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Sport

Tennis: Jasmine Paolini è la prima italiana in finale a Wimbledon

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FOTO: GAZZETTA DELLO SPORT

Jasmine Paolini sorprende tutti diventando la prima italiana a raggiungere la finale di Wimbledon. A 28 anni, compie una rimonta incredibile contro Donna Vekic, vincendo 2-6, 6-4, 7-6 (8) dopo due ore e 51 minuti di battaglia. Nonostante non abbia giocato il suo miglior tennis, Jasmine ha dimostrato grande forza e determinazione, rimanendo lucida nei momenti difficili e reagendo prontamente. Ora sogna la vittoria a Wimbledon, dopo essere stata finalista a Parigi, prima italiana a riuscirci dopo Serena Williams nel 2016. Questo risultato è un traguardo storico per il tennis italiano. La sua avversaria in finale sarà la vincitrice tra Elena Rybakina e Barbora Krejcikova.

In semifinale, Paolini non ha giocato ai livelli dei quarti, dove aveva dominato Emma Navarro. Contro la numero 37 del mondo, ha incontrato difficoltà con il servizio e il dritto, le sue armi migliori in questo Wimbledon. Dopo aver perso nettamente il primo set, ha rischiato anche nel secondo, ma è riuscita a recuperare. Nel terzo set, nonostante un inizio difficile, ha dimostrato grande forza mentale, approfittando degli errori di Vekic. Alla fine, Jasmine ha realizzato il suo sogno di giocare per il titolo di Wimbledon, come vedeva fare al suo idolo Roger Federer da bambina. Questo torneo conferma il suo valore, e uscirà come numero 5 del mondo, il miglior ranking per un’italiana dal 2013, quando Sara Errani raggiunse la stessa posizione. Paolini sarà convinta di poter raggiungere grandi traguardi, come dimostra la finale che giocherà sabato.

Nel primo set della semifinale, Paolini rischia di perdere il servizio già al primo gioco, cedendolo poi al quinto. In difficoltà con la battuta e poco aggressiva a rete, subisce un ulteriore break nel settimo gioco, con Vekic che chiude il set 6-2 in 35 minuti. Nel secondo set, Jasmine annulla una palla break nel terzo gioco e, pur avendo un’unica occasione per strappare il servizio all’avversaria, non riesce a concretizzare. Deve quindi lottare per mantenere il servizio, annullando due palle break. Sul 5-4, con la croata sempre più fallosa, Paolini riesce a conquistare il break e portare il match al terzo set, che inizia perdendo immediatamente il servizio. Jasmine recupera con un break nel sesto gioco, ma cede nuovamente il servizio. Vekic, visibilmente affaticata, concede il break del 4-4. La croata annulla un match point sul 5-4 e, dopo un lungo scambio, si va al tie-break. Paolini si trova sotto 3-1 dopo un doppio fallo, ma rimonta e, sul 9-8, un errore di Vekic regala a Jasmine il punto decisivo per realizzare il suo sogno.

Classe 2005. Studentessa in Scienze della Comunicazione all'università degli studi di Palermo. Aspirante giornalista sportivo e social media manager. Grande appassionata di motori, dalla formula1 alle moto.

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Motori

F1: Pagella del Gran Premio degli Stati Uniti

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L’inaspettata doppietta Ferrari regala un mix di emozioni ai Tifosi di tutto il mondo, mentre la bagarre tra Verstappen e Norris diventa sempre più dura. Portano polemiche e dubbi le varie penalità date a vari piloti, mentre altri ne sono stati indenni. Di seguito la pagella piloti del Gran Premio degli Stati Uniti:

 

Charles Leclerc (1° classificato): 10 e lode

Leclerc ci regala una partenza sicuramente inaspettata; prevede la partenza di Verstappen e con tanta intelligenza si mette in mezzo tra l’olandese e Lando Norris. Il ritmo che tiene durante tutta la competizione è sublime e la manutenzione delle gomme speciale come sempre. Dona speranza ai Tifosi di tutto il mondo. Tuttavia, il resto del weekend si presenta un po’ difficoltoso per il numero 16.

 

Carlos Sainz (2° classificato): 9.5

Il passo durante tutto il fine settimana dello spagnolo è stato sicuramente migliore rispetto al suo compagno di squadra ma in gara fatica un po’ di più. Nonostante ciò, combatte fino alla fine e fa la differenza con la gestione delle gomme riuscendo a superare Verstappen e regalando la doppietta alla Scuderia di Maranello. 

 

Max Verstappen (3° classificato): 8

Guida magistrale da parte dell’olandese del team austriaco. Porta punti considerevoli sia nella sprint sia la domenica in gara, costringendo Lando Norris alla penalità dopo un sorpasso che ha dato non poche polemiche. Tuttavia, la sua partenza prevedibile ha permesso l’immediato sorpasso di Leclerc. 

 

Lando Norris (4° classificato): 7

Manca sempre qualcosa da parte sua, non riesce mai a difendere bene la sua pole position e per di più prende anche la penalità che gli costa il podio. Soffre nelle bagarre corpo a corpo, soprattutto quelle con Verstappen e continua a fare degli errori anche minimi che gli recano delusioni su delusioni.

