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Calcio

Lukaku e Kvara stendono il Milan. Il Napoli espugna San Siro

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Foto: X Lega Serie A

Durante il turno infrasettimanale, Milan e Napoli si sfidano a San Siro per il big match della decima giornata. Gli azzurri con l’obiettivo di tenere saldo il primo posto in classifica, i rossoneri per recuperare punti fondamentali in ambito Scudetto.

Un Milan orfano di Pulisic (in panchina causa influenza) soffre sin da subito l’altissimo pressing dei partenopei, che blocca la costruzione della squadra di Fonseca chiudendo totalmente le linee di passaggio a centrocampo e bloccando di fatto i punti di riferimento rossoneri. Al quarto minuto il Napoli va in vantaggio con una fulminea azione verticale che sorprende la difesa del Milan: Rrahmani serve Anguissa, che imbuca per Lukaku, il quale vince lo scontro spalla a spalla con Pavlovic e calcia sul primo palo, battendo Maignan. Dopo circa dieci minuti di assestamento, arriva la reazione del Milan con Musah, che tenta la soluzione tesa sul secondo palo, calciando però sul fondo. Al 27’ il Napoli commette un errore ingenuo in costruzione a causa di un’incomprensione tra Buongiorno e Gilmour, che regalano palla a Musah, fermato da una tempestiva uscita di Meret. Continua a spingere il Milan, soprattutto grazie al gran lavoro di Loftus-Cheek, ingranaggio principale della squadra di Fonseca, che svetta e tenta una colpo di testa impegnando Meret, costretto ad allungarsi e bloccare il pallone. Il Napoli, dal canto suo, non vuole consentire ai rossoneri di prendere il sopravvento e ogni volta che si mostra dalle parti di Maignan risulta pericoloso con ogni membro del suo attacco, supportato dal grande aiuto di McTominay. A tre minuti dalla fine della prima metà di gara Kvaratskhelia, dopo un’ennesima, brillante gestione del pallone di McTominay, si accentra e dai venti metri calcia forte a giro sul secondo palo, trovando un jolly che batte Maignan, colpevole di un intervento troppo timido che lascia il rimpianto di aver potuto fare qualcosa in più.

La seconda metà di gara riprende con un Milan subito propositivo, che riesce immediatamente a riaprire il match grazie all’incornata perentoria di Morata che batte Meret, in seguito ad un cross al bacio di Chukwueze, tra i più brillanti nelle fila del Milan. L’entusiasmo dello spagnolo viene però subito smorzato, perché dopo un check del VAR, la rete viene annullata per fuorigioco, con il risultato che torna sullo 0-2 e che costringe il Milan a spingere per provare a tornare in partita. Con il passare dei minuti, il Napoli cresce di intensità e si rende pericoloso. Al 60’ Lukaku compie un eccezionale lavoro di sponda e in seguito ad un ottimo lancio di Anguissa serve Kvaratskhelia, che torna dietro da McTominay, il quale conclude verso la porta ma spedisce a lato della porta di Maignan. Al 62’ entrano Leao e Pulisic e la velocità di gioco del Milan raggiunge il suo picco. Di fronte alla rapidità in costruzione dei rossoneri, il Napoli arretra e molte volte si chiude nella sua area di rigore, riuscendo comunque a non correre enormi pericoli. Soprattutto sulla fascia di Leao, il neo-entrato Mazzocchi ha non poche difficoltà e soffre il gioco e la velocità del portoghese. A un quarto d’ora dalla fine escono Kvaratskhelia e Lukaku, protagonisti assoluti di questa gara, favorendo l’ingresso di Simeone e Neres, per provare a fare uscire il Napoli dalla gabbia creata dal Milan, che lo ha rinchiuso nella propria metà campo. All’83’ Leao va vicino al gol del 2-1. L’esterno portoghese si accentra e calcia con il destro a giro, trovando però un intervento felino di Meret, che chiude in calcio d’angolo. Il Milan prova il forcing finale, in seguito anche all’entrata di Camarda, con le conclusioni di Pulisic e Fofana che non spaventano la difesa azzurra e lasciano dunque bianca la rete della porta di Meret. Si conclude così una partita in cui la squadra di Fonseca, eccezion fatta per il gol annullato a Morata, è stata poco concreta e non è riuscita quasi mai ad impensierire gli avversari, nonostante un secondo tempo in totale gestione della gara.

