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F1: Pagellone di metà stagione sul Campionato Costruttori 2024

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FOTO: SKY SPORT GRAFICA: JULYA MARSALA

La stagione 2024 di Formula 1 è giunta al giro di boa, ed è il momento di fare un bilancio delle prestazioni delle squadre in questa prima metà dell’anno. In un campionato caratterizzato da sfide intense e colpi di scena, le scuderie hanno dato prova del loro talento e della loro strategia, con alcune che hanno confermato le aspettative e altre che hanno sorpreso o deluso. Attraverso questo pagellone di metà stagione, analizzeremo i punti di forza e le debolezze di ciascun team, valutando il loro rendimento in pista e il potenziale per la seconda parte del campionato. Chi ha brillato sotto i riflettori e chi, invece, dovrà lavorare sodo per riscattarsi?

A cura di Angela Messina

Red Bull: 8
Pur essendo il team più in alto in classifica, non sembra dominare come sempre. Verstappen è praticamente l’unico a portare punti consistenti, mentre la situazione di Perez è quasi in pericolo. Traspare una situazione di confusione, soprattutto nel box del messicano, e forse è proprio questo che ha mandato un po’ fuori strada i risultati della Red Bull. La RB20 è di sicuro una vettura competitiva, ma non paragonabile alla RB19, la quale ha dominato quasi tutti i Gran Premi della stagione precedente. D’altro canto il bel numero di vittorie conquistate sono da considerare.

McLaren: 8.5
La vettura della scuderia inglese sembra essere quella con la vettura migliore al momento. Le prestazioni della monoposto sono altamente superiori delle altre e i suoi sviluppi sempre azzeccati. La McLaren ha sicuramente fatto molti passi avanti e potrebbe anche giocarsi il titolo costruttori, ma deve fare attenzione a tutte le occasioni che fino ad adesso hanno sprecato per colpa di strategie discrete e insicurezze, anche da parte dei piloti. Possono farcela, devono solo crederci.

Scuderia Ferrari HP: 7.5
La Ferrari ci ha sicuramente regalato tante emozioni in questa prima parte del campionato, con la doppietta in Australia e la vittoria di Leclerc a Monaco si era assicurata la seconda posizione dietro alla Red Bull. Tuttavia, dopo il trionfo a casa di Leclerc tutto è cominciato a decadere per la scuderia di Maranello, arrivando addirittura a scalare in terza posizione in classifica costruttori. Devono ritrovare la giusta via e mostrare la loro vera stoffa.

Mercedes: 7
Una grande rinascita per la scuderia tedesca. Dopo il disastro della stagione 2023 vediamo finalmente una Mercedes competitiva e feroce. Le tre vittorie ottenute dal team fanno capire che è tornata e che nonostante l’imminente uscita del sette volte campione del mondo, Lewis Hamilton, non si fa abbattere. Per le altre squadre è sicuramente una minaccia imminente e da tenere d’occhio per la seconda parte di campionato.

Aston Martin: 6
La scuderia britannica si è molto persa durante il corso della stagione. Tra errori e sviluppi sbagliati nella vettura i piloti dell’Aston Martin si sono ultimamente ritrovati a combattere per le ultime posizioni della top 10 e con non poche difficoltà. Al momento l’Aston Martin non riesce a mantenere il passo degli avversari e i risultati sembrano essere molto lontani.

