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Calcio

Il Real Madrid vola in semifinale, Rüdiger insacca il rigore decisivo

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Foto: IG 433

Nella serata di Manchester la spunta il Real Madrid! Il rigore decisivo di Rüdiger manda il Real Madrid in semifinale al termine di un incontro infinito.

All’Etihad lo spettacolo inizia con ritmi meno frenetici dell’andata, con entrambe le formazioni restie nel concedere occasioni pericolose. Equilibrio che dura appena dieci minuti, all’11′ il Real Madrid sblocca il match alla prima vera occasione della partita. Vinicius, servito in corsa da Carvajal sull’out di destra imbuca per Rodrygo che da pochi passi insacca il pallone dopo una prima risposta di Ederson. Il Manchester City risponde subito con Haaland, il norvegese salta più in alto di tutti e impatta di testa ma il pallone si spegne sulla traversa. Al 27′ De Bruyne prova dalla distanza esplodendo il destro scaldando i guantoni a Lunin. Dopo il vantaggio dei Blancos, i Citizens dominano il gioco alla ricerca del pari costringendo gli avversari a chiudersi ed accontentarsi delle ripartenze, aggredendo ferocemente i palleggiatori del Real con un pressing quasi asfissiante. La prima frazione vede il Real avanti per 0-1, grazie alla rete siglata da Rodrygo che raggiunge quota quattro marcature su cinque incontri disputati con il City.

Nel secondo tempo Nacho compie un salvataggio eroico su Haaland spazzando il dopo aver dribblato addirittura Lunin, evitando una clamorosa autorete. Continua il solito giro palla degli inglesi alla ricerca di un varco per rimettere tutto in parità, il Real si limita a difendere. Guardiola punta su Doku e la sua velocità per trovare la giocata vincente. Dopo un secondo tempo dominato in lungo e in largo, il Manchester City trova il pareggio con De Bruyne, il tentativo di cross di Doku viene deviato in modo impreciso da Rudiger,il centrocampista arriva sulla sfera e da pochi passi insacca la rete che potrebbe allungare il match ai supplementari. Dopo il pareggio, il Manchester City continua a dominare il gioco, costringendo il Real Madrid nella propria metà campo. All’81De Bruyne si divora la palla della qualificazione mancando la porta da ottima posizione. Ancelotti capisce il momento di difficoltà e tenta di svegliare la squadra inserendo Modric e Brahim Diaz. Al termine dei novanta minuti non il totale rimane inchiodato sul 4-4, lo spettacolo continua ai supplementari.

Guardiola per i tempi extra regolamentari inserisce Julián Álvarez al posto di Haaland, che anche in questo doppio confronto non ha trovato il gol contro il Real Madrid. In questo quarto d’ora il Real torna ad affacciarsi nella metà campo avversaria, ma il Manchester City resta padrone del gioco. Al 102′ esaurisce la benzina Vinícius Júnior, sostituito da Lucas Vazquez. Negli ultimi secondi del primo tempo supplementare Rudiger sfiora il gol del clamoroso 1-2, sul pallone velenoso di Brahim. Nella ripresa la stanchezza fa da padrona ed il Real inserisce Militao, sostituendo Carvajal. Anche Guardiola è costretto a sostituire De Bruyne e Akanji per Kovačić e Stones. Nei minuti finali il City torna ad assediare l’area del Real Madrid alla ricerca della giocata vincente per evitare i tiri dal dischetto.  Non bastano 120 minuti, si deciderà tutto ai rigori.

Dagli undici metri dopo i molteplici errori di Modric, Bernardo Silva, Kovačić, (tutti parati dai portieri) il rigore decisivo calciato da Rüdiger manda in semifinale i Blancos al termine di un doppio confronto che ha regalato spettacolo dal primo all’ultimo minuto, terminato 3-4 ai calci di rigore.

Classe 2001. Studente in Scienze della Comunicazione all'Università degli studi di Palermo. Aspirante telecronista/giornalista sportivo e grande appassionato di calcio e di musica

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Il Supercommento della 14ª giornata di Serie A

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Il commento completo di tutte le partite, con la Top11 alla fine, della quattordicesima giornata di Serie A.

