Cronaca
Strage sul lavoro: morti cinque operai in una rete fognaria di Casteldaccia
Sono rimasti intossicati alcuni lavoratori, durante delle operazioni di manutenzione svolte nella rete fognaria di Casteldaccia.
A perdere la vita sono cinque operai, mentre i sopravvissuti sono quattro, di cui uno, in gravi condizioni, che è stato soccorso dai Vigili del Fuoco, e trasferito nel reparto di rianimazione all’ospedale Policlinico di Palermo.
La ditta in cui le vittime prestavano servizio era la Quadrifoglio Group Srl di Partinico(Palermo), che era delegata dall’Amap, azienda palermitana municipalizzata, gestore del servizio idrico in città, e in alcuni comuni della provincia.
CHI SONO LE VITTIME
Le vittime si chiamavano: Epifanio Alsazia, 71 anni di Partinico, contitolare della ditta Quadrifoglio; Giuseppe Miraglia , 47 anni di San Cipirello (Palermo) ; Roberto Raneri, 51 anni di Alcamo (Trapani) ; Ignazio Giordano, di 59 anni di Partinico; e Giuseppe La Barbera, l’operaio interinale dell’Amap.
I SOPRAVVISSUTI
I sopravvissuti sono: Domenico Viola (in condizioni gravi), Giovanni D’Aleo, Giuseppe Scavuzzo e Paolo Sciortino, i quali sono stati portati al pronto soccorso, ma fortunatamente le loro condizioni non destano preoccupazioni.
DINAMICA
Stando a quanto acquisito, il gruppo si trovava al lavoro in via Nazionale a Casteldaccia, e stava effettuando alcuni lavori all’interno di una vasca di sollevamento delle acque reflue.
Da una prima ricostruzione, emerge che i 5 operai sarebbero morti uno dietro l’altro, mentre erano scesi in un tombino dell’impianto fognario, e ad avviare i soccorsi sarebbe stato l’unico dipendente rimasto illeso.
Nette e inequivocabili le parole del comandante provinciale dei vigili del fuoco di Palermo, Girolamo Bentivoglio Fiandra, “se fossero state prese tutte le precauzioni del caso tutto questo non sarebbe successo”, aggiungendo poi che “a uccidere gli operai sono state esalazioni di idrogeno solforato”.
Inoltre, secondo quanto appurato, le vittime non indossavano le mascherine di protezione, “un’assurdità, l’odore era tale che non è comprensibile come non si siano protetti”, ha affermato il presidente di Amap Alessandro Di Martino.
Cronaca
Cacciatore accidentalmente ucciso a Carrù: il suo compagno di caccia stava mirando ad un cinghiale
A Carrù, ieri (nonché giorno di apertura nazionale della caccia al cinghiale), è morto un cacciatore.
Daniele Barolo, agricoltore di 46 anni, è stato accidentalmente ucciso con un colpo di fucile nel petto dal suo compagno di caccia, (insieme a lui in quel momento), che a sua volta stava mirando ad un cinghiale.
I soccorritori non hanno fatto in tempo a sopraggiungere, ed una volta arrivati, ogni tentativo di rianimare il cacciatore sembra essete risultato vano. Stando a quanto dichiarato, dunque, l’uomo è morto sul posto.
Attualmente, il fucile è stato sequestrato dai carabinieri intenti a fare ulteriori indagini per poter comprendere quale traiettoria abbia seguito il proiettile.
Cronaca
La Global Sumud Flotilla segnala dei droni non identificati
Un episodio segnalato dal canale telegram della Global Sumud Flotilla, (spedizione con l’imbarcazione di 44 paesi che sta raggiungendo le coste di Gaza per poter rompere il blocco israeliano) lascia non poche preoccupazioni.
Ecco quanto dichiarato: “Si sono avvistati più droni, la cui origine non è stata ancora identificata, vicino alla flotta e che la seguono. Questo improvviso aumento dell’attività aerea ci preoccupa“
L’episodio si è verificato di domenica, più precisamente alle ore 21:09, e gli apparecchi avvistati risultavano essere tre.
Nonostante la rassicurazione fatta alle famiglie dei partecipanti l’attivista brasiliano Thiago Avila, (nonché membro del direttivo) scrive, dalla Familia Madeira “I droni vicini devono essere considerati una potenziale minaccia”
Per questo, alle barche è stata raccomandato di organizzare bene la guardia notturna di stanotte.
Cronaca
Razzo israeliano rinvenuto tra Lampedusa e l’isolotto di Lampione
Pochi giorni fa, tra Lampedusa e l’isolotto di Lampione, i pescatori del motopeschereccio Andrea Doria hanno avvistato un relitto metallico. Si tratta di un cilindro lungo circa 5 metri e largo 1,5.
Sulle fiancate sono ben visibili il logo dell’Agenzia Spaziale israeliana Minhalat HaHalal, che dipende dal ministero della Difesa e si occupa di missili e satelliti, oltre che una scritta in ebraico.
La zona resta sotto controllo, in attesa di decidere se procedere al recupero.
Il ministro della difesa Guido Crosetto ha escluso che l’oggetto faccia parte di un sistema militare israeliano in funzione, spiegando che si tratta con ogni probabilità di un frammento legato a un recente lancio spaziale.
La vicenda, tra indagini tecniche e risvolti diplomatici, è solo all’inizio.