A cura di Julya Marsala

Stake Sauber: 4

Il 2024 è un anno che Stake Sauber difficilmente dimenticherà, ma purtroppo non per i motivi che il team avrebbe sperato. Ultima in classifica, con zero punti al giro di boa della stagione, la squadra si trova in una situazione che si può definire critica. Dopo l’acquisizione da parte di Audi, ci si aspettava un graduale miglioramento delle prestazioni, ma la realtà è ben diversa. La C44, l’ultima vettura costruita senza il pieno coinvolgimento del colosso tedesco, ha mostrato tutte le debolezze delle stagioni precedenti, senza riuscire a risolvere i suoi difetti cronici, specialmente in qualifica dove la mancanza di velocità pura è stata un vero tallone d’Achille. La stagione è stata segnata anche da importanti cambiamenti ai vertici del team, con Andreas Seidl, arrivato solo l’anno precedente, che ha lasciato il posto a Mattia Binotto e Jonathan Wheatley. Questo turnover gestionale riflette la necessità di una ristrutturazione profonda per preparare il terreno all’era Audi, ma al tempo stesso ha creato ulteriore incertezza all’interno del team. La macchina, nonostante un radicale restyling estivo, non ha ancora mostrato i miglioramenti sperati. Le prestazioni in pista sono rimaste deludenti, con i piloti Valtteri Bottas e Guanyu Zhou che faticano a emergere in un contesto di difficoltà tecniche e strategiche. Il futuro di Stake Sauber appare quindi nebuloso: da una parte c’è l’attesa per il pieno coinvolgimento di Audi, che potrebbe trasformare la squadra in una contender di alto livello, dall’altra c’è l’urgenza di migliorare in tempi brevi per evitare di compromettere ulteriormente una stagione già negativa. Le prossime gare saranno decisive per capire se la nuova gestione sarà in grado di avviare un’inversione di tendenza o se il team continuerà a navigare in acque turbolente fino alla fine del campionato.

Williams: 5

Williams ha iniziato il 2024 con la speranza di consolidare i progressi fatti nel 2023, ma finora i risultati sono stati al di sotto delle aspettative. La FW46, la monoposto che avrebbe dovuto rappresentare un passo avanti significativo rispetto alla precedente, non ha mantenuto le promesse. Nonostante il team avesse investito notevoli risorse nello sviluppo della nuova vettura, sacrificando lo sviluppo della FW45 nella seconda metà del 2023, i frutti di questi sforzi non sono ancora maturati. In pista, Alexander Albon ha continuato a dimostrare il suo valore, portando a casa 4 punti e tenendo vivo il nome Williams nelle battaglie di metà classifica. Tuttavia, l’incapacità della squadra di fornire a entrambi i piloti una macchina competitiva è stata evidente. Logan Sargeant, il giovane talento americano, non è riuscito a sfruttare le opportunità e le sue prestazioni sono state spesso al di sotto delle aspettative, per tanto durante la pausa estiva, la squadra comunica l’arrivo di Carlos Sainz nel team. Il principale problema della FW46 è la mancanza di velocità pura, specialmente in qualifica, che costringe il team a inseguire nelle gare, spesso con strategie che si rivelano inefficaci. La gestione dei pneumatici, sebbene migliorata rispetto agli anni passati, non è ancora al livello necessario per competere costantemente per i punti. Grove sta attraversando un momento di riflessione profonda, con la consapevolezza che un ulteriore passo falso potrebbe compromettere il processo di risalita avviato negli ultimi anni. Il futuro di Williams dipenderà molto dalle decisioni che verranno prese nelle prossime settimane, sia in termini di sviluppo della vettura che di line-up dei piloti.

Alpine: 4,5

La stagione 2024 di Alpine è stata finora un vero e proprio calvario. Il team francese, che nelle passate stagioni aveva mostrato segnali di crescita, si trova ora invischiato in una crisi che sembra non avere fine. La disorganizzazione regna sovrana all’interno della squadra, con una serie di cambiamenti ai vertici che hanno ulteriormente destabilizzato un ambiente già precario. L’arrivo di Flavio Briatore come consulente avrebbe dovuto portare ordine e visione strategica, ma finora ha coinciso con una serie di scossoni, tra cui il licenziamento di Esteban Ocon e la dipartita di Bruno Famin, l’ennesimo team principal a lasciare la scuderia in meno di due anni. In pista, la A424 ha mostrato gravi lacune tecniche che hanno reso la vettura non competitiva. Famin stesso aveva ammesso che alla monoposto manca tutto ciò che è fondamentale per avere successo: trazione, carico aerodinamico, efficienza e, soprattutto, potenza. La Power Unit Renault, un tempo motivo di orgoglio per il team, è diventata un vero problema, con un deficit di circa 20 cavalli rispetto ai concorrenti diretti. Questa mancanza di competitività ha portato Alpine a considerare l’idea di abbandonare la PU francese per passare a una fornitura Mercedes, una mossa che, se da un lato potrebbe migliorare le performance, dall’altro rappresenterebbe un duro colpo per l’immagine di Renault. Nonostante qualche rara occasione in cui la squadra è riuscita a emergere, l’andamento generale della stagione è stato segnato da una lotta costante per uscire dalle retrovie. La mancanza di una direzione chiara e i continui cambiamenti interni hanno reso difficile per il team costruire una base solida su cui lavorare. Il futuro di Alpine è incerto, e senza una stabilizzazione del management e un piano di sviluppo chiaro, il rischio è quello di vedere il team scivolare ancora più indietro. La seconda metà della stagione sarà cruciale per capire se Alpine riuscirà a ritrovare la rotta o se la crisi si approfondirà ulteriormente.