Il Napoli dà continuità al suo straordinario periodo di forma, con prestazioni che sembrano tornare quelle dell’anno dello Scudetto. Per il Milan invece, arriva la prima sconfitta casalinga della stagione, in seguito ad una prestazione incolore, che non è altamente insufficiente ma che non riesce nemmeno a far sorridere i ragazzi di Fonseca.

Negli altri due match che aprono il turno infrasettimanale, il Bologna vince 2-0 a Cagliari grazie ai gol di Orsolini e Odgaard, mentre il Lecce batte il Verona per 1-0 grazie al gol di Dorgu.

 

 

 

Classe 2004. Studente in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Palermo. Aspirante giornalista sportivo e grande appassionato di sport

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Calcio

Rodri vince la 68ª edizione del Pallone d’Oro

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Dopo gli scossoni di questo pomeriggio, con le vicende legate alla scelta del Real Madrid di disertare la cerimonia, tutti gli occhi del panorama calcistico mondiale si concentrano sul pallone d’oro. Come anticipato in queste ore, il centrocampista spagnolo del Manchester City è il Ballon D’Or 2024.

La cornice del maggior premio individuale rimane l’incantevole Théâtre du Châtelet, ma dopo ben 21 anni non figurano più Lionel Messi e Cristiano Ronaldo. La carriera dei due fuoriclasse ha egemonizzato il pallone d’oro per due decenni e adesso il calcio mondiale apre un nuovo ciclo, ripartendo da Rodri Hernandez. Il centrocampista spagnolo del Manchester City conquista il pallone d’oro al termine di una stagione -la scorsa- a dir poco clamorosa. Metronomo insostituibile del centrocampo della squadra di Guardiola e della nazionale spagnola, con cui ha conquistato l’europeo, in finale contro l’Inghilterra. Rodri è stato nominato miglior giocatore di Euro2024, ha realizzato 12 gol e 15 assist in stagione e dopo 64 anni un giocatore spagnolo torna in cima alla classifica di France Football, diventando il terzo spagnolo nella storia a conquistare il tanto ambito premio (dopo Alfredo Di Stefano e Luis Suarez). Il giocatore del Manchester City salterà con molta probabilità tutta la stagione, a causa dell’infortunio al legamento crociato rimediato nella partita contro l’Arsenal, ma i numeri e le prestazioni della scorsa stagione sono bastate per ottenere il pallone d’oro.

Alle spalle di Rodri troviamo Vinicius Jr, sicuramente il giocatore più discusso delle ultime ore a causa del suo alterco con Gavi durante il Clasico, perso malamente dai Blancos per 4-0. Dopo una serie di scontri verbali, piuttosto accesi, Vinicius avrebbe risposto a Gavi in un modo perentorio: “Sì, sì, però lunedì vado a prendermi il Pallone d’Oro“.  Sembrava aver la strada spianata per la conquista del pallone d’oro ma nelle ultime ore sono trapelate voci riguardo un sorpasso di Rodri, a causa di un cambio dell’assegnazione dei punti. Il Real Madrid in segno di protesta, e conforto al brasiliano, ha deciso di disertare completamente la cerimonia di Parigi.

Completano la top5 Jude Bellingham Dani Carvajal, autori di un’annata leggendaria, culminata con la vittoria della quindicesima Champions League. Per il terzino spagnolo un gol nella finale contro il Borussia Dortmund a Wembley, e il successo con la nazionale a Euro2024. Nonostante l’infortunio al ginocchio, che lo terrà fuori per tutto l’anno, Carvajal si riserva un posto nei primi cinque giocatori del mondo.

