Connect with us

Calcio

Lukaku e Kvara stendono il Milan. Il Napoli espugna San Siro

Published

on

Foto: X Lega Serie A

Durante il turno infrasettimanale, Milan e Napoli si sfidano a San Siro per il big match della decima giornata. Gli azzurri con l’obiettivo di tenere saldo il primo posto in classifica, i rossoneri per recuperare punti fondamentali in ambito Scudetto.

Un Milan orfano di Pulisic (in panchina causa influenza) soffre sin da subito l’altissimo pressing dei partenopei, che blocca la costruzione della squadra di Fonseca chiudendo totalmente le linee di passaggio a centrocampo e bloccando di fatto i punti di riferimento rossoneri. Al quarto minuto il Napoli va in vantaggio con una fulminea azione verticale che sorprende la difesa del Milan: Rrahmani serve Anguissa, che imbuca per Lukaku, il quale vince lo scontro spalla a spalla con Pavlovic e calcia sul primo palo, battendo Maignan. Dopo circa dieci minuti di assestamento, arriva la reazione del Milan con Musah, che tenta la soluzione tesa sul secondo palo, calciando però sul fondo. Al 27’ il Napoli commette un errore ingenuo in costruzione a causa di un’incomprensione tra Buongiorno e Gilmour, che regalano palla a Musah, fermato da una tempestiva uscita di Meret. Continua a spingere il Milan, soprattutto grazie al gran lavoro di Loftus-Cheek, ingranaggio principale della squadra di Fonseca, che svetta e tenta una colpo di testa impegnando Meret, costretto ad allungarsi e bloccare il pallone. Il Napoli, dal canto suo, non vuole consentire ai rossoneri di prendere il sopravvento e ogni volta che si mostra dalle parti di Maignan risulta pericoloso con ogni membro del suo attacco, supportato dal grande aiuto di McTominay. A tre minuti dalla fine della prima metà di gara Kvaratskhelia, dopo un’ennesima, brillante gestione del pallone di McTominay, si accentra e dai venti metri calcia forte a giro sul secondo palo, trovando un jolly che batte Maignan, colpevole di un intervento troppo timido che lascia il rimpianto di aver potuto fare qualcosa in più.

La seconda metà di gara riprende con un Milan subito propositivo, che riesce immediatamente a riaprire il match grazie all’incornata perentoria di Morata che batte Meret, in seguito ad un cross al bacio di Chukwueze, tra i più brillanti nelle fila del Milan. L’entusiasmo dello spagnolo viene però subito smorzato, perché dopo un check del VAR, la rete viene annullata per fuorigioco, con il risultato che torna sullo 0-2 e che costringe il Milan a spingere per provare a tornare in partita. Con il passare dei minuti, il Napoli cresce di intensità e si rende pericoloso. Al 60’ Lukaku compie un eccezionale lavoro di sponda e in seguito ad un ottimo lancio di Anguissa serve Kvaratskhelia, che torna dietro da McTominay, il quale conclude verso la porta ma spedisce a lato della porta di Maignan. Al 62’ entrano Leao e Pulisic e la velocità di gioco del Milan raggiunge il suo picco. Di fronte alla rapidità in costruzione dei rossoneri, il Napoli arretra e molte volte si chiude nella sua area di rigore, riuscendo comunque a non correre enormi pericoli. Soprattutto sulla fascia di Leao, il neo-entrato Mazzocchi ha non poche difficoltà e soffre il gioco e la velocità del portoghese. A un quarto d’ora dalla fine escono Kvaratskhelia e Lukaku, protagonisti assoluti di questa gara, favorendo l’ingresso di Simeone e Neres, per provare a fare uscire il Napoli dalla gabbia creata dal Milan, che lo ha rinchiuso nella propria metà campo. All’83’ Leao va vicino al gol del 2-1. L’esterno portoghese si accentra e calcia con il destro a giro, trovando però un intervento felino di Meret, che chiude in calcio d’angolo. Il Milan prova il forcing finale, in seguito anche all’entrata di Camarda, con le conclusioni di Pulisic e Fofana che non spaventano la difesa azzurra e lasciano dunque bianca la rete della porta di Meret. Si conclude così una partita in cui la squadra di Fonseca, eccezion fatta per il gol annullato a Morata, è stata poco concreta e non è riuscita quasi mai ad impensierire gli avversari, nonostante un secondo tempo in totale gestione della gara.

Il Napoli dà continuità al suo straordinario periodo di forma, con prestazioni che sembrano tornare quelle dell’anno dello Scudetto. Per il Milan invece, arriva la prima sconfitta casalinga della stagione, in seguito ad una prestazione incolore, che non è altamente insufficiente ma che non riesce nemmeno a far sorridere i ragazzi di Fonseca.

Negli altri due match che aprono il turno infrasettimanale, il Bologna vince 2-0 a Cagliari grazie ai gol di Orsolini e Odgaard, mentre il Lecce batte il Verona per 1-0 grazie al gol di Dorgu.

 

 

 

Classe 2004. Studente in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Palermo. Aspirante giornalista sportivo e grande appassionato di sport

Continue Reading
Click to comment

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Calcio

Milan da sogno a Madrid. Pari tra Juventus e Lille. Terza sconfitta consecutiva per il Bologna

Published

on

Real Madrid-Milan

Il Milan torna a vincere dopo quindici anni al Bernabeu contro il Real grazie ad una super prestazione dei suoi uomini principali.

