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Cronaca

Israele ordina ai palestinesi di evacuare le zone di Rafah. Possibile invasione: “L’Idf agirà con forza nelle vostre aree”

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Foto: Euronews

Questa mattina, Israele ha ordinato ai palestinesi, che risiedevano nelle aree orientali di Rafah, di evacuare.

Rafah, attualmente, è la città più sovraffollata al mondo, considerata come “zona sicura” nonostante gli innumerevoli bombardamenti da parte dell‘esercito sionista. Si contano circa 1,5 milioni di palestinesi rifugiati in questa area geografica.

Questa mattina, degli aerei militari hanno lanciato dei volantini che spiegavano ai cittadini di spostarsi verso altre zone di Gaza: si stimano circa 100.000 persone residenti nella parte orientale di Rafah. Nei volantini è stato indicato che stanno preparando un’operazione militare contro la Resistenza nella zona.

Foto: Repubblicana TV

Alcuni sostengono che questa iniziativa possa essere, in realtà, la fase preliminare per l’invasione dell’unica zona ancora non invasa via terra; pianificata e più volte rimandata dal governo israeliano a causa della pressione internazionale, generata dalla paura occidentale di perdere i  rapporti con l’Egitto il quale è contrario all’invasione delle aeree vicine ai suoi confini.

Foto: Adnkronos

Anche coloro che hanno mostrato una vicinanza nei confronti del governo israeliano (come gli USA e alcune organizzazioni internazionali) si sono opposti a questa invasione, sempre a causa delle minacce dell’Egitto di ritirarsi dagli accordi pattuiti con Israele.

Inoltre su X (ex Twitter) si legge, da parte di un portavoce dell’IDF: “L’Idf agirà con estrema forza contro le organizzazioni terroristiche nelle vostre aree di residenza, come ha fatto finora. Chiunque si trovi vicino a organizzazioni terroristiche mette a rischio la propria vita e quella della propria famiglia. con un appello urgente a tutti i residenti e agli sfollati nell’area del comune di Al-Shouka e nei quartieri – Al-Salam, Al-Jeneina, Tabet Ziraa e Al-Byouk nell’area di Rafah nei blocchi: 10-16, 28 , 270″. Nel messaggio si avverte inoltre che “Gaza City è ancora una pericolosa zona di combattimento. Astenetevi dal tornare a nord. Vi avvertiamo di stare lontani dalla barriera di sicurezza orientale e meridionale”

Classe 2004. Studentessa in Scienze della Comunicazione all'Università degli studi di Palermo. Aspirante giornalista, reporter e presentatrice. Grande appassionata di musica e spettacolo.

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Cronaca

Medio Oriente, al via 24 ore di tregua umanitaria: aiuti e camion a Gaza

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Medio Oriente

Svolta di Israele, in Medio Oriente, nella Striscia di Gaza: sotto la pressione internazionale, il governo Netanyahu ha disposto la ripresa degli aiuti e annunciato tregue umanitarie per facilitarne la distribuzione. Cessate il fuoco dalla mattina del 26 luglio fino alla sera in diversi centri abitati dell’enclave palestinese. Media egiziani vicini allo Stato riportano che i camion con gli aiuti umanitari sono entrati nella giornata di ieri nella Striscia di Gaza.

TREGUA IN MEDIO ORIENTE

Svolta di Israele nella Striscia di Gaza: sotto la pressione internazionale, il governo Netanyahu ha disposto la ripresa degli aiuti e annunciato tregue umanitarie per facilitarne la distribuzione: le Idf attueranno un cessate il fuoco dalla mattina di ieri, giorno 26 luglio, fino alla sera stessa in diversi centri abitati dell’enclave palestinese. E nella notte hanno annunciato di aver già effettuato il lancio di pacchi di cibo.

Media egiziani vicini allo Stato riportano che i camion con gli aiuti umanitari sono entrati ieri  nella Striscia di Gaza, proprio dopo che Israele ha annunciato una “pausa tattica” in alcune parti del territorio per consentire le consegne. “I camion con gli aiuti egiziani iniziano a entrare nella Striscia di Gaza attraverso il valico di Rafah“, ha riferito Al-Qahera News su X.

Questa tregua non avrà alcun significato se non si trasformerà in una reale opportunità per salvare vite umane. Ogni ritardo si traduce in un nuovo funerale, ogni silenzio significa un altro bambino che muore tra le braccia di sua madre senza medicine né latte“: lo ha detto in una dichiarazione pubblicata oggi su Telegram il direttore generale del ministero della Salute della Striscia di Gaza controllato da Hamas, Munir Al-Barsh.