Haas: 7
La Haas sta vivendo una stagione sorprendentemente positiva, tanto da non far rimpiangere l’uscita di scena di Gunther Steiner. La VF-24, pur essendo l’eredità della gestione Steiner, è stata ben gestita dal nuovo team principal Ayao Komatsu, il cui impatto è stato subito evidente. Komatsu ha introdotto nuove metodologie di lavoro durante i weekend di gara, dimostrando una gestione cinica e pragmatica delle risorse a disposizione. Questo approccio ha già dato i suoi frutti, con numerosi piazzamenti a punti, in particolare grazie a Nico Hulkenberg, che si è confermato una pedina fondamentale per la squadra.
La Haas ha saputo adattarsi rapidamente alle nuove sfide della stagione, dimostrando una solidità che mancava nelle annate precedenti. Un esempio della nuova mentalità è stato il sacrificio strategico di Kevin Magnussen a Miami, dove il team non ha esitato a prendere decisioni difficili pur di massimizzare il risultato complessivo. Sul fronte dei piloti, Haas guarda già al 2025 con grande attenzione: l’ingaggio di Oliver Bearman come giovane da crescere e l’arrivo di Esteban Ocon, veterano del midfield, sono mosse che indicano una strategia a lungo termine per stabilizzare e rafforzare la squadra.
Il bilancio di metà stagione è dunque più che positivo per Haas, che sembra finalmente aver trovato una stabilità sia in pista che fuori. Il futuro si prospetta interessante, con un mix di esperienza e gioventù che potrebbe permettere al team di continuare a crescere e consolidarsi nel midfield della Formula 1. Komatsu ha iniziato il suo mandato con il piede giusto, e se il trend positivo continuerà, la Haas potrebbe diventare una presenza sempre più solida nelle zone alte della classifica.

Racing Bulls : 6
La Racing Bulls si trova a metà stagione con una performance che può essere descritta come sufficiente, ma nulla di più. La VCARB-01 aveva mostrato grande potenziale durante i test invernali in Bahrain, alimentando le speranze di un campionato competitivo, ma in realtà si è rivelata più difficile da gestire del previsto. La squadra ha faticato a imporsi come sesta forza del campionato, un obiettivo che sembrava a portata di mano ma che è stato reso complicato dalle difficoltà incontrate con il pacchetto di sviluppo introdotto a fine giugno.
Tuttavia, va riconosciuto che il team ha saputo reagire con calma e pragmatismo. Invece di proseguire ostinatamente su una strada che non stava dando frutti, la Racing Bulls ha fatto un passo indietro, prendendosi il tempo necessario per comprendere meglio il pacchetto tecnico a disposizione. Questo approccio ha permesso alla squadra di riprendere il controllo della situazione, ritrovando una certa costanza nelle prestazioni.
Attualmente, il sesto posto tra i Costruttori rimane l’obiettivo realistico e raggiungibile per il team, che può guardare alla seconda metà della stagione con moderato ottimismo. Anche se non è stata una stagione brillante, la Racing Bulls ha dimostrato di saper gestire le difficoltà e di poter competere con determinazione nel midfield. La chiave per il successo sarà mantenere la concentrazione e continuare a sviluppare la vettura in modo efficace, evitando ulteriori passi falsi che potrebbero compromettere il piazzamento finale nel campionato

 

Classe 2005. Studentessa in Scienze della Comunicazione all'università degli studi di Palermo. Aspirante giornalista sportivo e social media manager. Grande appassionata di motori, dalla formula1 alle moto.