Nei primi minuti di gara il Milan si mostra intraprendente, motivato ma soprattutto impassibile da tutte le voci della vigilia, che vedevano i rossoneri nettamente inferiori ai quindici volte campioni d’Europa. Dopo essersi studiate bene, le due squadre iniziano a rendersi pericolose con un iniziativa per parte ma, in entrambi i casi, Mbappé e Theo Hernandez non riescono a sorprendere i portieri avversari. Il match si sblocca al 12′, quando sugli sviluppi di un calcio d’angolo battuto da Pulisic, Thiaw anticipa Éder Militão e porta avanti il Milan grazie al suo primo gol in maglia rossonera. Con il gol del centrale tedesco, la gara si accende, il Real attacca e sfiora il pareggio con Mbappé e Vinicius, due dei principali giocatori chiamati al gol per risollevare il morale della squadra dopo la sconfitta nel Clasico. Con il passare dei minuti, il Milan continua a soffrire, soprattutto quando Emerson Royal è chiamato a fronteggiare Vinicius che, al 22′, si procura e trasforma (spiazzando Maignan) un calcio di rigore per un intervento irregolare del terzino rossonero sul numero sette brasiliano. La reazione degli uomini di Fonseca è inizialmente timida ma non tarda ad arrivare con Theo Hernandez e Reijnders, entrambe le conclusioni dei rossoneri mettono in difficoltà Lunin, che si rifugia tutt’e due le volte in corner. Ad una manciata di minuti dal duplice fischio, un grande Milan si riporta in vantaggio con Morata: Leao riceve palla in area, elude la pressione di Tchouameni e calcia basso sul secondo palo, Lunin interviene in maniera prodigiosa ma non può nulla sul tap-in di Morata. Nella ripresa, gli ospiti riescono a non chiudersi nella propria area, rendondosi pericolosi con la testata di Leao e la ripartenza di Pulisic, sprecata dal punto di vista finalizzativo proprio dall’esterno portoghese. Dopo un paio di minuti passati a difendere il gol del vantaggio, il Milan recupera palla e approfitta di una serie di disattenzioni del Real a metà campo per attaccare l’area avversaria con Leao che, con un cross arretrato, serve che da pochi passi non spreca e segna il gol dell’1-3, sottolineando ancora di più il suo momento di forma. Ferito dal terzo gol subito, il Real Madrid si riversa nell’area di rigore rossonera nella speranza di accorciare le distanze, andandoci solamente vicino nonostante il gol di Rüdiger per un fuorigioco di Rodrygo. Nei sei minuti finali, il Real le prova tutte per accorciare le distanze ma, le conclusioni ravvicinate di Brahim Diaz e Militão vengono perfettamente neutralizzate da Maignan.

Lille-Juventus  (A cura di Dennis Rusignuolo)

Prima David, poi il rigore di Vlahovic evita il ko ai bianconeri. 1-1 Al Pierre-Mauroy.

Parte subito forte la squadra di casa, sempre in pressione alta con David e Zeghrova che fin dai primi minuti provano a mantenere alto il baricentro dei francesi. L’intento del Lille è chiaro: non far impostare con libertà i difensori e i centrocampisti bianconeri. La qualità della squadra francese si evince nel momento in cui la Juve sbaglia l’uscita o il fraseggio, con André che ringhia sulle caviglie di Thuram e Locatelli e cerca di ribaltare subito il fronte verso gli attaccanti. Nonostante il ritmo forsennato della squadra di Genesio, la Juventus cerca sempre la via del fraseggio per perforare la difesa del Lille. Al 23′ i bianconeri recuperano palla in avanti, Yildiz serve tardi Vlahovic che pesca Koopmeiners in area, l’olandese trova il vantaggio ma Vlahovic partiva in posizione di fuorigioco e la rete viene annullata. Tre minuti dopo i due tenori del Lille collezionano il vantaggio: Zeghrova recupera palla nei pressi della sua area di rigore, sfugge via a Cabal, taglia il campo e trova un filtrante in verticale verso David, Kalulu liscia l’intervento e il canadese è freddo nel battere Di Gregorio in uscita. La Juve prova a reagire con la consueta pressione alta, Locatelli recupera palla su Gudmundsson, Vlahovic si smarca al centro e prova l’anticipo sul primo palo, provvidenziale Chevalier in tuffo. A cinque dal termine ancora Koopmeiners trova il gol, ma anche questa volta la rete è annullata per posizione irregolare, questa volta di Yildiz. Nessun cambio all’intervallo, e ripresa che comincia con lo stesso copione del primo tempo. La prima variante tattica che si intravede nei primi minuti è un baricentro basso dei francesi, e questo favorisce il possesso della squadra di Thiago Motta. Al 54′ la Juventus si stanzia stabilmente nella trequarti francese e nel momento in cui la Juve spinge in tutti i modi, Chevalier chiude la porta e compie altre due parate provvidenziali. La prima è sul tiro-cross di Conceicao, la seconda è sulla conclusione di Thuram. Al 57′ Conceicao si infila in area e André lo colpisce allo stinco. L’arbitro assegna il penalty e dal dischetto Vlahovic spiazza Chevalier e rimette in equilibrio la gara. Il pareggio del serbo certifica il dominio della Juventus nel secondo tempo, con Thiago Motta che sceglie di mantenere alto il ritmo ed effettuare un triplo cambio. Savona, McKennie e Weah rilevano Cabal, Thuram e Vlahovic, forze fresche e coraggiose per cercare nuove soluzioni per arginare il muro francese. Il Lille non si scompone e approfitta del momento di confusione della Juve per rialzare la testa. Al 77′ Zeghrova calcia forte sul primo palo, ma lì Di Gregorio è attento e presente. Nel finale il Lille rischia molto nelle retrovie, ma la Juve è poco lucida e non riesce ad approfittarne. Una buona prestazione della Juventus, tante occasioni e tante risposte dal punto di vista emotivo e tattico, ma il mezzo bottino non soddisfa appena Thiago Motta, che adesso rischia di rimanere imbrigliato nella lotta a un posto saldo nei play-off. Il calendario complica il percorso dei bianconeri, chiamati a reagire nel prossimo match contro l’Aston Villa. Continua a macinare punti il Lille, dopo le vittorie contro Real e Atletico Madrid. Altra prestazione solida della squadra di Genesio, che continua a sorprendere sotto i colpi di Zeghrova, i gol di David e le parate di Chevalier.