Cagliari-Verona (A cura di Marco Rizzuto)

Tra le mura dell’Unipol Domus la decide Piccoli, il Cagliari vince lo scontro salvezza e torna a vincere dopo sei giornate. Dopo soli cinque minuti i padroni di casa  sfiorano il vantaggio con Mina, ma il colombiano manca la porta per centimetri. L’atmosfera è molto calda ed entrambe le formazioni lottano su ogni pallone. La prima frazione segue un copione di dominio rossoblù in cui i padroni di casa gestiscono il possesso mentre il Verona si chiude in difesa tentando il colpo in contropiede. Sul finale Lazovic si divora il gol del vantaggio a porta vuota, impedendo agli scaligeri di chiudere avanti il primo tempo. Alla ripresa il gioco segue gli stessi ritmi e Nicola tenta di indirizzare la partita con l’ingresso in campo di Felici e Viola, con quest’ultimo col compito di favorire il gioco palla a terra. Ad un quarto d’ora dalla fine, i sardi trovano il gol partita al termine di una splendida manovra condotta da Makoumbou che serve un cioccolatino per Felici, bravo ad innescare Piccoli, che con freddezza buca Montipo’. Dopo il gol subito, il Verona accenna una reazione senza però impensierire troppo la difesa rossoblu’. Nelle battute finali il Cagliari sfiora il raddoppio con Obert, ma nel primo tentativo è bravo Montipò ad opporsi, e nel secondo il difensore colpisce il legno. La vittoria dei ragazzi di Nicola permette al Cagliari di lanciarsi in alto, staccando la zona rossa della classifica.

Como-Monza

Il primo derby in Serie A tra Como e Monza termina in pareggio. Nel gioco delle coppie attuato da Nesta e il suo Monza, Fabregas lascia libero di svariare Nico Paz, cosi da creare l’effetto domino che libera i tre tenori dell’attacco lariano. Il primo squillo è un destro a giro di Fadera, palla fuori di poco alla sinistra di Turati. L’intento dei padroni di casa è quello di appesantire una zona del campo, per poi andare a concludere dall’altro sfruttando i movimenti continui di Cutrone e Strefezza, abili nel non dare punti di riferimento alla difesa del Monza, la cui manovra in avvio si affida esclusivamente al giro palla dei tre centrali. L’ideale non proprio estetista di Nesta trova riscontri con il passare dei minuti, con i brianzoli che giocano molto in verticale e tentano di ribaltare il fronte in pochi passaggi. Alla mezz’ora il primo squillo degli ospiti, con un corner battuto corto verso Bianco, il cui cross a giro trova Caldirola libero sul secondo palo, colpo di testa forte ma non preciso e Reina intercetta. Da corner a corner, perché su palla inattiva il Como sblocca il derby: al 36′ un rimpallo, dopo un tiro a botta sicura di Goldaniga, indirizza la palla verso Engelhardt, abile nel colpire verso il palo opposto e portare in vantaggio la squadra di Fabregas. Nel secondo tempo Nesta rinuncia a Dany Mota per Maldini, chiaro segnale di un bisogno di un maggiore fraseggio nello stretto, piuttosto che una ricerca spasmodica della profondità. In avvio il Como appare più distratto, frutto di un baricentro più alto del Monza. Su uno sviluppo di palla inattiva, il VAR ravvisa un tocco di braccio di Nico Paz, sul colpo di testa di Pablo Marì, e l’arbitro assegna il calcio di rigore. Dagli undici metri il destro di Caprari spiazza Reina e rimette in equilibrio il derby. Nella fase centrale del secondo tempo il Como cerca di sfruttare gli errori in fase di costruzione del Monza, ma la squadra di Nesta, galvanizzata dal pareggio e dagli impulsi del tecnico, gioca sul velluto. La girandola di cambi spariglia le carte in tavola, con Fabregas che aggiunge centimetri all’attacco con Belotti, mentre Nesta rinforza la fascia destra con Birindelli. Nell’ultimo scorcio di gara le due squadre si allungano, si gioca colpo su colpo. A due giri d’orologio dal termine il Monza ha la palla per il vantaggio, ma Djuric in scivolata colpisce il palo esterno, su invito di tacco di Maldini. C’è tempo anche per l’ultimo brivido da parte del Como, con Belotti che sale in cielo e sfiora l’incrocio di testa su cross di Verdi. Un derby avvincente e spettacolare che però non vede alcun vincitore. Pareggio che non soddisfa nessuno, vista la situazione in classifica, con il Como che rimane sopra ai brianzoli ma di un solo punto.