Solo settimo posto per Lautaro Martinez. Il capocannoniere della scorsa Serie A, e Copa America, era uno dei candidati alla vittoria finale e tutte le maggiori testate l’avevano indirizzato, in maniera preventiva, nella top5. La presenza del Toro nella classifica di France Football rimane comunque storica perché l’Inter torna nella top10 del pallone d’oro dopo tredici anni.

Secondo trionfo nel pallone d’oro femminile, per Aitana Bonmati. La centrocampista spagnola del Barcellona conquista il trofeo per la seconda volta consecutiva, e si conferma come un punto di riferimento per il calcio femminile. Giocatrice dotata di una qualità immensa, un dribbling e una visione di gioco fuori dal comune.

PALLONE D’ORO MASCHILE. In seguito la classifica completa:

  1. Rodri
  2. Vinicius Jr.
  3. Jude Bellingham 
  4. Dani Carvajal 
  5. Erling Haaland
  6. Kylian Mbappé
  7. Lautaro Martinez
  8. Lamine Yamal
  9. Toni Kroos
  10. Harry Kane
  11. Phil Foden 
  12. Florian Wirtz 
  13. Dani Olmo 
  14. Ademola Lookman 
  15. Nico Williams
  16. Granit Xhaka 
  17. Federico Valverde 
  18. Emiliano Martinez 
  19. Martin Odegaard 
  20. Hakan Calhanoglu 
  21. Bukayo Saka
  22. Antonio Rudiger
  23. Ruben Dias 
  24. William Saliba
  25. Cole Palmer 
  26. Declan Rice
  27. Vitinha
  28. Alejandro Grimaldo
  29. Artem Dovbyk e Mats Hummels (pari merito) 

 

PALLONE D’ORO FEMMINILE. In seguito la Top-10:

  1. Aitana Bonmatì
  2. Caroline Graham Hansen
  3. Salma Paralluelo
  4. Sophia Smith
  5. Lindsey Horan
  6. Mallory Swanson
  7. Marie-Antoinette Katoto
  8. Mariona Caldentey
  9. Trinity Rodman
  10. Alexia Putellas

 

Tutti gli altri premi assegnati:

  • KOPA TROPHY (miglior giocatore Under-21 dell’anno): Lamine Yamal -Primo giocatore sotto i diciott’anni a vincere il premio.
  • YASHIN TROPHY (miglior portiere dell’anno): Emiliano Martinez, seconda vittoria consecutiva. 
  • WOMEN’S TEAM OF THE YEAR (miglior squadra femminile dell’anno): Barcellona
  • MEN’S TEAM OF THE YEAR (miglior squadra maschile dell’anno): Real Madrid
  • GERD MULLER TROPHY (miglior attaccante per numero di gol realizzati): Harry Kane e Kylian Mbappé, vincitori a pari merito con 52 gol. 
  • MEN’S JOHAN CRUIJFF TROPHY (miglior allenatore dell’anno): Carlo Ancelotti 
  • WOMEN’S JOHAN CRUIJFF TROPHY (miglior allenatrice dell’anno): Emma Hayes
  • SOCRATES AWARD (miglior lavoro umanitario di un calciatore/calciatrice dell’anno): Jenni Hermoso
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Calcio

Il Super Commento della 9ª giornata di Serie A

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Il commento completo di tutte le partite, con la Top11 alla fine, della nona giornata di Serie A.

Dopo uno spettacolare Derby d’Italia con otto reti ed il trionfo imponente della Fiorentina sulla Roma, va in archivio anche la nona giornata di campionato.

Udinese – Cagliari (A cura di Dennis Rusignuolo)

