Attualità
Elezioni europee 2024: Schlein e Meloni possono candidarsi?
Giorgia Meloni ed Elly Schlein hanno entrambe annunciato la loro candidatura per le elezioni europee del 2024.
Tuttavia, per legge, nessuna delle due può effettivamente ricoprire il ruolo per cui si stanno candidando. Questa candidatura risulta quindi una farsa: uno stratagemma per raccogliere più voti per il proprio partito sfruttando il loro nome.
Questa rubrica nasce con l’obiettivo di promuovere un voto responsabile, dato che le informazioni sul voto non sono sempre facilmente accessibili a tutti. Esaminiamo quindi perché queste due personalità politiche non possono effettivamente candidarsi, o meglio, potrebbero candidarsi solo a una condizione…
Secondo la legge, non è possibile essere contemporaneamente membro del Parlamento Italiano e del Parlamento Europeo.
Nonostante questo, sia Giorgia Meloni sia Elly Schlein hanno presentato la loro candidatura per le prossime elezioni europee. Sanno bene che, se ricevessero abbastanza voti per essere elette, dovrebbero immediatamente rinunciare al seggio nel Parlamento Europeo. Accettare l’incarico di eurodeputato significherebbe abbandonare il loro attuale ruolo politico in Italia: Schlein non sarebbe più deputata del Parlamento italiano e Giorgia Meloni dovrebbe dimettersi da Presidente del Consiglio per diventare eurodeputate.
Entrambe hanno chiaramente dichiarato di non voler rinunciare ai loro attuali incarichi. Allora perché si sono candidate?
Entrambe le leader vogliono sfruttare la loro immagine, che ha ottenuto un forte consenso tra il pubblico, illudendo coloro che le voteranno, facendo credere che saranno effettivamente loro a ricoprire la carica di eurodeputate. In realtà, questa è solo una strategia per garantire più voti al proprio partito durante le elezioni europee.
Dunque, nessuna delle due leader entrerà mai effettivamente nel Parlamento europeo, ma il loro partito guadagnerà sicuramente numerosi consensi. Questa tattica non è nuova, poiché anche Salvini l’ha adottata nel 2019.
Tuttavia, ciò non toglie che si tratti di un vero e proprio inganno nei confronti degli elettori italiani, che votano pensando di eleggere una persona ma si ritrovano rappresentati da un’altra.
Attualità
Addio a Maggie Smith: ci lascia ad 89 anni l’attrice di Harry Potter e Downtown Abbey
Maggie Smith, all’età di 89 anni è venuta a mancare, ad annunciare la morte è stata la famiglia.
L’attrice britannica Maggie Smith vincitrice di due premi Oscar, leggenda del teatro e dei grandi schermi che ci ha accompagnato per più di 70 anni, è morta oggi in un ospedale a Londra.
Ad annunciare la tragica notizia sono stati i suoi figli in un comunicato, Chris Larkin e Toby Stephens: “È con grande tristezza che dobbiamo annunciare la scomparsa di Dame Maggie Smith. È morta pacificamente in ospedale questa mattina presto, venerdì 27 settembre“.
I RUOLI ICONICI IN HARRY POTTER E DOWNTOWN ABBEY
Smith era nota e molto amata dal pubblico soprattutto per il ruolo di Minerva McGrannit nella famosissima saga di Harry Potter e nelle vesti della contessa Violet Crawley nella serie Downton Abbey. Ma anche per altri innumerevoli ruoli in tante celebri commedie.
Smith è stata una delle più importanti attrici britanniche di un’intera generazione. Ha recitato anche in: Assassinio sul Nilo (1978), Hook – Capitan Uncino (1991), Sister Act – La sorellastra (1992), Il giardino segreto (1993), Marigold Hotel – Il miglior hotel esotico (2012), Quartet – Quartetto (2012) e The Lady in the Van – La signora del furgone (2015).
Attualità
L’addio a Paola Marella: un vero e proprio lutto per Real time
Paola Marella, architetto di grande talento e volto celebre del canale televisivo Real Time, ricordata soprattutto per progarmmi come “Vendo casa disperatamente” si è spenta all’età di 61 anni.
La notizia della sua scomparsa ha scosso il mondo della televisione e dell’architettura, lasciando un grande vuoto tra i suoi colleghi e il pubblico che l’aveva seguita con affetto per anni.
Il 16 dicembre 2021 le fu diagnosticato un adenocarcinoma duttale del pancreas metastatico che alla fine, ha avuto la meglio su Paola.