Milan-Empoli (A cura di Simone Scafidi)

Nell’anticipo pomeridiano del sabato, Il Milan cala il tris e batte l’Empoli a San Siro, tornando a vincere in Serie A dopo quasi un mese. Dopo poco meno di un quarto d’ora la squadra di Fonseca comincia a farsi vedere nella zona di Vasquez con un tiro a incrociare di Morata che finisce di poco a lato. Cinque minuti più tardi, l’attaccante spagnolo segna il gol dell’1-0 calciando al volo su una ribattuta di Ismajli e torna al gol nel massimo campionato dopo più di due mesi. Pochi istanti dopo Theo Hernandez, approfittando della distrazione dell’estremo difensore azzurro, cerca una clamorosa conclusione quasi da centrocampo, che però termina sul fondo. L’Empoli è totalmente in confusione e a causa di un errore difensivo di Viti, che perde palla sotto la pressione di Pulisic, rischia di perdere il 2-0, scampato solo grazie all’errore dell’esterno rossonero. Sul finire del primo tempo cala la nebbia su San Siro, e sul cross di Emerson Royal, Reijnders trova la girata vincente e sigla il raddoppio, confermando un momento di forma a dir poco straordinario. Il gioco molto rapido sugli esterni della squadra di Fonseca sembra essere un ottimo antidoto per la muraglia dell’Empoli, che fino a questa partita aveva subito solo 11 gol. La squadra di D’Aversa prova a reagire e al 53’ Maleh spacca la traversa, graziando il Milan. A venti minuti dalla fine, sempre Reijnders pone il sigilli al match, raccogliendo la palla scaricatagli da Fofana e insaccando il pallone del 3-0 dopo una grandissima galoppata al centro del campo. A cinque minuti dalla fine, il neo entrato Camarda prova a cercare un clamoroso primo gol in Serie A, con una rovesciata che si spegne nettamente sul fondo. Può tornare quindi a sorridere il Milan, che guadagna tre punti contro un avversario tutt’altro che semplice, che però è stato autore di una prestazione non all’altezza

Bologna-Venezia (A cura di Tommaso Patti)

Il Bologna reagisce alla sconfitta europea contro il Monaco, battendo 3-0 il Venezia. Il primo acuto della gara arriva sulla conclusione di Ndoye che taglia tutta l’area di rigore ma senza trovare nessuna deviazione vincente in porta. Al Dall’Ara i padroni di casa la sbloccano sugli sviluppi di un calcio di rigore, procurato da Ndoye per l’eccessiva trattenuta di Haps nel tentativo di fermare la manovra offensiva rossoblu. Dal dischetto si presenta lo stesso Ndoye che spiazza Stankovic e porta il Bologna in vantaggio al ventunesimo minuto. I lagunari provano a rimettere la sfida in parità pochi minuti più avanti, quando Oristanio, dopo una percussione offensiva sulla fascia destra, scarica e serve Nicolussi Caviglia che però spreca l’occasione calciando alto. Nella ripresa il Venezia si spegne, cedendo campo agli avversari che sprecano clamorosamente l’opportunità di raddoppiare sul tiro di Karlsson che termina addosso a Stankovic. Il raddoppio dei felsinei arriva nuovamente dagli undici metri: sul tiro di Odgaard ribattuto dal portiere del Venezia, si carambolano sul pallone Dallinga e Idzes, quest’ultimo nel tentativo di spazzare il pallone colpisce in pieno l’avversario. Dopo una revisione al VAR da parte del direttore di gara, viene concesso il secondo rigore per il Bologna, dal dischetto si presenta Orsolini che, anche in questo caso, spiazza Stankovic e firma il raddoppio. Prima del triplice fischio, c’è tempo anche per la prima doppietta in maglia Bologna per Dan Ndoye che, attacca il primo palo, e anticipando tutti spedisce in porta il pallone servito da Orsolini. Dopo la pesante sconfitta interna in Champions League, e dopo aver perso per 3-0 l’ultima gara di Serie A contro la Lazio, torna a vincere il Bologna grazie ai suoi esterni. Per il Venezia arriva la decima sconfitta stagionale, la quarta di fila.