Nell’anticipo che ha aperto la nona giornata, i friulani ripartono dopo tre sconfitte nelle ultime quattro partite e interrompono la striscia positiva dei sardi, che non perdevano da quasi un mese. Rispetto al match di San Siro, Runjaic disegna il suo attacco sulle spalle dei due centravanti, Lucca e Davis, preferito a Iker Bravo. Il Cagliari si affida al blocco basso e alle ripartenze affidate a Piccoli e Gaetano. In avvio il pallino del gioco è in mano all’Udinese, che comincia a prevalere in mezzo al campo dove si manifestano le difficoltà della mediana rossoblù, con Makoumbou che commette un fallo da ammonizione dopo meno di cinque minuti. È il momento sliding doors del primo tempo – e della gara- perché il centrocampista viene preso d’assalto dalle incursioni di Lovric, favorite dai movimenti dei due attaccanti. Alla mezz’ora il Cagliari rimane in dieci uomini, perché Makoumbou stende Payero in campo aperto e conclude in anticipo la sua gara. Nicola ridisegna la sua squadra per ricompattare il blocco centrale, sacrificando Gaetano per Deiola, e dopo meno di un minuto i friulani trovano il vantaggio: cross di Kamara dalla destra per Lucca, che a centro area dall’alto dei suoi due metri non può che incornare imparabilmente. Nel secondo tempo l’Udinese rinforza vistosamente il centrocampo, cercando di tenere a bada le incursioni del Cagliari, che intanto prova a contare sull’imprevedibilità di Luvumbo e la ‘garra’ di Lapadula. Anche questa volta nel momento in cui Nicola mette manco alla panchina, i friulani riescono a trovare la via del gol, per un 2-0 che chiude il match: Al 78′ Davis riceve palla da Karlstrom, si beve Luperto e scaraventa un missile terra-aria sotto la traversa. Continua a sognare e scalare posizione l’Udinese, adesso a quota 16 punti. Le tre sconfitte nelle ultime quattro gare non hanno interrotto il percorso della squadra di Runjaic, che in attesa del rientro di Thauvin e Sanchez, si aggrappa alle spalle larghe di Lucca e Davis. Torna a perdere il Cagliari, dopo un mese in cui i sardi avevano collezionato due vittorie e un pareggio.

Torino – Como (A cura di Simone Scafidi)

Nell’anticipo del venerdì sera, il Torino di Vanoli torna vincere dopo quattro sconfitte consecutive tra campionato e Coppa Italia. Sin da subito, la squadra di Fabregas si mostra propositiva, senza avere paura di esporsi a viso aperto. Al decimo minuto Nico Paz crea la prima vera occasione della partita, sfruttando la sponda di Perrone calcia a giro sul secondo palo e impensierisce la difesa granata. Al 23’ Milinkovic-Savic deve salvare su Fadera, in seguito all’errore di un confuso Coco, che nelle ultime partite ha notevolmente abbassato il suo rendimento. Proprio Fadera sembra essere uno dei punti cardine della formazione comasca, che cerca sempre il numero sedici sull’out di sinistra, confidando nella sua velocità in progressione, che crea più di qualche grattacapo alla difesa di Vanoli. Il Torino preferisce compiere una prestazione più conservatrice, almeno fino al 50’, quando Sanabria, lavorando di fisico nell’area di rigore avversaria, riesce ad appoggiare per Ricci che calcia fuori di pochissimo. Sei minuti dopo il Toro sfiora il vantaggio con un’azione costruita alla grande, che si conclude con il colpo di testa di Lazaro salvato in maniera miracolosa da Audero. Nonostante una fase offensiva caratterizzata da grande lucidità e velocità, la squadra di Vanoli continua a barcollare nelle retrovie e il Como ne approfitta con Nico Paz, che al 61’ recupera il pallone in pressing su Vojvoda e serve Strefezza, il quale trova l’ottima risposta di Milinkovic-Savic, migliore in campo. Dieci minuti più tardi, il portiere serbo è costretto a compiere un altro (ed ennesimo) miracolo su una conclusione dalla distanza del solito Paz, che sembra impossibile da fermare. A quindici minuti dalla fine il Como compie un disastro in difesa: dopo l’anticipo di Goldaniga su Lazaro, che fa quasi l’ala offensiva, Braunoder appoggia in maniera troppo debole la palla all’indietro, regalandola praticamente al neo-entrato Njie, classe 2005, che salta Audero e insacca il pallone dell’1-0, segnando così il primo gol in Serie A. A tempo praticamente scaduto il Como tenta l’ultimo assalto, che termina con una conclusione al volo di Mazzitelli salvata ancora, incredibilmente, da un monumentale Milinkovic-Savic, autore dell’ennesima prestazione da fuoriclasse.
Il Torino torna a vincere dopo più di un mese, con una prestazione di sofferenza e grinta, con l’auspicio che possa riportare la squadra agli altissimi ritmi di inizio stagione. Numeri da record per i Granata: dall’inizio dello scorso campionato sono quindici i clean sheet casalinghi, più di qualsiasi altra squadra dei top cinque campionati europei, a pari merito con il Real Madrid.