Bologna-Monaco (A cura di Dennis Rusignuolo)

Il Bologna cede anche al Monaco. Terza sconfitta consecutiva in Champions.

Partita subito molto movimentata, con il primo squillo targato Miranda: dopo un’azione insistita da parte del Bologna la palla finisce sul mancino del terzino rossoblù che però spara alto, mentre qualche minuto più tardi ci vuole un grandissimo intervento di Skorupski per evitare il vantaggio del Monaco. Filtrante di Ben Seghir per Embolo e diagonale del centravanti che trova prima la miracolosa deviazione del portiere e successivamente il palo, che grazia la squadra di Italiano. Dopo un’occasione con Fabbian protagonista, orchestrata da Ndoye e conclusa con una deviazione in calcio d’angolo sul tiro del centrocampista, i monegaschi trovano il gol con Singo, vecchia conoscenza del calcio italiano. Fallo però dell’ex Torino su Skorupski e dopo un colsulto con il VAR l’arbitro Aghayev annulla la rete. Al 42′ lo stesso direttore di gara strozza in gola l’urlo del Dall’Ara per la rete trovata da Castro, con un perfetto diagonale, ma subito non convalidata a causa di un fuorigioco di Ndoye a inizio azione. Nel finale altra grande parata di Skorupski, che salva il risultato su Akliouce. Nel secondo tempo il ritmo della partita si abbassa molto, con Italiano che prova a cambiare le carte in tavola facendo entrare subito Pobega e successivamente sia Orsolini che Dallinga, con quest’ultimo che non riesce mai a entrare effettivamente in partita. I felsinei provano con costanza a sbloccare il risultato, senza però trovare nitide occasioni, fino alla doccia fredda che costa la partita. All’87’ il Monaco trova il gol decisivo grazie a Kehrer, che si trova al posto giusto nel momento giusto, batte Skorupski con un tocco di destro su calcio d’angolo battuto dalla sinistra e fa calare il gelo tra le tribune del Dall’Ara. Errore decisivo di Beukema, che buca il pallone di testa in area di rigore. Terza sconfitta di fila per il Bologna, che resta a un punto in classifica, con ancora zero gol segnati. Continua a faticare in zona offensiva e adesso la partita contro il Lille chiama una reazione furente per risollevare questa prima esperienza europea.

Continue Reading

Calcio

Il Super Commento della 11ª giornata di Serie A

Published

on

Il commento completo di tutte le partite, con la Top11 alla fine, dell’undicesima giornata di Serie A.

Bologna  – Lecce (A cura di Dennis Rusignuolo)

Torna a vincere in casa il Bologna, trascinata dal terzo gol consecutivo di Orsolini. In avvio il Bologna prova ad azzannare subito il match, con lo sviluppo sugli esterni, subito vivaci e pimpanti. La gara del Lecce invece si imbastisce nella compattezza del reparto difensivo, dove Gaspar giganteggia in mezzo all’area, e nella velocità in ripartenza di Dorgu e Banda. La partita si svolge prevalentemente nella metà campo del Lecce, con il Bologna che impone il proprio giro palla e costringe la squadra di Gotti a mantenere il blocco basso. L’equilibrio rimane stabile perché sulle fasce il Lecce vince i duelli individuali, con Gallo e Guilbert che riescono a contenere Orsolini e Ndoye. La fascia sinistra è il fulcro del gioco, perché Miranda tocca tanti palloni e si propone spesso in profondità, e lì Ramadani è fondamentale nel raddoppiare sistematicamente. Verso la fine del primo tempo le due squadre si aprono e il Bologna sfiora due volte il vantaggio. Al 41’ Miranda arriva al cross dalla linea di fondo, Falcone risponde con un gran riflesso a una deviazione di Ramadani, la palla rimane nei pressi dell’area piccola ma Freuler schiaccia la conclusione e fallisce una ghiottissima occasione. Nel recupero miracolo di Falcone su Castro, testata perfetta del centravanti felsineo e altrettanto perfetta è la risposta del portiere del Lecce. Nella ripresa Gotti comincia a percepire un calo fisiologico dei suoi e decide di rinforzare il centrocampo con l’ingresso di Coulibaly al posto di Banda, oltre alla staffetta Guilbert-Pelmard. Italiano risponde subito con Urbanski e Dallinga e ridisegna il suo Bologna con un coraggioso 4-2-4. L’esperimento del doppio centravanti non convince Italiano, che sostituisce Castro con Fabbian. I cambiamenti apportati da Italiano tolgono equilibrio al Bologna, e il Lecce si trova spesso a ripartire in contropiede in superiorità numerica. Le scelte degli attaccanti salentini sono poco lucide, e questo evidenzia le difficoltà del Lecce nel trovare la via del gol (solo quattro reti segnate in campionato). Nel finale il Dall’Ara riabbraccia Lewis Ferguson, al rientro dopo il lungo infortunio al ginocchio. Lo scozzese rileva Ferguson e questo cambio è il segnale che Italiano prova a dare ai felsinei. All’85’ il Bologna trova il vantaggio, Ferguson avvia l’azione che termina con un cross morbido di Miranda sul secondo palo, Gallo si perde Orsolini che colpisce di testa e batte Falcone.
Dopo quasi sette mesi il Bologna torna a sorridere in casa grazie al terzo gol consecutivo di uno scatenato Orsolini. Secondo successo consecutivo per i felsinei, che adesso si preparano al match casalingo di Champions League contro il Monaco. Cade il Lecce, che non riesce a dare continuità alla vittoria con il Verona. Altra gara senza gol realizzati, e adesso oltre ai punti, Gotti comincia a chiedere qualche rete.