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F1 Academy: spettacolo e sorprese nel primo appuntamento canadese

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La F1 Academy scende in pista per la prima volta a Montreal. Dopo Miami in cui si è corsa solamente una gara a causa delle difficili condizioni meteo, questo weekend si sono svolte ben tre gare ricche di azione e colpi di scena.

Gara 1

La prima delle tre infatti presentava la stessa griglia di partenza programmata per la gara due di Miami, tranne che per la Wild Card, con la tedesca Mathilda Paatz, che si è ritrovata a partire dalla fine della griglia. Il weekend di F1 Academy è sicuramente iniziato con una gara ricca di colpi di scena, culminata con la vittoria di Doriane Pin, abile nel gestire una corsa complessa. 

In pole position era scattata Chloe Chambers, protagonista di un ottimo avvio. Alle sue spalle, però, la gara è iniziata con un contatto tra Aurelia Nobels e la stessa Pin, che ha acceso subito la bagarre nelle prime posizioni. Pochi giri più tardi, Alisha Palmowski ha tentato un attacco deciso sulla leader statunitense, ma il contatto tra le due ha causato la perdita di diverse posizioni, permettendo a Pin di avvicinarsi ulteriormente al vertice. Nel frattempo, Maya Weug ha dovuto fare i conti con seri problemi tecnici alla sua Ferrari, compromettendo la sua gara e la leadership nel campionato. Nonostante un’ala anteriore danneggiata, Pin è riuscita a prendere il comando al quarto giro, imponendo un ritmo difficile da seguire per le avversarie. Nelle retrovie, si è assistito a un acceso duello per la decima posizione tra Chong, Palmowski e Paatz. La lotta è culminata con un errore della wild card sponsorizzata Gatorade, finita contro il celebre “muro dei campioni”, causando l’ingresso della safety car all’undicesimo giro.  Alla ripartenza la situazione è ulteriormente precipitata: Rafaela Ferreira, rientrando in pista in modo azzardato dopo un bloccaggio, ha colpito la vettura di Chloe Chong; la brasiliana infatti viene penalizzata con 5 posizioni in griglia nella gara 2 del weekend. Poco più avanti, un altro incidente tra Ciconte e Crone alla curva 10 ha messo ulteriormente alla prova la direzione gara. 

La bandiera a scacchi ha sancito la vittoria di Doriane Pin, seguita da Ella Lloyd e Emma Felbermayr. Tuttavia, quest’ultima è stata successivamente squalificata per un’infrazione tecnica, permettendo a Nina Gademan di salire sul podio.

Gara 2

La seconda gara del weekend canadese di F1 Academy si è disputata con griglia invertita, regalando ulteriore spettacolo e assegnando dieci punti alla vincitrice. A partire dalla pole position è stata Chloe Chong, ma la sua leadership è durata poco. Sin dalle prime curve, la pilota della Rodin Motorsport è stata messa sotto pressione da Nina Gademann, al volante dell’Alpine, mentre alle loro spalle Ella Lloyd ha conquistato la terza posizione superando la Sauber di Felbermayr. La corsa di Chong ha però subito un brusco rallentamento poco dopo: un contatto l’ha costretta a retrocedere fino alle retrovie, compromettendo le sue chance di punti. La gara ha poi vissuto una fase più stabile, con poche variazioni di rilievo. Da segnalare il sorpasso di Alba Larsen su Palmowski, che ha perso terreno scivolando in sesta posizione. Nel frattempo, Maya Weug, determinata a riscattare un weekend difficile, si è lanciata all’inseguimento di Aurelia Nobels per l’ottavo posto, ingaggiando un duello acceso ma senza esito immediato, vista la resistenza della brasiliana. Al tredicesimo giro, un errore di Nicole Havrda alla curva 10 durante un tentativo di sorpasso su Anagnostiadis ha causato l’uscita della safety car, congelando temporaneamente la corsa.

Alla ripartenza, Gademan ha cercato di difendere la leadership, ma Felbermayr ha saputo approfittare della pressione e con un sorpasso deciso negli ultimi istanti di gara ha conquistato così la vittoria in Gara 2. Una prestazione solida che le ha permesso di massimizzare i punti disponibili, fondamentale in ottica campionato. Seconda posizione per Ella Lloyd, che è riuscita a superare a sua volta la Alpine, che di conseguenza ha completato il podio della seconda gara canadese. 

