Cronaca
Processo Puff Daddy: nuove testimonianze scioccanti

Dall’inizio del processo contro il noto rapper Sean Diddy Combs in arte P Diddy, accusato di traffico sessuale e associazione a delinquere, tra le varie accuse emerse che potrebbero portarlo all’ergastolo, la giuria ha ascoltato le prime testimonianze.
L’imputato Sean Diddy Combs, rapper e imprenditore vincitore di tre Grammy Awards, a seguito della denuncia di diverse donne, è oltremodo accusato di cinque capi di imputazione tra cui: traffico sessuale con forza, frode e coercizione. A riguardo il cantante si è dichiarato non colpevole di nessuno dei capi di imputazione, ma al massimo, come hanno spiegato i suoi avvocati difensori, di violenza domestica, precisando però che un uomo colpevole di quel reato non per forza deve essere macchiato di altri. Se alla fine del processo Puff Daddy risulta colpevole, rischia da 15 anni fino all’ergastolo.
“IL RACCONTO DI 20 ANNI DI CRIMINI COMMESSI”
Lunedì 12 maggio a New York, dopo la selezione della giuria e le dichiarazioni iniziali degli avvocati di accusa e difesa, la procuratrice Emily Johnson ha preannunciato: “Il racconto di 20 anni di crimini commessi dall’imputato” che riguardano anche i ‘freak-off‘ ossia i festini a base di droga, sesso e violenze ai quali il cantante avrebbe costretto donne e uomini a partecipare contro la loro volontà.
L’accusa sostiene che P Diddy avrebbe usato tutto il suo potere e prestigio per indurre le donne a partecipare ai freak-off, facendolo talvolta con violenza. Una volta avrebbe fatto penzolare una donna da un balcone, un’altra invece avrebbe attaccato “ferocemente” le donne che si sarebbero rifiutate di partecipare alle orge.
In tutte queste vicende Combs non avrebbe agito da solo, bensì con l’aiuto di guardie del corpo e dipendenti che l’avrebbero aiutato a commettere questi crimini e ad insabbiarli, il tutto con lo scopo di mettere in pratica le fantasie sessuali dell’imputato. In più Puff Daddy avrebbe cercato di mettere a tacere le vittime con una serie di ricatti, violenze compresi rapimenti, incendi e percorse fisiche in avvenimenti che sono successi nell’arco di 20 anni.
LA TESTIMONIANZA E LE ACCUSE DELL’EX FIDANZATA
Il 13 maggio Cassie Ventura, cantante americana di 38 anni oltre ad essere l’ex fidanzata dell’imputato, con voce tremante e pancione ben visibile, è salita sul banco dei testimoni nel tribunale federale di Manhattan per raccontare ai presenti l’incubo vissuto per oltre 10 anni accanto al rapper Puff Daddy.
Come dice Page Six, la donna ha raccontato di essere stata maltrattata ripetutamente oltre che per motivi futili, dicendo: “Mi colpiva in testa, mi buttava a terra, mi trascinava, mi prendeva a calci, mi calpestava la testa se ero a terra“, aggiungendo: “Se facevo una faccia sbagliata, prima che me ne rendessi conto, venivo colpita in faccia“, precisando che le percosse subite lasciavano dei segni ben evidenti: “Mi si formavano dei bozzi sulla fronte“.
Ma a fare più male, dichiara al donna, era la manipolazione: “Mi faceva sentire come se il sesso fosse l’unica cosa buona in me. Mi umiliava se non volevo farlo – Non sapevo mai chi sarebbe stato una volta che si fosse svegliato. Ogni giorno era un’incognita. Il suo sguardo cambiava, diventava un’altra persona. Gli occhi gli diventavano neri. La versione di cui ero innamorata non c’era più.”