Napoli – Lecce (A cura di Dennis Rusignuolo)

Questo Napoli non è ancora bello, ma è maledettamente granitico e cinico. Dopo l’1-0 di Empoli, i partenopei battono di misura anche il Lecce e scappano in vetta. Il Lecce ordinato e compatto, dopo la pesante sconfitta contro la Fiorentina, mette da subito il muro davanti a Falcone. Vie centrali intasate, il Napoli deve andare sulle fasce per cercare pericoli ma Neres e Ngonge -schierati dal 1′ al posto di Politano e Kvaratskhelia- non riescono a sfondare nell’uno contro uno. Le prime occasioni arrivano intorno alla mezz’ora: al 26′ Di Lorenzo raccoglie un tiro sbilenco di Olivera e insacca in porta, ma il VAR rammenta un fuorigioco e mantiene la parità. La risposta dei salentini arriva dalle teste di Baschirotto e Gaspar, e sono necessarie le mani di Meret -tornato tra i pali dopo tre partite- e la testa di Buongiorno a negare il vantaggio alla squadra di Gotti. Prima dell’intervallo Ngonge costringe Falcone al miracolo, con un mancino a giro dove è necessario un grande intervento in tuffo dell’estremo difensore italiano. Nel secondo tempo il Napoli piazza le tende nella metà campo avversaria, e il Lecce non riesce a uscire più. A inizio ripresa Lukaku si divora una buona occasione sparando alto dopo una bella sponda di Buongiorno. Conte inserisce Politano e Kvaratskhelia e ancora una volta riesce a cambiare il volto, e l’inerzia, della gara. L’assedio partenopeo arriva al culmine al minuto 73, quando McTominay schiaccia di testa un corner proprio di Politano, Falcone respinge ma il pallone rimane nei pressi dell’area piccola e Di Lorenzo si avventa per primo e stavolta la sua rete è regolare, per il vantaggio del Napoli. Da quel momento cresce il Lecce: Krstovic da lontanissimo spaventa Meret, Dorgu calcia a lato da fuori e poi ancora Meret sbroglia di pugno in uscita alta una situazione pericolosa. Tra i cori assordanti del Maradona il Napoli si gode la vetta in solitaria, conquistata ancora una volta con sofferenza ma con immenso cinismo. La rete del capitano Di Lorenzo, al terzo centro in campionato, permette a Conte di guardare tutti dall’alto, in vista del big match della prossima giornata, a San Siro contro il Milan. Il Lecce reagisce alla pesante sconfitta contro la Fiorentina, ma la reazione dei salentini non si tramuta in punti, e un attacco dalle polveri particolarmente inzuppate (3 gol in 9 partite) rende tutto più complicato per Gotti, chiamato a rialzare la testa nell’infrasettimanale contro il Verona.

Bologna – Milan (rinviata a data da destinarsi)

“Il Presidente della Lega Nazionale Professionisti Serie A, vista la delibera del Consiglio di Lega tenutosi in data odierna, in cui la Lega Serie A prende atto dell’Ordinanza del Sindaco di Bologna, che non consente la disputa, neanche a porte chiuse, della gara di Campionato di Serie A Enilive Bologna-Milan, in programma il giorno 26 ottobre 2024 alle ore 18.00, dispone il rinvio della stessa a data da destinarsi”.

