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Cronaca

Roma: Simonetta Kalfus muore dopo una liposuzione, indagato il chirurgo

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Una donna di 62 anni, Simonetta Kalfus, aveva accusato di sentire dolori per poi diventare deceduta dopo 4 giorni di coma vegetativo. Il medico era già stato condannato un anno fa per lesioni per un intervento al seno su un’altra paziente.

Sulla vicenda, è indagato il chirurgo che ha effettuato la liposuzione in una struttura privata a Roma alla donna di 62 anni Simonetta Kalfus, morta pochi giorni dopo all’ospedale Grassi di Ostia. La donna era stata ricoverata il 18 marzo in gravi condizioni.

Il cuore della vittima si è spento martedì scorso dopo essere stata per 4 giorni in coma vegetativo, si presuppone per complicazioni legate all’operazione di chirurgia estetica.

La salma è stata trasferita al Policlinico di Tor Vegeta per effettuare l’autopsia che renderà chiare le cause del decesso. Ad indagare sul caso è la polizia di Anzio, dopo la denuncia presentata dalla figlia della donna, hanno acquisito la cartella clinica e tutta la documentazione sanitaria relativa alla 62 enne.

Nel frattempo, gli investigatori stanno anche analizzando la documentazione relativa allo studio situato in zona Tuscolana in cui è stata eseguita l’intervento di liposuzione alla donna, per vedere se fosse tutto nella norma. La vittima, dopo essersi sottoposta all’operazione, avrebbe iniziato ad accusare dolori e in seguito anche febbre. Dopo essersi recata all’ospedale di Pomezia, le sue condizioni hanno continuato a peggiore fino ad arrivare al ricovero di Grassi di Ostia, in cui la donna è morta dopo alcuni giorni in coma.

L’INDAGATO

Al momento, il chirurgo che ha effettuato l’operazione è indagato. L’uomo in questione sarebbe già stato condannato un anno fa per lesioni in seguito ad un intervento di lifting al seno.

Classe 2003. Studentessa in Scienze della Comunicazione all'Università degli studi di Palermo. Aspirante giornalista e graphic designer e appassionata della cultura giapponese, delle riviste della nuova generazione e ogni forma d'arte.

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Cronaca

Cacciatore accidentalmente ucciso a Carrù: il suo compagno di caccia stava mirando ad un cinghiale

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Foto: Freepik

A Carrù, ieri (nonché giorno di apertura nazionale della caccia al cinghiale), è morto un cacciatore.

Daniele Barolo, agricoltore  di 46 anni, è stato accidentalmente ucciso con un colpo di fucile nel petto dal suo compagno di caccia, (insieme a lui in quel momento), che a sua volta stava mirando ad un cinghiale.

I soccorritori non hanno fatto in tempo a sopraggiungere, ed una volta arrivati, ogni tentativo di rianimare il cacciatore sembra essete risultato vano. Stando a quanto dichiarato, dunque, l’uomo è morto sul posto.

Attualmente, il fucile è stato sequestrato dai carabinieri intenti a fare ulteriori indagini per poter comprendere quale traiettoria abbia seguito il proiettile.

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Cronaca

La Global Sumud Flotilla segnala dei droni non identificati

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Foto: Giornale la Voce

Un episodio segnalato dal canale telegram della Global Sumud Flotilla, (spedizione con l’imbarcazione di 44 paesi che sta raggiungendo le coste di Gaza per poter rompere il blocco israeliano) lascia non poche preoccupazioni.

Ecco quanto dichiarato: “Si sono avvistati più droni, la cui origine non è stata ancora identificata, vicino alla flotta e che la seguono. Questo improvviso aumento dell’attività aerea ci preoccupa

L’episodio si è verificato di domenica, più precisamente alle ore 21:09, e gli apparecchi avvistati risultavano essere tre.

Nonostante la rassicurazione fatta alle famiglie dei partecipanti l’attivista brasiliano Thiago Avila, (nonché membro del direttivo) scrive, dalla Familia Madeira I droni vicini devono essere considerati una potenziale minaccia

Per questo, alle barche è stata raccomandato di organizzare bene la guardia notturna di stanotte.

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Cronaca

Razzo israeliano rinvenuto tra Lampedusa e l’isolotto di Lampione

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Foto: Repubblica di Palermo

Pochi giorni fa, tra Lampedusa e l’isolotto di Lampione, i pescatori del motopeschereccio Andrea Doria hanno avvistato un relitto metallico. Si tratta di un cilindro lungo circa 5 metri e largo 1,5.

Sulle fiancate sono ben visibili il logo dell’Agenzia Spaziale israeliana Minhalat HaHalal, che dipende dal ministero della Difesa e si occupa di missili e satelliti, oltre che una scritta in ebraico.

La zona resta sotto controllo, in attesa di decidere se procedere al recupero.

Il ministro della difesa Guido Crosetto ha escluso che l’oggetto faccia parte di un sistema militare israeliano in funzione, spiegando che si tratta con ogni probabilità di un frammento legato a un recente lancio spaziale.

La vicenda, tra indagini tecniche e risvolti diplomatici, è solo all’inizio.

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