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Cronaca

Delitto di Afragola: nuove rivelazioni dopo il colloquio tra Tucci e gli inquirenti

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Foto: RaiNews

Arrivano nuovi sconvolgenti retroscena sul delitto di Afragola, da parte di Alessio Tucci , il 18enne ex fidanzato di Martina, dopo essere stato ascoltato dagli inquirenti.

LA RICOSTRUZIONE

Il giovane, reo confesso del delitto di Afragola e in stato di fermo dallo scorso mercoledì notte con l’accusa di omicidio volontario e occultamento di cadavere, avrebbe raccontato agli inquirenti dei suoi numerosi tentativi di depistaggio per evitare che gli investigatori potessero sospettare di lui.

 

In foto, il luogo del Delitto di Afragol

In foto, il luogo del Delitto di Afragola Foto: RaiNews

Nelle ore successive all’omicidio, il 18enne avrebbe eliminato tutte le chat con la ragazza e si sarebbe tolto di dosso i vestiti insanguinati, cercando di nascondere il suo stesso telefono (tracciato successivamente con le telecamere di sorveglianza), per poi uscire tranquillamente la sera stessa con i suoi amici e partecipare il giorno dopo alle ricerche del corpo della ragazza.

Inoltre, Tucci avrebbe dichiarato durante l’interrogatorio: “L’ho colpita perché ha rifiutato il mio abbraccio”.

L’IPOTESI DEL PUBBLICO MINISTERO

Alberto della Valle, pubblico ministero della procura di Napoli, avrebbe ipotizzato un nuovo dettaglio raccapricciante: stando a quanto rilevato dall’autopsia, la 14enne sarebbe morta dopo lunghi minuti di agonia in seguito ai colpi in testa inferti con una pietra (ciò va in contrasto con le dichiarazioni di Tucci, che affermava che Martina prima di essere sommersa da quest’ultimo con i detriti era già morta).

L’AGGRAVANTE DELLA CRUDELTÀ

Nel provvedimento il P.M. ha aggiunto anche l’aggravante della crudeltà, per i ripetuti colpi sferrati contro la ragazza quando era ormai inerme.

Nel documento si parla infatti di “spiccata personalità trasgressiva e incontenibile dell’indagato” e si dice che, quando ha colpito e ucciso la ragazza, Tucci “scatenava una forza micidiale“.

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Cronaca

Cacciatore accidentalmente ucciso a Carrù: il suo compagno di caccia stava mirando ad un cinghiale

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Foto: Freepik

A Carrù, ieri (nonché giorno di apertura nazionale della caccia al cinghiale), è morto un cacciatore.

Daniele Barolo, agricoltore  di 46 anni, è stato accidentalmente ucciso con un colpo di fucile nel petto dal suo compagno di caccia, (insieme a lui in quel momento), che a sua volta stava mirando ad un cinghiale.

I soccorritori non hanno fatto in tempo a sopraggiungere, ed una volta arrivati, ogni tentativo di rianimare il cacciatore sembra essete risultato vano. Stando a quanto dichiarato, dunque, l’uomo è morto sul posto.

Attualmente, il fucile è stato sequestrato dai carabinieri intenti a fare ulteriori indagini per poter comprendere quale traiettoria abbia seguito il proiettile.

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Cronaca

La Global Sumud Flotilla segnala dei droni non identificati

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Foto: Giornale la Voce

Un episodio segnalato dal canale telegram della Global Sumud Flotilla, (spedizione con l’imbarcazione di 44 paesi che sta raggiungendo le coste di Gaza per poter rompere il blocco israeliano) lascia non poche preoccupazioni.

Ecco quanto dichiarato: “Si sono avvistati più droni, la cui origine non è stata ancora identificata, vicino alla flotta e che la seguono. Questo improvviso aumento dell’attività aerea ci preoccupa

L’episodio si è verificato di domenica, più precisamente alle ore 21:09, e gli apparecchi avvistati risultavano essere tre.

Nonostante la rassicurazione fatta alle famiglie dei partecipanti l’attivista brasiliano Thiago Avila, (nonché membro del direttivo) scrive, dalla Familia Madeira I droni vicini devono essere considerati una potenziale minaccia

Per questo, alle barche è stata raccomandato di organizzare bene la guardia notturna di stanotte.

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Cronaca

Razzo israeliano rinvenuto tra Lampedusa e l’isolotto di Lampione

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Foto: Repubblica di Palermo

Pochi giorni fa, tra Lampedusa e l’isolotto di Lampione, i pescatori del motopeschereccio Andrea Doria hanno avvistato un relitto metallico. Si tratta di un cilindro lungo circa 5 metri e largo 1,5.

Sulle fiancate sono ben visibili il logo dell’Agenzia Spaziale israeliana Minhalat HaHalal, che dipende dal ministero della Difesa e si occupa di missili e satelliti, oltre che una scritta in ebraico.

La zona resta sotto controllo, in attesa di decidere se procedere al recupero.

Il ministro della difesa Guido Crosetto ha escluso che l’oggetto faccia parte di un sistema militare israeliano in funzione, spiegando che si tratta con ogni probabilità di un frammento legato a un recente lancio spaziale.

La vicenda, tra indagini tecniche e risvolti diplomatici, è solo all’inizio.

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