Udinese-Genoa (A cura di Simone Scafidi)

Il nuovo Genoa di Vieira espugna il Bluenergy Stadium e stacca di ben tre punti la zona retrocessione, rimanendo imbattuto nelle ultime quattro gare di Serie A. Non passano nemmeno due minuti e la partita imbocca una particolare direzione. Per una ingenuità di Isaak Touré, che perde palla al limite della sua area di rigore e stende Zanoli, i friulani rimangono in dieci uomini e sono costretti ad una partita di grande sacrificio. Sulla punizione, Pinamonti calcia direttamente in porta, obbligando Okoye a compiere un grande intervento. Al 12’ minuto arriva il vantaggio rossoblu, grazie alla zampata di Pinamonti che raccoglie il tiro sporco di Badelj e insacca la sfera alle spalle di Okoye. Altra ingenuità dell’Udinese, che per costruire dal basso si espone troppo: Ehizibue, con un retropassaggio troppo debole e impreciso, manda involontariamente in porta Thorsby che salta Okoye ma si vede negare la gioia del gol dal salvataggio provvidenziale di Giannetti, praticamente sulla linea. Con i tiri di Zemura e Thauvin, l’Udinese prova timidamente a reagire, trovando però sempre le mani sicure di Leali. Al 66’ arriva il raddoppio del Genoa, grazie all’ennesima, poderosa discesa di Zanoli sull’out di destra. L’ex Napoli avanza fino in fondo e mette il pallone in mezzo, trovando la deviazione di Giannetti (fino a questo momento migliore in campo nei suoi) che inganna Okoye e stende definitivamente i friulani. Con il vantaggio numerico per praticamente tutta la partita, la squadra di Vieira guadagna tre punti fondamentali. Dall’altra parte, ha poco da rimproverarsi la squadra di Runjaic, che sin dal primo minuto è stata succube del gioco genoano.

Parma-Lazio (A cura di Simone Scafidi)

Il Parma dà spettacolo in casa e batte una Lazio al suo massimo splendore per 3-1, con una prestazione da grande squadra che fa ben sperare i tifosi ducali. A partire forte però è la Lazio, che festeggia già al secondo minuto, grazie ad un gol favoloso di Rovella dai trenta metri, annullato però dopo un check al VAR, proprio a causa di un fallo del numero sei biancoceleste, che ha fermato in maniera irregolare Haj Mohammed. La squadra di Baroni fa i conti con i propri errori, e al 5’ Man recupera palla nell’area di rigore di Provedel e spiazza il portiere italiano, portando avanti il Parma. A quattro minuti dalla fine della prima metà di gara, Valeri compie un salvataggio miracoloso sulla linea, respingendo la conclusione di Isaksen. Dopo un rigore cancellato alla Lazio, si va a riposo sull’1-0. Il secondo tempo si apre con la Lazio che arremba, e su calcio d’angolo Suzuki si mette in mostra con un grande intervento sul colpo di testa di Romagnoli. In pochi secondi, giusto il tempo di superare la metà campo, la Lazio perde nuovamente un pallone in costruzione e ne approfitto Charpentier che serve Haj Mohamed, la cui conclusione di prima, da fuori area, si insacca all’incrocio dei pali portando così il Parma sul 2-0. A dieci minuti dalla fine la prima distrazione della difesa emiliana costa il 2-1 della Lazio, siglato da Castellanos che in agguato raggiunge il pallone e lo insacca in porta. Al 91’ la Lazio è tutta in avanti per cercare il gol del pareggio, e Charpentier e Delprato danno vita al contropiede del definitivo 3-1, siglato dal giocatore italiano, che a tu per tu con Provedel è lucido e non sbaglia. Tre punti fondamentali per il Parma, che arrivano contro una Lazio distratta e superficiale.

Torino-Napoli (A cura di Tommaso Patti)