Precisando che il controllo su di lei era totale: dalle scelte estetiche: “non gli piacevano certe acconciature, diceva che mi facevano sembrare troppo messicana“, a ripetute pressioni per interventi chirurgici e piercing intimi, fin ad arrivare al ricatto emotivo e psicologico.
Ventura ha poi espresso qualche parola sui festini ‘freak-offs‘ dichiarando: “Mi faceva assumere una escort e poi organizzava questa “esperienza” in modo che potessi esibirmi con lui che ci guidava nell’atto sessuale“. Durante questi eventi la donna era spesso sotto gli effetti di varie droghe anche pesanti, la quale ha spiegato: “Non riuscivo a immaginarmi di fare tutto ciò senza una sorta di cuscinetto… Era sesso con uno sconosciuto con cui non volevo farlo“. Ha inoltre ricordato quando Combs le chiese come si chiamasse suo nonno e dopo aver risposto “Pop Pop“, lui pretese di essere chiamato così anche in situazioni ‘piccanti’: “Pensai che fosse strano all’epoca. Ora lo trovo semplicemente disgustoso e irrispettoso“.
“MI DIEDE UNA PISTOLA CARICA”
L’ex fidanzata di Puff Daddy ha poi rivelato di essere stata costretta dall’imputato a tenere una pistola carica nella propria borsa durante una serata in un locale di Los Angeles, mentre la donna era sotto effetto di droghe, dichiarando: “Ricordo solo che avevamo preso dei funghi ed ero davvero fatta. Mi ha dato la pistola solo per tenerla nella borsa, ma per tutto il tempo ho avuto paura che esplodesse. Non ho idea del motivo per cui avessi un’arma carica“.
ACCUSE DI UN ADDETTO ALLA SICUREZZA
Durante il processo è stato mostrato anche il video di una telecamera di sorveglianza di un hotel in cui alloggiavano Combs e l’ex fidanzata, in cui si vedeva chiaramente l’uomo con addosso solo un asciugamano, picchiare violentemente la donna con una serie di pugni e calci a ripetizione. P Diddy avrebbe poi cercato di far tacere con in cambio una somma di denaro un uomo che ora fa parte delle testimonianze, ovvero Israel Florenz, un ex addetto alla sicurezza dell’hotel, che ha spiegato di aver rifiutato il denaro offertogli per tacere il comportamento dell’uomo. Florenz ha inoltre detto di aver trovato Combs seduto su una sedia con uno sguardo diabolico e che la Ventura si ritrovava con un occhio viola e ripeteva di volersene andare, mentre il cantante le diceva che non sarebbe successo, ma l’uomo è poi intervenuto dicendo: “Se vuole andarsene, se ne andrà“.
TESTIMONIANZA DI UN PROSTITUTO
A testimoniare contro il rapper si è aggiunto anche un uomo, ovvero Daniel Phillip, un prostituto di 41 anni pagato per migliaia di dollari in diverse occasioni tra il 2012 e il 2014 per consumare atti sessuali con la Ventura, mentre Combs guardava il tutto.
L’uomo ha testimoniato che Puff Daddy avrebbe aggredito Ventura in almeno due occasioni, una volta quando era al computer, lui le avrebbe intimato di raggiungerlo e quando lei aveva perso qualche minuto, a quel punto il rapper: “Iniziò a trascinarla per i capelli in camera sua“, mentre lei urlava che le dispiaceva e poi aveva sentito quelli che sembravano schiaffi, mentre il cantante avrebbe detto “Put**na, quando ti dico di venire qui, vieni. Subito, non dopo“.
Un evento del genere, sempre con schiaffi, era successo pure una seconda volta, con l’ex fidanzata che alla fine si avvicinò all’uomo tremando come se fosse terrorizzata.
Cronaca
Guerra in Medio Oriente, l’IDF ordina l’evacuazione nel Nord di Gaza: gli ultimi sviluppi
Cronaca
Addio ad Alvaro Vitali, l’indimenticabile Pierino