Atalanta – Hellas Verona (A cura di Simone Scafidi)

Al Gewiss stadium l’Atalanta sbaraglia il Verona con punteggio tennistico: 6-1 agli Scaligeri e game, set e match per la squadra di Gasperini davanti ai propri tifosi. Ad aprire le marcature ci pensa De Roon, con la fascia di capitano al braccio, che piazza la sfera all’incrocio dei pali, in seguito ad un’azione confezionata alla perfezione dal solito, straripante, Ademola Lookman. Tre minuti più tardi, Retegui raccoglie un pallone vagante al limite dell’area e mette a segno il nono gol in campionato, battendo Montipó, che al 13’ si rende protagonista con una parata abbastanza complicata su Lookman. Qualche secondo dopo De Ketelaere cala il tris, con un eurogol all’incrocio dei pali, che azzera quasi del tutto le speranze del Verona, sotto di tre gol dopo appena tredici minuti. Circa alla mezz’ora si iscrive alla festa anche l’uomo chiave di questa Atalanta: Ademola Lookman. L’ala nigeriana, in seguito ad una progressione sull’out di destra, calcia in porta, riuscendo a trovare un spiraglio nella difesa dell’Hellas e siglando il gol del 4-0. Cinque minuti più tardi arriva la doppietta personale dell’ex Leicester, che sfrutta il velo di De Ketelaere sul cross di Ederson e insacca il quinto pallone della serata atalantina. Allo scadere della prima frazione di gioco spunta il primo (ed ultimo) raggio di luce della partita del Verona, grazie ad un gran gol di Sarr, che dai venti metri calcia di controbalzo sorprendendo Carnesecchi, autore di una gran parata pochi minuti prima, e spedendo il pallone all’incrocio dei pali. Nel secondo tempo l’Atalanta chiude il set con il secondo gol personale di Retegui, che raccoglie l’assist di De Ketelaere ed entra in doppia cifra, confermando quanto Gasperini sia sempre capace di far rendere al massimo i propri giocatori. Da qui in poi i bergamaschi allentano la presa e danno un po’ di respiro ad uno stremato Verona, riprendendo anche un po’ di fiato in vista dell’imminente turno infrasettimanale di campionato. L’Atalanta torna a vincere, dopo la piccola botta di arresto in Champions contro il Celtic, mentre il Verona subisce la seconda sconfitta consecutiva, dopo quella per 3-0 contro il Monza. La difesa scaligera fa acqua da tutte le parti, e in due gare le reti subite sono ben nove. Lo scontro diretto nell’infrasettimanale contro il Lecce sembra già decisivo per le sorti di Zanetti e del club veronese.

Parma – Empoli (A cura di Marco Rizzuto)

Il lunch match della domenica regala spettacolo ma nessun vincitore, sul finale Charpentier rimedia all’autorete di Coulibaly del primo tempo, dividendo la posta. Al Tardini si assiste ad un avvio scoppiettante, entrambe le formazioni iniziano ad allungarsi concedendo spazio ai terminali offensivi. La prima nitida occasione passa per i piedi di Man che scardina il pallone in area ad Ismajli e serve Bonny, il francese tenta il piazzato ma trova la reazione di Vasquez, attento in tuffo. Arrivati alla mezz’ora, il Parma lascia all’Empoli il pallino del gioco cercando di sfruttare in ripartenza le corsie laterali, ma la scelta si rivela sbagliata e dopo cinque minuti, l’Empoli passa avanti grazie all’autorete di Coulibaly che premia l’azione da manuale palla a terra degli ospiti: Colombo vede l’inserimento di Gyasi in area che serve con un traversone basso Fazzini, il pallone però viene carambolato in rete dal difensore crociato. Sul finale il Parma prova a spaventare con la traversa di Cancellieri allo scadere, chiudendo così un primo tempo complicato a causa del campo di gioco non al meglio delle condizioni. Alla ripresa, Pecchia richiama in panchina Man (molto sottotono) inserendo Charpentier e ridisegnando l’attacco. All’ora di gioco, il Parma sfiora il pari con la punizione dalla distanza calciata in modo impeccabile da Bernabè a cui si oppone uno strepitoso Vasquez, che si dimostra uno dei portieri più in forma del campionato. Col passare dei minuti il ritmo si abbassa progressivamente con gli ospiti che tentano di addormentare la partita. A dieci minuti dalla fine Charpentier firma la rete del pareggio, con un destro teso da centro area che batte Vasquez ed infiamma il Tardini nei minuti a finali. Poco dopo viene fischiato un calcio di rigore a favore del Parma, ma Bonny calcia sulla traversa mandando in fumo l’occasione dei tre punti. Nei minuti finali i padroni di casa assediano la metà campo dell’Empoli alla ricerca del gol vittoria che però non arriva, con il risultato che non premia nessuna delle due contendenti. Con questo terzo pareggio di fila i crociati muovono la classifica ma mancano l’appuntamento con la seconda vittoria in campionato. L’Empoli alza la testa dopo i k.o. subiti con Lazio e Napoli, scavalcando momentaneamente la Roma e conquistando il decimo posto della classifica.