Udinese – Juventus (A cura di Marco Rizzuto)

Al Bluenergy Stadium la Juventus si impone per 2-0 grazie al gol procurato da Thuram e il raddoppio di Savona. I ragazzi di Motta riescono sin da subito di imprimere il proprio gioco. Il continuo giro palla della Juve permette di aggredire l’area da molte zone diverse e il vantaggio deriva proprio dall’ottima manovra avvolgente. Al 20’ Yildiz pesca Thuram in area, con una giocata individuale il francese lascia sul posto Kabasele e incrocia col mancino, il pallone dopo aver colpito il palo interno carambola sulla schiena di Okoye ed entra in rete. I padroni di casa rispondono all’istante, in contropiede Davies punta la porta e calcia forte sul primo palo ma Di Gregorio nega il pareggio con un intervento strepitoso. Nonostante l’immediata reazione dopo lo svantaggio, l’Udinese subisce la rete dello 0-2 nel momento migliore della sua gara. La conclusione di Yildiz dalla sinistra si infrange sul palo, il primo ad arrivare sulla sfera vagante è Savona che la insacca con un mancino chirurgico. La prima frazione termina col totale controllo della gara da parte dei ragazzi di Thiago Motta, che riescono a mantenere un possesso prolungato per poi colpire cinicamente. L’utilizzo avanzato di Thuram ha dato i suoi frutti, la continua presenza in zona offensiva del francese hanno reso Yildiz, libero di agire ed inventare, non è un caso che entrambe le reti partano da una giocata del turco. Nella ripresa i friulani scendono in campo con un piglio decisamente più aggressivo. La Juventus seppur contro un pressing molto più acceso, non rinuncia al fraseggio anche al limite della propria area di rigore. Superata l’ora di gioco entrambi i tecnici effettuano due cambi per parte, ridisegnando le formazioni per l’ultimo terzo di partita. Gli ingressi di Conceicao e McKennie al posto di Thuram e Vlahovic ripropongono l’assetto offensivo privo di una punta di ruolo, soluzione che Thiago Motta ha scelto spesso ultimamente. Tra le fila di casa l’ingresso di Lucca stravolge la strategia d’attacco, con l’ex Pisa e Palermo in campo, le palle alte diventano l’arma principale di Runjaic per tentare di riaprire i giochi. All’82’ Lucca sfiora il gol che avrebbe riaperto tutto, l’attaccante sbuca tra Kalulu e Gatti e di testa stampa il pallone sulla traversa, facendo sperare il pubblico casalingo e rabbrividire il settore ospiti. Gli ultimi minuti vedono l’Udinese assediare la Juve, con quest’ultimi pronti a ripartire. Sul finale Koopmeiners si divora il gol del tris che avrebbe messo fine alle speranze residue del pubblico casalingo, ma l’olandese a tu per tu con Okoye colpisce male la sfera rendendo vita facile all’estremo difensore. La Juventus torna alla vittoria senza subire reti dopo due pareggi consecutivi espugnando il Bluenergy, violato solamente dall’Inter questa stagione. I friulani crollano ancora abbandonando le zone alte della classifica.

Monza – Milan ( A cura di Dennis Rusignuolo)