Continua l’ottimo momento del Napoli, l’1-0 di Scott McTominay decide la gara dell’Olimpico grande Torino. La sfida tra l’allievo Vanoli, e il maestro Conte, vede come da pronostico favoriti i partenopei, ampiamente superiori sulla carta e favoriti dall’ottimo periodo di forma che incide molto sul piano psicologico della gara. Il Torino si affaccia subito dalle parti di Meret dopo appena quattro minuti, quando sul di cross di Gineitis, Che Adams impatta di testa il pallone spedendolo lontano dalla porta. Il Napoli, dopo un momento di stallo della gara, prova ad ingranare ed ingannare Milinkovic Savic con un colpo di tacco di Lukaku, avvenuto dopo un cross Kvaratskhelia. Sul tiro del belga, nel successivo colpo di Kvaratskhelia e in tante altre occasioni della gara, l’istinto e la reattività del portiere serbo è rilevante sul risultato, che si sblocca però definitivamente 31′ con McTominay, il centrocampista scozzese calcia potente sul primo palo beffando Milinkovic Savic, tutto ciò grazie alla super giocata di Kvaratskhelia, che supera un paio di giocatori in uno spazio ristretto, propiziando il terzo gol dell’ex Manchester United. La risposta granata arriva dal punto di vista del gioco, pecca invece dal punto di vista della conclusione con degli errori fatali, come quello di Coco che, al 37′,  spreca clamorosamente scivolando prima di entrare a contatto con la sfera. Nella ripresa la squadra di Conte prova a chiudere la gara, affidandosi ai cross degli esterni e alle incursioni dei terzini, in questo caso Oliveira, che si posiziona in tempo in area di rigore e di testa prova a raddoppiare la gara, sbattendo però nuovamente contro un miracolo di Milinkovic Savic. Con un attacco che non reagisce e con una difesa non riesce a respingere gli attacchi azzurri, l’unica ancora di salvezza dei padroni di casa è il loro estremo difensore, protagonista di altri interventi provvidenziali sul finale di partita. Prima del triplice fischio, il Napoli riesce a raddoppiare con David Neres, rete annullata immediatamente per il fuorigioco dell’esterno brasiliano. Seppur meritando di più, il Napoli esce dall’Olimpico con tre punti pesantissimi, il Torino invece, continua a non trovare la vittoria, che adesso manca da cinque partite.

Fiorentina-Inter

La gara è stata sospesa in seguito al malore accorso ad Edoardo Bove nel corso del primo tempo. Dopo il grande spavento iniziale, le condizioni del centrocampista italiano sembrano in miglioramento, seguiranno ulteriori aggiornamenti nei prossimi giorni. La partita è stata sospesa dall’arbitro Doveri e rinviata a data da destinarsi.

Lecce-Juventus

L’orgoglio salentino ferma la Juventus nel recupero. Le prime iniziative sono di marca bianconera, con il Lecce inizialmente distratto e slegato tra i reparti. Così come a Birmingham l’intento della banda di Thiago Motta è quello di colpire dalla parte di Conceicao, subito in ritmo e cercato spesso dai compagni. Il Lecce compatta il lato sinistro del campo e allora Locatelli indirizza il possesso dall’altra parte, è su questo aspetto che i bianconeri collezionano la prima grande palla gol della gara: Yildiz viene trovato sulla sinistra, sguscia via a Guilbert e serve in mezzo Thuram, che clamorosamente colpisce il palo. Intorno al decimo la squadra di Giampaolo comincia a uscire dai blocchi con coraggio, ma l’audacia dei salentini aumenta i rischi e la Juve prova ad approfittarne in contropiede, come l’occasione del quarto d’ora di Conceicao, rapido e sgusciante tra le linee, la cui conclusione scheggia in pieno il palo, secondo legno in pochi minuti per la squadra di Thiago Motta. Al 24‘ Conceicao costringe Falcone al grande intervento, e sulla ribattuta Weah trova il vantaggio, vanificato per la posizione di off-side di Locatelli, ritenuto attivo, nel corso dell’azione. Verso la fine della prima frazione la gara si equilibra, con il Lecce che riesce a trovare le misure all’intraprendenza bianconera. Al rientro dagli spogliatoi i salentini giocano con maggior coraggio, con un baricentro molto più alto e con una maggiore energia. Le occasioni del secondo tempo sono tutte di marca giallorossa, con Krstovic e Tete Morente che mandano in tilt la difesa bianconera e sporcano i guanti a Perin, sempre attento e sicuro tra i pali. Thiago Motta mette mano alla panchina e cambia la spina dorsale della sua squadra: fuori Thuram e Gatti e dentro Fagioli e Rouhi. I cambi restituiscono alla Juve maggior qualità nel palleggio e un baricentro più alto. Al 68′ Cambiaso rompe l’equilibrio della gara, il tuttocampista bianconero -sarebbe riduttivo definirlo terzino- dialoga con Koopmeiners e calcia forte verso la porta, la palla cambia traiettoria a causa della deviazione di Gaspar e manda fuori tempo Falcone. Giampaolo prova a cavalcare l’onda di Venezia, aggiungendo la grinta e l’energia di Rebic all’attacco salentino, oltre all’ingresso di Oudin e Pierotti, un chiaro segnale di assedio verso la squadra bianconera. La risposta della Juve arriva dalla Next Gen, con l’esordio in prima squadra di Pugno, attaccante classe 2006. Con tutto il Lecce sbilanciato e propositivo in avanti, la Juve alza la barricata attorno a Perin, che garantisce solidità e sostegno con le sue uscite, in un finale che pende tutto dalla parte dei padroni di casa. Nel primo minuto di recupero Krstovic calcia forte verso la porta e Locatelli si immola con il petto, sul cross successivo Rebic indirizza all’incrocio dei pali ma Perin è monumentale in tuffo, azione vanificata da un fuorigioco iniziale. Il pareggio è rimandato di qualche secondo perché in ripartenza Krstovic trova il filtrante in mezzo dove Rebic insacca alle spalle di Perin. Un pareggio di cuore, di sofferenza ma anche di coraggio e audacia. Il percorso di Giampaolo comincia su queste solide basi. Dopo la vittoria di Venezia, il Lecce ferma anche la Juventus e conquista il quarto punto in due partite. Salentini che salgono al sedicesimo posto a quota 13 punti. Continua la crisi di vittorie della Juventus, che aveva assaporato la vittoria ma ha dovuto fare i conti con il coraggio e l’audacia del Lecce. La vetta si allontana sempre di più, ma la sensazione che in questo frammento di campionato la squadra di Thiago Motta non possa fare più di così. Occhi puntati sul ritorno degli infortunati, che hanno il compito di riaccendere la miccia di un attacco che continua ad avere le polveri bagnate.