Il segretario di Stato americano Rubio ha detto alle famiglie degli ostaggi che gli Usadevono cambiare strategia a Gaza“, secondo Axios.

L’APPELLO DELL’ONU

Le Nazioni Unite intensificheranno gli sforzi per distribuire cibo ai palestinesi nella Striscia di Gaza approfittando delle pause umanitarie annunciate da Israele in aree designate. Lo ha dichiarato il responsabile umanitario dell’Onu, Tom Fletcher, in un post su X.

Accogliamo con favore l’annuncio di pause umanitarie a Gaza per consentire il passaggio degli aiuti. Siamo in contatto con le nostre squadre sul terreno, che faranno tutto il possibile per raggiungere in questa finestra il maggior numero di persone affamate“, ha scritto Fletcher.

Medio Oriente

Foto: Avvenire

ISRAELE ANNUNCIA LA TREGUA IN MEDIO ORIENTE

I primi camion carichi di aiuti hanno attraversato 24 ore fa il confine dall’Egitto verso la Striscia di Gaza, mentre Israele ha annunciato una tregua nei combattimenti per «scopi umanitari» in diverse aree.

Le immagini mostrano una fila di camion carichi di sacchi bianchi che attraversano, sul lato egiziano, l’ingresso del valico di Rafah, che conduce al territorio palestinese meridionale. Tuttavia, i camion non entreranno direttamente nella Striscia di Gaza, dove il valico di frontiera è chiuso da oltre un anno, e dovranno prima percorrere alcuni chilometri fino al valico israeliano di Kerem Shalom per un’ispezione.

L’esercito israeliano aveva annunciato in precedenza di aver paracadutato aiuti umanitari a Gaza, dopo settimane di pressioni internazionali per consentire l’arrivo di cibo e altri beni vitali per la popolazione in un territorio, quello di Gaza, devastato da oltre 21 mesi di guerra. Il ministero degli Esteri israeliano ha annunciato «una pausa umanitaria» nei centri civili e nei corridoi umanitari per consentire la distribuzione degli aiuti.

Questa «pausa tattica» sarà osservata quotidianamente a partire dalle aree di Deir al-Balah nella Gaza centrale, al-Mawasi nel sud e Gaza City nel nord, dove attualmente non sono in corso operazioni militari.

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Cronaca

Medio Oriente, Israele critica l’appello per Gaza: “Va rivolto ad Hamas”

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Medio Oriente
Nel Medio Oriente le forze israeliane hanno lanciato un’offensiva via terra e via aria nella città di Deir al-Balah, nel centro della Striscia di Gaza, provocando nuove ondate di sfollamenti tra i civili. I carri armati e i veicoli militari israeliani sono entrati in città dal posto di blocco di Kisufim sotto la copertura aerea e di artiglieria pesante. Decine di granate avrebbero colpito i quartieri di Abu al-‘Ajin e Hikr al-Jami, mentre le forze di terra avanzavano.

LE PAROLE DI ISRAELE SUL MEDIO ORIENTE

In Medio Oriente, Israele critica duramente l’appello per Gaza rivolto da 25 Paesi, che chiedono la fine della guerra. “Israele respinge la dichiarazione congiunta, scollegata dalla realtà e che invia un messaggio sbagliato ad Hamas”, si legge in una nota del ministero degli Esteri israeliano, ripresa da Ynet.

“Tutte le affermazioni sull’assenza di un accordo per il cessate il fuoco e sulla mancata liberazione degli ostaggi dovrebbero essere rivolte all’organizzazione terroristica che ha iniziato questa guerra e la sta protraendo”. “La dichiarazione non menziona il ruolo e le responsabilità di Hamas nella situazione. È Hamas l’unico responsabile delle sofferenze continue da entrambe le parti”, sottolinea il ministero.

CONTINUANO I RAID IN MEDIO ORIENTE

È salito ad almeno 56 morti a Gaza il bilancio delle vittime di fuoco, artiglieria e raid aerei di Israele dall’alba di oggi. Lo riferisce Al-Jazeera citando fonti mediche, precisando che 20 dei morti sono stati registrati nel nord della Striscia. Fra le vittime ci sono 7 persone che stavano cercando aiuti umanitari.

Una fonte dell’ospedale Al-Shifa ha riferito ad Al-Jazeera che 6 persone, fra cui 2 bambini, sono state uccise in un attacco israeliano al porto dei pescherecci di Gaza City.

Il bilancio dei palestinesi uccisi nella Striscia di Gaza ha superato i 59mila morti dall’inizio della guerra. È quanto emerge dai dati aggiornati diffusi dal ministero della Sanità di Gaza, secondo cui precisamente dal 7 ottobre del 2023 sono state uccise 59.029 persone e 142.135 sono state ferite.