Lazio – Genoa (A cura di Marco Rizzuto)

La Lazio di Baroni si impone per 3-0 contro un Genoa in crisi di vittorie: All’Olimpico i biancocelesti vanno leggermente in affanno in avvio per via del feroce pressing rossoblù ma trovano la rete del vantaggio al 21’ grazie all’ottima azione personale di Noslin che in area sterza e trova lo  spazio per concludere a rete bucando Leali con un tiro rasoterra imprendibile. ll risultato rimane in equilibrio per tutto il primo tempo. Alla ripresa il neoentrato Norton-Cuffy si rende protagonista di un’importante falcata per poi calciare verso la porta impegnando Provedel. Nonostante lo svantaggio il Genoa ha iniziato il secondo tempo con il piglio giusto alla ricerca del pareggio, ma tardano ad arrivare occasioni nitide per gli attaccanti del Grifone. All’ora di gioco la Lazio torna a bussare alla porta avversaria, Castellanos scappa dalla marcatura di Norton-Cuffy e da posizione defilata calcia tra le gambe di Leali che riesce a trattenere la sfera. In questo secondo tempo vediamo un Genoa abbattuto ma non affondato completamente, alla ricerca del gol del pari per riaccendere la gara. La Lazio d’altro canto non si fida di un solo gol di vantaggio e, tenta di chiudere i giochi. Nelle battute finali i ragazzi di Baroni trovano il gol che mette in cassaforte la vittoria a pochi minuti dal termine. La progressione iniziata da Tchaouna e proseguita da Castellanos si conclude con il cross basso che viene sporcato da Leali, sul quale però piomba Pedro che insacca a porta vuota siglando il suo secondo gol in campionato. Sulle ali dell’entusiasmo la Lazio trova più facilmente la porta approfittando di un Genoa ormai rassegnato. Difatti i padroni di casa calano il tris grazie alla testata vincente di Vecino sull’ennesimo assist di Nuno Tavares (primo assistman nei top campionati europei). Con questi tre punti ampiamente meritati la Lazio vola al quinto posto agganciando l’Atalanta. Il Grifone resta in zona retrocessione al diciottesimo posto diventando la peggior difesa di questo campionato fino ad oggi.

Monza – Venezia (A cura di Marco Rizzuto)

Luci e ombre all’U-Power Stadium, il Monza di Nesta riacciuffa due volte il Venezia, con entrambe le squadre che si accontentano di un punto. Dopo un quarto d’ora senza particolari emozioni il Venezia passa avanti grazie alla conclusione di Ellertsson. L’islandese completamente lasciato libero controlla il pallone servito da Oristanio e conclude mettendo il pallone all’incrocio dei pali. Nonostante l’ottimo avvio del Venezia, il Monza pareggia subito i conti con la rasoiata di Kyriakopoulos che si insacca nell’angolino basso di destra dopo essere stato servito dall’assist di Pedro Pereira. A sei minuti dalla fine del primo tempo il Venezia torna a riproporsi in zona offensiva con Oristanio che viene atterrato sulla fascia da Pessina. Dalla punizione si genera il gol del momentaneo vantaggio: alla battuta Andersen mette in mezzo un traversone da manuale per l’incornata vincente di Svoboda che salta più in alto di tutti e batte Turati. Il Monza continua a crederci e a pochi istanti dalla fine del primo tempo ritrova nuovamente il pari grazie a Djuric che arriva sul pallone filtrante di Kyriakopoulos, e buca Stankovic sul primo palo. Il primo tempo si chiude con un botta e risposta di un sontuoso 2-2, risultato che regala spettacolo ma evidenzia le grandi lacune difensive di entrambe le squadre. Alla ripresa calano drasticamente i ritmi e si gioca un calcio più lento e ragionato. In cinque minuti Bondo prende due gialli, lasciando in dieci i suoi compagni all’80’. Sebbene l’uomo in più, i lagunari non approfittano del vantaggio ed il match termina in parità. I padroni di casa evitano la sconfitta ma non si allontanano dalla zona retrocessione, mentre i ragazzi di Di Francesco salgono a quota cinque punti agganciando il Lecce, entrambi sul fondo della classifica.