 

Oscar Piastri (5° classificato): 6.5

Gara un po’ anonima dell’australiano che porta a casa punti importanti, ma allo stesso tempo non ci regala niente di speciale come ha fatto in gran premi precedenti. 

 

George Russell (6° classificato): 8.5

Ottima rimonta di George Russell che partito dalla pit lane si mette in sesta posizione; compie sorpassi e strategie magistrali, nonostante la discutibile penalità iniziale attua una gara fantastica, vincendo anche il confronto con il compagno di squadra il quale si ritira dalla competizione.

 

Sergio Perez (7° classificato): 7

Entra in top 10, compie una gara anonima e arriva addirittura alle spalle di Russell che partiva dalla pit lane. Gap assurdo rispetto a Verstappen. Si aspetta il prossimo weekend in Messico per vedere cosa deciderà la Red Bull sul suo futuro. 

 

Nico Hulkenberg (8° classificato): 7.5

Ottimo ottavo posto del tedesco che migliora sempre di più le sue prestazioni e a quanto pare ultimamente migliora anche la vettura della scuderia statunitense.

 

Liam Lawson e Franco Colapinto (9° e 10° classificati): 8

I due nuovi arrivati ci regalano gioie e una ventata di aria fresca con i loro risultati. Entrambi stanno davanti ai loro compagni di squadra nonostante la loro fresca entrata nella top class; non daranno sicuramente vita facile a Tsunoda e Albon. Compiono sorpassi da professionisti e hanno il coraggio giusto per andare avanti in questo sport. 

 

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Motori

Motogp: Pagelle del Gran Premio d’Australia

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Si è appena concluso un weekend pieno di emozioni, sorprese e delusioni. Il Gran Premio al Phillip Island vede il trionfo di Marc Marquez con una vittoria veramente tanto sudata a causa della grande difesa da parte di Jorge Martin. Ecco di seguito la pagella piloti del Gran Premio d’Australia: 

 

Marc Marquez (1° classificato): 10

Vittoria particolarmente sudata, ma la sua determinazione gli permette di avere la meglio sul numero 89. La partenza non è stata delle migliori a causa della pellicola che aveva precedentemente tolto dalla sua visiera e che era andata a finire sotto la sua stessa moto. La sua gara viene caratterizzata da tante battaglie anche con Bagnaia

 

Jorge Martin (2° classificato): 9.5

La sua partenza è sublime e il resto della gara non è di meno. Tuttavia, Marquez non lo lascia respirare e perde la posizione, ma la sua difesa durante tutto il Gran Premio è formidabile, soprattutto nel duello finale.  

 

Francesco Bagnaia (3° classificato): 8

Weekend non facile per Bagnaia il quale non riesce a tenere lo stesso passo dei due davanti. La bagarre a metà gara è stata molto dura per l’italiano il quale dopo essersi messo in testa, in pochi secondi viene superato sia da Martin sia da Marquez.

 

Fabio di Giannantonio (4° classificato): 7

Grande prestazione da parte del numero 49, il quale dopo una lunga lotta riesce a fare una grande rimonta negli ultimi istanti della competizione, salendo dall’ottava posizione  alla quarta.

 

Enea Bastianini (5° classificato): 6

Gara un po’ anonima da parte di Bastianini; inoltre perde anche la posizione contro Di Giannantonio. Tuttavia, riesce a fare tutto quel che può non avendo il giusto feeling con la moto.

 

Franco Morbidelli (6° classificato): 7

Inizio di gara discreto per Morbidelli che tiene testa per un po’ a Bagnaia, ma verso il finale si perde un po’ troppo ma riesce a stare davanti a Binder. 

 

Brad Binder (7° classificato): 6.5

La gara non Ducati è sicuramente vinta dal sudafricano anche grazie all’assenza di Pedro Acosta, infortunato il sabato. 

 

Maverick Vinales e Fabio Quartararo: (8° classificato e 9° classificato ): 6

Dopo l’incidente del sabato con Marco Bezzecchi si guadagna una buona ottava posizione. Grande top 10 anche per Fabio Quartararo il quale è sicuramente migliorato ultimamente con la sua Yamaha.

 

Raul Fernandez (10° classificato): 5

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Calcio

Stiamo sottovalutando Mateo Retegui?

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Quale può essere un metro di giudizio per giudicare un centravanti?

Potremo affidarci al passato, dove il valore di un attaccante veniva giudicato in base al numero di gol o trofei. La scuola dei pivot, centravanti fisicamente dominanti e con un fiuto del gol innato, come Bobo Vieri, Ruud Van Nisterlrooy, Drogba e tanti altri. Si potrebbe sfruttare il flusso di dati e statistiche che girano oggi, con tutti i riferimenti a xG, tocchi in area, precisione, percentuali, distanze ecc. Ma per classificare un buon attaccante o un grande centravanti basta guardare i numeri e l’apporto qualitativo, e quantitativo, che portano alla loro squadra.

Come e dove classificare Mateo Retegui?