Roma-Atalanta (A cura di Marco Rizzuto)

De Roon apre i giochi e Zaniolo li chiude, l’Atalanta s’impone a Roma e prosegue la rincorsa al Napoli. Nonostante un buon avvio in cui i giallorossi sfiorano il vantaggio in due frangenti con Paredes e Kone, calciando diverse volte dalla distanza, la Dea riesce a far muro contenendo le iniziative dei padroni di casa, galvanizzati dalla prima di Ranieri all’Olimpico. Pian piano l’Atalanta viene fuori e inizia spaventare la retroguardia capitolina che risponde a tono, blindando la porta nei primi quarantacinque minuti. Il primo tempo non regala grandissime emozioni per via delle due ottime difese intraviste, Lookman per un momento aveva regalato la gioia del vantaggio ai tifosi, gioia cancellata dal direttore di gara che ha annullato il gol per la posizione irregolare del nigeriano. La ripresa segue lo stesso copione d’inizio gara, con la Roma che parte forte e spreca tanto. Dybala con uno scavetto elude l’intera difesa bergamasca e pesca Dovbyk che a tu per tu con Carnesecchi manca il pallone al momento della conclusione vanificando tutto. In dieci minuti Gasperini stravolge l’attacco, inserendo prima Cuadrado e Samardzic e in un secondo momento Brescianini e Zaniolo. Da questo momento la Dea cambia volto e dopo cinque minuti trova la rete che indirizza il match al loro favore. L’azione prolungata dei nerazzurri che cercava il bandolo della matassa per sciogliere il nodo difensivo della Roma trova fortuna nella conclusione dal limite dell’area di De Roon, il pallone sbatte su Celik e finisce in rete beffando Svilar tuffatosi dal lato opposto. I giallorossi reagiscono e per un soffio non pareggiano con Mancini. Servito in area dal bel cross di Saelemaekers, il difensore ex atalantino colpisce male il pallone calciando alle stelle. La fortuna, molto lontana da Roma in questo momento, costringe Ranieri ad un doppio cambio forzato per i problemi fisici di Hummels e Cristante. Con la stanchezza di fine gara ed un gol da recuperare, la Roma tenta il tutto per tutto ma è costretta ad arrendersi ad un minuto dal novantesimo, in cui proprio l’ex di giornata Zaniolo firma la rete che chiude i giochi e consegna i tre punti ai bergamaschi. Il calcio d’angolo battuto sul primo palo a rientrare di Cuadrado trova la deviazione vincente dell’ex Roma che, non si lascia intimidire dai costanti fischi ricevuti e da il via ad un’esultanza ‘leggermente’ provocatoria che infiamma l’intero stadio. Questa vittoria in esterna lancia la Dea all’inseguimento del Napoli, primo in classifica a più uno. Ancora notte fonda per la Roma, quarta sconfitta di fila in campionato, seconda per Ranieri che non ha ancora trovato il gol in Serie A. Questo altro insuccesso condanna oi giallorossi al quindicesimo posto e ora spetta al nuovo tecnico trovare la quadra per invertire la rotta.