Gara 3

L’ultima gara del weekend canadese di F1 Academy si è aperta con Chloe Chambers in pole position, nuovamente protagonista di una partenza solida. Alle sue spalle, però, le fasi iniziali sono state subito turbolente: un contatto tra Palmowski e Ella Lloyd ha messo in allerta il gruppo, seguito da un secondo incidente tra la Wild Card e Anagnostiadis, che ha costretto la direzione gara a far entrare immediatamente la safety car. L’intervento della vettura di sicurezza ha permesso a Palmowski di rientrare ai box e tornare in gara senza danni significativi. La neutralizzazione si è protratta per buona parte della corsa, comprimendo il gruppo e aprendo le porte a nuovi duelli nella seconda metà della gara. 

Alla ripartenza, le emozioni non sono mancate: Doriane Pin ha attaccato e superato Nina Gademan, conquistando la quarta posizione. Poco dopo, un contatto tra Felbermayr e l’Alpine ha causato il testacoda della pilota austriaca, che si è ritrovata in fondo al gruppo. L’autrice del contatto ha ricevuto 10 secondi di penalità, modificando ulteriormente gli equilibri della classifica. Pin ha poi continuato la sua rimonta superando anche Tina Haussman, mentre Chambers è rimasta in testa ma sotto crescente pressione da parte della McLaren di Lloyd. La gara ha vissuto un nuovo momento critico al decimo giro, quando Lia Block, tentando un sorpasso su Ferreira, ha provocato un contatto a catena: la vettura di Block è rimasta bloccata in curva e successivamente Ferreira è stata colpita da Aurelia Nobels, costringendo quest’ultima al ritiro. È così entrata in pista la seconda safety car. Alla seconda ripartenza, Chambers ha mantenuto il sangue freddo difendendosi con successo dagli attacchi di Lloyd, mentre Maya Weug, autrice di una rimonta eccezionale dalla quindicesima posizione, ha raggiunto il sesto posto. Il colpo di scena finale è arrivato al quattordicesimo giro: un contatto tra le vetture di Sauber e Haas ha portato all’ingresso di una terza safety car, che ha di fatto congelato le posizioni fino alla bandiera a scacchi.

Chloe Chambers ha così conquistato una vittoria meritata in Gara 3, chiudendo un weekend in crescendo. Sul podio anche Ella Lloyd, sempre costante, e Doriane Pin, nuovamente tra le protagoniste assolute del fine settimana.

 

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F1, GP del Canada: TOP e FLOP di Montréal

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Il Gran Premio del Canada 2025, andato in scena sul circuito Gilles Villeneuve di Montréal, ha regalato emozioni forti, colpi di scena e qualche amarezza inaspettata. Dopo settimane in cui McLaren sembrava imbattibile, la Mercedes piazza un colpo da maestro con George Russell, dominatore assoluto del weekend. Dietro di lui si agita un paddock diviso tra celebrazioni e autocritiche. Ecco i 3 TOP e 3 FLOP del weekend canadese.

TOP

George Russell 
Weekend perfetto per l’inglese: pole position, vittoria e giro veloce. Dopo una stagione fin qui opaca, Russell risponde alle critiche con il suo primo successo del 2025. Lucido, costante e aggressivo al punto giusto: il leader che Mercedes aspettava. Il team anglo-tedesco, dopo un avvio difficile, dimostra di essere tornato nella lotta al vertice.

Kimi Antonelli
Una prima volta indimenticabile. Il giovanissimo talento italiano conquista il suo primo podio in Formula 1, diventando uno dei tre piloti più giovani della storia a riuscirci. Con la pressione di un circuito complicato, Kimi ha mostrato una maturità sorprendente. Il futuro di Mercedes (e della F1) ha un nome.

Max Verstappen 
Il campione del mondo chiude secondo con una gara tutta grinta e sorpassi. L’olandese sfrutta le condizioni mutevoli per rimontare e mettere la sua esperienza al servizio del risultato. Un secondo posto che vale oro per la Red Bull, in una giornata dove il team non era il favorito.