Fin dalle prime battute il Monza prova a non concedere spazio ai rossoneri, con il pressing dei difensori sui riferimenti offensivi del Milan. L’ottima pressione apportata dai centrali permette al Monza di sviluppare con audacia e coraggio Al 7’ viene annullato il vantaggio ai padroni di casa: Bondo si allaccia con Theo Hernandez, che va giù, sugli sviluppi dell’azione Dany Mota trova l’1-0, ma Feliciani giudica falloso l’intervento del centrocampista francese sul capitano del Milan. Fonseca sollecita le uscite codificate verso Morata, ma la marcatura di Pablo Mari non lascia spazio allo spagnolo. Il Monza rimane in avanti, Maldini sfiora il vantaggio, avventandosi su un cross di Pereira, ma la conclusione del figlio d’arte è imprecisa. La prima reazione dei rossoneri avviene con un recupero alto su Pablo Mari, con Morata che appoggia per Okafor, lo svizzero calcia subito e spreca un’occasione importante. La trequarti del Monza è il fulcro della gara, perché i continui movimenti spalano la strada alle sgroppate dei due esterni. L’idea degli uomini di Nesta è chiara: sviluppare in ampiezza per sfruttare le doti aeree di Djuric al centro dell’area. Al 20’ serve un miracolo di Maignan a negare il vantaggio a Pedro Pereira, imbucato dal cross da sinistra di Kyriakopoulos, da quinto a quinto. Il più ispirato tra le fila biancorosse è Daniel Maldini, sempre nel vivo del gioco e mobile in mezzo ai difensori rossoneri. Alla mezz’ora scheggia il palo dopo aver messo a sedere Thiaw, ma l’azione è vanificata da un fuorigioco di Djuric. Al 42’ il Milan colpisce in contropiede: Kyriakopoulos perde palla al limite dell’area rossonera, il Monza è disunito e allora Chukwueze cambia passo e guida la ripartenza, il nigeriano allarga verso Pulisic che crossa in area, Morata colpisce a botta sicura ma Izzo si immola, sulla respinta Reijnders ha tutto il tempo per insaccare a porta vuota. Anche al rientro dagli spogliatoi il Monza prova a fare la partita, ma il Milan cresce con il passare dei minuti. Il palleggio dei rossoneri diventa sempre più pulito e lucido, alla ricerca del raddoppio. Al 60’ scatta l’ora di Leao, schierato in panchina per la terza partita consecutiva. Il portoghese rileva Okafor, e si presenta subito al match con uno scambio con Reijnders e un destro impreciso che termina fuori. La risposta di Nesta arriva subito, Vignato e D’Ambrosio entrano al posto di Dany Mota e Pedro Pereira. I cambi provano a salvaguardare la fascia destra dalle incursioni di Theo e Leao, che confezionano un’occasione al 66’ dove sono necessari i guanti di Turati su Theo. Nella fase centrale del secondo tempo l’intensità è alta, la lucidità un po’ meno. Il Milan prova a far correre a vuoto il Monza in fase di pressione, ma manca la precisione nella giocata che apra il campo a Leao e Chukwueze. Nesta inserisce Maric e Caprari, tentando il tutto per tutto, e i brianzoli guadagnano campo, ma senza impensierire effettivamente Maignan. All’’84’ Leao parte palla al piede, salta tutto il Monza e si presenta davanti a Turati, bravissimo nel prevedere la giocata del portoghese che tenta lo scavetto. A tre giorni dal big match di Champions contro i campioni d’Europa del Real Madrid, il Milan rialza la testa grazie al gol di Reijnders. Vittoria sporca e sudata per la squadra di Fonseca che sale momentaneamente al settimo posto. Per il Monza secondo k.o consecutivo, dopo la sconfitta di Bergamo, ma la prestazione della squadra di Nesta rimane positiva, con ampi margini di miglioramento.

Napoli – Atalanta (A cura di Simone Scafidi)

In un Maradona gremito e soleggiato, l’Atalanta vince 3-0 contro il Napoli e accorcia in classifica. Prestazione sontuosa dei bergamaschi, trascinati dalla doppietta di Lookman nel primo tempo, e dal sigillo del capocannoniere Retegui nel secondo. Gasperini vola al secondo posto, e adesso l’Inter può accorciare.

Torino – Fiorentina (A cura di Marco Rizzuto)

La Fiorentina espugna l’Olimpico Grande Torino con una partita sporca ma efficace, la prestazione più che positiva di Moise Kean conduce i suoi alla vittoria. Il match fa fatica a decollare, entrambe le squadre puntano ad un possesso prolungato senza concedere nulla in zona difensiva. Al 17’ Vanoli è costretto a sostituire Adams per un problema muscolare, allungando la lista degli attaccanti infortunati. Al suo posto Njie. Il cambio forzato costringe il Torino ad abbassarsi lasciando campo e spazio di manovra alla Fiorentina, che trova la prima conclusione sullo specchio della porta alla mezz’ora. Nel pieno equilibrio della gara, la Fiorentina trova il gol del vantaggio al 41’: Ranieri con un lancio di oltre 80 metri cerca Kean, l’ex Juve sfugge alla marcatura goffa di Maripan e batte Milinkovic-Savic da pochi metri. Lo stesso Maripan prova a rimediare subito dopo siglando il gol del pari con un colpo di testa sugli sviluppi di un calcio di punizione, ma la rete viene annullata per l’off-side del difensore cileno. Nonostante il vantaggio e l’agitamento finale si assiste ad una partita bloccata, con tanti duelli in mezzo al campo con il possesso palla gestito dalla formazione viola. Il Torino accenna una ripresa nel secondo tempo con il tentativo in semi-rovesciata di Sanabria che termina alto. Arrivati all’ora di gioco entrambi gli allenatori mettono mano alla panchina per ravvivare i ritmi. Al tramonto del match il Toro alza il baricentro ed inizia ad essere per la prima volta veramente pericoloso. Al  70’ Pedersen imbucato dal filtrante perfetto di Walukiewicz arriva a tu per tu con De Gea, ma la conclusione rasoterra sbatte in pieno sul palo, infrangendo i sogni dei tifosi granata. Negli ultimi minuti i padroni di casa tentano il tutto per tutto con la Fiorentina che fatica a tenere a bada le incursioni granata. Nel pieno recupero i viola vanno vicini al raddoppio, il contropiede lanciato direttamente dal rinvio millimetrico di De Gea non trova un risvolto felice con la conclusione non perfetta di Dodò, ipnotizzato da Milinkovic-Savic. Dopo un ultimo affondo granata, il match termina 0-1 a favore dei viola. Continua il momento no per il Torino, i ragazzi di Vanoli collezionano la quinta sconfitta negli ultimi sei incontri di campionato e l’infortunio di Adams potrebbe complicare ulteriormente le cose. Non vuole fermarsi la Fiorentina di Palladino, al quarto posto in classifica, e al settimo successo consecutivo tra campionato e Conference League.