LA TOP11 DELLA 14ª GIORNATA:

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Calcio

Malore per Edoardo Bove. Sospesa Fiorentina-Inter

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Al sedicesimo minuto, dopo una discussione del direttore Doveri con le due panchine, il centrocampista viola si è accasciato a terra, destando subito preoccupazione tra i giocatori e tutti i componenti delle due squadre.

LA RICOSTRUZIONE

Al quarto d’ora Lautaro Martinez trova il gol del vantaggio, sfilando dietro a Ranieri. La bandierina del guardalinee si alza perché nello sviluppo dell’azione il pallone che Dumfries lancia verso il capitano nerazzurro ha oltrepassato la linea laterale. Tra le proteste dei giocatori dell’Inter, con Inzaghi vistosamente arrabbiato con il quarto uomo,  improvvisamente Bove si accascia a terra privo di sensi. La preoccupazione tra i giocatori in primis, è stata massima, con Dimarco e Ranieri che hanno chiamato ripetutamente i soccorsi. In attesa di ulteriori aggiornamenti, Bove è stato prontamente trasportato in ospedale dall’ambulanza presente in campo. Tra le lacrime e la preoccupazione dei giocatori e dei componenti delle panchine, il direttore di gara Doveri ha deciso di sospendere la gara per emergenza medica.

In queste situazioni drammatiche, tutto va in secondo piano al cospetto dei maggiori auguri per una prontissima guarigione a Edoardo Bove, autore finora di un campionato fantastico con la maglia viola. Seguiranno aggiornamenti sulle condizioni di salute del giovane centrocampista italiano.

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EUReka: scopriamo insieme come sono andate le coppe europee del giovedì

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Arriva il giovedì europeo e con esso anche moltissimi gol e spunti interessanti da analizzare, per restare aggiornati su quella che è la situazione in Europa e Conference League, la cui fase iniziale comincia ad avviarsi verso una conclusione.

Roma e Lazio poco più che sufficienti, la Fiorentina rialza la testa

Nella partita dell’Olimpico, la squadra di Baroni non va oltre lo 0-0 con il Ludogorets, in una sfida che ha portato più insidie del previsto. Le statistiche sono nettamente a favore dei biancocelesti, con il 62% di possesso palla e ben 20 tiri effettuati, che non sono stati sfruttati a dovere (complice una traversa colpita da Guendouzi nel finale di gara) e che sono costati i tre punti. Poche idee e poca cattiveria caratterizzano la performance dei biancocelesti. Tra una prestazione incolore e le polemiche per un rigore non dato a Isaksen, la Lazio interrompe la sua striscia di vittorie, ma rimane comunque salda al primo posto. Dall’altra parte di Roma, invece, qualcosa sembra stare rinascendo. Con una prestazione di carattere, contornata da un gran bel gioco, la Roma fa la voce grossa a Londra e inchioda il Tottenham sul 2-2, dopo essere passata due volte in svantaggio, recuperando entrambe le volte. Tre gol annullati e qualche incertezza in difesa lasciano alcuni rimpianti, bilanciati però dalle grandissime prestazioni di Konè e Paredes, ai quali si affianca il riscatto di Mats Hummels che, dopo il rigore concesso al quinto minuto, rialza la testa e dà grande sicurezza in difesa, segnando anche il gol del pareggio sul finale di partita. Un secondo tempo quasi esclusivamente a tinte giallorosse non riesce a portare i tre punti nella capitale, ma fa crescere la fiducia nei confronti di Ranieri, che sembra stare lavorando bene. Torniamo in Italia, dove tra le mura amiche del Franchi, la Fiorentina di Palladino torna alla vittoria, battendo il Pafos per 3-2, con qualche rischio. Il gol di Kouamè al 38’, seguito da un autogol di Goldar e l’ennesima rete di Martinez Quarta (schierato come mediano) a chiudere la partita, fanno sorridere la Viola, che si vede avvicinata due volte dalle marcature di Da Silva e Jaja, non sufficienti però per trovare il pareggio.