L’attore italiano Alvaro Vitali è scomparso all’età di 75 anni, lasciando un vuoto nel mondo dello spettacolo.
Vitali è stato noto soprattutto per il personaggio di Pierino, che ha interpretato in numerosi film della commedia sexy italiana negli anni ’70 e ’80.
Con la sua faccia simpatica e la sua comicità irresistibile, Vitali ha conquistato il cuore di generazioni di spettatori italiani. I suoi film, come “Pierino contro tutti” e “Pierino medico della Saub”, sono diventati cult e continuano a essere amati e rivisti ancora oggi.
La sua morte è stata confermata e ha suscitato un grande cordoglio tra i fan e i colleghi del mondo dello spettacolo. Alvaro Vitali lascia un’eredità indelebile nella storia del cinema italiano e sarà ricordato per sempre come uno degli attori più amati e divertenti del suo tempo.
Cronaca
Guerra in Medio Oriente: l’Iran attacca le basi degli Stati Uniti in Qatar, Siria e Iraq

In Medio Oriente, è arrivata la tanto attesa risposta dell’Iran agli attacchi degli Stati Uniti, dei giorni scorsi, come aiuto allo stato israeliano. Gli attacchi americani, come confermato dal presidente Donald Trump, hanno colpito con successo tutte le basi iraniane, all’interno delle quali, si stava lavorando con materiali nucleari.
La tv di Stato iraniana ha annunciato l’inizio della operazione “Glad Tidings of Victory” contro le forze americane nella base aerea Al-Udeid in Qatar: lanciati diversi missili balistici, nessun morto o ferito, attaccate anche le basi Usa in Siria e Iraq. Un alto funzionario della Casa Bianca ha confermato che gli Stati Uniti erano a conoscenza di un potenziale attacco dell’Iran contro la base in Qatar: lo riferisce il New York Times.
LE ULTIME ORE IN MEDIO ORIENTE
L’Iran ha risposto agli attacchi americani delle scorse ore: lanciati diversi missili balistici verso la base statunitense di Al Udeid in Qatar e le esplosioni sono state udite a Doha. Nessun morto o ferito, conferma un funzionario americano. Colpite anche le basi Usa in Siria ed Iraq.
Donald Trump, il capo di stato maggiore congiunto Dan Caine e il capo del Pentagono Pete Hegseth sono stati nella Situation Room per monitorare gli attacchi dell’Iran: lo riporta la CNBC citando fonti della Casa Bianca. Il consiglio supremo per la Sicurezza nazionale dell’Iran: “Lanciato un numero di missili pari a quello delle bombe utilizzate dagli Stati Uniti nell’attacco“. Un alto funzionario della Casa Bianca ha confermato che gli Stati Uniti erano a conoscenza di un potenziale attacco dell’Iran contro la base aerea di Al Udeid in Qatar: lo riferisce il New York Times.
Il presidente russo Vladimir Putin e il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi hanno discusso “diverse questioni, principalmente nel contesto delle possibili prospettive di una risoluzione pacifica” nel conflitto tra Israele e Iran. Lo ha riferito il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, citato dall’agenzia Interfax. I raid Usa avrebbero causato danni “molto significativi” alle aree sotterranee dell’impianto iraniano di arricchimento dell’uranio di Fordow, ma l’entità è ancora incerta. Lo afferma Rafael Grossi (Aiea), secondo il Times of Israel: “Tutti i siti nucleari in Iran hanno subito danni monumentali, come mostrato dalle immagini satellitari“.

Foto: La Repubblica
LA RIVENDICAZIONE DELL’IRAN
I Guardiani della rivoluzione islamica (Irgc) hanno confermato ufficialmente l’attacco sulla base americana di al Udeid, in Qatar. “Nel nome di Allah, il compassionevole, il misericordioso, chiunque ti attacchi, allora attaccalo allo stesso modo“, si legge in una nota diramata dall’agenzia Tasnim. “A seguito della palese aggressione militare del regime criminale degli Stati Uniti d’America contro i pacifici impianti nucleari della Repubblica islamica dell’Iran e della chiara violazione del diritto internazionale, il Corpo delle Guardie Rivoluzionarie Islamiche (Irgc), con la guida del consiglio supremo di Sicurezza nazionale e la leadership del Quartier Generale Centrale di Khatam al-Anbiya, ha preso di mira con un distruttivo e potente attacco missilistico la base di Al-Udeid in Qatar“, si spiega ancora.
Il messaggio, ammoniscono i Pasdaram “è chiaro e inequivocabile“: “La Repubblica islamica dell’Iran, confidando in Dio Onnipotente e contando sul popolo fedele e ben noto dell’Iran islamico, non lascerà la sua integrità territoriale, la sovranità e la sicurezza nazionale senza risposta in nessuna circostanza“.
LA RISPOSTA DI TRUMP
Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, rimane aperto alla via diplomatica con l’Iran, ma ritiene che il popolo iraniano debba ribellarsi se il regime continuerà a rifiutare un accordo sul nucleare.
Lo ha dichiarato la portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt, intervenendo su Fox News. “Se il regime iraniano si rifiuta di arrivare a una soluzione diplomatica pacifica – cosa alla quale il presidente è ancora interessato e con cui è disposto a impegnarsi – perché il popolo iraniano non dovrebbe togliergli il potere?“, ha affermato Leavitt, definendo il governo di Teheran “incredibilmente violento” e “oppressivo da decenni“.
L’ITALIA SI OFFRE PER I NEGOZIATI IN MEDIO ORIENTE
La premier ha parlato alla Camera – mentre sarà al Senato martedì – in vista del Consiglio europeo del 26 e 27 giugno. Guardando al Medio Oriente, dopo il bombardamento Usa in Iran, la presidente del Consiglio chiama Teheran a negoziare per la gestione del nucleare. “Non è stato chiesto l’uso delle nostre basi, che comunque potranno essere usate solo con l’autorizzazione del governo e dopo un passaggio parlamentare”, dice.
Spinge poi per il “cessate il fuoco” sulla Striscia di Gaza e assicura ancora sostegno a Kiev.

Foto: ANSA
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