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Cronaca

Liam Payne trovato morto a Buenos Aries

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Foto: Rolling Stones

Gli One Direction, la boy band di cui Payne è stato membro, hanno venduto milioni di dischi in tutto il mondo, diventando un fenomeno musicale internazionale. Nonostante la separazione del gruppo avvenuta nel 2016, Payne aveva proseguito la sua carriera da solista, raccogliendo un discreto successo con alcuni singoli di successo.

Eppure, questo mercoledì pomeriggio, Buenos Aires è stata scossa da una notizia che ha lasciato attoniti milioni di fan in tutto il mondo: Liam Payne, è stato trovato morto nella capitale argentina in circostanze ancora poco chiare.

Secondo quanto riportato dal quotidiano La Nación, la polizia della stazione 14B di Buenos Aires ha ricevuto una richiesta d’intervento nel pomeriggio, in seguito a una segnalazione relativa a un uomo in stato di alterazione. La persona in questione, identificata successivamente come Liam Payne, sembrava essere sotto l’effetto di alcol o sostanze stupefacenti.

Leggi anche: Puff Daddy: Justin Bieber è una vittima o un carnefice?

Quando gli agenti sono giunti sul posto, hanno trovato il corpo di Payne riverso nel cortile interno di un hotel, privo di vita. Nonostante i tentativi di rianimazione, per il cantante non c’è stato nulla da fare. La polizia argentina ha immediatamente avviato le indagini per chiarire le cause del decesso, cercando di capire se siano coinvolte altre persone e se vi siano stati episodi di violenza prima del tragico evento.

Le autorità, per il momento, non hanno rilasciato ulteriori dettagli, ma i primi elementi fanno ipotizzare che l’abuso di sostanze possa essere stato un fattore determinante per un eventule suicidio.

Il corpo di Payne è stato trasferito all’istituto di medicina legale per un’autopsia, che dovrebbe fornire risposte più precise sulle cause della morte.

Classe 2004. Studentessa in Lettere all’Università degli studi di Palermo. Aspirante editor e giornalista. Appassionata di musica, vintage e letteratura.

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Cronaca

Martina Carbonaro, la quattordicenne uccisa dall’ex fidanzato

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Foto: Facebook

Afragola (Provincia di Napoli)

Il corpo di Martina Carbonaro, quattordicenne da due giorni scomparsa, è stato ritrovato privo di vita dai carabinieri, nascosto in un armadio (poco distante dall’abitazione della ragazza, all’interno di un edificio diroccato).

Martina è stata uccisa a colpi di pietra dall’ex fidanzato diciottenne Alessio Tucci, che nel bel mezzo di un lungo interrogatorio ha confessato di aver compiuto l’omicidio dopo essere stato lasciato dalla ragazza.

L’ho uccisa perché mi ha lasciato dice a riguardo L’ho colpita con una pietra trovata sul posto.”

Dal 2025, Martina è la ventottesima vittima di femminicidio in Italia; un numero parecchio preoccupante che dovrebbe invitare tutti noi a riflettere.

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Cronaca

Processo Puff Daddy, testimonia anche Kid Cudi: “Ha incendiato la mia auto perché stavo Cassie Ventura”

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Si aggiungono altre rivelazioni in merito al processo di Puff Daddy (Sean Diddy Combs), accusato di traffico sessuale e violenza, dopo la testimonianza dello scorso 22 maggio del rapper e attore Scott Mescudi (in arte Kid Cudi).

Cudi avrebbe raccontato di numerosi episodi di violenza risalenti al 2011 e al 2012, da parte dell’imputato, da quando avrebbe frequentato Cassie Ventura (ex di Diddy).

LE SUE DICHIARAZIONI

Partendo dagli inizi, intorno al dicembre dello stesso anno, Cudi racconta che la Ventura lo chiamò intorno alle 6 del mattino, per raccontargli che Diddy aveva scoperto della loro relazione e aveva minacciato la donna con un cavatappi.
Successivamente, Combs si recò a casa di Miscudi a Hollywood Hilss (in quel momento non presente all’interno) eludendo le telecamere di sorveglianza, irrompendo in casa e chiudendo il suo cane nel bagno.

Cudi ha affermato che, mentre lui e Cassie si frequentavano da poco, l’ha portata in un hotel di West Hollywood per allontanarla e proteggerla dall’ex fidanzato violento.
Mentre erano lì, ha ricevuto una chiamata dall’assistente di Puff Daddy, Capricorn Clark, dicendogli che l’ex magnate dell’hip hop e un sicario erano a casa di Cudi, costringendo quest’ultima ad andare con loro.

Poche settimane dopo, la sua Porsche 911 decappottabile è stata danneggiata da un incendio, parcheggiata nel vialetto della sua villa.
Cudi ha detto di essere a casa di un amico, quando la sua dog-sitter ha chiamato e gli ha detto che la sua auto era in fiamme.
Ai giurati sono state mostrate le foto degli interni, in pelle rossa dell’auto, bruciati con un buco apparentemente tagliato nel tetto in tela.