Oltre alla televisione, era impegnata anche nel mondo editoriale e nella consulenza, confermandosi una figura influente nel settore del design. La sua passione per l’architettura e il buon gusto ha ispirato molti, rendendola un punto di riferimento per chi desiderava trasformare le proprie abitazioni in spazi unici e funzionali.
La sua scomparsa ci lascia un’importante eredità di impegno nel desing e amore per il proprio lavoro.
Attualità
Giancarlo Siani: il ricordo del giovane giornalista ucciso 39 anni fa dalla camorra
Il 23 settembre del 1985 la camorra uccideva a soli 26 anni Giancarlo Siani, il giovane giornalista napoletano che scriveva nel quotidiano “Il Mattino“.
LA SUA STORIA
Giancarlo Siani era un praticante giornalista, perciò non essendo ancora appartenente alla categoria dei giornalisti professionisti , veniva chiamato “abusivo “.
Ma nonostante ciò, Siani aveva capito cosa significasse svolgere correttamente questo lavoro, e grazie alle sue qualità umane e professionali si è impegnato a smascherare un mondo, quello della criminalità organizzata e quindi anche della corruzione.
Durante i suoi studi universitari, svolti alla facoltà di Sociologia dell’Università di Napoli, si interessò dei disagi provenienti dalle fasce sociali più deboli, contesti in cui si insediava facilmente la criminalità organizzata, inoltre fondò, insieme ad altri giovani giornalisti, il Movimento Democratico per il Diritto all’Informazione.
Successivamente, iniziò a lavorare come corrispondente da Torre Annunziata nel quotidiano “Il Mattino“, occupandosi di cronaca nera, e dunque di camorra, nello specifico studiò l’assetto gerarchico delle famiglie camorristiche che comandavano nei territori.
Siani, proseguendo la collaborazione da corrispondente nel quotidiano di Napoli, analizzò l’instaurazione di relazioni tra la criminalità organizzata e la politica, in particolare scoprì che si era creata una collusione, solidificata il giorno dopo il terremoto dell’Irpinia, tra alcuni rappresentanti politici campani e Valentino Gionta, un boss locale che aveva detenuto il controllo dell’intero mercato di droga tra Torre Annunziata e Castellammare di Stabia.
Dopo numerosi articoli d’inchiesta, in cui il giornalista denunciava la camorra, e il sistema politico a essa asservito, Siani ottenne una promozione, pertanto venne trasferito a Napoli per lavorare all’interno della redazione del “Mattino“, continuando però a occuparsi di quanto accadeva a Torre Annunziata, peraltro stava lavorando alla pubblicazione di un libro relativo al rapporto politica-camorra negli appalti per la ricostruzione post-terremoto.
Inoltre, sempre in quel periodo, Siani avrebbe dovuto sostenere l’esame che lo promuoveva a giornalista professionista, ma purtroppo non fece in tempo.
L’ARTICOLO CHE GLI COSTO’ LA VITA
In seguito all’arresto del boss Valentino Gionta, Siani, il 10 giugno del 1985, pubblicò un articolo, nel quale emersero delle verità scomode, grazie anche a delle rivelazioni di un suo amico carabiniere.
In questo articolo, Siani scrisse che Gionta fu venduto alla polizia dal clan Nuvoletta (in alleanza con i corleonesi di Totò Riina), e dal clan Bardellino (membri della “nuova famiglia”), dunque colpì il punto di forza dei mafiosi, “l’onore“.
Il motivo di tale tradimento fu la cessione della guerra tra famiglie, che ha portato all’accordo tra i Nuvoletta e Antonio Bardellino.
Fu proprio la pubblicazione di questo articolo a far scaturire la rabbia dei fratelli Nuvoletta, i quali, con la complicità dei corleonesi di Totò Riina, il 23 settembre del 1985, ordinarono la sua uccisione.
Siani fu ucciso mentre era bordo della sua citroen mèhari verde, con 10 colpi di pistola sparati da dei killer a volto scoperto.
Ma fu anche ucciso dagli uomini spudoratamente corrotti, che oscuravano la sua visione libera e anti-conformista.
UN ESEMPIO PER I GIOVANI
Giancarlo Siani era un ragazzo straordinariamente normale, che credeva in quello che faceva.
Il suo obbiettivo era quello di aiutare i ragazzi, ad essere liberi, quei ragazzi che, crescendo in contesti difficili, ed essendo isolati dalle istituzioni ,venivano facilmente reclutati dalla camorra.
Poco prima di morire, Siani tenne degli incontri nei licei parlando ai giovani, dicendo loro che “la criminalità e la corruzione non si combattono solo con i carabinieri . Le persone per scegliere devono sapere, devono conoscere i fatti.
E allora quello che un giornalista “giornalista” dovrebbe fare e questo: informare“.
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