La Top 11 di Europa League

Modulo 3-5-2

POR: Livakovic (Fenerbahce)

DS: N’Dicka (Roma)

DC: Cissè (Ferencvaros)

DD: Hummels (Roma)

ES: Adama Boiro (Athletic Bilbao)

CC: Manu Koné (Roma)

CC: Vitor Carvalho (Braga)

ED: Despodov (PAOK)

COC: Igamane (Glasgow Rangers)

ATT: Hojlund (Manchester United)

ATT: Mikautadze (Lione)

La giornata di Europa League

È il momento di spostare lo sguardo sulle restanti partite di Europa League, i cui risultati interessano molto Lazio e Roma. Vincono in casa Athletic Bilbao e Real Sociedad, battendo Elfsborg e Ajax rispettivamente per 3-0 e 2-0. La squadra di Valverde raggiunge così i 13 punti, accodandosi alla Lazio, così come l’Eintracht Francoforte, che vince in Danimarca contro il Midtjylland, rimanendo imbattuto. Il Fenerbahce batte in trasferta lo Slavia Praga, con il risultato di 2-1, accorciando sulle altre due connazionali, Besiktas e Galatasaray: i primi crollano in casa sotto i colpi inaspettati del Maccabi Tel Aviv, mentre Osimhen e compagni non vanno oltre il pareggio con l’AZ Alkmaar. Fuori casa dominano Lione e Glasgow Rangers, che grazie alle doppiette di Mikautadze e Igamane spazzano via Qarabag e Nizza, altamente insufficienti. In Belgio, dopo una bella partita, Anderlecht e Porto pareggiano per 2-2 e guadagnano un punto a testa. Il Manchester United rischia, e in casa contro il Bodo Glimt viene trascinato da un super Hojlund, che grazie ad una doppietta ribalta i norvegesi e porta i tre punti in casa Red Devils. Si porta in zona playoff l’Union Saint-Gilloise, che vince a sorpresa in casa del Twente grazie al gol di Mohammed Fuseini. Entra in zona playoff anche il Braga, che tra le mura amiche batte l’Hoffenheim per 3-0. Vittorie esterne per PAOK e Viktoria Plzen contro Rigas e Dynamo Kiev: i greci ottengono la prima vittoria del loro percorso, mentre il Plzen si porta a meno un punto dal passaggio diretto alla fase finale. Vince il Ferencvaros, che batte il Malmö per 4-1, mentre Steaua Bucarest e Olympiakos danno vita ad un pareggio a reti bianche, che regala un punto a testa.

La giornata di Conference League

Concludiamo il quadro di oggi dando uno sguardo a quella che è la situazione in Conference League. Vittoria esterna e primo posto a pari punti per Chelsea e Legia Varsavia, che superano agilmente Heidenheim e Omonia Nicosia. Blues trascinati dal mattatore Nkunku, capocannoniere momentaneo della competizione con cinque gol. Viene bloccato lo Jagiellonia, che non va oltre il pareggio per 3-3 con il Celje ma che rimane fisso al terzo posto in classifica. Crolla a sorpresa il Betis, che viene rimontato, fuori casa, dal Mlada Boleslav, così come esce sconfitto in trasferta anche il Gent, battuto dal Lugano. Pareggio per 2-2 tra San Gallo e Backa Topola, così come non vanno oltre l’1-1 Astana e Vitoria Guimaraes, che domina mettendo a referto 30 tiri, sfruttati però in maniera pessima. Il Cercle Brugge batte gli Hearts e si porta a meno due punti dalla zona di qualfiicazione alla fase finale. Vincono di misura Olimpia Lubiana e Panathinaikos contro Larne e HJK Helsinki, e vince di misura in trasferta anche il Djurgarden, che batte il New Saints. Pareggio tra Rapid Vienna e Shamrock Rovers per 1-1, mentre tengono le porte inviolate Noah e Vikingur Reykjavik, che non vanno oltre lo 0-0. A Sumqayit, in campo neutro, il Copenhagen batte in trasferta la Dinamo Minsk, grazie ai gol di Elyounoussi e Diks e si porta in zona playoff.

Altri risultati:

Istanbul Basaksheir – Petrocub Hincesti 1-1
Borac Banja Luka – LASK 2-1

La Top 11 di Conference League

Modulo 3-4-3

POR: Amir Saipi (Lugano)

DS: Laifis (Apoel Nicosia)

DC: Martinez Quarta (Fiorentina)

DD: Wszolek (Legia Varsavia)

ES: Gary Magnée (Cercle Brugge)

CC: Patrik Vydra (Mlada Boleslav)

CC: Gulliksen (Djurgarden)

ED: Elyounoussi (Copenhagen)

AS: Mudryk (Chelsea)

ATT: Piatek (Istanbul Basaksheir)

AD: Nkunku (Chelsea)

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