Hellas Verona – Roma (A cura di Tommaso Patti)

Nonostante la presunta luce ritrovata nella vittoria casalinga contro il Torino, la Roma di Ivan Juric sbatte e perde 3-2 contro l’Hellas Verona. Al Bentegodi, la partita dei giallorossi si complica dopo appena dodici minuti, quando Zalewski commette un errore grave in fase di impostazione, favorendo il recupero palla che porta al vantaggio gialloblu firmato da Tengstedt. Nonostante il momentaneo svantaggio, la Roma riesce a non farsi schiacciare dai padroni di casa, pareggiando momentaneamente la partita al 28’ con Soulè, posizionato al posto giusto all’interno dell’area di rigore dopo il cross di Zalewski. Dal pareggio dell’argentino, la Roma cala e il Verona si riporta subito in vantaggio dopo appena sei minuti, grazie alla rete di Magnani che, all’interno dell’area piccola, anticipa tempestivamente Dovbik e Ndicka, firmando il secondo gol per i padroni di casa. Nella ripresa, la Roma si affida principalmente ai duelli fisici, ciò grazie alla presenza in attacco di Artem Dovbik che, alla prima vera occasione del secondo tempo, costruisce e finalizza il secondo gol della Roma dopo essere stato servito a centro area dall’altro esterno di giornata, Celik. Carico dal gol del pareggio, Juric prova a mettere più freschezza in campo, inserendo nella mischia Dybala, Cristante ed El Shaarawy ma, a decidere la partita, ci pensa Harroui, (subentrato al posto di Kastanos), che riesce a indirizzare definitivamente la partita in favore del Verona all’ 88, dopo un recupero palla di Dani Silva nella propria area di rigore e grazie a una ripartenza portata avanti da Livramento, vincitore del duello con Ndicka e propiziatore dell’assist per il definitivo 3-2 del centrocampista marocchino. Con questa sconfitta, la Roma si allontana pericolosamente dalla zona Champions, rimanendo a quota tredici punti in undici di serie A. Per il Verona invece, arriva una vittoria importante per il morale, ma soprattutto per allontanarsi dalla zona bassa della classifica.

Inter – Venezia (A cura di Tommaso Patti)

Dopo i successi di Milan e Juventus, e il passo falso del Napoli in casa contro l’Atalanta, la sfida dei nerazzurri contro il Venezia risulta importantissima per accorciare sugli uomini di Conte in vista del big match della prossima giornata. Ancora priva di Acerbi e di Calhanoglu, Simone Inzaghi schiera al posto degli infortunati De Vrij e Zielinski, in aiuto ai soliti nomi titolari. La sfida come da pronostico la fa l’Inter, con il Venezia che ogni tanto riesce a sganciarsi dalla propria area, provando a mettere in difficoltà Sommer, decisivo in un paio di occasioni portate avanti da Oristanio e Pohjanpalo. Dal canto suo, l’Inter, approfitta molto dell’alta linea difensiva del Venezia, riuscendo a prendere più volte alla sprovvista nei novanta minuti gli avversari senza però riuscire a colpire spesso, complice una serata non ottimale di Marcus Thuram.
La prima vera e propria fiammata nerazzurra arriva al 52’ con Mkhitaryan, il centrocampista armeno insacca dopo un cross di Dimarco ma, l’arbitro prima convalide e poi annulla il gol dopo un controllo VAR per fuorigioco. Dal momentaneo gol del vantaggio nerazzurro, la partita si accende ancora di più, con delle occasioni da entrambe le parti e con delle parate che mettono in mostra il buono stato di Sommer, e l’ottimo momento di Stankovic. Con il passare dei minuti l’Inter però prende sempre più campo, riesce a creare qualche occasione in più, portandosi anche in vantaggio con il cross di Dimarco per Lautaro, l’attaccante argentino da posizione ottimale non può sbagliare, porta avanti l’Inter, segnando il suo sesto gol stagionale. Nei minuti successi, i nerazzurri costruiscono un paio di occasioni per chiudere la partita ma la -non serata- di Thuram e un paio di interventi provvidenziali da parte di Stankovic, tengono a galla gli ospiti fino al 99’, quando riescono momentaneamente a pareggiare la gara sul cross di Haps, insaccato da Sverko. Apparentemente il gol sembra buono, infatti parte la festa di tutti i tifosi ospiti e di tutta la panchina che entra in campo per festeggiare un risultato importantissimo per il morale e per la classifica ma, come in occasione del primo gol annullato a Mkhitaryan, l’arbitro annulla tutto per un tocco di mano del difensore croato.
Dunque a San siro termina 1-0 a favore dei nerazzurri, che si portano a meno un punto dalla capolista Napoli, in attesa della super sfida di domenica prossima.

Empoli – Como (A cura di Dennis Rusignuolo)