L’attaccante italo-argentino è stato al centro dell’attenzione negli ultimi due anni, dal momento in cui l’allora commissario tecnico Roberto Mancini decise di convocarlo in nazionale. Ai tempi, sconosciuto a molti, Retegui si presentò con un gol all’Inghilterra nel match di Napoli. Nella città emblema del connubio Italia-Argentina, Retegui riceve l’assist di Pellegrini e incrocia sul secondo palo, dimostrando fin da subito quel killer instict che Mancini aveva tanto decantato al momento della convocazione. In estate l’arrivo al Genoa, la giusta piazza dove assaporare la romanzesca atmosfera del calcio in Italia, in una delle città calcisticamente più romantiche e culturalmente passionali di tutto il panorama calcistico italiano. La prima stagione del Chapita si conclude con buoni numeri, nonostante una serie di problemi fisici che hanno condizionato la continuità nel corso del campionato. Dopo un europeo giocato da gregario alle spalle di Scamacca, in seguito all’infortunio al ginocchio dello stesso Scamacca, l’Atalanta decide di investire su Retegui. All’ottava gara le reti del Chapita sono otto, dieci sommando le due partite di Nations League contro Belgio e Israele. Per parlare della crescita di Mateo Retegui prenderemo in analisi alcune delle sue ultime reti, con alcuni riferimenti a figure illustri del passato.

Prendiamo in esempio alcuni gol, e a giocate, di Retegui nelle ultime gare.

Il primo riguarda il colpo di testa. Per quanto riguarda il posizionamento, Retegui trova sempre lo spazio dove ricevere e colpire il pallone, ma ciò che balza all’occhio è la sua lettura preventiva della traiettoria del pallone. Il gol di testa contro il Torino (2ª giornata) è un mix tra prorompenza fisica e intelligenza calcistica, dato che lui impatta la palla praticamente da fermo ma nonostante tutto si posiziona bene e riesce a imprimere tanta forza e precisione. Un’altra rete di notevole importanza e qualità è quella realizzata contro la Fiorentina, dove Retegui occupa la parte centrale, e sfrutta la marcatura leggera dei due centrali viola per seguire attivamente il cross di Lookman e girare di testa.

Foto: Lega Serie A

Il secondo riguarda l’attacco alla porta avversaria. Prendendo in esempio due reti molto simili per concetto e risultato, si nota la sua capacità di leggere il gioco anche quando il gioco non viene finalizzato da lui. Prima di arrivare alla pausa Retegui segna tre gol contro il Genoa (la dura legge dell’ex, elevata alla massima potenza), il secondo centro di giornata va analizzato nella costruzione dell’azione: Retegui si stacca dall’area di rigore ed esce a legare il gioco, riceve palla e serve nello spazio centrale Ederson, rimanendo stabilmente sulla parte sinistra del campo. Il brasiliano arriva al limite e calcia, e Retegui continua la corsa verso la porta, approfitta di una respinta corta di Gollini e in tap-in segna con il mancino.

L’altra rete la segna in nazionale, nel match contro il Belgio. Dopo aver lavorato al contropiede che porta al vantaggio gli azzurri dopo meno di sessanta secondi, la gara di Retegui è prettamente di sacrificio, con Spalletti che gli affida il compito di proteggere palla e guidare in prima base le ripartenze del roster di esterni e centrocampisti. Un ruolo alla Benzema, per intenderci. Al 23′ riceve palla da Tonali, a cinquanta metri dalla porta, porta con sé Theate e di conseguenza guida il movimento convergente della difesa belga, che è costretta a ripiegare verso il centro del campo. Retegui appoggia per Dimarco che lancia di prima intenzione dall’altra parte e Cambiaso arriva al limite dell’area e calcia. Così come contro il Genoa rimane stabile sulla parte sinistra del campo, e dopo la respinta corta di Casteels si avventa sul pallone e realizza il 2-0, al primo tiro in porta della sua gara (sarà l’unico della sua partita, terminata con la sostituzione al 79′). 

Una fiducia e una positività che rievocano nelle menti e negli occhi dei più nostalgici i gol, contro Eire e Argentina, di Totò Schillaci a Italia 90′. Ma tutti i gol, lo stile di gioco e le movenze dentro l’area portano a due nomi: Bobo Vieri e Martin Palermo. Il primo non ha bisogno di alcuna presentazione, probabilmente uno dei migliori bomber della storia del calcio italiano e non solo. Un mastino capace di convertire in rete qualsiasi pallone transiti nei pressi dell’area di rigore. Il secondo, El optimista del gol (definito così da Carlos Bianchi), è semplicemente uno dei più grandi giocatori della storia del Sudamerica. Poco importa se l’argentino porta il cognome del capoluogo che ha consegnato a Retegui la nazionalità italiana (i nonni erano originari di Canicattì, in provincia di Agrigento), e l’italiano condivide con lui la parentesi all’Atalanta. Retegui sta scalando sempre di più le gerarchie, e a suon di gol si sta confermando come uno dei migliori attaccanti d’Europa. Sarà all’altezza dei grandi bomber di tutta Europa?

Ai posteri, e al prato verde, l’ardua sentenza…

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