Cudi ha detto che è stata trovata una molotov sul sedile del passeggero: Sean Combs stava lì, fissando fuori dalla finestra con le mani dietro la schiena, come un supercattivo Marvel“, ha raccontato quest’ultimo.

LE SCUSE DI DIDDY E LA RISPOSTA DELLA DIFESA

Il giorno dopo i due si sono incontrati in un hotel di Los Angeles per cercare di appianare la situazione ma, alla domanda di Cudi “Cosa facciamo con la mia auto?”, Combs rispose con uno sguardo molto freddo “non so di cosa stai parlando”.
Le scuse arrivarono solamente qualche anno dopo, nel 2015.

L’imputato ha negato qualsiasi tipo di coinvolgimento nell’incendio, citato dal rapper, mentre la difesa ha prontamente attaccato la tesi di Cassie Ventura.
L’avvocato difensore afferma che Cassie stava vivendo una “doppia vita”, perché Cudi, a quanto è emerso, sapeva che la Ventura aveva terminato la relazione con l’ex, ma a quanto pare – anche per stessa ammissione della donna– le cose non stavano proprio così.

Infatti la Ventura aveva dichiarato di avere un doppio cellulare, proprio per mantenere segreta (e protetta) la relazione clandestina. Cudi ha detto di essere innamorato di Cassie e di essere rimasto sconvolto nello scoprire che in seguito aveva deciso di tornare da Puff Daddy.

Questa è uno fra i tanti capitoli di questo processo, che prevede ancora ulteriori testimonianze nelle settimane a venire.

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Cronaca

USA: Trump chiude l’università di Harvard agli stranieri, quasi seimila studenti sfollati

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Nuovo scontro tra il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, e uno fra i più prestigiosi atenei del mondo, Harvard. Una scelta dettata dal fatto che il campus “non è sicuro” e per “sradicare il male dell’antiamericanismo”.

“Vi scrivo per informarvi che, con effetto immediato, la certificazione del programma per studenti e visitatori stranieri dell’università di Harvard è revocata“, ha scritto la segretaria alla sicurezza interna Kristi Noem all’ateneo.
Di conseguenza, nessuno studente straniero potrà iscriversi all’università di Harvard e coloro che sono già iscritti dovranno trovare una nuova collocazione o saranno espulsi con effetto immediato.

Una scelta sorprendente e ai limiti del surreale che ha scatenato l’indignazione generale, persino dell’ateneo stesso, il quale ha deciso di fare causa all’amministrazione Trump per violazione del primo emendamento.

LE PAROLE DI TRUMP

La risposta del presidente americano non si è fatta attendere: “Perché Harvard non dice che quasi il 31% dei suoi studenti – scrive il presidente su Truth – proviene da Paesi stranieri, ma questi Paesi, alcuni dei quali per nulla amici degli Usa, non pagano nulla per l’istruzione dei loro studenti, né intendono mai farlo? Nessuno ce l’ha detto! Vogliamo sapere chi sono quegli studenti stranieri, una richiesta ragionevole visto che diamo a Harvard miliardi di dollari, ma Harvard non è esattamente disponibile. Vogliamo quei nomi e quei Paesi. Harvard ha molti soldi, usateli e smettetela di chiedere al Governo di continuare a concedervi soldi”.

LA RISPOSTA DELL’ UE

La stretta varata da Donald Trump sulle iscrizioni degli studenti stranieri all’università di Harvard, sarà discussa dai ministri dei 27, che si sono già riuniti negli scorsi giorni nel consiglio competitività.
“La decisione del governo degli Stati Uniti mi rattrista molto, non è un segnale positivo né per le giovani generazioni né per il mondo libero. E spero vivamente che il governo degli Stati Uniti annulli questa decisione perché è davvero disastrosa. Ci sono perdenti da entrambe le parti ed è una decisione davvero sbagliata e spero tanto che venga cambiata. Sono molto preoccupata“.

L’ha detto la ministra tedesca per la Ricerca, la Tecnologia e lo Spazio, Dorothee Bar.

HARVARD NEL CAOS

Iniziano a circolare le prime stime dei danni che questo scontro sta causando al prestigioso ateneo a stelle e strisce.
La rivista scientifica Nature ha infatti raccolto dati e documenti, calcolando che i ricercatori dell’università hanno perso quasi mille borse di studio per un valore di oltre 2,4 miliardi di dollari.

Nel mentre il presidente dell’ateneo Alan Garber ha comunicato che tale decisione è “illegale e ingiustificata, che crea un danno irreparabile ai danni di Harvard. Senza i suoi studenti internazionali, Harvard non sarebbe Harvard“.

 

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