L’Empoli torna alla vittoria dopo cinque partite e batte il Como grazie a un gran gol di Pietro Pellegri. Primi 45′ avari di soddisfazioni al Castellani per entrambe le squadre. Il Como ci prova immediatamente con Belotti ma è l’Empoli a creare i migliori presupposti per delle azioni offensive, pur senza mai concludere a rete. Il turnover, e le assenze, portano Fabregas a disegnare il centrocampo senza i due titolarissimi, con Engelhardt e Kempf -adattato in mediana- che sostituiscono Sergi Roberto e Perrone. D’Aversa sostituisce Fazzini, infortunato nella rifinitura, con Solbakken e decide di cominciare con Pellegri al posto di Colombo. La scelta dell’allenatore dei toscani si rivela vincente. Al 47′ Pellegri si avventa su una maldestra respinta della difesa del Como, entra in area e scarica in porta un destro potentissimo che batte Reina. Il Como ci prova ma sono i padroni di casa a sfiorare il raddoppio in contropiede. Fabregas inserisce Cutrone e Nico Paz, ma la musica sembra non cambiare. L’Empoli in difesa non rischia nulla e addirittura rischia più volte di colpire in contropiede con la giocata che libera l’inserimento sul secondo palo di Gyasi, uno dei marchi di fabbrica dell’Empoli di quest’anno. Al 70’ ci prova il neo-entrato Colombo, ma la sua conclusione è forte ma non precisa. Il Como non riesce a sciogliersi e ripartire, e rimane compassata sotto la linea del pallone, con l’Empoli che attacca con insistenza e cerca il raddoppio. Nel finale i lariani hanno un’occasione per pareggiare, ma il cross di Cutrone verso Cerri, pronto a colpire a botta sicura in rete, viene sporcato dall’acrobazia di Viti. Con testa, corsa e organizzazione l’Empoli trova il primo successo al Castellani, e scala la classifica che adesso sorride ampiamente. Momento di crisi totale per il Como, al secondo k.o consecutivo. Adesso Fabregas deve stare attento perché la zona retrocessione dista solo un punto.

Parma – Genoa (A cura di Simone Scafidi)

In un possibile scontro salvezza per rimanere in Serie A, il Genoa batte il Parma di misura ed esce dalla zona retrocessione. Al 27′ Vogliacco compie un retropassaggio per Leali, che si deve impegnare prendendola obbligatoriamente con le mani, l’arbitro fischia calcio di punizione a due in area e ammonisce il portiere. Sul pallone si presenta Mihaila, il cui destro però finisce lontano dalla porta dell’estremo difensore rossoblù. Nel secondo tempo il Genoa comincia a farsi vedere dalle parti di Suzuki. Già al 46′ Thorsby impatta di testa sul cross di Zanoli, trovando la grande risposta del portiere giapponese che spedisce la sfera in calcio d’angolo. Al 58′ Pinamonti dà il via ad un’azione molto articolata ma gestita con lucidità e precisione insieme ad Ekhator e soprattutto Martin, che restituisce la palla all’attaccante italiano, il cui tiro sbatte sul pallo e finisce nei piedi di Badelj, che calcia ma colpisce il muro dei Ducali. Al 72′ Pinamonti, autore di una prestazione di alto livello, lancia Ekhator a tu per tu con Suzuki, che viene battuto dalla conclusione del numero 21 ma salvato in seguito dalla segnalazione di fuorigioco, che annulla la rete. Sette minuti più tardi il vantaggio del Genoa arriva davvero, con Pinamonti che raccoglie una respinta di Suzuki e a porta vuota insacca il gol dell’1-0, facendo crollare la difesa del Parma. All 85′ torna a calcare un campo di Serie A, 1701 giorni dopo l’ultima volta, Mario Balotelli, che gestisce bene i pochi palloni toccati e riceve anche un giallo (forse troppo severo) al 92′. Il Genoa torna a vincere dopo 10 partite tra campionato e Coppa Italia e riesce finalmente ad uscire dalla zona retrocessione, abbandonando l’ultima posizione. Periodo complicato anche per il Parma, che non vince dal 24 agosto e non riesce più a trovare i tre punti.

Lazio – Cagliari (A cura di Marco Rizzuto)

L’incontro che chiude la decima giornata di campionato vede la Lazio soffrire ma vincere contro un Cagliari battagliero. Le reti di Dia e del capitano Zaccagni rendono inutile il primo centro stagionale di Luvumbo. Partenza razzo della Lazio che passa in vantaggio dopo soli due minuti. Dopo la respinta goffa di Scuffet sulla punizione diretta di Pellegrini, Dia respinge in rete da pochi metri stappando di fatto il match. Nonostante il gol lampo subito, il Cagliari prova a reagire ma le due ammonizioni a sfavore nel primo quarto d’ora (Adopo e Augello) pesano e non poco, con la fascia destra, attaccata da Isaksen che diventa la zona vittima delle manovre biancocelesti.  Col passare dei minuti, l’equilibrio prevale in mezzo al campo, ma i sardi faticano quando nei contropiedi le squadre si allungano. A cinque minuti dalla fine il Cagliari riesce a pareggiare i conti con Luvumbo. In una delle poche manovre offensive prolungate dei castellani, Makoumbou trova in verticale l’angolano che riesce a girarsi sulla marcatura di Lazzari e a concludere a rete, complice la deviazione di Gila che rende inefficace la presenza di Provedel. Prima frazione di partita equilibrata ma frammentata dai continui interventi con annessi cartellini gialli del direttore di gara Ayroldi, che controlla la gara con un regime molto fiscale. Quasi all’ora di gioco, Luperto salva il Cagliari con due interventi monumentali sulle conclusioni a botta sicura di Castellanos e Vecino. Per vincerla, Baroni inserisce Pedro per Isaksen. Lo spagnolo ha il compito di puntare Augello (già ammonito) con la sua esperienza e il suo dribbling. Nella ripresa i ritmi vivono momenti di alti e bassi, tanti duelli in mezzo al campo ma mai occasioni veramente pericolose. Baroni si gioca anche la carta Zaccagni che dopo qualche minuto si ritrova dal dischetto a battere un penalty per l’intervento in ritardo su Pellegrini da parte di Zortea. Il capitano biancoceleste non sbaglia bucando Scuffet con una freddezza glaciale. Nei minuti successivi i sardi perdono la testa, due doppi gialli (per Mina e Adopo) in pochi secondi che lasciano il Cagliari in nove. Negli ultimi minuti la Lazio sfiora più volte il gol della sicurezza con Pedro e Castellanos, ma in qualche modo i sardi difendono e cercano invano sino all’ultimo di pareggiarla. Al triplice fischio la Lazio guadagna tre punti in un match molto combattuto e scavalcano la Juve in classifica. Il Cagliari crolla per la terza volta consecutiva e rimane inchiodata alla sedicesima posizione, ma le assenze di Adopo e Mina pesano e non poco in vista del prossimo match contro il Milan.