Inter – Juventus (A cura di Dennis Rusignuolo)

Il primo derby d’Italia di questo campionato regala una pioggia di gol e spettacolo senza precedenti. Dopo un primo tempo pirotecnico, lo show prosegue nel secondo tempo con i nerazzurri che si portano sul doppio vantaggio e vengono rimontati dalla doppietta di Yildiz. Match dell’anno?

Fiorentina – Roma (A cura di Simone Scafidi)

Dopo un Derby D’Italia al cardiopalma e, a livello di emozioni, difficile da superare, Fiorentina e Roma chiudono il nono turno di Serie A, con una sfida che dovrà dare conferme e chiarire molti punti ancora non chiari nella testa di Palladino e Juric.

LA TOP 11 DELLA 9ª GIORNATA:

Grafica: Julya Marsala

 

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Calcio

Super Mario is back. Balotelli è un nuovo giocatore del Genoa

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Dopo una lunga trattativa con il grifone, Balotelli è pronto a tornare in Serie A con la maglia del Genoa.

Super Mario Balotelli, dopo un lungo tira e molla con il Genoa, è riuscito a trovare un accordo con il club rossoblú, con un contratto fino a giugno 2025, ma facciamo un passo indietro.

L’ormai ex bomber della nazionale, dopo le parentesi importanti a inizio carriera che lo hanno visto giocare con le maglie di Inter, Manchester City, Milan e Liverpool, è pronto a tornare in serie A dopo quattro anni dall’ultima volta, dove vestì la maglia delle rondinelle del Brescia.

Già da tempo si vociferava di un suo probabile ritorno nel massimo campionato italiano, nonostante le ricche offerte provenienti da squadre estere ma, questa volta, super Mario Balotelli ha deciso di usare la testa e sposare il progetto rossoblù. Oltre il Genoa, si parlava di un possibile approdo al Torino di Vanoli, per sostituire l’infortunato Duvan Zapata che sarà lontano dai campi da gioco per almeno 6/7 mesi. Sono due i fattori che hanno spinto Balotelli alla corte di Gilardino: il primo è dovuto all’incertezza di Urbano Cairo, che ha preferito sostituire momentaneamente Zapata con dei rinforzi interni (come il giovane attaccante 2005 Alieu Njie) e il secondo fattore, probabilmente quello più importante e decisivo, la volontà di Alberto Zangrillo di riportare Balotelli in Serie A nonostante tutti i contro che, al momento, sono molti di più dei pro.

Malgrado l’età non più verde, Mario Balotelli è pronto ad una nuova sfida allettante, che gli permetterà di rigiocare nel proprio campionato e chissà, magari meritarsi un prolungamento di contratto dopo le esperienze lontano dai radar in Svizzera con il Sion (6 gol in 18 presenze), e in Turchia con l’Adama Demirspor (26 gol e 8 assist in 51 presenze).

Dopo essersi sottoposto alle visite mediche, super Mario si lega ufficialmente al Genoa con un contratto fino a giugno 2025, con uno stipendio netto da 400.000€ e con una clausola che potrebbe vedere il suo contratto prolungato o addirittura rescisso, tutto in base alle proprie prestazioni in campo e non fuori, come purtroppo ci ha abituato nel corso della sua carriera.

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