ma forse le cose non hanno funzionato, forse si è arreso e ha deciso di andarsene nel tripudio della gloria“: ha dichiarato David Carlson, suo inquilino, raccontando di come Boelter vivesse con lui in una stanza in affitto e, lo scorso venerdì, aveva pagato quattro mesi anticipati nonostante vivesse con grosse difficoltà economiche e psicologiche.
Nel manifesto trovato nell’auto del killer sono stati trovati 70 nomi di politici, inclusi tutti i democratici al Congresso del Minnesota, oltre che dei gestori di alcune cliniche Planned Parenthood per l’aborto.
David Carlson ha raccontato che Boelter era andato in Africa alcuni mesi fa nella speranza di avviare una società per la sicurezza.
Quando è rientrato ha accettato un lavoro che prevedeva l’estrazione di bulbi oculari da cadaveri per la donazione di organi.
Carlson gli ha parlato l’ultima volta venerdì sera intorno alle 19, quando Boelter era già a letto così da essere riposato per il giorno successivo ma nulla lasciava presagire un gesto folle, ha precisato Carlson descrivendo il killer come una brava persona e difendendolo da coloro che tentano di dipingerlo come un esaltato di destra.
Boelter non parlava di politica e non aveva mai nominato le sue vittime, ha aggiunto il coinquilino riferendo però che consultava il sito Infowars del cospirazionista Alex Jones e aveva votato per Donald Trump nel 2024.
LA RICOSTRUZIONE DELL’ATTENTATO DI MINNEAPOLIS
Il killer di Minneapolis, giubbotto anti-proiettile sopra la maglietta e i pantaloni blu, si è presentato a casa del senatore Hoffman a Champlin, due membri democratici del Congresso dello Stato, in piena notte: l’allarme è scattato alle due del mattino quando la polizia è arrivata alla residenza in seguito a una sospetta sparatoria.
Un’ora e mezzo dopo gli agenti hanno ricevuto una chiamata di emergenza vicino Brooklyn Park, nell’abitazione della deputata Hortman.
Arrivate sul posto, le forze dell’ordine si sono trovate davanti a un uomo che usciva dalla casa della deputata con giubbotto antiproiettile e il distintivo.
Nel viale davanti casa era parcheggiata un’auto con le luci di emergenza accese.
Il killer ha aperto il fuoco contro gli agenti e poi è scappato dal retro della casa della deputata: da allora aveva fatto perdere le sue tracce fino al ritrovamento grazie ad un drone degli agenti di polizia, qualche giorno dopo.
La deputata Melissa Hortman e il marito sono morti, mentre il senatore John Hoffman e la moglie sono rimasti gravemente feriti.

In foto: le due vittime del killer di Minneapolis
Foto: ANSA
Attualità
Guerra in Medio Oriente, notizia shock dagli USA: “L’Israele sta per attaccare L’Iran”

Gli Stati Uniti sono in massima allerta, in Medio Oriente, in vista di un possibile attacco israeliano contro l’Iran, nonostante il presidente americano Donald Trump sia in trattative avanzate con Teheran per un accordo diplomatico volto a limitare il suo programma nucleare.
Il dipartimento di Stato ha autorizzato l’evacuazione di parte del personale in Iraq, mentre il Pentagono ha dato il via libera alla partenza dei familiari dei militari in tutto il Medio Oriente.
Ordine al personale non essenziale e alle famiglie di lasciare anche le ambasciate in Bahrain e in Kuwait.
IL COMUNICATO DELL’IRAN
L’Iran non rinuncerà al suo diritto all’arricchimento dell’uranio a causa delle crescenti tensioni nella regione. Lo ha detto un alto funzionario iraniano alla Reuters, come riporta l’agenzia sul proprio sito, aggiungendo che un Paese della regione “amico” aveva avvisato Teheran di un possibile attacco militare da parte di Israele.
Il funzionario ha affermato che le tensioni hanno lo scopo di “influenzare Teheran affinché cambi la sua posizione” in vista del nuovo round di colloqui con gli Stati Uniti previsti domenica in Oman.
LE PAROLE DI ISRAELE SUL MEDIO ORIENTE
Il ministero degli Esteri israeliano ha dichiarato che “l’Iran è impegnato in un programma di armamento nucleare segreto e sistematico“.
Secondo Gerusalemme: “l’accumulo rapido di uranio altamente arricchito dimostra chiaramente che la natura del programma non è civile, l’Iran ostacola in modo costante le attività di verifica e monitoraggio dell’Aiea, ha espulso ispettori, ripulito e nascosto siti sospetti non dichiarati – ha aggiunto il ministero -. Israele avverte che tali azioni minano il regime globale di non proliferazione e rappresentano una minaccia immediata alla sicurezza e alla stabilità regionale e internazionale“.
CONTINUA IL CONFLITTO NEL MEDIO ORIENTE
L’esercito israeliano ha ordinato agli abitanti di Gaza City, in Medio Oriente, di evacuare diverse aree, definendole “zone di combattimento“, nel territorio palestinese settentrionale.
I soldati israeliani “stanno operando nella zona in cui vi trovate per eliminare le infrastrutture terroristiche”, ha dichiarato su Telegram il portavoce dell’esercito in lingua araba, Avichay Adraee, mostrando una mappa che evidenzia in rosso diversi quartieri, tra cui la Città Vecchia di Gaza:”Per la vostra sicurezza, evacuate immediatamente verso i rifugi noti nella parte occidentale di Gaza City“, ha aggiunto.
“Tutti i servizi di comunicazione Internet e di linea fissa nella Striscia di Gaza sono stati interrotti in seguito all’attacco all’ultima linea principale in fibra ottica rimasta a Gaza“: lo ha reso noto il ministero delle Telecomunicazioni dell’Autorità Nazionale Palestinese in una nota, accusando Israele di tentare di isolare Gaza dal mondo.

Foto: La Repubblica
RIMPATRIATA GRETA THUNBERG
Nella giornata di mercoledì 11 giugno l’attivista svedese, che era a bordo del veliero della Freedom Flotilla abbordato dall’esercito israeliano, è stata portata all’aeroporto più vicino e rimpatriata in Francia insieme ai restanti 12 volontari.
L’Ong ha dichiarato: “Faranno lavoro di comunicazione e sensibilizzazione della stampa per conto degli altri che sono rimasti: questo perché chi non ha accettato di essere rimpatriato verrà trasportato nella prigione di Ramle, in attesa dell’udienza davanti a una corte israeliana che, disporrà l’espulsione degli attivisti.

In foto: Greta Thunberg appena rimpatriata in Francia
Foto: NBC news
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