FLOP

Lando Norris 
Doveva essere il weekend della conferma, è diventato un incubo. L’incidente con Piastri all’ultimo giro, completamente evitabile, è costato caro a Norris e al team. L’inglese si è assunto la responsabilità a fine gara, ma la frattura con il box e con il compagno è palpabile. Un passo falso che potrebbe pesare sul prosieguo della stagione.

Ferrari
Ancora una volta, la Rossa resta a metà del guado. Leclerc chiude quinto con una strategia discutibile, mentre Hamilton continua a faticare parecchio. A peggiorare il weekend ci si mette anche un bizzarro incidente da parte dell’inglese, che con una marmotta colpita in pista danneggia la monoposto. Serve una svolta, soprattutto a livello decisionale e mentale.

Yuki Tsunoda 
Penalità in griglia, poca incisività in gara e nessun punto a referto. Il giapponese si conferma incostante e delude in un weekend in cui il team contava su di lui per sfruttare le condizioni variabili. Con il mercato piloti in fermento, il suo sedile potrebbe iniziare a scottare.

Il GP del Canada 2025 ha mostrato con chiarezza quanto sia ancora fluido l’equilibrio tra i team di vertice. Mercedes ha saputo sfruttare al meglio le condizioni meteo, la strategia e la grinta dei propri piloti, riaprendo potenzialmente la corsa al titolo. McLaren, pur conservando la leadership del mondiale con Piastri, deve ora gestire tensioni interne che rischiano di esplodere. Ferrari resta la grande incompiuta, mentre il gruppo di centro classifica continua a faticare a trovare costanza.

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F1: George Russell firma la prima vittoria stagionale sul circuito Gilles Villeneuve, davanti a Verstappen e Antonelli.

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La sera italiana si accende con il rombo della Formula 1 con il Gran Premio del Canada. Dopo una qualifica spettacolare, con un incredibile George Russell autore di una pole position all’ultimo respiro, la McLaren sembra ancora la monoposto da battere. Ma gli avversari Ma gli avversari incalzano sempre più minacciosamente negli specchietti retrovisori della vettura campione del mondo. A decidere tutto, però, sarà come sempre la bandiera a scacchi e una strategia impeccabile, fondamentale su un circuito come quello canadese. 

Con il giro di formazione completato, i venti migliori piloti al mondo si schierano in griglia, fatta eccezione per Pierre Gasly — costretto a partire dalla pit-lane per via della sostituzione di alcune componenti sulla sua Alpine, aggravata da una pessima qualifica — e per Liam Lawson. Una prima fila non del tutto inedita: è la terza volta che i due si ritrovano affiancati, ma i malumori delle ultime gare rendono l’atmosfera ancora più tesa. Attenzione anche a Max Verstappen, che ha soltanto un punto residuo sulla superlicenza prima di rischiare l’esclusione da un Gran Premio. Allo spegnimento dei semafori, in curva 1 scatta perfettamente George Russell, autore di una partenza impeccabile. Ottima anche la partenza del suo compagno di squadra, Kimi Antonelli, che riesce subito a prendersi la terza posizione su Oscar Piastri. Nelle retrovie volano scintille tra Colapinto e Albon, con quest’ultimo che rientra in pista in condizioni potenzialmente pericolose dopo un contatto. Dopo pochi giri, diversi piloti iniziano a soffrire di graining, in particolare la Mercedes numero 12. In casa Ferrari si parte a rilento, soprattutto per Charles Leclerc, a cui dal muretto viene comunicato insistentemente un lift and coast marcato. Il passo gara della Mercedes, che a inizio weekend sembrava preoccupante, smentisce già nei primi giri tutte le previsioni negative. Leclerc continua a girare con un ritmo deludente, penalizzato da una gomma dura che non sta performando come previsto. Lando Norris si accende, cercando il sorpasso su un coriaceo Fernando Alonso, mettendo poi nel mirino la Ferrari di Lewis Hamilton. Nel frattempo, Kimi Antonelli si fa sempre più minaccioso negli specchietti del campione del mondo Max Verstappen, che, afflitto da un pesante graining, è costretto al pit stop. Anche per il leader George Russell è il momento di rientrare: esce ai ferri corti con Verstappen, ma riesce a rimanere davanti all’olandese. Al comando si ritrova Antonelli, che però deve ancora effettuare la sua sosta, eseguita appena un giro dopo. Lando Norris sale al comando davanti a Leclerc, entrambi partiti con la mescola più dura e ora protagonisti di una grande rimonta. Nonostante un avvio difficile, le loro monoposto si accendono e diventano le più veloci in pista. Tuttavia, con le gomme nuove in temperatura, Russell e Verstappen riescono a superare Leclerc e puntano dritti su Norris. In casa Ferrari, la strategia su Leclerc fa discutere: via radio, il monegasco esprime il proprio disappunto per il nuovo treno di gomme dure montato, che lo costringe a una seconda sosta obbligatoria.