LA TOP 11 DELLA 11ª GIORNATA

Grafica: Julya Marsala

 

Continue Reading

Calcio

Scacco matto alla regina. L’Atalanta domina il Napoli e adesso sogna in grande

Published

on

In un Maradona gremito e soleggiato, l’Atalanta vince 3-0 contro il Napoli e accorcia in classifica. Prestazione sontuosa dei bergamaschi, trascinati dalla doppietta di Lookman nel primo tempo, e dal sigillo del capocannoniere Retegui nel secondo. Gasperini vola al secondo posto, e adesso l’Inter può accorciare.

Il Napoli si mostra subito propositivo e già al terzo minuto Kvaratskhelia tenta il cross in mezzo, dopo una delle sue solite discese sulla fascia, non trovando però la deviazione di Lukaku. Il belga, punto di riferimento dell’attacco partenopeo, si posiziona nel centro della difesa dell’Atalanta, per compiere il suo solito (ottimo) lavoro di sponda, spalle alla porta. Al nono minuto, come un fulmine a ciel sereno, l’Atalanta passa in vantaggio con il gol da vero rapace d’area di Lookman, che raccoglie la spizzata di De Ketelaere e batte Meret. Reagisce immediatamente il Napoli con McTominay, lo scozzese lascia partire un bolide dal limite dell’area che sbatte sul palo e grazia l’Atalanta. Dopo una fase di studio sia da una parte che dall’altra, l’Atalanta raddoppia al 32’, con un altro gol prestigioso di Lookman: ancora sull’assist di De Ketelaere, aggancia il pallone e calcia forte sul secondo palo, insaccando la sfera anche grazie alla complicità di Meret, che avrebbe potuto fare qualcosa di più. L’inusuale scelta di Gasperini di lasciare fuori Retegui da i suoi frutti, con De Ketelaere e Lookman totalmente al centro del gioco dell’Atalanta, che risulta fluido e veloce e che mette in seria difficoltà la miglior difesa del campionato. Macchinosa la costruzione die partenopei, che quando arrivano nei pressi della porta di Carnesecchi non riescono a risultare veramente pericolosi, grazie al gran lavoro di Hien e Djimsiti che riescono a ingabbiare Lukaku e quindi eliminare ogni riferimento per la costruzione azzurra. Dopo il gol del raddoppio, nessuna delle due squadre risulta più pericolosa e il primo tempo va così a concludersi con il doppio vantaggio della Dea.

Il secondo tempo comincia con il Napoli che trova la forza di spingersi in avanti. Al 50’ Politano tenta il colpo di testa sul cross di Olivera, trovando però le mani di Carnesecchi che bloccano il pallone. Sette minuti più tardi l’Atalanta trova il terzo gol con Kolasinac, che in seguito viene annullato per la posizione irregolare del difensore bosniaco. Conte prova a svoltarla con i cambi, facendo entrare Ngonge e Raspadori per Gilmour e Politano, schierando così un 4-2-4 molto offensivo, che ha il compito di provare a ribaltare una partita molto complicata. Al 65’ Carnesecchi si mette in mostra, compiendo una grande parata con la mano di richiamo sul colpo di testa di Buongiorno, salvando l’Atalanta. Dieci minuti dopo, la Dea ha l’occasione per chiudere la partita, grazie ad una discesa di Kossounou che si fa praticamente tutto il campo e scarica su Lookman, il cui mancino finisce sull’esterno della rete. In questo secondo tempo il gioco del Napoli si distribuisce più sulle fasce, con Olivera prima e Spinazzola poi sulla sinistra e con Di Lorenzo sulla destra, contrariamente a quanto successo nel primo tempo, in cui lo smistamento dei palloni era affidato a McTominay, Gilmour e Anguissa, che costruivano la manovra all’interno del campo. Dall’altra parte, il gioco dell’Atalanta funziona sempre bene sulle fasce, con Zappacosta e Ruggeri che coprono l’intera fascia, bloccando così la manovra azzurra e aiutando anche nella costruzione offensiva. Al 92’ arriva il terzo gol dell’Atalanta con Retegui, appena entrato, che calcia al volo sul cross di Bellanova, infilando il pallone all’angolino basso, su cui Meret non può fare nulla.

Gasperini esce vincente dal Maradona, dopo una partita giocata in maniera lucida, decisa nel primo tempo e ipotecata nel secondo con grinta e pragmaticità. Prima sconfitta casalinga per il Napoli, autore di una prestazione sterile e incolore, che fa scattare un campanello d’allarme per Conte, obbligato a lavorare in vista del big match contro l’Inter a San Siro, che si accende notevolmente dato che i nerazzurri, impegnati questa sera contro il Venezia, possono accorciare e portarsi a -1 dai partenopei.

 

Continue Reading

Facebook

Altri articoli in ‘Calcio’

Trending

Copyright © 2024 - by Exit Web Systems

Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità.
Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n° 62 del 7.03.2001.