Il ministero non fa distinzione tra civili e combattenti nel suo conteggio, ma afferma che più della metà dei morti sono donne e bambini. Il ministero fa parte del governo di Hamas, ma l’Onu e altre organizzazioni internazionali lo considerano la fonte più affidabile sui dati relativi alle vittime.

L’APPELLO DELL’UNIONE EUROPEA

L’unione fa la forza. Insieme a 26 partner internazionali, rinnoviamo il nostro appello a Israele affinché rispetti il diritto internazionale e revochi subito le restrizioni agli aiuti. La crisi a Gaza ha raggiunto un livello intollerabile. Solo un cessate il fuoco immediato, incondizionato e permanente può porre fine alle sofferenze”.

Lo scrive su X la commissaria europea per la Gestione delle crisi, Hadja Lahbib, tra i firmatari della dichiarazione su Gaza in cui si afferma che “la guerra a Gaza deve finire ora”.

Medio Oriente

Foto: LaVoce.info

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Medio Oriente: accordo Iran-europei per la ripresa dei colloqui sul nucleare

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In Medio oriente, Teheran ha raggiunto un accordo con Gran Bretagna, Francia e Germania (la troika europea E3), per la ripresa dei colloqui sulla questione nucleare iraniana: lo riporta l’agenzia di stampa Tasmin, che cita una fonte informata sui fatti: “Il principio dei negoziati è stato concordato, ma le consultazioni in merito al momento e al luogo dei negoziati sono in corso, e il Paese in cui si svolgeranno i futuri negoziati non è stato ancora definito“, ha affermato la fonte.  Secondo Tasnim, i colloqui si terranno a livello dei viceministri degli Esteri dell’Iran e dei tre Paesi Ue.

OLTRE CENTO MORTI IN MEDIO ORIENTE SOLO NELLA GIORNATA DI IERI

Oltre 100 palestinesi sono stati uccisi ieri, in parte nei raid israeliani su Gaza e in parte ai centri di distribuzione del cibo, mentre ieri sera, a Tel Aviv e in altre città israeliane, decine di migliaia di persone sono scese in strada con striscioni e slogan chiedendo con urgenza un accordo per lo scambio tra ostaggi israeliani e prigionieri palestinesi.

Secondo la Protezione civile di Gaza 39 palestinesi sono stati uccisi a due centri di distribuzione degli aiuti. Diversi testimoni, anche nei giorni scorsi, hanno accusato le forze israeliane di aver sparato sulla folla mentre la Ghf, sostenuta da Stati Uniti e Israele, che ha sostituito le agenzie delle Nazioni Unite come principale distributore di aiuti nel territorio, ha accusato Hamas di fomentare disordini.

Medio Oriente

Foto: Avvenire

IN MIGLIAIA A PROTESTARE NELLE STRADE

Decine di migliaia di israeliani hanno protestato ieri sera nel centro di Tel Aviv per chiedere un accordo che garantisca il rilascio di tutti gli ostaggi nella Striscia di Gaza, secondo quanto riportato dai media israeliani. Il quotidiano Yedioth Ahronoth ha riferito che i manifestanti hanno marciato nel centro di Tel Aviv portando striscioni e gridando slogan per la fine della guerra e l’immediato ritorno degli ostaggi.

Anche ex ostaggi rilasciati da Hamas avrebbero preso parte alla marcia. I partecipanti hanno lanciato appelli diretti ai leader israeliani e al presidente degli Stati Uniti Donald Trump affinché si adoperino per raggiungere un accordo globale. Il giornale ha affermato che centinaia di manifestanti hanno tenuto proteste simili in altre città di Israele.

HAMAS PARLA DI UN ACCORDO PRONTO IN MEDIO ORIENTE

Sarebbe pronto l’accordo su Gaza dopo che i punti di contesa principali sono stati superati dai contendenti. Ad affermarlo sono fonti vicine ad Hamas, non meglio identificate, citate dai media israeliani, tra cui Ynet News: “Significativamente ridotti i punti di contesa per l’accordo. L’accordo è già pronto, in attesa dell’annuncio“, hanno riferito queste fonti.

Secondo loro, “la pressione americana sta funzionando. C’è terreno fertile per raggiungere un accordo e stiamo già parlando di divergenze di pochi chilometri nella zona cuscinetto al confine orientale di Gaza, di fronte alle comunità circostanti.Questo non costituisce più un ostacolo sostanziale“.

Le fonti hanno anche affrontato i punti chiave per il rilascio dei prigionieri, affermando che “la formula è già stata concordata nei colloqui precedenti: 50 prigionieri per ogni ostaggio

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