Il poleman, Russell, tornato leader, imprime un ritmo indiavolato e guadagna secondi preziosi su Verstappen. Iniziano le seconde soste: apre le danze proprio il campione del mondo della Red Bull, mettendo le due Mercedes in una momentanea doppietta. Duello ruota a ruota all’uscita box tra Verstappen e Antonelli: ma con gomma fredda, l’italiano non riesce a tenere la posizione. Gara da dimenticare per Lewis Hamilton, anonimo fin dall’inizio, penalizzato da un problema ai freni confermato dal box Ferrari. Meno azione nelle retrovie, ma tra Stroll e Gasly non manca la tensione: il canadese sarà investigato per non aver lasciato spazio al francese in fase di sorpasso, spingendolo fuori pista. Il primo vero colpo di scena arriva quando Alexander Albon parcheggia la sua Williams in una via di fuga: la gara è finita per lui, dopo un’accesa discussione via radio per problemi alla power unit. Continua il calvario di Yuki Tsunoda: dopo una qualifica disastrosa e una penalità, viene superato da un sorprendente Hülkenberg, in gran forma nelle ultime gare. Charles Leclerc smarca finalmente l’ultimo pit stop, rientrando in pista nel pieno della lotta per le posizioni di vertice. A pochi giri dalla fine, la gara si infiamma: cinque piloti racchiusi in cinque secondi danno vita a un finale al cardiopalma. Kimi Antonelli è protagonista di una prestazione straordinaria, in piena corsa per il primo podio della sua carriera, proprio su un tracciato inedito per lui. La battaglia si accende soprattutto tra i due piloti McLaren, apparsi in difficoltà nonostante le previsioni ottimistiche della vigilia. Oscar Piastri si fa aggressivo e tenta l’affondo su Antonelli, ma l’italiano difende con decisione e lucidità, senza lasciare spazio all’australiano.

A due giri dalla fine, il colpo di scena: Lando Norris, nel tentativo di sorpassare il compagno di squadra nel momento più delicato, sbaglia completamente traiettoria, finisce largo e impatta contro il muro. Un errore pesantissimo che lo costringe al ritiro e gli fa perdere punti preziosi in ottica mondiale. L’incidente provoca l’ingresso della safety car, che  congela le posizioni e rischia di accompagnare il gruppo fino alla bandiera a scacchi .Nel frattempo, si accende un nuovo caso: Max Verstappen, in una manovra poco chiara, supera momentaneamente George Russell proprio sotto regime di safety car. L’infrazione non sfugge alla direzione gara, che apre un’investigazione e lascia in sospeso il risultato finale. Se confermata, la manovra potrebbe costare caro all’olandese, con una penalità che rischia di escluderlo dal prossimo Gran Premio. Tensione anche in casa McLaren, dove l’errore di Norris e le tensioni accumulate con Piastri sembrano destinati a lasciare strascichi pesanti all’interno del team. Tra errori, incidenti e strategie controverse, il Gran Premio del Canada si chiude proprio sotto regime di safety car. George Russell vince una gara impeccabile, gestita con grande maturità dal primo all’ultimo giro. Max Verstappen chiude secondo, ma resta sotto investigazione per l’infrazione commessa nel finale. A completare il podio è un sorprendente Kimi Antonelli, autore di una corsa solida, intelligente e aggressiva quanto basta per conquistare il primo podio in carriera, in una delle piste più tecniche e imprevedibili del calendario. Una giornata da ricordare per lui, e una gara che lascia aperti scenari tesi e incerti per il prosieguo del mondiale

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